Arrestato, nell’operazione Unabomber Pantelleria, ingegnere salernitano per l’attentato alla Procura di Trapani in ottobre. Preparava altri attentati e voleva assoldare un killer nel deep web
di Francesca Marrucci
Viveva a Pantelleria e qui aveva un vero e proprio laboratorio di esplosivi e sull’isola, presumibilmente, aveva confezionato la pen drive esplosiva che è poi arrivata alla Procura di Trapani nell’ottobre scorso.
Quello denominato l’Unabomber Pantelleria, dal nome dell’operazione della Squadra Mobile di Tapani, si chiama Roberto Sparacio, ha 51 anni, è un ingegnere originario di Salerno, ma residente a Palermo anche se è domiciliato a Pantelleria. E Pantelleria la conosceva bene, perché oltre a viverci e a fabbricarci esplosivi, in una cava in contrada Kazen aveva nascosto un chilo di sostanze esplosive già miscelate e pronte per esplodere. Un materiale definito ‘pericolosissimo e non trasportabile’ dagli inquirenti, che probabilmente sarà fatto esplodere direttamente sul posto.
L’attentato alla Procura di Trapani di 7 mesi fa, che ferì l’Ispettore di Polizia, Gian Camillo Aceto, non è sicuramente l’unico a firma dell’Unabomber salernitano. Infatti, durante le indagini sarebbero emerse prove consistenti che individuerebbero in Sparacio la responsabilità della pen drive esplosiva che ferì un ragazzo di 25 anni sempre a Palermo nel 2016. Probabilmente, in quel caso, si trattò di una macabra prova generale delle potenzialità dei suoi strumenti di morte.
L’Avvocato chiamò l’Ordine e accertatosi che nessuno aveva spedito niente per lei, passò il plico alla Procura di Trapani dove è rimasto chiuso fino all’ottobre scorso, quando, l’Ispettore Aceto aveva provato a mettere la pen drive in un pc e ne era risultata l’esplosione e il ferimento.
Le ragioni di queste azioni dinamitarde sono da cercare nella situazione debitoria dell’ingegnere che, vessato dai debiti e dai creditori, ha pensato di proteggere il patrimonio di famiglia in questo modo e, secondo gli inquirenti, non ultimo di eliminare i propri creditori uno ad uno assoldando un sicario nel deep web. Non a caso la sua prossima vittima sarebbe stato l’acquirente di un immobile messo all’asta, immobile che era appartenuto alla sua famiglia.
Si è arrivati alla pista decisiva proprio indagando sul fatto che l’Avvocato Maragna si stava occupando della vendita all’asta dei beni immobiliari pignorati allo Sparacio.
Quando è stato arrestato, l’ingegnere è rimasto impassibile, quasi rassegnato, quasi se l’aspettasse ormai.
Nel suo pc sono state trovate anche immagini pedopornografiche, quindi gli inquirenti non escludono ulteriori sviluppi della vicenda.
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.