Le iniziative di ieri per la Giornata Mondiale della consapevolezza sull’Autismo hanno riscosso partecipazione ed interesse ed un impegno da parte dell’Amministrazione di Pantelleria: trovare dei locali per creare un Centro Diurno per ragazzi abili e diversamente abili nel segno dell’inclusione.
Soddisfazione di Michela Silvia, organizzatrice dell’evento e di Angelo Fumuso, Vice Presidente dell’Albero Azzurro.
di Francesca Marrucci
Ieri il Castello di Pantelleria si è illuminato di blu in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo e dopo gli eventi sportivi della mattina e la conferenza tenutasi alle 18.30. Da quest’ultima è uscita la proposta di realizzare un Centro Diurno da Angelo Fumuso e da Michela Silvia, promotori dell’iniziativa.
Il Sindaco Vincenzo Campo ha recepito la richiesta e si è impegnato a cercare un immobile da poter destinare a quest’uso e si è reso disponibile per avviare un tavolo tematico con i promotori al più presto.
Così commenta Michela Silvia la proposta: “Al termine della conferenza e dopo la testimonianza del signor Angelo Fumuso e la moglie, genitori di ragazzo autistico, si è parlato della necessità di realizzare sull’isola un centro diurno. Sarà questo il percorso da intraprendere e promontori dell’iniziativa saremo io e la famiglia Fumuso. Il Sindaco ha espresso la voglia di realizzare il nostro sogno, ricercando tra i locali in possesso del Comune qualche struttura che possa adeguarsi per tale scopo. All’iniziativa di ieri sono state presenti tutte le forze Armate, le istituzioni scolastiche, la neuropsichiatra dell’Asp, e la Croce Rossa. La conferenza è stata partecipata anche dai Panteschi, con la presenza delle dottoresse Giusy Calamia e Maria Grazia Abrignani. Ora miriamo a fare di più e a coinvolgere di più i panteschi con altri incontri futuri, il primo dei quali a maggio, al quale saranno presenti alcuni vertici della sanità.”
Angelo Fumuso, nelle vesti di Vice Presidente dell’Albero Azzurro di Pantelleria, non ha nascosto la sua soddisfazione per il percorso intrapreso.
Ieri 2 aprile, abbiamo trascorso una bella giornata assieme ai ragazzi delle superiori in occasione della Giornata Mondiale dell’Autismo. Un grande grazie a Michela Silvia promotrice di questa giornata e al comandante della stazione dell’Aeronautica di Pantelleria.
Ho voluto portare, assieme a mia moglie, la mia testimonianza spontanea sulla nostra esperienza di essere genitori di un figlio diversamente abile a Pantelleria. E fin dall’inizio dico ‘Grazie Pantelleria!’
Grazie ai compagni di scuola, ai maestri, ai professori che l’anno supportato e aiutato! So cosa vuol dire umanità, valore un po’ perso!
Assieme ai genitori panteschi che hanno dei figli “diversamente abili” abbiamo fondato tanti anni fa l’Albero Azzurro”, la più vecchia associazione dell’isola del settore, di cui sono stato il primo Presidente.
Per la mia esperienza, so quanto è importante la logopedia, la psicomotricità per questi soggetti. E da primo Presidente di questa associazione, abbiamo incominciato a lottare per questo.
L’amministrazione Di Marzo, accogliendo le nostre richieste, accantonò una cifra che ci permise di avere un logopedista. E grazie a Nicola (il primo logopedista), s’incominciò ad avere la prima esperienza di logopedia a Pantelleria. Prima eravamo costretti a partire settimanalmente per effettuare le sedute di logopedia; oltre ai disagi, i costi che tante famiglie non si potevano permettere.
Si fecero delle schede, si contarono i soggetti che allora erano solo la punta dell’iceberg e con questo andammo allo scontro con l’Asp di Trapani. Allora, benché fosse obbligata a creare delle strutture, asseriva che a Pantelleria non c’erano questi soggetti.
In una riunione, mentre tutti litigavano, presi in disparte il direttore pro tempore, un po’ riluttante; gli illustrai la situazione, soprattutto ciò che avremmo dovuto fare, in campo legale al suo rifiuto. Gli dissi “Direttore, Lei ha tutto per creare questo servizio a Pantelleria: le norme legali e la prova che questi soggetti, non solo ci sono, ma sono anche numerosi!” Così nacque il Cepaid a Pantelleria!
Altra azione che abbiamo svolto è la partecipazione ai primi Piani Zona della 328. Grazie al nostro entusiasmo e alla conoscenza delle problematiche, assieme alla responsabile di allora la Sig.ra Di Marzo, la Caritas e al direttore della Scuola Elementare e al Preside delle Superiori, presentammo dei progetti talmente validi che la Regione Sicilia ci diede come premi circa un miliardo di vecchie lire.
Così nacquero e si realizzarono tanti progetti: l’ippoterapia, corsi di teatralità, corsi di computer, corsi di fotografia, sostegno alle famiglie e il centro per gli anziani. La politica non ci disse nemmeno grazie!
Allora incominciammo pure un percorso per l’Albergo Diurno. Si raccolsero più di ottocento firme e si mandarono all’Asl di Trapani. Forse i tempi non erano maturi, forse non c’erano soldi, non lo so, ma questo progetto rimase fermo!
Oggi che la Regione Sicilia ha aumentato la sua sensibilità verso questi soggetti con finanziamenti ad hoc, sono ritornato alla carica ed ho lanciato questa sfida all’Amministrazione: avere dei locali per l’Albergo Diurno!
Il Sindaco ha accettato la sfida, per darci dei locali per aprire questo luogo di accoglienza anche per bambini e soggetti normali.
Ma è ghetto lasciare questi soggetti a casa isolati, dopo che la comunità e gli operatori hanno investito tanti soldi e fatica per creare dei percorsi riabilitativi, o è meglio creare dei centri dove possano riunirsi e continuare in loro percorsi?
Davide Faraone, il promotore della legge “Dopo di Noi”, la scorsa settimana ha fatto visita in carcere ad un camionista che aveva ucciso il proprio figlio autistico.
Dopo la morte della moglie, non sapeva come dividersi tra il lavoro che serviva a mantenere la famiglia e le cure del figlio che nel frattempo era regredito e diventato violento. Così il tragico evento.
Per me è ghetto e complice chi lascia sole le famiglie e non crea simili strutture che possano alleviare e aiutare le famiglie.
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.