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Di terra e respiro, l’ultimo lavoro di Gianni Bernardo è Pantelleria in musica
23/07/2019“Di terra e di respiro”, l’ultimo lavoro di Gianni Bernardo.
Un Cd che tutti i panteschi dovrebbero avere a casa
di Angelo Fumuso
Quando sento qualcosa di Gianni Bernardo, mi ritorna in mente la parola brasiliana saudade un misto di solitudine, malinconia e nostalgia: voglia di qualcosa che si è perduto o che non sia accanto. L’ho incontrato per parlare del suo ultimo lavoro che sarà presentato il 27 luglio alle 22.00 al Castello Medievale di Pantelleria con il Patrocinio del Comune, Assessorato alla Cultura.
Immagino che queste sue poesie o i suoi brani siano scritti quando non è a Pantelleria, di sera in solitudine. In certi momenti torna con la mente e col cuore al tuo passato nell’isola, alla vita che vivevi allora e che anche oggi si svolge sull’isola…
Questa è la mia visione personale, s’intende. Quando sono stato fuori dall’isola, ritornavo spesso nei sogni di notte e nella mente di giorno nei luoghi a me cari come i muri della chiesa, immagine che avevo davanti alla finestra. Ne contavo per fino i mattoni e così immagino accada anche a Gianni.
“Di terra e di respiro”, l’ultimo disco di Gianni Bernardo è, secondo me, una pietra miliare nella storia culturale e del folklore isolano. Intanto si presenta con una copertina di Michele Cossyro, con le musiche di Letizia Stuppa e i testi e il canto di Gianni Bernardo: il meglio che quest’isola ha nel campo culturale, musicale e pittorico.
Sono scesi tutti i pezzi da novanta che quest’isola ha per fare un disco splendido che ogni pantesco dovrebbe avere nella sua collezione.
Bisogna dire che Pantelleria non ha mai avuto una cultura folk: tutto nasce con Gianni e da qualche amico che musicarono e arrangiarono le sue prime poesie nei lontani anni ’70.
Il quadro di Michele Cossyro, che è l’immagine del disco, si ispira alle canzoni di Gianni e debbo dire che sono un tutt’uno. “Elementi vitali” è il titolo. Il rosso e il giallo richiamano, come nelle immagini dell’Etna in eruzione, la lava incandescente che sale verso l’alto. Il celeste e il blu, il cielo e il mare, quando la lava cade dall’alto e tocca l’acqua, e si trasforma in pietra lavica, il nero: gli elementi vitali della nascita dell’isola.
Gianni Bernardo ha aggiunto gli elementi del vivere in quest’isola. Elementi sì di Pantelleria, ma che appartengono a tutto il mediterraneo e a quanti abitano in qualsiasi isola di questo Mare Nostrum:
- La gioia esplosiva, “Ora rriva carnivali /manciamu, vivemu, futtemu e ballamu”
- L’amore per la propria donna che somiglia e si confonde coi dolci tradizionali dell’isola da Facci di cuddruredda: “Chi ciavuri di squadati, Catari / Chi ciavuri di mustazzola, Catari /Fammi una cuddruredda, Catari / tunna comu a luna chi ti somighia”
- La nostalgia del passato e consapevolezza del futuro prossimo
- Da Viaggio “Viaggeremo sulle strade di ieri/ assolate di elettricità/ Parleremo degliamori passati/ delle promesse mancate/ della malinconia carogna /quannu semu vivuti.”
- Le grida di dolore di chi, come una volta, viveva solo di agricoltura
- Quella melanconia che sempre ci accompagna che ci fa vivere con letizia i preparativi delle feste. Da Carnivali “Ah chi confusioni !/ Avemu a testa comu un palluni.”
- Quella stanchezza che ci prende e non ci fa fare niente, “Chi iornu stu iornu / un iornu sbaratu, ngangarusu, cunturbatu,/gnutticatu, ncamulutu, fradiciu purriti./ Ma socch’è sta noia sta lasugnusia./ Aiu a testa vacanti, unn aiungana di fari nenti.”
- Quella dolcezza che ci prende vedendo un tramonto o le bellezze dell’isola. “Guarderemo in silenzio il mare/ chi ghiotti velenu/ ei piscaturi di stiddri/ quannu duminu i lampari.”
- La fatica del lavoro e l’apatia, anticamera di scoppi rivoluzionari: ”Fumamu, chi passa un vernu/ fumamu’n culu o guvernu si vennu i palermitani/ u zibibbu pi quattru dinari / si vennu i trapanisi / un pigghiamu mancu i spisi./ lassamu gerbi i tirreni/ e chiantamu oiru e vena.”
- La devozione alla Madonna della Margana: “Scinni dumani a Madonna/ bbeddra lustra e china d’oru/jemu tutti a prucissioni/ ddumatici tutti i cannili / a Madonna porta fortuna.”
- I pettegolezzi che ci accompagnano da Strascini: “Quanti strascini a stu paisi/tutti i iorna tutti i misi”
- Il pessimismo pantesco, da Tallariti: “Volunu vasci vasci itatallariti /prestu si fa scuru/ è malutempu.”
Questi sono gli elementi del vivere quotidiano di allora, come di oggi, dell’isola come di ogni parte del Mediterraneo. Mi ha colpito molto Cuddruredda, per me somiglia molto alla canzone di De Andrè Ho visto Nina volare: stesso desiderio verso l’amato, stessa dolcezza e stessa visione dell’amata nel vento.
Per non parlare di Fumamu chi passa un vernu quanto mai attuale nelle problematiche contadine di oggi. Sarebbe il pezzo che dovrebbe accompagnare tutte le manifestazioni per il Doc Pantelleria!
Bene ha fatto Letizia agli arrangiamenti a dare un sapore mediterraneo con sottofondi arabi e di altre culture mediterranee. D’altra parte il primo nome è stato Iranim l’isola degli uccelli, a testimoniare la nascita vulcanica dell’isola, e dell’essere abitata, prima dalla vegetazione, poi dagli uccelli e poi dall’uomo.
La nostra è un’isola di proprietà di tutto il Mediterraneo: tutte le razze qui si sono incontrate e qui hanno vissuto, integrandosi e fondendosi. Berberi, siciliani, francesi, spagnoli e ogni sorta di naviganti che qui si sono fermati e adattati.
Quello di Gianni Bernardo è un Cd che suscita emozioni e ricordi.
È un cd che ci fa pensare, emozionare ed amare sempre di più la nostra terra.
L’ha fatto a me, lo farà a voi.
Sito di Gianni Bernardo: http://www.giannibernardo.it/artista.htm
Sono stato commissario del PSI e segretario del PD di Pantelleria. Uno dei fondatori dello storico mensile “Il Panteco”.
Sempre presente dal primo numero in videotape, al numero unico con Pier Vittorio Marvasi, Capo Redattore del Resto del Carlino, alla rinascita con Tanino Rizzuto giornalista de “L’ora” per la provincia di Trapani, durante gli anni di piombo della mafia.
Sono stato autore di numerose inchieste e servizi in quegli anni. Mi definisco ora e sempre un militante, convinto che a Pantelleria l’unico atto rivoluzionario sia l’informazione, che aiuti ad essere liberi e a pensare con la propria testa.