Pantelleria Manifestazione Doc: assenti i viticoltori. Sindaco preoccupato

Pantelleria Manifestazione Doc: assenti i viticoltori. Sindaco preoccupato

29/07/2019 0 Di Francesca Marrucci

A Pantelleria ieri sera la Manifestazione in Piazza per difendere il Doc. Grandi assenti proprio i viticoltori.

Il Sindaco Campo dopo il colpo di spugna del Consorzio: ‘Se non ci facciamo sentire, questa per noi è la fine!’ 

Ora la palla passa alla Lega, dopodomani al Ministero dell’Agricoltura: ognuno deve fare la sua parte!

di Fran­ce­sca Marrucci

La Mani­fe­sta­zio­ne indet­ta dal Comi­ta­to dei Vid­dra­ni ieri sera a Pan­tel­le­ria per difen­de­re la Doc pan­te­sca ha riscos­so un buon suc­ces­so di pub­bli­co, ma la veri­tà è che man­ca­va­no i pro­ta­go­ni­sti e le vit­ti­me del­la vicen­da, pro­prio quel­li che dove­va­no esse­re i pri­mi inte­res­sa­ti: i viti­col­to­ri di Pantelleria.

I nuo­vi svi­lup­pi e l’ul­ti­ma tri­ste pun­ta­ta in ordi­ne cro­no­lo­gi­co di quel­la che ormai è una bat­ta­glia a tut­ti gli effet­ti, li ha rac­con­ta­ti pro­prio il Sin­da­co Vin­cen­zo Cam­po, che ha mes­so in guar­dia tut­ti sul fat­to che se non si rea­gi­sce e si fa sen­ti­re tut­ta l’i­so­la, ormai è san­ci­ta la fine defi­ni­ti­va del­la col­ti­va­zio­ne del­la vite pan­te­sca.

‘Questa è la fine!’ ha ripe­tu­to più vol­te il Pri­mo Cit­ta­di­no, spie­gan­do l’ul­ti­mo atto del Con­sor­zio Tute­la che si è svin­co­la­to anche dal­la nor­ma che tute­la­va le quan­ti­tà di zibib­bo da uti­liz­za­re nel­le bottiglie.

Per­si­no il par­ro­co Don Paul ha rim­pro­ve­ra­to i pan­te­schi per il loro met­te­re la testa sot­to la sab­bia nel momen­to in cui le cose suc­ce­do­no, lamen­tan­do­si poi dopo che sono successe.

Un’e­sor­ta­zio­ne alla rea­zio­ne, a ripren­der­si un patri­mo­nio che in trop­pi stan­no cer­can­do da tem­po di scip­pa­re all’i­so­la, lo ha fat­to acco­ra­ta­men­te anche Rosan­na Gabrie­le del Comi­ta­to dei Vid­dra­ni che ha orga­niz­za­to l’i­ni­zia­ti­va e la rac­col­ta del­le fir­me onli­ne (FIRMA SE NON L’HAI ANCORA FATTO: https://www.change.org/p/ministro-dell-agricoltura-on-gian-marco-centinaio-il-consorzio-di-pantelleria-mi-tutela).

Ora la pal­la pas­sa alla Lega di Pan­tel­le­ria che dopo­do­ma­ni sarà rice­vu­ta dal­la Segre­te­ria del Mini­ste­ro dell’Agricoltura. 

In que­sta bat­ta­glia ognu­no deve fare la sua par­te con le pro­prie pos­si­bi­li­tà, ma non ser­ve a nien­te se i diret­ti inte­res­sa­ti con­ti­nua­no solo a guardare.


Ecco il video e a seguire i link rapidi agli interventi trascritti della Manifestazione a Pantelleria di ieri sera.

Ripre­se di Gior­gio Sil­via, Orga­niz­za­zio­ne e foto di Fla­vio Silvia


Il Discorso di Rosanna Gabriele, Comitato dei Viddrani di Pantelleria

Buo­na sera a tut­ti, vor­rei ini­zia­re il mio inter­ven­to con la let­tu­ra del­la Peti­zio­ne che noi Vid­dra­ni abbia­mo inol­tra­to on-line alle Auto­ri­tà com­pe­ten­ti, e che gra­zie anche a Voi, ha supe­ra­to un miglia­io di fir­me. Essa è sta­ta intestata:

Al Mini­stro dell’Agricoltura

On. Gian Mar­co Cen­ti­na­io – ROMA

All’Assessore Regio­na­le all’Agricoltura

On. Edy Ban­die­ra – PALERMO

Al Capo Dipar­ti­men­to dell’ICQRF

Dott. Ste­fa­no Vac­ca­ri – ROMA

Al Pre­si­den­te del Con­sor­zio di Tute­la del­la Deno­mi­na­zio­ne “Pan­tel­le­ria”

Dott. Bene­det­to Ren­da – Marsala

 PANTELLERIA 10 luglio 2019

Ogget­to: modi­fi­che al disci­pli­na­re del­la Deno­mi­na­zio­ne “Pan­tel­le­ria” con aggiun­ta dell’unità geo­gra­fi­ca supe­rio­re “Sici­lia”.

I sot­to­scrit­ti fir­ma­ta­ri del­la petizione, 

pre­mes­so che:

  • nei gior­ni scor­si l’assemblea dei soci del Con­sor­zio di Pan­tel­le­ria, con­tro la volon­tà dell’intera comu­ni­tà pan­te­sca e con­tro la pro­po­sta del Gover­no Regio­na­le di con­cer­ta­re con tut­ti i por­ta­to­ri di inte­res­se le even­tua­li modi­fi­che da appro­va­re, ha deli­be­ra­to alcu­ne modi­fi­che al Disci­pli­na­re di pro­du­zio­ne e in par­ti­co­la­re il cam­bio di deno­mi­na­zio­ne aggiun­gen­do a “Pan­tel­le­ria” il nome geo­gra­fi­co più ampio “Sici­lia”;
  • l’aggiunta di “Sici­lia” sna­tu­ra, con­tro qua­lun­que prin­ci­pio di mar­ke­ting, l’unicità del brand “Pan­tel­le­ria” e ne deprez­za i prodotti;
  • Pan­tel­le­ria van­ta due rico­no­sci­men­ti Une­sco lega­ti alla col­ti­va­zio­ne del­la vite (“la pra­ti­ca agri­co­la del­la col­ti­va­zio­ne dell’alberello pan­te­sco” e “l’arte dei muret­ti a sec­co”), in più l’inserimento nel Regi­stro Nazio­na­le dei “pae­sag­gi rura­li sto­ri­ci”, e un Par­co Nazio­na­le nato per sal­va­guar­da­re l’azione dell’eroico viti­col­to­re pan­te­sco nel model­la­re il pae­sag­gio dell’Isola;

con­si­de­ra­to che:

  1. Il con­sor­zio non è democratico: 

Con i suoi asso­cia­ti – 325 viti­col­to­ri e 8 can­ti­ne – il Con­sor­zio Vini Doc di Pan­tel­le­ria rap­pre­sen­ta l’85% del­la pro­du­zio­ne Doc dell’isola (ven­dem­mia 2018), per cui appa­ren­te­men­te rap­pre­sen­ta la stra­gran­de mag­gio­ran­za del­la pro­du­zio­ne dell’Isola.

Ma cer­ta­men­te non può defi­nir­si demo­cra­ti­co e rap­pre­sen­ta­ti­vo un Con­sor­zio in cui il voto del­le due prin­ci­pa­li can­ti­ne “pesa” di più del voto dei 325 viti­col­to­ri e del­le restan­ti 6 can­ti­ne mes­se assieme.

Le posi­zio­ni domi­nan­ti pos­so­no sfo­cia­re in abu­si quan­do le deci­sio­ni ven­go­no “con­si­glia­te” ai viti­col­to­ri dall’unico sog­get­to (Can­ti­na Pel­le­gri­no ndr) che com­pra le loro uve.

  1. Il Con­sor­zio non tutela: 

la deno­mi­na­zio­ne “Pan­tel­le­ria” non vie­ne tute­la­ta dal Con­sor­zio. Come dimo­stra­to nel­le imma­gi­ni seguen­ti, trat­te dal pro­fi­lo face­book del­lo stes­so Con­sor­zio, duran­te la secon­da edi­zio­ne del “Cor­so di avvi­ci­na­men­to ai vini di Pan­tel­le­ria” sono sta­ti degu­sta­ti vini di altre deno­mi­na­zio­ni che in manie­ra ingan­ne­vo­le ven­go­no pro­po­sti ai con­su­ma­to­ri come pro­dot­ti di Pan­tel­le­ria. Infat­ti i due vini in que­stio­ne, leg­gen­do le retroe­ti­chet­te o le sche­de tec­ni­che, sem­bra­no in tut­to e per tut­to vini di Pan­tel­le­ria, sal­vo poi sco­pri­re che uno è IGT Ter­re Sici­lia­ne Zibib­bo e l’altro DOC Sici­lia Zibib­bo. Gibe­lè IGT Ter­re Sici­lia­ne Zibib­bo – Can­ti­na Pel­le­gri­no, e Lighea DOC Sici­lia Zibib­bo – Can­ti­na Don­na fugata.

  1. Il Con­sor­zio non promuove:

il Con­sor­zio di tute­la del­la deno­mi­na­zio­ne “Pan­tel­le­ria” nasce nel 1997 e, mal­gra­do 20 anni di atti­vi­tà, l’unica ini­zia­ti­va pro­mo­zio­na­le degna di nota è la pri­ma edi­zio­ne del “Pan­tel­le­ria Doc Festi­val” che si è tenu­ta nel 2018. Ini­zia­ti­va che tra l’altro ha di fat­to annul­la­to l’unica ini­zia­ti­va pro­mo­zio­na­le che si era svol­ta svol­ta negli ulti­mi anni, a cura del Comu­ne di Pan­tel­le­ria, deno­mi­na­ta “Pas­si­ta­ly”;

Tut­to quan­to pre­mes­so e considerato

CHIEDONO

ai desti­na­ta­ri del­la peti­zio­ne di inter­ve­ni­re, ognu­no per le pro­prie com­pe­ten­ze, affinché:

  • le modi­fi­che appro­va­te dall’assemblea del Con­sor­zio di tute­la del­la deno­mi­na­zio­ne “Pan­tel­le­ria” non ven­ga­no rati­fi­ca­te dagli orga­ni preposti;
  • ven­ga tute­la­to il prin­ci­pio del­la rap­pre­sen­ta­ti­vi­tà ed evi­ta­to l’abuso di posi­zio­ne dominante;
  • ven­ga dispo­sta un’ispezione per veri­fi­ca­re le atti­vi­tà di tute­la e di pro­mo­zio­ne del­la deno­mi­na­zio­ne “Pan­tel­le­ria” che il Con­sor­zio ha posto in esse­re dal­la sua costi­tu­zio­ne, avve­nu­ta nel 1997, ad oggi.

Si resta in atte­sa di un pron­to intervento.

I fir­ma­ta­ri

La nota che ho appe­na let­to è il testo del­la peti­zio­ne e tut­ti ormai cono­scia­mo a memo­ria le moti­va­zio­ni che ci spin­go­no ad agi­re, sia per situa­zio­ni vis­su­te in pas­sa­to, sia per l’ultima tro­va­ta, pro­po­sta, e approvata …

Ma noi, da pan­te­schi, inna­mo­ra­ti del­la nostra ter­ra, voglia­mo rivol­ger­ci ai nostri con­cit­ta­di­ni con il cuo­re in mano, inse­ren­do­ci den­tro ai loro dub­bi, alle loro pau­re, alle loro esi­ta­zio­ni, alla loro sop­por­ta­zio­ne, al loro sen­so del rispet­to a vol­te esa­ge­ra­to, alla loro ras­se­gna­zio­ne …spes­so dovu­ta alle mal­di­cen­ze mes­se in giro ad hoc per far­li scoraggiare …

E a giu­sti­fi­ca­zio­ne dell’apatico atteg­gia­men­to che cia­scu­no, influen­zan­do­si a vicen­da, assu­me, ven­go­no ripe­tu­te le moti­va­zio­ni det­te e stra­det­te: “tut­ti i ten­ta­ti­vi intra­pre­si dai Pan­te­schi per rea­liz­za­re Coo­pe­ra­ti­ve, dagli Agri­col­to­ri Asso­cia­ti, all’Enopolio, nel giro di pochi anni sono nau­fra­ga­ti nel nul­la”, e tale risul­ta­to ha insi­nua­to negli ex Soci Pan­te­schi la sfi­du­cia in sé stes­si e negli altri, tan­to che que­sti con­ti­nua­no a dif­fon­de­re tale sfi­du­cia a distan­za di anni, e tan­to che mol­ti di loro si nega­no alla pro­po­sta di fare nuo­vi ten­ta­ti­vi di aggregazione.

Ma se una socie­tà fal­li­sce chi impe­di­sce ai sin­go­li di rico­min­cia­re? Per­ché si deve abban­do­na­re un pro­get­to di vita e si resta soli, a cau­sa di ciò che in pas­sa­to è sta­to frut­to dell’inesperienza, dell’assenza, o di erro­ri di valutazione?

Per­ché for­ti dell’esperienza pas­sa­ta non si può rico­min­cia­re con più con­sa­pe­vo­lez­za e partecipazione?

Per­ché gli erro­ri del pas­sa­to non pos­so­no sup­por­ta­re una nuo­va volon­tà di ripren­de­re in mano il pro­prio desti­no e di col­la­bo­ra­re per­ché tut­to pos­sa fun­zio­na­re meglio?

Nes­su­no è per­fet­to, ma per­ché non pen­sa­re e guar­da­re ad esem­pi posi­ti­vi, come da noi, in que­sto momen­to la Coo­pe­ra­ti­va Cap­pe­ri, che anco­ra resi­ste e por­ta avan­ti i suoi progetti?

Noi del Comi­ta­to auspi­chia­mo una Socie­tà, una Coo­pe­ra­ti­va, un’Associazione, in cui le Azien­de Pan­te­sche pos­sa­no riu­nir­si con del­le rego­le, fat­te guar­dan­do pro­prio agli erro­ri del pas­sa­to, e ade­guan­do­le alle nuo­ve situa­zio­ni, rego­le che fac­cia­no da base a qual­sia­si con­te­sto pro­dut­ti­vo, ne cito alcu­ne per esempio:

  • tut­ti i Soci devo­no dare il pro­prio con­tri­bu­to lavo­ra­ti­vo e di idee così come fan­no per la pro­pria Azienda;
  • devo­no far scri­ve­re nel­lo Sta­tu­to che nel­le Assem­blee si pre­ve­da che ogni socio pre­sen­te può esse­re lato­re di una sola delega;
  • e che la nuo­va Socie­tà deve ave­re la con­sa­pe­vo­lez­za che con un’agricoltura “eroi­ca e di nic­chia”, come la nostra, si deve pun­ta­re a pro­dur­re qua­li­tà e non ano­ni­me quantità;
  • devo­no pre­ve­de­re, inol­tre, che l’uva o i pro­dot­ti con­fe­ri­ti deb­ba­no pro­ve­ni­re da ter­re­ni non trat­ta­ti con diser­ban­ti noci­vi alla salu­te di tutti;
  • devo­no riba­di­re il con­cet­to di una filie­ra di pro­du­zio­ne che ini­zi e fini­sca nell’Isola di Pantelleria;
  • e che, essen­do i vini, i pas­si­ti, gli orto­frut­ti­co­li, le mar­mel­la­te ecc. “Pro­dot­ti di NICCHIA”, devo­no pro­por­re agli acqui­ren­ti non con­trat­ti di for­ni­tu­ra di quan­ti­tà illi­mi­ta­te, ma con­trat­ti di pro­dot­ti di quan­ti­tà limi­ta­te, da ven­de­re a prez­zi ade­gua­ti, dan­do la garan­zia dell’autenticità e dell’alta qualità,.

Que­ste alcu­ne indi­ca­zio­ni che rite­nia­mo indi­spen­sa­bi­li e che potreb­be­ro e dovreb­be­ro gui­da­re chi è con­sa­pe­vo­le del “Teso­ro” che la ter­ra di Pan­tel­le­ria offre, que­sto il tipo di mer­ca­to e busi­ness a cui tut­ti i Pan­te­schi devo­no mira­re, anche con l’aiuto del­le Isti­tu­zio­ni Poli­ti­che e dell’Ente Parco!

Cia­scu­no di noi, dopo le espe­rien­ze pas­sa­te, nau­fra­ga­te in quan­to non è sta­ta cura­ta la vera iden­ti­tà e la qua­li­tà, deve ispi­rar­si a que­ste Rego­le essen­zia­li che, se non pre­vi­ste e rispet­ta­te, come in altre situa­zio­ni pas­sa­te e pre­sen­ti, cau­sa­no accen­tra­men­to di pote­re da par­te di chi si abi­tua a deci­de­re da solo o con pochi soci, men­tre gli altri soci, lati­tan­ti, si lamen­ta­no nei caffè! …

Noi Pan­te­schi, quan­do voglia­mo, sap­pia­mo dare il meglio, e uti­liz­za­re una dote inna­ta in noi in quan­to Iso­la­ni, la for­za del­la “Resi­len­za”, sem­pre pre­sen­te quan­do sop­por­tia­mo le avver­si­tà pur di rag­giun­ge­re il nostro obiet­ti­vo, sem­pre pre­sen­te quan­do rico­min­cia­mo a lavo­ra­re la ter­ra dopo un’annata incle­men­te che non ci ha dato il frut­to spe­ra­to, sem­pre pre­sen­te quan­do fac­cia­mo sacri­fi­ci per curar­ci altro­ve e non sap­pia­mo quan­do pos­sia­mo ritor­na­re a casa!

Dob­bia­mo esse­re, in que­sto momen­to par­ti­co­lar­men­te cri­ti­co, come in tut­ti i momen­ti cri­ti­ci del­la nostra esi­sten­za di Iso­la­ni, come “l’Araba Feni­ce”, che rina­sce dal­le pro­prie cene­ri dopo la mor­te, e pro­prio per que­sto moti­vo sim­bo­leg­gia anche il pote­re del­la “Resi­len­za” ovve­ro

La capa­ci­tà di far fron­te in manie­ra “posi­ti­va” alle avversità

col­ti­van­do le risor­se che si tro­va­no den­tro di noi!

La resi­len­za è infat­ti la capa­ci­tà di non lasciar­si abbat­te­re dal­le dif­fi­col­tà del­la vita, di rea­gi­re, e di rial­zar­si più for­ti di pri­ma. Pos­sia­mo resi­ste­re al ven­to e alle tem­pe­ste impa­ran­do dagli albe­ri, cioè svi­lup­pan­do dei rami fles­si­bi­li e del­le radi­ci for­ti per man­te­ner­ci anco­ra­ti a terra,

ma, allo stes­so tempo,

dob­bia­mo anche impa­ra­re ad adat­tar­ci ai cam­bia­men­ti!

La mor­te può rap­pre­sen­ta­re un fal­li­men­to, la resur­re­zio­ne dal­le cene­ri non è altro che la ripar­ten­za.

Le per­so­ne resi­len­ti san­no che è impor­tan­te col­ti­va­re l’autostima, ed impor­tan­tis­si­mo, cir­con­dar­si di per­so­ne posi­ti­ve, che non but­ta­no ziz­za­nia, ma soprat­tut­to, san­no che devo­no impa­ra­re ad accet­ta­re qual­sia­si situa­zio­ne, anche scomoda,

per poter rea­gi­re e poi rial­zar­si, pron­ti ad affron­ta­re il pro­ble­ma e risolverlo.

E, dopo que­sta situa­zio­ne che ci è pio­vu­ta addos­so a com­ple­ta­men­to di un pro­get­to, tra­ma­to fin dall’inizio alle spal­le dei Pan­te­schi, a nes­su­no deve bale­na­re in men­te il pen­sie­ro che

tut­to ritor­ne­rà come pri­ma!

Non si tor­na indie­tro quan­do non ci sono pro­spet­ti­ve di crescita!

Non si tor­na indie­tro quan­do si va incon­tro ad arro­gan­za e sfruttamento! 

Ogni azio­ne, ogni paro­la inci­de nell’animo uma­no, modi­fi­can­do­ne i pen­sie­ri e i com­por­ta­men­ti, ed anche se que­sto mes­sag­gio, che da gior­ni sta pas­san­do attra­ver­so la par­te­ci­pa­zio­ne, lo scam­bio di opi­nio­ni, la dif­fu­sio­ne del­le imma­gi­ni, segui­to da mol­te per­so­ne fra agri­col­to­ri ed atti­vi­tà indot­te, doves­se esse­re accol­to, sol­tan­to da poche deci­ne di per­so­ne resi­len­ti che, arric­chi­te di nuo­ve “moti­va­zio­ni” lo fan­no pro­prio, que­ste per­so­ne, incon­sa­pe­vol­men­te, lo sapran­no tra­smet­te­re agli altri, con le paro­le, ma soprat­tut­to con i fat­ti con­cre­ti, a cui tut­ti dob­bia­mo puntare!

Il nostro Comi­ta­to vuo­le ave­re come OBIETTIVO quel­lo di “sen­si­bi­liz­za­re” le coscien­ze,  arri­va­re alle men­ti, e rag­giun­ge­re il cuo­re di tut­ti voi …

Sì, il Cuo­re, dove l’amore per la nostra ter­ra rima­ne sopi­to… ma sem­pre pron­to a risvegliarsi!

IL DOCUMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE LETTO DA ERIK VALLINI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PANTELLERIA

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SALUTO DI PADRE PAUL, PARROCO DELLA CHIESA MADRE DI PANTELLERIA

Rin­no­vo anche io il mio salu­to, in segui­to a quan­ti l’han­no già fat­to. Sicu­ra­men­te, for­se la mia per­so­na non con­ta, dove­va pren­de­re la paro­la qui Don Sha­w­ry, ma in sua assen­za, mi per­met­to di dire una paro­le su ciò per cui sia­mo riu­ni­ti que­sta sera. Innan­zi tut­to per dire che il vostro gri­do, il nostro gri­do vie­ne soste­nu­to e rece­pi­to dal­la nostra Chie­sa, per­ché Dio è sem­pre dal­la par­te dei debo­li. Ma se è il nostro caso di esse­re i debo­li, la Chie­sa sostie­ne que­sta bat­ta­glia. Quan­do sono arri­va­to all’i­so­la, tra le cose che si sen­ti­va­no, soprat­tut­to su que­sto monu­men­to: ‘Han­no sba­glia­to tutto!’

E i pan­te­schi era­no qui e vede­va­no. For­se qual­cu­no ha par­la­to? For­se qual­cu­no ave­va pau­ra? Però dopo l’ac­ca­du­to han­no det­to ‘Han­no sbagliato!’

In que­sto momen­to stia­mo veden­do, sta­te veden­do anche i cam­bia­men­ti che stan­no per suc­ce­de­re sul vino e sul­l’a­gri­col­tu­ra qui a Pan­tel­le­ria e se vedia­mo e se vede­te e nes­su­no inter­vie­ne, nes­su­no poi dica doma­ni ‘Ma se aves­si­mo saputo!’

Ora è il momen­to di com­bat­te­re, è il momen­to che tut­ti ci unia­mo per dire NO all’in­giu­sti­zia. Che i gran­di non ven­ga­no a sof­fo­ca­re i pic­co­li, ma che ogni pic­co­lo pos­sa sem­pre esse­re qual pic­co­lo pun­to su un mosai­co dove può esse­re rico­no­sciu­to. E tan­ta gen­te rico­no­sce Pan­tel­le­ria per le sue eccel­len­ze e se que­ste ven­go­no annien­ta­te, can­cel­la­te, non sareb­be più una cosa bella.

Cer­to, la con­cor­ren­za sul mer­ca­to non può esse­re eli­mi­na­ta, ma che sia una con­cor­ren­za lea­le! Ma in que­sto caso sem­bra che noi sia­mo i pic­co­li che fan­no sì che il gran­de diven­ti più gran­de anco­ra. Se i pic­co­li non si riu­ni­sco­no, il gran­de non lo potre­mo mai bat­te­re. Ci deve esse­re un equi­li­brio del­le for­ze con il con­tri­bu­to di tut­ti noi.

Il pro­ble­ma è nostro. Il pro­ble­ma è vostro. Che nes­su­no doma­ni dica: ‘Ma io non sape­vo!’ Ecco la lot­ta che sta per ini­zia­re, ma che sia paci­fi­ca, sen­za armi o col­pi che eli­mi­na­no o can­cel­la­no qual­cu­no, ma per­ché Pan­tel­le­ria man­ten­ga la sua iden­ti­tà. E in que­sta lot­ta la Chie­sa c’è, con la sua pre­ghie­ra, con Colui che è là sopra.

Il discorso del Sindaco di Pantelleria, Vincenzo Campo

Buo­na­se­ra a tut­ti, gra­zie al Comi­ta­to dei Vid­dra­ni e gra­zie a Rosan­na per tut­to il lavo­ro fat­to in que­sto momen­to dif­fi­ci­le. Gra­zie ai Cir­co­li per la par­te­ci­pa­zio­ne, per­ché è anche un segna­le di comu­ni­tà. Gra­zie a tut­ti i par­ti­ti poli­ti­ci, sia quel­li pre­sen­ti che quel­li assen­ti, per­ché tut­ti insie­me abbia­mo mes­so le for­ze per fare insie­me quel­la deli­be­ra del Con­si­glio Comu­na­le che è già sta­ta invia­ta al Mini­ste­ro e a tut­ti gli Uffi­ci che sono a cono­scen­za di tutto.

Io sta­se­ra ero venu­to per un inter­ven­to paca­tis­si­mo, per­ché mar­te­dì e mer­co­le­dì sono sta­to a Roma anche e soprat­tut­to per par­la­re di que­sta que­stio­ne. Sono sta­to con­vo­ca­to dal Pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne Agri­col­tu­ra alla Came­ra, l’On. Gal­li­nel­la, che mi ha invi­ta­to per un chia­ri­men­to che io ave­vo chie­sto a lui, leg­gen­do un arti­co­lo su Gam­be­ro Ros­so in cui, tra le varie cose, si leg­ge­va una pre­sa di posi­zio­ne sua un po’ con­tra­ria a quel­lo che era suc­ces­so. Lui mi ave­va già chia­ri­to che non era così, ma che lui ave­va solo chia­ri­to la nor­ma e effet­ti­va­men­te il Con­sor­zio la nor­ma non l’ha vio­la­ta, ma non era entra­to nel­la pole­mi­ca poli­ti­ca. Il gior­na­li­sta è un cer­to Gabriel­li che so che ha pure casa a Pantelleria.

Visto che c’e­ra sta­to que­sto qui pro quo mi ha det­to ‘Vie­ni a Roma, così lo vedia­mo insie­me’. Io sono anda­to a Roma e c’e­ra­no qua­si tut­ti i mem­bri del­la Com­mis­sio­ne Agri­col­tu­ra ed era sta­ta anche invi­ta­ta la Doc Sici­lia, rap­pre­sen­ta­ta da Ral­lo e Rug­ge­ri, che è il Pre­si­den­te di Don­na­fu­ga­ta e c’e­ra anche il Dott. Panont, mi pare, che era un esper­to nazio­na­le sul­la Doc che ave­va anche par­te­ci­pa­to ad un’as­sem­blea che c’è sta­ta il 15 giu­gno a Scauri.

È chia­ro che i nostri ono­re­vo­li che era­no pre­sen­ti del­la Com­mis­sio­ne Agri­col­tu­ra vole­va­no capi­re meglio qua­li era­no i temi del­la discus­sio­ne e in quel­la occa­sio­ne sono venu­te fuo­ri sem­pre e comun­que le stes­se cose.

Il Pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne ha det­to: ‘For­se è il caso di seder­si, di cer­ca­re di chia­ri­re, di tro­va­re un accor­do tra le par­ti per­ché, chia­ra­men­te, qual­sia­si guer­ra por­ta­ta avan­ti lascia solo mor­ti da una par­te e dal­l’al­tra e tut­to que­sto bene non so se lo pos­sa fare. Allo­ra io ho lascia­to Palaz­zo Mada­ma con que­sta idea.

Sono tor­na­to a Pan­tel­le­ria e ven­go a sape­re che que­sti signo­ri, con un decre­to chia­ra­men­te fir­ma­to dal Mini­stro del­l’A­gri­col­tu­ra, il 15 luglio scor­so han­no por­ta­to avan­ti quel­lo che secon­do me è l’ul­ti­mo pas­so per distrug­ge­re la nostra agri­col­tu­ra o meglio, la nostra pro­du­zio­ne viti­vi­ni­co­la per­ché mi sa che dob­bia­mo met­ter­ci a fare altro se non pren­dia­mo prov­ve­di­men­ti. E que­sto lo dico pro­prio per­ché mi dispia­ce vede­re poca gen­te su un tema così impor­tan­te. Que­sto mi dispia­ce molto.

Que­sti signo­ri cos’­han­no fatto?

Han­no fat­to una varia­zio­ne al disci­pli­na­re del­la Doc Sici­lia. Que­sta varia­zio­ne è gra­vis­si­ma, per­ché riguar­da solo ed esclu­si­va­men­te lo zibib­bo (o alme­no l’al­le­ga­to A di que­sto decreto).

E cosa dice que­sta varia­zio­ne del disci­pli­na­re non nostro, ma del­la Doc Sicilia?

C’è pro­prio un per­cor­so dia­bo­li­co, per­ché è così che deve esse­re chia­ma­to, che por­ta a que­sto che riten­go deb­ba esse­re l’ul­ti­mo atto e par­la­re di Con­sor­zio è sba­glia­to, per­ché biso­gna dire nome e cogno­me di quel­li che sono gli arte­fi­ci di tut­to que­sto, per­ché con ‘Con­sor­zio’ gene­ra­liz­zia­mo un po’ troppo.

Que­sta varia­zio­ne fat­ta fa sì che lo zibib­bo pos­sa esse­re tran­quil­la­men­te mischia­to con altre uve e sic­co­me è con­si­de­ra­to un viti­gno aro­ma­ti­co era già nel disci­pli­na­re Sici­lia che non si potes­se mischia­re con nes­su­n’al­tra uva. Inve­ce loro, con que­sta varia­zio­ne han­no pre­vi­sto che lo zibib­bo pos­sa esse­re mischia­to con altre uve. Tut­ti gli altri viti­gni aro­ma­ti­ci no, però lo zibib­bo sì.

Que­sta è una par­te che già fa pen­sa­re, ma quel­la più gra­ve è quel­la che met­te tut­ti gli agri­col­to­ri fuo­ri dai ter­re­ni di Pan­tel­le­ria e pre­pa­ra­te­vi a dar­glie­li non so a chi, maga­ri a Can­ti­ne Pellegrino… 

La rego­la dice che quan­do si mischia­no due uve in bot­ti­glia, la pre­va­len­za va all’u­va che nel­la bot­ti­glia c’è in quan­ti­tà mag­gio­re. Il nome il vino quin­di lo pren­de­rà dal­l’u­va pre­sen­te in quan­ti­tà mag­gio­re. Que­sti han­no fat­to una cosa gra­ve, e noi fare­mo di tut­to per osteg­giar­la, ho già la rela­zio­ne invia­ta vener­dì dov’è indi­ca­ta que­sto ulte­rio­re atten­ta­to, loro con una mini­ma quan­ti­tà di zibib­bo, pos­so­no comun­que dare quel nome a quel vino.

Que­sto cosa com­por­te­rà? Era pre­ve­di­bi­le che tra qual­che anno chi com­pra l’u­va dagli agri­col­to­ri non avrà biso­gno di tut­ta que­st’u­va: ‘Ma qua­li 15 mila quin­ta­li? Pos­sia­mo pren­der­ne 5.000 quin­ta­li!’ Se tut­to va bene, per­ché tan­to ne baste­rà poco per fare milio­ni e milio­ni di bot­ti­glie mischian­do­lo con altre uve meno pregiate.

La varia­zio­ne che c’è sta­ta il 15 giu­gno al Disci­pli­na­re è gra­vis­si­ma, ok, però lì c’e­ra un fon­da­men­to, una ragio­ne eco­no­mi­ca loro, non nostra. Que­sta inve­ce è la fine!

Quin­di se qua non ci unia­mo e con­ti­nuia­mo a por­ta­re avan­ti ognu­no con quel­lo che può fare una bat­ta­glia civi­le e demo­cra­ti­ca, que­sti ci tol­go­no tut­to. La nostra agri­col­tu­ra rima­ne roba loro. Già si fa fati­ca a 80–100€, figu­ria­mo­ci quan­do ver­ran­no tra 4 o 5 anni e ti diran­no che la pren­do­no a 30–40-45€ come face­va­no con l’IGT e come fan­no in Sicilia.

È fini­ta! Con que­sta cosa che spe­ria­mo sia bloc­ca­ta, è la fine!

Io ero tor­na­to qui tran­quil­lo, ma quan­do ho visto que­sta cosa ho det­to NO, non è possibile.

So che la Lega, alme­no il Cir­co­lo di Pan­tel­le­ria, incon­tre­rà la Segre­te­ria Tec­ni­ca del Mini­stro che è già infor­ma­ta di tut­to. Non vedo nes­su­no del­la Lega, ma dò la rela­zio­ne con tut­to scrit­to al Pre­si­den­te del Con­si­glio che la darà al con­si­glie­re Paler­mo, visto che loro han­no que­sto incon­tro il 31.

Sia­mo arri­va­ti ad un pun­to di non ritor­no, a meno che non con­ti­nue­re­mo que­sta bat­ta­glia ognu­no per quel­lo che può, noi a livel­lo isti­tu­zio­na­le. Io dico ai Vid­dra­ni di non abbas­sa­re la guar­dia, di vede­re di fare qual­che altra cosa per­ché ci stan­no massacrando.

Io non vedo oltre posi­ti­vo, a meno che que­ste cose non sia­no bloc­ca­te e per far­le bloc­ca­re biso­gne­rà far sen­ti­re che l’i­so­la esi­ste, che ha voglia di far­si vale­re. È vero che il pan­te­sco si arma e via, però guar­da quan­ti sia­mo? Pen­so che ci sia­no tan­ti turi­sti, tan­ta gen­te che non ha ter­re­ni col­ti­va­ti, se toglia­mo que­sti, per­ciò quan­ti saran­no? 7, 8, for­se 10. Mi met­to io 11. Que­sta non è una cosa da sot­to­va­lu­ta­re. Cer­ca­te di anda­re a casa e di par­la­re con chiun­que, di dire ‘Ades­so ci dob­bia­mo muovere!’

Noi dal­l’al­tra par­te non è che lascia­mo per­de­re e poi vedia­mo come va. Stia­mo por­tan­do avan­ti, anche con l’a­iu­to del Par­co Nazio­na­le, altre alter­na­ti­ve a que­sto. Sicu­ra­men­te, l’a­gri­col­to­re è spa­ven­ta­to. Ha pau­ra di non poter più con­fe­ri­re le pro­prie uve, però que­sta uva si con­fe­ri­rà que­st’an­no, maga­ri il pros­si­mo, ma si arri­ve­rà al pun­to che non si potrà con­fe­ri­re o meglio glie­la dovre­mo rega­la­re, per­ché loro a que­sto stan­no puntando!

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