Pantelleria, Fumuso (Pd): agricoltura, attenti alle pietre trasversali!

Pantelleria, Fumuso (Pd): agricoltura, attenti alle pietre trasversali!

01/04/2019 0 Di Redazione

La risposta del Segretario Pd di Pantelleria, Angelo Fumuso alle critiche dopo la sua riflessione sull’agricoltura sull’isola

Dopo la pub­bli­ca­zio­ne ho avu­to come pre­ve­de­vo del­la con­di­vi­sio­ni e dei cri­ti­ci. Vole­vo pre­ci­sa­re che dopo aver assi­sti­to al dibat­ti­to sul­l’a­gri­col­tu­ra tra­smes­so onli­ne, ho nota­to la pochez­za del dibat­ti­to svi­lup­pa­to­si, ed ho volu­to dare un mio contributo. 

Voglio segna­la­re la biblio­gra­fia di que­sto articolo:

  • arti­co­li scrit­ti sul “il Panteco”, 
  • appun­ti di inter­vi­ste e discus­sio­ni con Don Vito Valen­za e l’e­no­lo­go del­l’A­gri­col­to­ri Associati. 
  • Appun­ti e inter­vi­ste al “Con­sor­zio Sici­lia­no”, cioè la vec­chia can­ti­na, come una vol­ta s’intendeva. 
  • Arti­co­li e una discus­sio­ne con Vero­nel­li, notis­si­mo esper­to di vini e con­su­len­ti in tan­te rivi­ste del set­to­re. A lui si devo­no i DE:CO, per dir­ne una. 
  • Appun­ti di un cor­so POR sul­lo svi­lup­po eco­no­mi­co del­l’i­so­la a cui sono inter­ve­nu­ti il com­pian­to Gio­van­ni Casa­no, eno­lo­go del­l’A­gri­col­to­ri Asso­cia­ti e poi del Con­sor­zio Sici­lia­no ed infi­ne con­su­len­te del­la “Pel­le­gri­no”, Saro Capa­don­na del Cap­pe­ri­fi­cio di Pan­tel­le­ria che ci ten­ne una rela­zio­ne sul­l’e­co­no­mia del cap­pe­ro e del moscato. 
  • Le rela­zio­ni di quel corso. 
  • Mi sono incon­tra­to con gli agro­no­mi, com­pre­sa la dott.ssa Gra­ziel­la Pavia. 
  • Appun­ti dei con­fron­ti e discus­sio­ni col dott. Anto­nio Par­ri­nel­lo diret­to­re del Par­co sul tema Agri­col­tu­ra nel­l’i­so­la e suo sviluppo. 
  • Oltre a qual­che altro incon­tro e discussione.

Non sarò un “esper­to”, un inge­gne­re gestio­na­le spe­cia­liz­za­to nel set­to­re agri­co­lo, ma qual­cu­no l’ho cono­sciu­to, e tut­ti dico­no che biso­gna che le azien­de iso­la­ne devo­no alme­no rad­dop­pia­re la pro­du­zio­ne e ven­di­ta per ren­der­le sane e sta­re bene sul mercato.

Come tut­ti i Pan­te­schi ho rac­col­to l’u­va, ho aiu­ta­to gli uomi­ni nel­la pota­tu­ra e puli­zia dei ter­re­ni, quan­do mio padre era diven­ta­to vec­chio, per non dar­gli un dispia­ce­re di lascia­re i ter­re­ni “ger­bi”. Que­sto per dire che non sarò un esper­to, ma uno che segue e si inte­res­sa del pro­ble­ma da oltre qua­ran­t’an­ni, sì!

Secon­do i miei due inter­lo­cu­to­ri la cri­si del­l’A­gri­col­tu­ra non esiste! 

I con­ta­di­ni si lamen­ta­no per natu­ra e poi han­no tan­tis­si­me age­vo­la­zio­ni: com­pra­no i mez­zi mec­ca­ni­ci a meta prez­zo e poi han­no l’i­va al 10%, tan­to per dir­ne una. 

Per quan­to riguar­da il prez­zo, loro non ne han­no di pro­ble­mi. Loro pro­du­co­no e loro deci­do­no il prez­zo; l’IGT loro lo ven­do­no a € 65,00 e €110, l’u­va a DOC. 

L’u­va pas­sa la pos­so­no ven­de­re a qua­lun­que prez­zo a secon­do del­le anna­te, anche a € 2.000,00 al quin­ta­le. Il mer­ca­to del mosca­to è satu­ro e lo devo­no sven­de­re a €12.00 – 10.00 a bot­ti­glia. È più red­di­ti­zio il mer­ca­to del cap­pe­ro e quel­lo del­l’o­ri­ga­no, che si può ven­de­re a mol­to, se non ricor­do male a €120,00 al quintale.

Io, il Sin­da­co Cam­po, il diret­to­re del Par­co Anto­nio Par­ri­nel­lo, gli agro­no­mi da me inter­pel­la­ti e tut­te le per­so­ne che han­no pre­so par­te al dibat­ti­to, ahi­mè sba­glia­mo tutti! 

Comun­que alla fine del­la discus­sio­ne le nostre pro­po­ste sono:

  • atten­zio­ne ai ter­re­ni incolti,
  • favo­ri­re for­me coo­pe­ra­ti­vi­sti­che tra gio­va­ni per com­bat­te­re la fram­men­ta­zio­ne del ter­ri­to­rio e poter acce­de­re a finanziamenti, 
  • ripren­de­re il Pas­si­ta­ly per la pro­mo­zio­ne del moscato,
  • dimi­nui­re le tas­se dei rifiu­ti per chi fa uso di com­po­stie­re ed altre mac­chi­na­ri che favo­ri­sco­no la pro­du­zio­ne di concime.

Su que­sto sono d’ac­cor­do. Le giu­di­ca­no utili!

Ho volu­to ripor­ta­re que­sta discus­sio­ne in quan­to ho l’im­pres­sio­ne che accan­to all’a­gri­col­tu­ra uffi­cia­le, ce ne sia una secon­da­ria fat­ta da hob­bi­sti, da gen­te da secon­do lavo­ro, che in que­sta cri­si sono riu­sci­ti a crea­re del­le loro stra­de, tut­te per­so­na­li, e che su que­sta cri­si crea­no i loro gua­da­gni. Pur­trop­po sono loro la pie­tra di tra­sver­sa­le a qual­sia­si ini­zia­ti­va uffi­cia­le che s’intraprenda.

Non par­lo del­le due per­so­ne che mi han­no rispo­sto natu­ral­men­te, ma loro mi han­no fat­to intra­ve­de­re que­sta categoria.

La cri­si oggi come allo­ra non si vin­ce da soli, ma crean­do for­me di asso­cia­ti­vi­smo che era­no e sono le coo­pe­ra­ti­ve; sia­no esse di lavo­ro che di tra­sfor­ma­zio­ne, cioè le can­ti­ne. Oltre all’im­mis­sio­ne di gio­va­ni biso­gna curar­ne la loro entra­ta uffi­cia­le nel mon­do del­la agri­col­tu­ra e non da hob­bi­sti o da secon­do lavoro.

Que­sta situa­zio­ne non è nuo­va per Pan­tel­le­ria, cioè quel­la di una par­te (pie­tra) tra­sver­sa­le. Dob­bia­mo anda­re indie­tro al perio­do del­la sin­da­ca­tu­ra di Don Gio­van­ni Erre­ra per tro­va­re l’e­sem­pio più cal­zan­te ed estremista. 

È rima­sta memo­ra­bi­le la sto­ria di Don Gio­van­ni Erre­ra, pri­mo Sin­da­co Socia­li­sta elet­to in un ope­ra­zio­ne milaz­zia­na, in cui il MSI di Mom­mo Sec­chi, die­de un appor­to deci­si­vo, per abbat­te­re il Sin­da­co Alman­za ex pode­stà e poi sin­da­co dopo la rivol­ta del ’48 pan­te­sco. Rivol­ta che ave­va fat­to rimuo­ve­re il Sin­da­co Valen­za, giun­ta che se non ricor­do male era di ten­den­ze di “Azio­ne e Liber­tà”. Basta leg­ge­re le cro­na­che del vec­chio “Pan­te­co” che rico­strui­sce quel­le gior­na­te e avan­za il sospet­to che quel­la rivol­ta fu pilo­ta­ta per abbat­te­re il Sin­da­co, con fal­se infor­ma­zio­ni su tas­se e baghel­le agri­co­le varie.

Tan­te vol­te “Don Ciu­van­ni” si pre­sen­ta­va di not­te, in vesta­glia e in pie­di sopra le vasche alla Can­ti­na vec­chia, dove veni­va maci­na­ta l’u­va, per sor­ve­glia­re che non venis­se but­ta­ta del­la naf­ta per inqui­na­re il mosto d’u­va e ren­der­lo inutilizzabile.

Allo­ra si dice­va che colo­ro che gua­da­gna­va­no dal­le sen­sa­le­rie, era­no la pie­tra di mez­zo alla coo­pe­ra­ti­va che segui­va fini socia­li e non di lucro personale.

Allo­ra c’e­ra il dua­li­smo Alman­za-Don Gio­van­ni Erre­ra come più tar­di tra Sal­va­to­re Gabrie­le e Alber­to Di Mar­zo. Lot­ta allo­ra come nel recen­te pas­sa­to, sen­za esclu­sio­ne di col­pi. Basta par­la­re con qual­che anzia­no di fami­glia per far­vi rac­con­ta­re di come era­no affol­la­ti i comi­zi e di come la gen­te era acca­lo­ra­ta e pasio­na­ria a quel dualismo. 

Cele­bri sono sta­ti i comi­zi in cui il Sin­da­co Alman­za dava del “coat­to”, del­l’a­van­zo di gale­ra e del­la con­tro repli­ca. “Io sono orgo­glio­so e me ne van­to del mio perio­do di gale­ra. Dete­nu­to in quan­to anti­fa­sci­sta, con le mani puli­te! Lo stes­so può dire il Sin­da­co Almanza?”

Allo­ra il popo­lo di sini­stra era nume­ro­so e agguer­ri­to! Si rac­con­ta che nel gior­no del suo inse­dia­men­to, Don Gio­van­ni die­de un cal­cio all’u­ni­ca pol­tro­na ch’e­ra quel­la del Sin­da­co e si sedet­te nel­la sedia di legno come tut­ti i con­si­glie­ri, da quel gior­no e per sempre. 

La fami­glia Erre­ra è sem­pre sta­ta una fami­glia socia­li­sta mol­to radi­ca­le. Don Gio­van­ni e il Mini­stro, i per­so­nag­gi più di spic­co, era­no cre­sciu­ti assie­me a Sara­gat e tan­ti per­so­nag­gi socia­li­sti in esilio. 

E allo­ra oggi come allo­ra, atten­ti alle pie­tre trasversali!

Ange­lo Fumuso