Lavori in corso… mai completati!

Lavori in corso… mai completati!

30/09/2019 0 Di Giuseppe Mazzonello

Le pagine di cronaca sono sempre più intasate di notizie legate al mondo degli appalti, di Sindaci indagati per abuso d’ufficio, di imprenditori che denunciano o che ricorrono ai Tar per far valere i propri diritti “negati”

Giuseppe Mazzonello suggerisce di rivedere il sistema degli appalti da nord a sud

Quando la burocrazia ci fa o ci è?

Incar­ta­ti tra le pro­ce­du­re det­ta­te dal codi­ce degli appal­ti, da un siste­ma comun­que ago­niz­zan­te che, sia a livel­lo nazio­na­le, regio­na­le, da nord a sud deve esse­re rivi­sto, ma soprat­tut­to ben sup­por­ta­to dagli orga­ni di con­trol­lo sta­ta­li e regionali.

Ma a pagare poi chi è?

Le pagi­ne di cro­na­ca sono sem­pre più inta­sa­te di noti­zie lega­te al mon­do degli appal­ti, di Sin­da­ci inda­ga­ti per abu­so d’uf­fi­cio, di impren­di­to­ri che denun­cia­no o che ricor­ro­no ai Tar per far vale­re i pro­pri dirit­ti “nega­ti”!! Sicu­ra­men­te il lavo­ro scar­seg­gia e quel poco che cir­co­la anche negli appal­ti pub­bli­ci, nascon­de sem­pre qual­che impre­vi­sto!! Ci sia­mo riem­pi­ti la boc­ca di ter­mi­ni qua­li: sem­pli­fi­ca­zio­ne del­la PA (pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne), for­se pura utopia!!!

Si con­ti­nua ad assi­ste­re ad atti di impu­gna­zio­ne di leg­gi regio­na­li come nel caso del­la Regio­ne Sici­lia­na, pro­prio qual­che gior­no fa, in quan­to una nor­ma riguar­dan­te le gare d’appalto inva­de la com­pe­ten­za esclu­si­va rico­no­sciu­ta allo Sta­to dall’articolo 117, secon­do com­ma, lett. e), del­la Costi­tu­zio­ne, in mate­ria di tute­la del­la con­cor­ren­za; un’altra nor­ma in mate­ria di con­ces­sio­ne di ser­vi­zi di tra­spor­to pub­bli­co loca­le ecce­de dal­le com­pe­ten­ze sta­tu­ta­rie, e non rispet­ta i vin­co­li deri­van­ti dall’ordinamento comu­ni­ta­rio, inva­den­do altre­sì la com­pe­ten­za riser­va­ta allo Sta­to in mate­ria di tute­la del­la con­cor­ren­za, in vio­la­zio­ne dell’art. 117, pri­mo com­ma, e secon­do com­ma, lett. e), del­la Costituzione.

(veda­si Il Con­si­glio dei Mini­stri del 19 set­tem­bre 2019 deli­be­ran­do di impu­gna­re la leg­ge del­la Regio­ne Sici­lia­na 19/07/2019, n. 13 pub­bli­ca­ta sul sup­ple­men­to ordi­na­rio n. 1 alla Gaz­zet­ta uffi­cia­le del­la Regio­ne sici­lia­na n. 35 del 26/07/2019 recan­te “Col­le­ga­to al DDL n. 476 ‘Dispo­si­zio­ni pro­gram­ma­ti­che e cor­ret­ti­ve per l’anno 2019. Leg­ge di sta­bi­li­tà regionale).

Non ulti­ma poi sem­pre in meri­to alla sfe­ra degli appal­ti il Con­si­glio di Sta­to, sez. VI, dec. n. 215 del 16 gen­na­io 2009 che addi­rit­tu­ra inter­vie­ne nel meri­to di: ‘Quan­do l’u­ti­le d’im­pre­sa dichia­ra­to può dir­si incongruo?’

Leg­gen­do i pare­ri for­ni­ti dal­la giu­ri­spru­den­za sem­bra che non pos­sa esse­re con­di­vi­sa la “cen­su­ra” secon­do la qua­le l’offerta eco­no­mi­ca di una gara d’appalto per la for­ni­tu­ra a favo­re di una pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne a det­ta di que­sta è “incon­grua”. Nel meri­to, deve esse­re rile­va­to come un “uti­le” appa­ren­te­men­te mode­sto può com­por­ta­re un gua­da­gno impor­tan­te, quan­do il con­trat­to abbia un “impor­to elevato”.

Ne con­se­gue che spes­so si ritie­ne incon­gruo un uti­le sen­za calar­lo nel­la con­cre­tez­za dell’appalto, così sem­bra esser­si espres­sa la giurisprudenza.

Intanto però a pagare sono i territori!!!

Intan­to a lamen­tar­si sono i cit­ta­di­ni che paga­no le tas­se e dovreb­be­ro vede­re da par­te del­le isti­tu­zio­ni, garan­ti­ti i pro­pri dirit­ti nel rispet­to del­le nor­me vigenti!!

Da tec­ni­co dico che for­se andreb­be­ro snel­li­te que­ste nor­me, for­se, anzi toglia­mo il for­se biso­gna pro­prio uni­fi­ca­re le nor­me che rego­la­no i lavo­ri pubblici.

Ecco per­ché alla fine un orga­no di con­trol­lo del­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne deb­ba garan­ti­re in modo ogget­ti­vo, che tut­to fun­zio­ni e soprat­tut­to pos­sa garan­ti­re tem­pi cer­ti e rapi­de riso­lu­zio­ni del­le con­tro­ver­sie, che ai cit­ta­di­ni poco interessa…

Chiu­do il tema che mi ha incu­rio­si­to ripor­tan­do quan­to scrit­to da Mim­mo Càn­di­to sul suo Il Vil­lag­gio (qua­si) Glo­ba­le, blog su La Stam­pa, scrive:

(…) tra la gen­te che abbia­mo attor­no a noi, al caf­fè, negli uffi­ci, nel­la metro­po­li­ta­na, nel bar, nel nego­zio sot­to casa, più di 3 di loro su 4 sono anal­fa­be­ti (…). Sono inca­pa­ci di rico­strui­re ciò che han­no appe­na ascol­ta­to, o let­to, o guar­da­to in tv e sul com­pu­ter. (…) Non sono cer­ta­men­te anal­fa­be­ti “stru­men­ta­li”, bene o male san­no leg­ge­re anch’essi e – più o meno – san­no tut­to­ra far di con­to; ma essi sono anal­fa­be­ti “fun­zio­na­li”, si tro­va­no cioè in un’area che sta al di sot­to del livel­lo mini­mo di com­pren­sio­ne nel­la let­tu­ra o nell’ascolto di un testo di media dif­fi­col­tà. Han­no per­du­to la fun­zio­ne del com­pren­de­re, e spes­so (…) non se ne ren­do­no nem­me­no conto.

Arch. Giu­sep­pe Mazzonello