A Pantelleria ieri sera la Manifestazione in Piazza per difendere il Doc. Grandi assenti proprio i viticoltori.
Il Sindaco Campo dopo il colpo di spugna del Consorzio: ‘Se non ci facciamo sentire, questa per noi è la fine!’
Ora la palla passa alla Lega, dopodomani al Ministero dell’Agricoltura: ognuno deve fare la sua parte!
di Francesca Marrucci
La Manifestazione indetta dal Comitato dei Viddrani ieri sera a Pantelleria per difendere la Doc pantesca ha riscosso un buon successo di pubblico, ma la verità è che mancavano i protagonisti e le vittime della vicenda, proprio quelli che dovevano essere i primi interessati: i viticoltori di Pantelleria.
I nuovi sviluppi e l’ultima triste puntata in ordine cronologico di quella che ormai è una battaglia a tutti gli effetti, li ha raccontati proprio il Sindaco Vincenzo Campo, che ha messo in guardia tutti sul fatto che se non si reagisce e si fa sentire tutta l’isola, ormai è sancita la fine definitiva della coltivazione della vite pantesca.
‘Questa è la fine!’ ha ripetuto più volte il Primo Cittadino, spiegando l’ultimo atto del Consorzio Tutela che si è svincolato anche dalla norma che tutelava le quantità di zibibbo da utilizzare nelle bottiglie.
Persino il parroco Don Paul ha rimproverato i panteschi per il loro mettere la testa sotto la sabbia nel momento in cui le cose succedono, lamentandosi poi dopo che sono successe.
Un’esortazione alla reazione, a riprendersi un patrimonio che in troppi stanno cercando da tempo di scippare all’isola, lo ha fatto accoratamente anche Rosanna Gabriele del Comitato dei Viddrani che ha organizzato l’iniziativa e la raccolta delle firme online (FIRMA SE NON L’HAI ANCORA FATTO: https://www.change.org/p/ministro-dell-agricoltura-on-gian-marco-centinaio-il-consorzio-di-pantelleria-mi-tutela).
Ora la palla passa alla Lega di Pantelleria che dopodomani sarà ricevuta dalla Segreteria del Ministero dell’Agricoltura.
In questa battaglia ognuno deve fare la sua parte con le proprie possibilità, ma non serve a niente se i diretti interessati continuano solo a guardare.
Ecco il video e a seguire i link rapidi agli interventi trascritti della Manifestazione a Pantelleria di ieri sera.
- Rosanna Gabriele, Presidente del Comitato dei Viddrani
- Erik Vallini, Presidente del Consiglio Comunale
- Padre Paul, parroco della Chiesa Madre
- Vincenzo Campo, Sindaco di Pantelleria
- LE FOTO
Riprese di Giorgio Silvia, Organizzazione e foto di Flavio Silvia
Il Discorso di Rosanna Gabriele, Comitato dei Viddrani di Pantelleria
Buona sera a tutti, vorrei iniziare il mio intervento con la lettura della Petizione che noi Viddrani abbiamo inoltrato on-line alle Autorità competenti, e che grazie anche a Voi, ha superato un migliaio di firme. Essa è stata intestata:
Al Ministro dell’Agricoltura
On. Gian Marco Centinaio – ROMA
All’Assessore Regionale all’Agricoltura
On. Edy Bandiera – PALERMO
Al Capo Dipartimento dell’ICQRF
Dott. Stefano Vaccari – ROMA
Al Presidente del Consorzio di Tutela della Denominazione “Pantelleria”
Dott. Benedetto Renda – Marsala
PANTELLERIA 10 luglio 2019
Oggetto: modifiche al disciplinare della Denominazione “Pantelleria” con aggiunta dell’unità geografica superiore “Sicilia”.
I sottoscritti firmatari della petizione,
premesso che:
- nei giorni scorsi l’assemblea dei soci del Consorzio di Pantelleria, contro la volontà dell’intera comunità pantesca e contro la proposta del Governo Regionale di concertare con tutti i portatori di interesse le eventuali modifiche da approvare, ha deliberato alcune modifiche al Disciplinare di produzione e in particolare il cambio di denominazione aggiungendo a “Pantelleria” il nome geografico più ampio “Sicilia”;
- l’aggiunta di “Sicilia” snatura, contro qualunque principio di marketing, l’unicità del brand “Pantelleria” e ne deprezza i prodotti;
- Pantelleria vanta due riconoscimenti Unesco legati alla coltivazione della vite (“la pratica agricola della coltivazione dell’alberello pantesco” e “l’arte dei muretti a secco”), in più l’inserimento nel Registro Nazionale dei “paesaggi rurali storici”, e un Parco Nazionale nato per salvaguardare l’azione dell’eroico viticoltore pantesco nel modellare il paesaggio dell’Isola;
considerato che:
- Il consorzio non è democratico:
Con i suoi associati – 325 viticoltori e 8 cantine – il Consorzio Vini Doc di Pantelleria rappresenta l’85% della produzione Doc dell’isola (vendemmia 2018), per cui apparentemente rappresenta la stragrande maggioranza della produzione dell’Isola.
Ma certamente non può definirsi democratico e rappresentativo un Consorzio in cui il voto delle due principali cantine “pesa” di più del voto dei 325 viticoltori e delle restanti 6 cantine messe assieme.
Le posizioni dominanti possono sfociare in abusi quando le decisioni vengono “consigliate” ai viticoltori dall’unico soggetto (Cantina Pellegrino ndr) che compra le loro uve.
- Il Consorzio non tutela:
la denominazione “Pantelleria” non viene tutelata dal Consorzio. Come dimostrato nelle immagini seguenti, tratte dal profilo facebook dello stesso Consorzio, durante la seconda edizione del “Corso di avvicinamento ai vini di Pantelleria” sono stati degustati vini di altre denominazioni che in maniera ingannevole vengono proposti ai consumatori come prodotti di Pantelleria. Infatti i due vini in questione, leggendo le retroetichette o le schede tecniche, sembrano in tutto e per tutto vini di Pantelleria, salvo poi scoprire che uno è IGT Terre Siciliane Zibibbo e l’altro DOC Sicilia Zibibbo. Gibelè IGT Terre Siciliane Zibibbo – Cantina Pellegrino, e Lighea DOC Sicilia Zibibbo – Cantina Donna fugata.
- Il Consorzio non promuove:
il Consorzio di tutela della denominazione “Pantelleria” nasce nel 1997 e, malgrado 20 anni di attività, l’unica iniziativa promozionale degna di nota è la prima edizione del “Pantelleria Doc Festival” che si è tenuta nel 2018. Iniziativa che tra l’altro ha di fatto annullato l’unica iniziativa promozionale che si era svolta svolta negli ultimi anni, a cura del Comune di Pantelleria, denominata “Passitaly”;
Tutto quanto premesso e considerato
CHIEDONO
ai destinatari della petizione di intervenire, ognuno per le proprie competenze, affinché:
- le modifiche approvate dall’assemblea del Consorzio di tutela della denominazione “Pantelleria” non vengano ratificate dagli organi preposti;
- venga tutelato il principio della rappresentatività ed evitato l’abuso di posizione dominante;
- venga disposta un’ispezione per verificare le attività di tutela e di promozione della denominazione “Pantelleria” che il Consorzio ha posto in essere dalla sua costituzione, avvenuta nel 1997, ad oggi.
Si resta in attesa di un pronto intervento.
I firmatari
La nota che ho appena letto è il testo della petizione e tutti ormai conosciamo a memoria le motivazioni che ci spingono ad agire, sia per situazioni vissute in passato, sia per l’ultima trovata, proposta, e approvata …
Ma noi, da panteschi, innamorati della nostra terra, vogliamo rivolgerci ai nostri concittadini con il cuore in mano, inserendoci dentro ai loro dubbi, alle loro paure, alle loro esitazioni, alla loro sopportazione, al loro senso del rispetto a volte esagerato, alla loro rassegnazione …spesso dovuta alle maldicenze messe in giro ad hoc per farli scoraggiare …
E a giustificazione dell’apatico atteggiamento che ciascuno, influenzandosi a vicenda, assume, vengono ripetute le motivazioni dette e stradette: “tutti i tentativi intrapresi dai Panteschi per realizzare Cooperative, dagli Agricoltori Associati, all’Enopolio, nel giro di pochi anni sono naufragati nel nulla”, e tale risultato ha insinuato negli ex Soci Panteschi la sfiducia in sé stessi e negli altri, tanto che questi continuano a diffondere tale sfiducia a distanza di anni, e tanto che molti di loro si negano alla proposta di fare nuovi tentativi di aggregazione.
Ma se una società fallisce chi impedisce ai singoli di ricominciare? Perché si deve abbandonare un progetto di vita e si resta soli, a causa di ciò che in passato è stato frutto dell’inesperienza, dell’assenza, o di errori di valutazione?
Perché forti dell’esperienza passata non si può ricominciare con più consapevolezza e partecipazione?
Perché gli errori del passato non possono supportare una nuova volontà di riprendere in mano il proprio destino e di collaborare perché tutto possa funzionare meglio?
Nessuno è perfetto, ma perché non pensare e guardare ad esempi positivi, come da noi, in questo momento la Cooperativa Capperi, che ancora resiste e porta avanti i suoi progetti?
Noi del Comitato auspichiamo una Società, una Cooperativa, un’Associazione, in cui le Aziende Pantesche possano riunirsi con delle regole, fatte guardando proprio agli errori del passato, e adeguandole alle nuove situazioni, regole che facciano da base a qualsiasi contesto produttivo, ne cito alcune per esempio:
- tutti i Soci devono dare il proprio contributo lavorativo e di idee così come fanno per la propria Azienda;
- devono far scrivere nello Statuto che nelle Assemblee si preveda che ogni socio presente può essere latore di una sola delega;
- e che la nuova Società deve avere la consapevolezza che con un’agricoltura “eroica e di nicchia”, come la nostra, si deve puntare a produrre qualità e non anonime quantità;
- devono prevedere, inoltre, che l’uva o i prodotti conferiti debbano provenire da terreni non trattati con diserbanti nocivi alla salute di tutti;
- devono ribadire il concetto di una filiera di produzione che inizi e finisca nell’Isola di Pantelleria;
- e che, essendo i vini, i passiti, gli ortofrutticoli, le marmellate ecc. “Prodotti di NICCHIA”, devono proporre agli acquirenti non contratti di fornitura di quantità illimitate, ma contratti di prodotti di quantità limitate, da vendere a prezzi adeguati, dando la garanzia dell’autenticità e dell’alta qualità,.
Queste alcune indicazioni che riteniamo indispensabili e che potrebbero e dovrebbero guidare chi è consapevole del “Tesoro” che la terra di Pantelleria offre, questo il tipo di mercato e business a cui tutti i Panteschi devono mirare, anche con l’aiuto delle Istituzioni Politiche e dell’Ente Parco!
Ciascuno di noi, dopo le esperienze passate, naufragate in quanto non è stata curata la vera identità e la qualità, deve ispirarsi a queste Regole essenziali che, se non previste e rispettate, come in altre situazioni passate e presenti, causano accentramento di potere da parte di chi si abitua a decidere da solo o con pochi soci, mentre gli altri soci, latitanti, si lamentano nei caffè! …
Noi Panteschi, quando vogliamo, sappiamo dare il meglio, e utilizzare una dote innata in noi in quanto Isolani, la forza della “Resilenza”, sempre presente quando sopportiamo le avversità pur di raggiungere il nostro obiettivo, sempre presente quando ricominciamo a lavorare la terra dopo un’annata inclemente che non ci ha dato il frutto sperato, sempre presente quando facciamo sacrifici per curarci altrove e non sappiamo quando possiamo ritornare a casa!
Dobbiamo essere, in questo momento particolarmente critico, come in tutti i momenti critici della nostra esistenza di Isolani, come “l’Araba Fenice”, che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte, e proprio per questo motivo simboleggia anche il potere della “Resilenza” ovvero
La capacità di far fronte in maniera “positiva” alle avversità
coltivando le risorse che si trovano dentro di noi!
La resilenza è infatti la capacità di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita, di reagire, e di rialzarsi più forti di prima. Possiamo resistere al vento e alle tempeste imparando dagli alberi, cioè sviluppando dei rami flessibili e delle radici forti per mantenerci ancorati a terra,
ma, allo stesso tempo,
dobbiamo anche imparare ad adattarci ai cambiamenti!
La morte può rappresentare un fallimento, la resurrezione dalle ceneri non è altro che la ripartenza.
Le persone resilenti sanno che è importante coltivare l’autostima, ed importantissimo, circondarsi di persone positive, che non buttano zizzania, ma soprattutto, sanno che devono imparare ad accettare qualsiasi situazione, anche scomoda,
per poter reagire e poi rialzarsi, pronti ad affrontare il problema e risolverlo.
E, dopo questa situazione che ci è piovuta addosso a completamento di un progetto, tramato fin dall’inizio alle spalle dei Panteschi, a nessuno deve balenare in mente il pensiero che
“tutto ritornerà come prima”! …
Non si torna indietro quando non ci sono prospettive di crescita!
Non si torna indietro quando si va incontro ad arroganza e sfruttamento!
Ogni azione, ogni parola incide nell’animo umano, modificandone i pensieri e i comportamenti, ed anche se questo messaggio, che da giorni sta passando attraverso la partecipazione, lo scambio di opinioni, la diffusione delle immagini, seguito da molte persone fra agricoltori ed attività indotte, dovesse essere accolto, soltanto da poche decine di persone resilenti che, arricchite di nuove “motivazioni” lo fanno proprio, queste persone, inconsapevolmente, lo sapranno trasmettere agli altri, con le parole, ma soprattutto con i fatti concreti, a cui tutti dobbiamo puntare!
Il nostro Comitato vuole avere come OBIETTIVO quello di “sensibilizzare” le coscienze, arrivare alle menti, e raggiungere il cuore di tutti voi …
Sì, il Cuore, dove l’amore per la nostra terra rimane sopito… ma sempre pronto a risvegliarsi!
IL DOCUMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE LETTO DA ERIK VALLINI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PANTELLERIA
SALUTO DI PADRE PAUL, PARROCO DELLA CHIESA MADRE DI PANTELLERIA
Rinnovo anche io il mio saluto, in seguito a quanti l’hanno già fatto. Sicuramente, forse la mia persona non conta, doveva prendere la parola qui Don Shawry, ma in sua assenza, mi permetto di dire una parole su ciò per cui siamo riuniti questa sera. Innanzi tutto per dire che il vostro grido, il nostro grido viene sostenuto e recepito dalla nostra Chiesa, perché Dio è sempre dalla parte dei deboli. Ma se è il nostro caso di essere i deboli, la Chiesa sostiene questa battaglia. Quando sono arrivato all’isola, tra le cose che si sentivano, soprattutto su questo monumento: ‘Hanno sbagliato tutto!’
E i panteschi erano qui e vedevano. Forse qualcuno ha parlato? Forse qualcuno aveva paura? Però dopo l’accaduto hanno detto ‘Hanno sbagliato!’
In questo momento stiamo vedendo, state vedendo anche i cambiamenti che stanno per succedere sul vino e sull’agricoltura qui a Pantelleria e se vediamo e se vedete e nessuno interviene, nessuno poi dica domani ‘Ma se avessimo saputo!’
Ora è il momento di combattere, è il momento che tutti ci uniamo per dire NO all’ingiustizia. Che i grandi non vengano a soffocare i piccoli, ma che ogni piccolo possa sempre essere qual piccolo punto su un mosaico dove può essere riconosciuto. E tanta gente riconosce Pantelleria per le sue eccellenze e se queste vengono annientate, cancellate, non sarebbe più una cosa bella.
Certo, la concorrenza sul mercato non può essere eliminata, ma che sia una concorrenza leale! Ma in questo caso sembra che noi siamo i piccoli che fanno sì che il grande diventi più grande ancora. Se i piccoli non si riuniscono, il grande non lo potremo mai battere. Ci deve essere un equilibrio delle forze con il contributo di tutti noi.
Il problema è nostro. Il problema è vostro. Che nessuno domani dica: ‘Ma io non sapevo!’ Ecco la lotta che sta per iniziare, ma che sia pacifica, senza armi o colpi che eliminano o cancellano qualcuno, ma perché Pantelleria mantenga la sua identità. E in questa lotta la Chiesa c’è, con la sua preghiera, con Colui che è là sopra.
Il discorso del Sindaco di Pantelleria, Vincenzo Campo
Buonasera a tutti, grazie al Comitato dei Viddrani e grazie a Rosanna per tutto il lavoro fatto in questo momento difficile. Grazie ai Circoli per la partecipazione, perché è anche un segnale di comunità. Grazie a tutti i partiti politici, sia quelli presenti che quelli assenti, perché tutti insieme abbiamo messo le forze per fare insieme quella delibera del Consiglio Comunale che è già stata inviata al Ministero e a tutti gli Uffici che sono a conoscenza di tutto.
Io stasera ero venuto per un intervento pacatissimo, perché martedì e mercoledì sono stato a Roma anche e soprattutto per parlare di questa questione. Sono stato convocato dal Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, l’On. Gallinella, che mi ha invitato per un chiarimento che io avevo chiesto a lui, leggendo un articolo su Gambero Rosso in cui, tra le varie cose, si leggeva una presa di posizione sua un po’ contraria a quello che era successo. Lui mi aveva già chiarito che non era così, ma che lui aveva solo chiarito la norma e effettivamente il Consorzio la norma non l’ha violata, ma non era entrato nella polemica politica. Il giornalista è un certo Gabrielli che so che ha pure casa a Pantelleria.
Visto che c’era stato questo qui pro quo mi ha detto ‘Vieni a Roma, così lo vediamo insieme’. Io sono andato a Roma e c’erano quasi tutti i membri della Commissione Agricoltura ed era stata anche invitata la Doc Sicilia, rappresentata da Rallo e Ruggeri, che è il Presidente di Donnafugata e c’era anche il Dott. Panont, mi pare, che era un esperto nazionale sulla Doc che aveva anche partecipato ad un’assemblea che c’è stata il 15 giugno a Scauri.
È chiaro che i nostri onorevoli che erano presenti della Commissione Agricoltura volevano capire meglio quali erano i temi della discussione e in quella occasione sono venute fuori sempre e comunque le stesse cose.
Il Presidente della Commissione ha detto: ‘Forse è il caso di sedersi, di cercare di chiarire, di trovare un accordo tra le parti perché, chiaramente, qualsiasi guerra portata avanti lascia solo morti da una parte e dall’altra e tutto questo bene non so se lo possa fare. Allora io ho lasciato Palazzo Madama con questa idea.
Sono tornato a Pantelleria e vengo a sapere che questi signori, con un decreto chiaramente firmato dal Ministro dell’Agricoltura, il 15 luglio scorso hanno portato avanti quello che secondo me è l’ultimo passo per distruggere la nostra agricoltura o meglio, la nostra produzione vitivinicola perché mi sa che dobbiamo metterci a fare altro se non prendiamo provvedimenti. E questo lo dico proprio perché mi dispiace vedere poca gente su un tema così importante. Questo mi dispiace molto.
Questi signori cos’hanno fatto?
Hanno fatto una variazione al disciplinare della Doc Sicilia. Questa variazione è gravissima, perché riguarda solo ed esclusivamente lo zibibbo (o almeno l’allegato A di questo decreto).
E cosa dice questa variazione del disciplinare non nostro, ma della Doc Sicilia?
C’è proprio un percorso diabolico, perché è così che deve essere chiamato, che porta a questo che ritengo debba essere l’ultimo atto e parlare di Consorzio è sbagliato, perché bisogna dire nome e cognome di quelli che sono gli artefici di tutto questo, perché con ‘Consorzio’ generalizziamo un po’ troppo.
Questa variazione fatta fa sì che lo zibibbo possa essere tranquillamente mischiato con altre uve e siccome è considerato un vitigno aromatico era già nel disciplinare Sicilia che non si potesse mischiare con nessun’altra uva. Invece loro, con questa variazione hanno previsto che lo zibibbo possa essere mischiato con altre uve. Tutti gli altri vitigni aromatici no, però lo zibibbo sì.
Questa è una parte che già fa pensare, ma quella più grave è quella che mette tutti gli agricoltori fuori dai terreni di Pantelleria e preparatevi a darglieli non so a chi, magari a Cantine Pellegrino…
La regola dice che quando si mischiano due uve in bottiglia, la prevalenza va all’uva che nella bottiglia c’è in quantità maggiore. Il nome il vino quindi lo prenderà dall’uva presente in quantità maggiore. Questi hanno fatto una cosa grave, e noi faremo di tutto per osteggiarla, ho già la relazione inviata venerdì dov’è indicata questo ulteriore attentato, loro con una minima quantità di zibibbo, possono comunque dare quel nome a quel vino.
Questo cosa comporterà? Era prevedibile che tra qualche anno chi compra l’uva dagli agricoltori non avrà bisogno di tutta quest’uva: ‘Ma quali 15 mila quintali? Possiamo prenderne 5.000 quintali!’ Se tutto va bene, perché tanto ne basterà poco per fare milioni e milioni di bottiglie mischiandolo con altre uve meno pregiate.
La variazione che c’è stata il 15 giugno al Disciplinare è gravissima, ok, però lì c’era un fondamento, una ragione economica loro, non nostra. Questa invece è la fine!
Quindi se qua non ci uniamo e continuiamo a portare avanti ognuno con quello che può fare una battaglia civile e democratica, questi ci tolgono tutto. La nostra agricoltura rimane roba loro. Già si fa fatica a 80–100€, figuriamoci quando verranno tra 4 o 5 anni e ti diranno che la prendono a 30–40-45€ come facevano con l’IGT e come fanno in Sicilia.
È finita! Con questa cosa che speriamo sia bloccata, è la fine!
Io ero tornato qui tranquillo, ma quando ho visto questa cosa ho detto NO, non è possibile.
So che la Lega, almeno il Circolo di Pantelleria, incontrerà la Segreteria Tecnica del Ministro che è già informata di tutto. Non vedo nessuno della Lega, ma dò la relazione con tutto scritto al Presidente del Consiglio che la darà al consigliere Palermo, visto che loro hanno questo incontro il 31.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno, a meno che non continueremo questa battaglia ognuno per quello che può, noi a livello istituzionale. Io dico ai Viddrani di non abbassare la guardia, di vedere di fare qualche altra cosa perché ci stanno massacrando.
Io non vedo oltre positivo, a meno che queste cose non siano bloccate e per farle bloccare bisognerà far sentire che l’isola esiste, che ha voglia di farsi valere. È vero che il pantesco si arma e via, però guarda quanti siamo? Penso che ci siano tanti turisti, tanta gente che non ha terreni coltivati, se togliamo questi, perciò quanti saranno? 7, 8, forse 10. Mi metto io 11. Questa non è una cosa da sottovalutare. Cercate di andare a casa e di parlare con chiunque, di dire ‘Adesso ci dobbiamo muovere!’
Noi dall’altra parte non è che lasciamo perdere e poi vediamo come va. Stiamo portando avanti, anche con l’aiuto del Parco Nazionale, altre alternative a questo. Sicuramente, l’agricoltore è spaventato. Ha paura di non poter più conferire le proprie uve, però questa uva si conferirà quest’anno, magari il prossimo, ma si arriverà al punto che non si potrà conferire o meglio gliela dovremo regalare, perché loro a questo stanno puntando!
LE FOTO
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.