La diretta dell’incontro di questa mattina al Castello di Pantelleria dal titolo: “Strade dell’Isola: Soluzioni…
Pantelleria: la festa di San Petru e San Ciovanni, ‘a porta dell’estati
20/06/2019In occasione della volontà di riprendere i festeggiamenti per San Pietro e Paolo a Pantelleria da parte dell’Assessore Claudia Della Gatta, Angelo Fumuso ripercorre questa antica tradizione, tra le feste più importanti insieme alla Madonna della Margana, ricordo di una Pantelleria che non c’è più
Veniti.….. veniti. Curriti.…. curriti, è la festa di San Pietro e San Giovanni! Festa nikah e festa granni!
Piccola in quanto è una festa locale, una festa principalmente dell’isola di Pantelleria, grande perché è sempre stata capace di coinvolgere ed entusiasmare l’intera isola.
A festa di San Petru e San Ciuvanni, è la porta dell’estate, così anticamente si definiva questa festa.
Visto che i terreni erano lontani dal paese, si costruirono dei Dammusi monolocali che servivano per custodire gli attrezzi e per u sceccu, come rifugio e per trascorrere qualche giorno in tempo di vendemmia. Da quella unica stanza, se si voleva ampliare, la finestra diventava porta di un’altra stanza. Così nacquero piano piano le Contrade, perché i panteschi erano in uso, per la maggior parte, ritornare la sera o dopo qualche giorno n’ casa ovvero a Pantelleria centro.
Il centro è sempre stato il salotto buono dell’isola, dove riunirsi per parlare, incontrarsi e festeggiare.
La Madonna della Margana
Ed oramai è diventata tradizione, da centinaia di anni, accompagnare la Madonna di Margana dalla Chiesa Madre al Santuario e dal Santuario alla chiesa di Margana, affinché la Madonna protegga il raccolto e poi la popolazione.
21 giugno: San Pietro e Paolo
Per diversi anni ci furono le gincane, dei percorsi stabiliti e delineati da birilli di legno, con varie tappe e ostacoli, tutto fabbricato rigorosamente dalla falegnameria Bruccola. Partecipavano motori, vespe e macchine di allora, cioè Topolino 500 e 600 Fiat. L’organizzatore fisso, era u Zu Turi Fontana.
Era una Pantelleria povera ma felice, che si risvegliava dagli orrori della guerra e viveva il boom economico. Ancora il turismo non esisteva e quei pochi avventurieri che transitavano per l’isola, erano trattati da ospiti dall’intera isola, invitati dappertutto come persone di riguardo. Ancora non esisteva l’emigrazione e tutti vivevano sull’isola e l’isola era tutta coltivata.
Solo una volta, ricordo che la festa si tramutò in tragedia, quando due balordi ubriachi litigarono tra di loro e si accoltellarono in piazza. Nei miei ricordi di bambino, c’è la visione della gente che scappava e di una autoambulanza che arrivava in piazza. “Fu Toni Galleria che ci desse n’a cutizzata a so’ compari!”
Naturalmente fu arrestato, condannato e messo in carcere e sempre naturalmente, divenne lo spauracchio di tutti noi bambini. “U gniri di ghià chi ‘to scuro, si muccia Toni Galleria e ti mancia n’to solu un vuccuni!”
Era una Pantelleria molto diversa da quella odierna, più semplice che viveva di agricoltura e di commercio, tutta abitata, infatti contava più di 15.000 abitanti contro in 7 mila e rotti odierni, tutta coltivata e che dava a manciari a tutti i suoi figli.
Sono stato commissario del PSI e segretario del PD di Pantelleria. Uno dei fondatori dello storico mensile “Il Panteco”.
Sempre presente dal primo numero in videotape, al numero unico con Pier Vittorio Marvasi, Capo Redattore del Resto del Carlino, alla rinascita con Tanino Rizzuto giornalista de “L’ora” per la provincia di Trapani, durante gli anni di piombo della mafia.
Sono stato autore di numerose inchieste e servizi in quegli anni. Mi definisco ora e sempre un militante, convinto che a Pantelleria l’unico atto rivoluzionario sia l’informazione, che aiuti ad essere liberi e a pensare con la propria testa.