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Mocio e Villadei con gli studenti di Pantelleria per parlare di meteo e spazio
03/10/2019Grazie a ‘Pantelleria incontra la Scienza’, gli studenti dell’Almanza hanno potuto incontrare il Metereologo Mocio e il Cosmonauta Villadei.
Un modo interessante per scoprire le opportunità che l’Areonautica offre alle giovani generazioni
di Benedetta Errera
Nella giornata di del 1 ottobre, nell’Oratorio della Chiesa Matrice SS. Salvatore di Pantelleria, gli studenti del Liceo Scientifico dell’Omnicomprensivo ‘Almanza’ hanno incontrato il metereologo Ten. Col. Daniele Mocio e il cosmonauta Ten. Col. Walter Villadei, per ascoltare i racconti delle loro esperienze e delle loro conoscenze acquisite in anni di lavoro, grazie all’iniziativa organizzata dall’Aeronautica Militare di Pantelleria in collaborazione con il Comune, ‘Pantelleria incontra la Scienza’.
All’incontro, oltre al Colonnello Francesco De Astis che ha fatto un po’ gli onori di casa spiegando l’importanza e i motivi per i quali l’Aeronautica incontra gli studenti, erano presenti anche il Direttore del Parco Nazionale di Pantelleria, Antonio Parrinello, Stefano Scaltriti, Capogruppo del M5S e Erik Vallini, Presidente del Consiglio Comunale a rappresentare l’amministrazione comunale.
Non la solita “lezione” che si racconta ai giovani, ma un incontro scientifico-divulgativo con lo scopo di promuovere la scienza. Vari sono stati gli argomenti affrontati dal Ten. Col. Mocio: dalla differenze tra il tempo e il clima, ai cambiamenti climatici, all’effetto serra, al buco dell’ozono e all’importanza della Metereologia in Aeronautica e in campo civile. In campo Aeronautico, la metereologia è importante per capire i fenomeni pericolosi per la navigazione aerea, quali le zone di turbolenze, i fulmini. In campo civile invece è importante per la sicurezza dei cittadini.
L’incontro è cominciato con una domanda: la differenza tra “tempo” e “clima”. Quest’ultimo è vivo, varia nel tempo e caratterizza una zona. Il Ten. Col. Mocio ci spiega che il clima è quello che ti aspetti, il tempo è quello che ti trovi.
La seconda parte dell’incontro ha visto come protagonista il cosmonautica Ten. Col. Walter Villadei, primo italiano ad aver acquisito la qualifica di “Cosmonautica” presso il centro di addestramento Yuri Gagarin di Star City nell’oblast di Mosca.
I Cosmonauti sono persone che studiano continuamente e vengono addestrate per andare sullo spazio. Lì, troviamo la stazione spaziale, “laboratorio”, una “casa spaziale” utile a studiare fenomeni fisici, chimici attraverso esperimenti. Tuttavia, lassù, il miglior posto per guardare lo spazio è la cupola ISS, realizzata in Italia.
Walter Villadei
Abbiamo chiesto al cosmonauta Ten. Col. Walter Villadei di parlarci della sua esperienza e soprattutto della sua attuale ‘missione’ di informare i ragazzi nelle scuole.
Quanto è importante questo lavoro per poi invogliare i ragazzi a intraprendere questo percorso?
Diciamo che una parte fondamentale di questa professione è proprio parlare con i ragazzi, perché per loro lo spazio è un’opportunità e ha bisogno di giovani. Per risolvere problemi molto complessi c’è bisogno di menti fresche, allenate, che abbiano studiato, che abbiano passione e che riescono a guardare con immaginazione e creatività problemi nuovi. Nella scienza, normalmente, le grandi scoperte vengono fatte da scienziati molto giovani; quindi le persone ideali per affrontare i problemi dell’esplorazione nello spazio sono i giovani. Quest’ultimi, ovviamente debbano iniziare quando sono piccoli per imparare a studiare materie tecniche-scientifiche, dalla matematica alla fisica. Nei giovani, quindi, l’impegno è fondamentale, questi possono trovare nello spazio opportunità professionali, ma anche di soddisfazione umana.
Quindi è importante riuscire a stimolare i ragazzi?
Certo, in modo tale che quelli più brillanti, più intelligenti si appassionino anche al mondo dell’esplorazione nello spazio. Tutto questo lo facciamo come astronauta, come colleghi dell’Aeronautica militare, perché anche per quest’ultima i giovani sono una parte fondamentale, non da meno siamo la più giovane delle forze armate e quindi guardiamo i giovani, sempre, con grande interesse.
Le donne in questo campo hanno le stesse opportunità?
Le donne hanno sempre gli stessi diritti e opportunità degli uomini. In passato la partecipazione delle donne al volo spaziale, per motivi probabilmente storici, è stata in numero minore rispetto a quella degli uomini. La prima donna che nel 1963 ha volato nello spazio è stata Valentina Tereškova, mentre gli americani hanno dovuto aspettare il 1983 per avere la prima astronauta. Dal punto di vista fisico, la reazione è leggermente diversa perché siamo fatti in maniera differente ma sono delle reazioni fisiologiche all’interno di quello che viene gestito; le mie colleghe, quelle che ho visto a Star City, sono assolutamente capaci tanto quanto i colleghi maschi.
Quindi, nessuna preclusione anche per le donne, soprattutto in ragione del fatto che le opportunità nello spazio si stanno ampliando e in un prossimo futuro di ragazze giovani ce ne saranno molte che avranno la possibilità di lavorare nello spazio come astronauta, come ingegnere o come appassionate.
Daniele Mocio
Anche il brillante metereologo Ten. Col. Daniele Mocio, volto noto della tv, ha risposto alle nostre domande sulle possibilità che il suo campo offre alle giovani generazioni.
Quanto è importante il suo lavoro per invogliare i ragazzi a intraprendere questo percorso?
Io partirei da una parola importante: curiosità, soprattutto nel nostro lavoro, io in questo devo ringraziare l’Aeronautica militare che mi ha permesso di nascere, di crescere e poi di continuare. La curiosità assume un aspetto importante soprattutto adesso, perché del tempo e del clima si sente parlare sempre di più, ma questa curiosità deve andare al di là di quello che sentiamo e prendiamo spesso come dato di fatto. Dobbiamo capire quello che c’è dietro quello che leggiamo ed è proprio questo il senso della curiosità, perché molto spesso tante delle notizie che ci vengono date, soprattutto nel campo della meteorologia, sono fuorvianti.
Come si impara a fare il metereologo?
Fare meteorologia e prevedere il tempo significa anche fare esperienza e questa non si può che fare iniziando da giovani, perché poi attraverso l’esperienza sul campo potremo produrre una previsione più o meno affidabile da trasmettere ai giovani. Ci vogliono, quindi, curiosità, esperienza e una parola che non deve mancare mai è passione. È chiaro che se io non ho la passione per il cielo che guardo, magari farò altro nella vita. Qualsiasi lavoro merita di essere ottenuto attraverso la passione, questa dovrebbe animare chiunque, a maggior ragione chi intraprende un percorso da giovanissimo.
Anche le donne hanno le stesse possibilità nel campo della metereologia?
Si, tanto è vero che dal 2000 in Aeronautica ci sono anche le donne. Abbiamo i previsori, i sottufficiali e gli ufficiali, abbiamo quindi ragazze che studiano il tempo attuale, perché per poter fare una previsione bisogna osservare il tempo. Anche le donne, quindi sono pienamente integrate in Aeronautica nel nostro servizio, tanto é vero che abbiamo anche rappresentanti che vanno nella TV di Stato. Al momento, ad esempio, abbiamo due ragazze che presentano le rubriche meteo sulla TV nazionale.
Francesco De Astis
Anche il Colonnello Francesco De Astis, che ha organizzato la tre giorni di Pantelleria incontra le Scienza, si è intrattenuto con i ragazzi spiegando loro quali e quante possibilità può offrire l’Areonautica Militare in ambito di differenti professionalità adatte ai vari talenti che i ragazzi possono dimostrare, dai lavori tecnici, a quelli sul campo, fino allo spazio. Ha, inoltre, offerto agli studenti la sua massima disponibilità personale, se volessero avere ulteriori informazioni, consigli e dettagli sul come intraprendere una futura carriera nell’Areonautica Militare. I ragazzi hanno apprezzato e hanno fatto molte domande e ovviamente non poteva mancare la foto di gruppo finale per ricordare un evento unico nel suo genere per le scuole dell’isola.
Sono una giovane leva, una ragazza amante del suo territorio.
Amo la musica e amo suonare, proprio per questo quando mi cimento nello studio della musica classica, mi sento libera.
Scrivere mi rilassa, anche se non è il mio punto forte, ma ho accettato di intraprendere questa esperienza per mettermi in gioco, per crescere, per superare quelle barriere che mi trovo davanti.
Comincio questa nuova esperienza in un giornale sperando di appassionare i lettori.