Ieri il Consorzio Tutela del Vino Doc Pantelleria ha inviato al Sindaco le sue riflessioni su quanto deciso nel Consiglio Comunale dello scorso 10 giugno.
Un botta e risposta di 7 pagine al documento votato all’unanimità in cui il Consorzio ribadisce la bontà della scelta dell’apposizione della dicitura ‘Sicilia’, contestando ogni affermazione fatta dai firmatari.
Il Sindaco, Vincenzo Campo, così risponde alla missiva:
Le settimane trascorse sono state pesanti per quanto mi riguarda, ma anche positive per i riscontri ricevuti.
Una risoluzione votata all’unanimità dal Consiglio Comunale in seduta straordinaria del 10 giugno sulla quale vi è stata la convergenza di tutte le forze politiche del territorio, associazioni e popolazione.
L’auspicio dell’Assessore Regionale Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, dott. Edgardo Edy Bandiera e del Direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Sicilia, dott. Dario Cartabellotta, nel tavolo tecnico dell’11 giugno, alla presenza di vari enti tra i quali il Consorzio di Tutela della Doc Pantelleria, con il quale si stimolava le parti ad un confronto e discussione sulle modifiche al disciplinare che da li a poco dovevano essere votate.
Insomma, tutti d’accordo tranne Cantine Pellegrino e Donnafugata (e chi per svariati motivi non può dire “no”) che dominano il Consorzio di Tutela e lasciano poco spazio ai ragionamenti ed alle condivisioni.
Tutti ci saremmo aspettati un ritiro della proposta di modifica del disciplinare per celebrare l’unione con la Doc Sicilia (o come piace dire a loro: opzione), ma ciò non è avvenuto.
Una mancanza di rispetto della volontà di un territorio e delle istituzioni locali e regionali che penso non abbia precedenti. Una dimostrazione di arroganza che fa male all’isola di Pantelleria, perché a portarla con ostinazione avanti non sono i panteschi, ma chi di Pantelleria ha fatto un business e pantesco non è.
Ieri, alle ore 16.04, ho ricevuto via mail una risposta alla risoluzione del Consiglio Comunale da parte del Presidente del Consorzio Doc, Benedetto Renda, che nulla ha portato di nuovo alla discussione, ma che in ultimo chiude così:
“Purtroppo ci siamo resi conto del grave difetto di informazione e di conoscenza delle norme. Nondimeno, ribadiamo la volontà di dialogo con tutti i soggetti istituzionali, i viticoltori, i produttori e i cittadini che hanno a cuore il futuro dell’isola.”
Caro Presidente, cerca adesso il dialogo dopo che i viticoltori (la maggioranza dei presenti in assemblea) hanno votato no alla sua modifica?
I viticoltori sono quel che resta di quegli eroi riconosciuti dall’Unesco di cui Lei vorrebbe fregiarsi. Si permette di dare dell’ignorante (grave difetto di informazione e di conoscenza delle norme) a chi si oppone democraticamente ad una scelta non condivisa.
Lo sa che a dire di no a questa modifica c’erano anche cantine quali De Bartoli, Miceli (da chiedere all’enologo perché sì), Minardi, lo stesso neo consigliere Basile chiedeva tempo per capire (astenuto) ecc.
Ignoranti anche loro?
Penso che la risposta migliore sia le dimissioni sue e dell’intero CDA per provare ad iniziare un percorso nuovo e di tutela della nostra produzione di uva, che sempre più sta diventando un prodotto di pochi anzi di pochissimi. Aspettiamo un Consorzio in prima linea per:
- salvaguardare l’unicità del nostro vitigno utilizzato, senza colpo ferire, in provincia di Trapani e dalla stessa Doc Sicilia;
- la messa al bando del passito liquoroso che ha tagliato le gambe al nostro pregiatissimo passito naturale;
- una ridiscussione a livello nazionale e comunitario delle deroghe.
Insomma, di battaglie da fare ce ne sono tante ed un Consorzio che fino ad adesso ha latitato non serve per lo sviluppo e la ripresa dell’agricoltura del territorio pantesco.
Il Sindaco
Vincenzo Campo
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