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Pantelleria: l’unicità della biodiversità al Lago di Venere

Lo Spec­chio di Vene­re abi­ta­to da una popo­la­zio­ne di bio­di­ver­si­tà. Nes­su­na pre­ce­den­te ricer­ca ave­va anco­ra indi­vi­dua­to una così mas­sic­cia pre­sen­za di orga­ni­smi viven­ti nel lago di Pan­tel­le­ria”. È la pri­ma rifles­sio­ne del pro­fes­sor Fran­ce­sco Chioc­ci, dell’università di Roma La Sapien­za, dip. Scien­za del­la Ter­ra, dopo la con­clu­sio­ne del­la pri­ma fase del pro­get­to di ricer­ca sull’alterazione dell’ambiente fisi­co e con­ser­va­zio­ne del­la bio­di­ver­si­tà del Lago Spec­chio di Vene­re, in rife­ri­men­to alle varia­zio­ni recen­ti del­la linea deriva.

          Gior­ni di lavo­ro inten­so per il grup­po mul­ti­di­sci­pli­na­re di esper­ti a lavo­ro per la ricer­ca con­dot­ta dal CNR, con l’obiettivo di moni­to­ra­re l’incidenza del­le varia­zio­ni del­la linea deri­va, lega­te alla quan­ti­tà di sedi­men­ta­zio­ne di acqua nel lago. Dai pri­mi dati rac­col­ti, tali varia­zio­ni, non sem­bra­no esse­re par­ti­co­lar­men­te signi­fi­ca­ti­ve, men­tre di gran­de atten­zio­ne sono risul­ta­te le carat­te­ri­sti­che del­la bio­di­ver­si­tà che ne fan­no un lago vivo a tut­ti gli effet­ti. La ricer­ca ha inte­res­sa­to una com­po­nen­te bio­lo­gi­ca, geo mor­fo­lo­gi­ca, sedi­men­to­lo­gi­ca, e ha visto gli spe­cia­li­sti sud­di­vi­si in diver­se squa­dre per valu­ta­re le carat­te­ri­sti­che su acqua bas­sa e  sui fon­da­li più pro­fon­di che van­no oltre gli undi­ci metri. La pre­sen­za di acqua Sala­ta e dol­ce carat­te­riz­za­no la pavi­men­ta­zio­ne del lago con la crea­zio­ne di cro­sto­ni ai lati, e anda­tu­re diver­se che varia­no da linea­ri a stra­piom­bo. Altra curio­si­tà emer­sa è l’esistenza del­le cor­ren­ti pro­fon­de, con l’emissione di co2 nel­le mas­si­me profondità.

          Que­sta pri­ma fase di stu­dio ha inte­res­sa­to anche la vege­ta­zio­ne emer­sa, limi­ta­ta­men­te ad alcu­ni lem­bi rite­nu­ti cau­sa dell’interramento per il cui riscon­tro occor­ro­no appro­fon­di­men­ti ma che di cer­to inci­do­no sul­la crea­zio­ne di que­sta spe­cia­le bio­di­ver­si­tà: spe­cie nuo­ve come la can­nuc­cia van­no stu­dia­te per capi­re come si evol­vo­no. I rilie­vi rac­col­ti saran­no suc­ces­si­va­men­te ela­bo­ra­ti per sta­bi­li­re la secon­da fase di atti­vi­tà; intan­to, la  col­lo­ca­zio­ne di un’asta idro­me­tri­ca con­sen­ti­rà di misu­ra­re le varia­zio­ni di livel­lo del lago per un anno.

          “Il lago di vene­re rap­pre­sen­ta uno straor­di­na­rio attrat­to­re di bio­di­ver­si­tà sia in ter­mi­ni di valo­riz­za­zio­ne turi­sti­ca che di tute­la. Rite­nia­mo impor­tan­te l’ap­por­to del­la comu­ni­tà scien­ti­fi­ca ita­lia­na ed in par­ti­co­la­re del CNR e del dipar­ti­men­to scien­ze del­la Ter­ra  del­l’u­ni­ver­si­tà la Sapien­za di Roma – affer­ma il pre­si­den­te del Par­co, Sal­va­to­re Gabrie­le – Voglia­mo avvia­re un vero è pro­prio Pia­no di inter­ven­ti che coniu­ghi con­ser­va­zio­ne, ricer­ca, e valo­riz­za­zio­ne di un habi­tat uni­co, per rispon­de­re anche alle tan­te doman­de dei cit­ta­di­ni di cono­sce­re lo sta­to di con­ser­va­zio­ne del Lago. Su que­sto sarà impron­ta­to il lavo­ro avvia­to dai ricercatori”.

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