ANCORA PROBLEMI CON LA DAT. IL SINDACO DI PANTELLERIA CONVOCA LA CITTADINANZA PER PRENDERE UNA…
Io sto con Greta Thumberg: cosa facciamo noi per un Pianeta Sostenibile?
22/09/2019Da quanto si parla di un mondo sostenibile, ma quanto in effetti si fa nella realtà per renderlo tale?
Nel suo primo articolo, Giuseppe Mazzonello, si schiera nettamente con Greta Thumberg e rilancia la proposta di estendere l’obbligo di piantare alberi per ogni nato per i Comuni sopra i 5 mila abitanti
di Giuseppe Mazzonello
Un Pianeta ‘sostenibile’.
Quante volte abbiamo sentito o letto questo aggettivo?
Ho riflettuto tanto ed effettivamente già quando sedevo tra i banchi della scuola si parlava di cambiamenti climatici, di sostenibilità ambientale, di protezione e difesa dei suoli…
Questo esercizio di memoria, mi ha riportato indietro di oltre quarant’anni, quasi a poco dopo la mia nascita.
Sì, perché nel 1972 si teneva a Stoccolma la “Conferenza Onu sull’Ambiente Umano”. La detta conferenza segna il principio di un lungo percorso culturale e politico per lo sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di intraprendere azioni di pace e di sviluppo socio-economico nell’intero pianeta.
Bisognava sin da allora ‘difendere e migliorare l’ambiente per le generazioni presenti e future’.
In questi ultimi giorni, i nostri giovani si interrogano e chiedono ancora di ‘difendere e migliorare l’ambiente per le generazioni presenti e future’, allora cosa è cambiato?
Poco o nulla, verrebbe da dire, se non fosse per l’incessante consumo e trasformazione degli habitat naturali.
Abbiamo solo assistito ad un eccessivo consumo di suolo e ancor più assistito alla distruzione di migliaia di ettari di verde, veri polmoni di ossigeno, senza mai reintegrarli.
Il tema dell’ambiente e dei cambiamenti climatici mi lega ancora oggi con Greta Thunberg.
Lei nata a Stoccolma, balzata in tutte le pagine di cronaca quando, il 20 agosto 2018, sempre a Stoccolma, ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni del Parlamento svedese del 9 settembre 2018.
Per chi non lo sapesse, Greta assunse questa decisione in seguito alle eccezionali ondate di calore e degli incendi boschivi senza precedenti che avevano colpito il suo Paese durante l’estate. Greta desiderava che il governo svedese riducesse le emissioni di anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, per questo motivo è rimasta seduta davanti al Parlamento del suo Paese. Il suo slogan era Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima).
Ecco allora che necessita pensare a rendere i nostri territori “sostenibili”.
Dobbiamo diventare i guardiani del piccolo spazio che ci circonda, dobbiamo rispettarlo e non distruggerlo come accade ogni volta che qualche “imbecille” decide di mandare in fiamme ettari di vegetazione.
Eppure in Italia esiste una legge, la n.113 del 29 gennaio 1992, modificata e innovata dalla legge n.10 del 14 gennaio 2013, che recita che ogni Comune al di sopra dei 15 mila abitanti deve provvedere alla piantumazione di un albero per ogni neonato o adottato, entro sei mesi dalla registrazione anagrafica del nuovo concittadino.
Ma quanti Comuni hanno effettivamente rispettato questa legge?
Forse i Comuni non sono stati rispettosi di questa legge, perché non prevedeva una vera sanzione per l’inadempienza?
Forse converrebbe a noi cittadini andare a bussare alla porta dei nostri Sindaci, anche in quei Comuni che non hanno tale obbligo e chiedere loro il perché.
Non ci resta quindi altro da fare, dobbiamo unirci simbolicamente a Greta e a tutti i giovani e meno giovani a difesa del pianeta, per estendere, proteggere e favorire il verde urbano.
Sosteniamo, quindi, senza riserve l’appello “Uno per ogni italiano”, sulla spinta della Comunità Laudato Sì.
Piantare gli alberi può solo migliorare la qualità della politica ambientale, oltre che dell’aria. Dobbiamo diventare prima di tutto una comunità sostenibile, quindi ben venga anche la modifica alla legge 29 gennaio 1992 n. 113 con il disegno di legge A.S. n. 549/2018 che estende l’obbligo di piantare gli alberi per ogni nato per i Comuni sopra i 5 mila abitanti. L’ambiente è nostro e, leggi a parte, iniziamo a pensare che piantare un albero non è un hobby, ma un dovere, per vivere e poi lasciare un mondo sostenibile alle future generazioni.
Sono Giuseppe Mazzonello, classe ’69. Dopo la laurea in Architettura con indirizzo urbanistico, mi sono specializzato in “Comunicazione dei beni culturali, museali e territoriali”.
Da anni ho tra le mie passioni: l’architettura, la fotografia e non ultima la lettura.
Sono stato sempre molto attento a tutto ciò che mi circonda. Da grande ho deciso di diventare un cittadino attivo, nel senso di interessarmi della vita politica del mio territorio, per questo ho scelto questo strumento di comunicazione per confrontarmi con voi ‚che spero sarete in tanti a seguirmi in questa nuova esperienza.
Gentilissimo,
Grazie per il suo articolo è per l’impegno fi divulgazione.
Dobbiamo però tutti considerare che se la legge non prevede lo stanziamento di fondi per la gestione e la manutenzione delle piante messe a dimora, non possiamo poi chiedere ai Comuni, costretti a far fronte alle spese correnti con ONERI CONCESSORI che altro non fanno che cementificare e depauperare quei terreni che servono invece per il benessere e la salute delle persone, di ritrovarsi con migliaia di alberi seccati o stentati.
Le leggi, anche la 10/2013, sono monche della parte più importante, quella che riguarda il sostegno economico per la prima sopravvivenza degli alberi appena piantati per il periodo necessario al sicuro attecchimento. Troppo spesso vedo alberelli piantati specialmente prima della stagione calda, in pompa magna e magari con le autorità presenti, lasciati seccare perché si crede che il gesto di metterli nella terra e annaffiarli una volta sia sufficiente. Non è sufficiente, e allora bisognerà organizzare per fare in modo che siano anche i cittadini attivi a preoccuparsene.
Cordialmente.
Gentile Cristiana,
condivido in pieno che la legge 10/2013 dovrebbe prevedere anche qualche forma di sostegno economico per il primo impianto della pianta. Poi, certamente bisognerebbe evitare di piantare nuove essenze nei periodi caldi, per poi abbandonarli a se stessi. Questo è un problema diffuso, come è diffusa la mancanza di una seria programmazione della manutenzione del verde urbano, da parte di molte amministrazioni comunali.
Cordialmente
Arch. Giuseppe Mazzonello