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Ustica un modello per Pantelleria. Intervista ad Attilio Licciardi

Parliamo con Attilio Licciardi dell’Area Marina Protetta di Ustica, di cosa significa questa istituzione per l’isola e di cosa potrebbe significare per l’isola di Pantelleria.

 
di Ange­lo Fumuso
Da tem­po ave­vo la voglia di affron­ta­re la que­stio­ne del Par­co Mari­no di Pan­tel­le­ria. Fu il pri­mo tema ad esse­re discus­so ed il pri­mo ad esse­re abban­do­na­to. Fu un tema cal­do, su cui cad­de l’ex Sin­da­co Sal­va­to­re Gabrie­le nel­la sua secon­da cam­pa­gna elet­to­ra­le. Un tema su cui con­ver­go­no pare­ri favo­re­vo­li e con­tra­ri, inte­res­si per­so­na­li e col­let­ti­vi. Sem­bra­va che ad un cer­to pun­to si fos­se rag­giun­to un accor­do su una pro­po­sta uni­fi­ca­tri­ce, per poi rica­de­re nei litigi.
Ma se si vuo­le costrui­re un’im­ma­gi­ne uni­ca del­l’i­so­la di Pan­tel­le­ria, un’im­ma­gi­ne di nic­chia che con­ser­vi tra­di­zio­ni, cul­tu­ra e bel­lez­za, non si può fare a meno di que­sta isti­tu­zio­ne. Ho incon­tra­to Atti­lio Lic­ciar­di alla e c’è sta­ta una for­te empa­tia tra di noi.
Atti­lio Lic­ciar­di è sta­to sin­da­co di Usti­ca per tre man­da­ti. Ho appro­fit­ta­to per par­la­re con lui del­l’Area Mari­na Pro­tet­ta di Usti­ca, di cosa signi­fi­ca que­sta isti­tu­zio­ne per l’i­so­la di Usti­ca e di cosa potreb­be signi­fi­ca­re per l’i­so­la di Pan­tel­le­ria. Gli esem­pi vir­tuo­si si copiano! 
Ho visio­na­to tut­to quel­lo che c’e­ra in you­tu­be su di lui, dal­la sua pas­sio­ne per la cor­sa, ai suoi comi­zi tra­vol­gen­ti per le ele­zio­ni comu­na­li di Usti­ca: si può vera­men­te dire che Atti­lio Lic­ciar­di è sta­to ed è un “Capi­tan Futu­ro“ per la sua iso­la. Capa­ce di inci­de­re sul­la vita ed eco­no­mia del­la sua isola. 
 

Attilio, dal tuo punto di vista, il Parco Marino quali benefici ha portato all’isola di Ustica?

 
Nel momen­to in cui si è dato vita al Par­co, allo­ra Area Mari­na Pro­tet­ta, è sta­to un pro­ces­so di coin­vol­gi­men­to tota­le del­la popo­la­zio­ne loca­le, dei pesca­to­ri e degli ope­ra­to­ri turi­sti­ci. È sta­ta un ope­ra­zio­ne che ormai risa­le a più di tren­t’an­ni fa da par­te del­l’am­mi­ni­stra­zio­ne di allo­ra ver­so tut­ta la popo­la­zio­ne e il set­to­re pri­va­to. Abbia­mo vis­su­to alcu­ni anni d’in­cer­tez­za, ma dob­bia­mo anche dire che dal 1990 al 2001 la Riser­va Mari­na Pro­tet­ta è sta­ta un vola­no ecce­zio­na­le per lo svi­lup­po eco­no­mi­co di Usti­ca, lan­cian­do­la a livel­lo inter­na­zio­na­le. Ha crea­to rela­zio­ni con tut­to il mon­do del­la ricer­ca scien­ti­fi­ca, ha crea­to rela­zio­ni con il mon­do del­l’as­so­cia­zio­ni­smo ambien­ta­li­sta, ha spe­ri­men­ta­to, anche lavo­ri nuo­vi, come la gui­da ambien­ta­li­sta subac­quea che è sta­ta inven­ta­ta per la pri­ma vol­ta a Usti­ca. Ha atti­ra­to l’at­ten­zio­ne inter­na­zio­na­le su uno svi­lup­po turi­sti­co ad un uso del ter­ri­to­rio e del mare più consapevoli.
 

Quindi è stato un forte volano per lo sviluppo economico dell’isola di Ustica?

 
Un vola­no eco­no­mi­co, cer­ta­men­te, e una spin­ta for­te sul­l’e­co­no­mia ver­de. Tan­to è vero che, dal­l’e­spe­rien­za di Usti­ca, sono nate tan­te Aree Mari­ne Pro­tet­te. Poi nel 2001 con l’av­ven­to del gover­no di cen­tro­de­stra di Ber­lu­sco­ni e con al Mini­ste­ro del­l’Am­bien­te Mat­teo­li, ci fu un attac­co vero e pro­prio ver­so i par­chi mari­ni e le riser­ve pro­tet­te. In pri­mo luo­go, furo­no attac­ca­ti il Par­co Nazio­na­le d’A­bruz­zo e la Riser­va Mari­na Pro­tet­ta di Usti­ca sia in ter­mi­ni di tra­sfe­ri­men­ti, sia in ter­mi­ni di aumen­to del­la buro­cra­zia e sia in ter­mi­ni di dimi­nu­zio­ne del pote­re d’au­to­ge­stio­ne dei par­chi. Per que­sto moti­vo, è segui­to alme­no un decen­nio, in cui ha sof­fer­to tut­to il siste­ma par­chi in Italia.
Ades­so il siste­ma si è sta­bi­liz­za­to, sopra­tut­to per  la con­sa­pe­vo­lez­za che il pia­ne­ta va dife­so in toto non solo nel­le aree mari­ne pro­tet­te. Quin­di le riser­ve sono sta­te l’i­ni­zio, il pri­mo pas­so del­la con­sa­pe­vo­lez­za che la dife­sa del­l’am­bien­te comin­cia da casa nostra. Oggi il tema del­la soste­ni­bi­li­tà ambien­ta­le non riguar­da sola­men­te le aree pro­tet­te, ma riguar­da tut­to il pia­ne­ta come sap­pia­mo. Il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co, il riscal­da­men­to glo­ba­le del pia­ne­ta o riguar­da tut­to il pia­ne­ta o non se ne fa nien­te, non si rag­giun­ge nes­sun risultato. 
Le aree pro­tet­te sono dei pun­ti di eccel­len­za, ovvia­men­te, ma devo­no esse­re il pri­mo pun­to del­la con­sa­pe­vo­lez­za e del fare, per sal­va­re il pianeta.
 

Ustica come Pantelleria. La creazione di parchi marini o terrestri è un tentativo di creare delle nicchie per conservare paesaggi, tradizioni sociali, storico culturali e bellezze, costruendo un unicum che diventa un biglietto da visita esclusivo dell’isola. Le azioni che hai compiuto sulla tua isola vanno in questa direzione?

 
Cer­ta­men­te. Il fat­to di carat­te­riz­zar­si come Area Mari­na Pro­tet­ta, deter­mi­na in un pub­bli­co mol­to atten­to, la mag­gio­re atten­zio­ne, un faro ver­so la tua iso­la. E que­sta sen­si­bi­li­tà ambien­ta­le è mol­to cre­sciu­ta nei gio­va­ni, negli anni. E il poter­si pre­sen­ta­re come un’i­so­la o un luo­go che fa del­la tute­la un suo mar­chio dà cer­ta­men­te dei van­tag­gi come mar­ke­ting turi­sti­co, ma anche e soprat­tut­to come occa­sio­ni di lavo­ro par­ti­co­la­ri. Noi abbia­mo avu­to un incre­men­to straor­di­na­rio del­la pre­sen­za del turi­smo subac­queo in que­sti ulti­mi tren­t’an­ni. È cre­sciu­ta tan­tis­si­mo, poi un indot­to eco­no­mi­co impor­tan­te, per­ché il turi­smo subac­queo è un turi­smo mol­to tran­quil­lo, che rima­ne come mini­mo una set­ti­ma­na, che ama vive­re la vita com­ples­si­va del­l’i­so­la e socia­liz­za mol­to col tes­su­to socia­le loca­le. Que­sto mar­chio del­l’A­rea Mari­na Pro­tet­ta è uti­le e carat­te­riz­za la comu­ni­ca­zio­ne glo­ba­le per le fie­re per esem­pio. Per un turi­smo spe­cia­li­sti­co che por­ta van­tag­gi a tut­ti. Sul­la base di que­sto, alcu­ni alber­ga­to­ri, per esem­pio, han­no pre­so ini­zia­ti­ve per la pre­ser­va­zio­ne del­l’am­bien­te, sul­l’u­so del­l’ac­qua, han­no comin­cia­to per pri­mi a fare la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta loro, e a pro­muo­ver­la. Si è intro­dot­ta nel­l’e­co­no­mia iso­la­na la cul­tu­ra eco­lo­gi­ca e ne abbia­mo fat­to un mar­chio di riconoscimento.
 
Sic­co­me Usti­ca come Pan­tel­le­ria sono iso­le a voca­zio­ne turi­sti­ca, mi incu­rio­si­sce sape­re di più sul set­to­re turi­sti­co che riguar­da gli ope­ra­to­ri del­le gite in mare intor­no alle iso­le. A Pan­tel­le­ria ci sono mol­te spiag­ge e golet­te che sono solo rag­giun­gi­bi­li da mare, come ci sono anche pesca­to­ri che coin­vol­go­no i turi­sti nel­le usci­te per anda­re a pesca, in una sor­ta di pesca-turismo.
 

Questa categoria di isolani hanno creato ad Ustica ostacoli nei confronti dell’Area Marina Protetta, per i limiti che questa pone? 

 
La stra­gran­de mag­gio­ran­za del­le per­so­ne apprez­za­no que­sto modo di approc­ciar­si all’i­so­la e si avvi­ci­na­no all’i­so­la per que­sto moti­vo. Ci sono per­so­ne che fan­no un uso più uti­li­ta­ri­sti­co del ter­ri­to­rio, che lo voglio­no con­su­ma­re. Noi abbia­mo avu­to epi­so­di di pesca di fro­do, di immer­sio­ni subac­quee fuo­ri dal­la nor­ma, abbia­mo avu­to e abbia­mo nel­la zona A e B pesca non con­sen­ti­ta. Non è mai paci­fi­co l’u­ti­liz­zo intel­li­gen­te del ter­ri­to­rio. Ma que­sto vale a mare come vale a ter­ra! Ci sono inte­res­si per­so­na­li che non ten­go­no con­to del bene comu­ne. Que­sta è una bat­ta­glia cul­tu­ra­le da tene­re sem­pre viva, soprat­tut­to ora che tut­te le asso­cia­zio­ni gio­va­ni­li ci dico­no che lo sta­to di salu­te del pia­ne­ta è gra­ve. O si pren­do­no prov­ve­di­men­ti dra­sti­ci o la ter­ra col­las­sa. Cosa che la poli­ti­ca ha capi­to ed inco­min­cia a fare.
 

Come Sindaco di un isola, hai sicuramente dovuto trattare quotidianamente il problema dei trasporti, quello della sanità, che pongono i sindaci delle isole “in trincea”. Come vivi queste situazioni?

 
Si, ecco­me! Noi abbia­mo avu­to e abbia­mo vis­su­to lo scan­da­lo che ha inve­sti­to Usti­ca Lines. Un siste­ma di cor­ru­zio­ne dif­fu­so, che noi abbia­mo com­bat­tu­to fin dal pri­mo momen­to anche in manie­ra dra­sti­ca, che vole­va sfrut­ta­re i biso­gni del­le iso­le per fare affa­ri. Noi lo abbia­mo radi­cal­men­te com­bat­tu­to e denun­cia­to come osta­co­lo alla pie­na frui­zio­ne del­la con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­le. È una con­ti­nua bat­ta­glia con­tro le ridu­zio­ni dei fon­di e del­le cor­se, come se nel­le iso­le non ci abi­tas­se nes­su­no. È una dop­pia bat­ta­glia, da un lato ave­re i ser­vi­zi neces­sa­ri e dal­l’al­tra denun­cia­re e com­bat­te­re spre­chi, cor­ru­zio­ni, imbro­gli e cose simi­la­ri. Le due cose sono da atten­zio­na­re assieme.
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