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Gaspare Inglese, Doc Pantelleria-Sicilia: una mediazione al ribasso!

Torna a scriverci Gaspare Inglese e, citando supereroi e Camilleri, riprende il ragionamento sulla questione del DOC Pantelleria, ampliando ed approfondendo la lettera precedente (leggi).

Dall’epica dell’agricoltura dei vigneti eroici all’effetto “gregge”

Gen­ti­le Direttore,

nel rin­gra­ziar­la anco­ra una vol­ta per l’ospitalità e per l’opportunità data­mi di con­di­vi­de­re gli aspet­ti dia­let­ti­ci che han­no coin­vol­to la nostra Comu­ni­tà sul­le modi­fi­che al disci­pli­na­re DOC (o DOP), vor­rei por­ta­re all’attenzione dei let­to­ri inte­res­sa­ti, alcu­ni ulte­rio­ri aspet­ti osser­va­ti, essen­do­mi “ammin­chia­to”(*) sul tema, come dice il buon Camilleri!

Dal­la let­tu­ra dei Disci­pli­na­ri dei vini DOP e IGP ita­lia­ni, ed in par­ti­co­la­re di quel­li di nostro inte­res­se pub­bli­ca­ti sul sito del MIPAAF [https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4625], non­ché del Dlgs 61/10 “Tute­la del­le deno­mi­na­zio­ni di ori­gi­ne e del­le indi­ca­zio­ni geo­gra­fi­che dei vini”, in attua­zio­ne dell’articolo 15 del­la leg­ge 7 luglio 2009, n. 88, con­di­vi­do ciò che segue.

Il Con­sor­zio Volon­ta­rio di Tute­la e Valo­riz­za­zio­ne dei vini a DOC dell’Isola di Pan­tel­le­ria, costi­tui­to dai suoi Soci Imbot­ti­glia­to­ri e Vini­fi­ca­to­ri e Soci Viti­col­to­ri, gra­zie all’elevato gra­do di rap­pre­sen­ta­ti­vi­tà nel ter­ri­to­rio (alme­no il 40% dei viti­col­to­ri ed alme­no il 66% del­la pro­du­zio­ne), può ambi­re all’autorizzazione “erga omnes”, secon­do quan­to dispo­sto dal Dlgs 61/10.

Un Consorzio così autorizzato, nell’interesse di tutti i produttori anche non aderenti, può:

a) defi­ni­re, pre­via con­sul­ta­zio­ne dei rap­pre­sen­tan­ti di cate­go­ria del­la deno­mi­na­zio­ne inte­res­sa­ta, l’attuazione del­le poli­ti­che di Gover­no dell’offerta, al fine di sal­va­guar­da­re e tute­la­re la qua­li­tà del pro­dot­to DOP e IGP, e con­tri­bui­re ad un miglior coor­di­na­men­to dell’immissione sul mer­ca­to del­la deno­mi­na­zio­ne tute­la­ta, non­che’ defi­ni­re pia­ni di miglio­ra­men­to del­la qua­li­tà del prodotto;
b) orga­niz­za­re e coor­di­na­re le atti­vi­tà del­le cate­go­rie inte­res­sa­te alla pro­du­zio­ne e alla com­mer­cia­liz­za­zio­ne del­la DOP o IGP;
c) agi­re, in tut­te le sedi giu­di­zia­rie ed ammi­ni­stra­ti­ve, per la tute­la e la sal­va­guar­dia del­la DOP o del­la IGP e per la tute­la degli inte­res­si e dirit­ti dei produttori;
d) svol­ge­re azio­ni di vigi­lan­za, tute­la e sal­va­guar­dia del­la deno­mi­na­zio­ne da esple­ta­re pre­va­len­te­men­te alla fase del commercio.

Del resto per­ché non pren­de­re il “meglio” di quan­to offer­to dall’attuale siste­ma di rego­le, come ha già fat­to il con­sor­zio di tute­la Vini DOC Sici­lia, che nasce pro­prio gra­zie allo stes­so testo legi­sla­ti­vo che così recita:
.. È con­sen­ti­ta la costi­tu­zio­ne di con­sor­zi di tute­la per più deno­mi­na­zio­ni di ori­gi­ne ed indi­ca­zio­ni geo­gra­fi­che pur­ché le zone di pro­du­zio­ne dei vini inte­res­sa­ti, così come indi­vi­dua­te dal disci­pli­na­re di pro­du­zio­ne, rica­da­no nel­lo stes­so ambi­to ter­ri­to­ria­le pro­vin­cia­le, regio­na­le o inter­re­gio­na­le, e pur­ché per cia­scu­na deno­mi­na­zio­ne di ori­gi­ne o indi­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca sia assi­cu­ra­ta l’autonomia deci­sio­na­le in tut­te le istan­ze con­sor­ti­li..

DOP e IGP

Appa­re inte­res­san­te altre­sì nota­re come un con­sor­zio così rico­no­sciu­to pos­sa pro­por­re l’inserimento nel disci­pli­na­re di pro­du­zio­ne, come logo del­la DOP o del­la IGP, il mar­chio con­sor­ti­le pre­ce­den­te­men­te in uso, ovve­ro un logo di nuo­va ela­bo­ra­zio­ne. Il logo che iden­ti­fi­ca i pro­dot­ti DOP e IGP è dete­nu­to, in quan­to dagli stes­si regi­stra­ti, dai con­sor­zi di tute­la per l’esercizio del­le atti­vi­tà loro affi­da­te. Il logo mede­si­mo e’ uti­liz­za­to come segno distin­ti­vo del­le pro­du­zio­ni con­for­mi ai disci­pli­na­ri del­le rispet­ti­ve DOP o IGP, come tali atte­sta­ti dal­le strut­tu­re di con­trol­lo auto­riz­za­te, a con­di­zio­ne che la rela­ti­va uti­liz­za­zio­ne sia garan­ti­ta a tut­ti i pro­dut­to­ri inte­res­sa­ti al siste­ma di con­trol­lo del­le pro­du­zio­ni stes­se, anche se non ade­ren­ti al con­sor­zio. La modi­fi­ca in DOC PANTELLERIA – SICILIA , rien­tra in tale casi­sti­ca o apre la stra­da a tale percorso?

I numeri

Dal pun­to di vista dei nume­ri che coin­vol­go­no la DOC Sici­lia e la DOC Pan­tel­le­ria sal­ta agli occhi che la com­po­si­zio­ne ampe­lo­gra­fi­ca dei vini DOC Sici­lia bian­chi, sia tar­di­vi che spu­man­ti (anche di zibib­bo), può esse­re sem­pre inte­gra­ta da altri viti­gni a bac­ca bian­ca, ido­nei alla col­ti­va­zio­ne nel­la regio­ne Sici­lia nel­la misu­ra del 50%.

La den­si­tà mini­ma di nuo­vo impian­to, sem­pre di Zibib­bo, in Sici­lia è cir­ca il 60% supe­rio­re di quel­la pan­te­sca, men­tre se la resa % e la pro­du­zio­ne spe­ci­fi­ca per etta­ro sono simi­la­ri, così non avvie­ne per la pro­du­zio­ne mas­si­ma di vino ( in litri per etta­ro), che è in media 10 vol­te supe­rio­re rispet­to alla pro­du­zio­ne DOC Pan­tel­le­ria. Que­sto è un valo­re non di poco conto.

Cre­do che tut­to que­sto deb­ba esse­re coscien­te­men­te pon­de­ra­to dai Soci del Con­sor­zio DOC Pan­tel­le­ria, e in gene­ra­le dal­la Comu­ni­tà, anche solo in un sem­pli­ce rap­por­to costi – bene­fi­ci tra le pro­du­zio­ni DOC Pan­tel­le­ria, DOC Sici­lia e il futu­ro pros­si­mo DOC Pan­tel­le­ria – Sici­lia, cer­can­do di com­pren­de­re qua­li sia­no effet­ti­va­men­te i sog­get­ti che bene­fi­ce­ran­no del mar­chio Pan­tel­le­ria in que­sto sce­na­rio. Anche alla luce di que­sti dati pen­so che la moti­va­zio­ne secon­do cui il brand “Sici­lia” sia più cono­sciu­to nel mon­do, anche solo per fat­ti squi­si­ta­men­te turi­sti­ci, rispet­to a quel­lo dell’Isola di Pan­tel­le­ria non sia una moti­va­zio­ne leal­men­te spendibile!

La decisione assembleare di aprire alla Doc Sicilia si palesa come un riuscito tentativo di mediazione al ribasso, in cui l’Isola di Pantelleria ci mette “solo” il Glamour dell’epica coltivazione.

L’Uomo Ragno, supe­re­roe dei fumet­ti, dice­va: ”da un gran­de pote­re deri­va­no gran­di respon­sa­bi­li­tà”. Ma qui si assi­ste alla saga di un mani­po­lo di così det­ti eroi (defi­ni­zio­ne data dall’esterno e asso­cia­ta alla tec­ni­ca di col­ti­va­zio­ne in ambien­te per cer­ti ver­si estre­mo) i cui super­po­te­ri pare sia­no sta­ti ini­bi­ti dal­la cadu­ta di un miste­rio­so meteo­ri­te con resi­dui di Kryp­to­ni­te che gene­ra­no effet­ti fata­li o noci­vi, a secon­da del colo­re, come su Super­man (altro supe­re­roe del­la saga Mar­vel Comics).

Di che lamentarsi?

In fon­do diver­re­mo por­ta­to­ri sani e “volon­ta­ri”, con mis­sio­ne “erga omnes”, di una coper­tu­ra vac­ci­na­le anche nei con­fron­ti di chi era for­tu­no­sa­men­te lon­ta­no dal luo­go dell’impatto con il pia­ne­ta Kryp­ton. In que­sto modo i sog­get­ti a “rischio” godran­no dal­la coper­tu­ra immu­no­vac­ci­na­le (pena solo il sacri­fi­cio di effet­tua­re qual­che “richia­mo” di tan­to in tan­to), al fine di non incor­re­re in trop­po bas­si livel­li di coper­tu­ra, man­te­nen­do così l’auspicato “effet­to gregge”!

Alla fine del­la fie­ra è pro­prio vero che di eroi di mestie­re c’è ne è ben pochi al mon­do pro­prio per­ché non han cer­tez­za di riuscire.

 

(*)Camil­le­ri, in “Il gio­co del­la mosca” rac­col­ta di aned­do­ti, dan­do que­sta defi­ni­zio­ne: “Si dice che una per­so­na ammin­chìa quan­do si inte­star­di­sce su una posi­zio­ne dif­fi­cil­men­te soste­ni­bi­le a lume di ragione”.

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