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Pantelleria, inceneritori, l’Assessore Parisi: ‘Non basta cambiargli il nome’

milena gabanelli inceneritori

Inceneritori. L’Assessore Angelo Parisi, ingegnere ambientale, prende spunto da una trasmissione della Gabanelli per spiegare che non è vero che ‘non ci sono alternative’ per lo smaltimento dei rifiuti

di Ange­lo Parisi

“Non ci sono alternative!”.

Quan­te vol­te si è sen­ti­ta dire que­sta frase?

Io per­so­nal­men­te la sen­ti­vo pro­nun­cia­re una deci­na di anni fa, quan­do tut­ti soste­ne­va­no che sen­za l’energia nuclea­re non sarem­mo mai riu­sci­ti a fare a meno del­le fon­ti fos­si­li: “non ci sono alternative!”.

Poi nel 2011 un ter­re­mo­to, segui­to da un mare­mo­to, in quel­lo che for­se è il Pae­se tec­no­lo­gi­ca­men­te più avan­za­to del mon­do, ci ha sve­glia­to dal son­no e ci ha fat­to sco­pri­re che il nuclea­re non è la solu­zio­ne e che le alter­na­ti­ve ci sono.

L’altra sera mi è suc­ces­so un’altra vol­ta. Sta­vo guar­dan­do un tele­gior­na­le nazio­na­le quan­do ad un trat­to risen­to quel­la fra­se: “non ci sono alternative!”.

Sta­vol­ta si par­la­va di rifiu­ti e la pana­cea di tut­ti i mali era l’incenerimento.

Nul­la di stra­no se a pro­nun­ciar­la non fos­se Mile­na Gaba­nel­li. La gior­na­li­sta che per tan­ti anni ha con­dot­to un pro­gram­ma che face­va del­la veri­tà e del­la veri­fi­ca del­le fon­ti un mantra.

Sta­vol­ta pur­trop­po la Gaba­nel­li ha top­pa­to. Alla grande.

Par­ten­do dai roghi dei depo­si­ti di pla­sti­ca e facen­do inten­de­re che le mafie lucra­no SOLO sul rici­clo dei rifiu­ti, par­te con una filip­pi­ca che all’inizio sem­bra anda­re ver­so la cor­ret­ta via: ridu­zio­ne del­la pro­du­zio­ne di rifiu­ti, eco­no­mia cir­co­la­re, rici­clo spin­to. Dopo que­sta bre­ve intro­du­zio­ne, però, arri­va la doman­da a tra­boc­chet­to: “intan­to cosa ne fac­cia­mo del 30% di rifiu­ti che non si rie­sco­no a riciclare?”.

Già, cosa ne facciamo?

Una pos­si­bi­le rispo­sta, che andreb­be nel­la dire­zio­ne dell’economia cir­co­la­re, potreb­be esse­re: “ne fac­cia­mo sab­bia sintetica”.

Ma lei no. Dimen­ti­ca quan­to det­to un secon­do pri­ma e in modo imper­tur­ba­bi­le affer­ma: “li inceneriamo!”.

Già, per­ché a suo dire ormai gli ince­ne­ri­to­ri sono sicu­ri, non emet­to­no alcu­na sostan­za noci­va, sono effi­cien­tis­si­mi e riscal­da­no mil­le­mi­glia­ia di case.

E poi come dovrem­mo fare, dato che ormai la Cina non accet­ta più la nostra plastica?

Già, la col­pa è di quei cat­ti­vi cine­si che pre­fe­ri­sco­no fare busi­ness rici­clan­do la loro pla­sti­ca inve­ce che la nostra. Mica come noi che pro­via­mo a spe­dir­la all’estero.

E così pas­sa alla descri­zio­ne dell’inceneritore di Bol­za­no, “quel­lo più moder­no”, dice lei. Quel­lo che sem­bra emet­te­re vapo­ri bal­sa­mi­ci dai cami­ni. Con­cen­tra­zio­ni bas­sis­si­me di dios­si­ne, affer­ma. Zero­vir­go­la una sfil­za di zeri.

Dimen­ti­ca di dire, però, che que­gli zero­vir­go­la non si rife­ri­sco­no a misu­ra­zio­ni con­ti­nue rea­liz­za­te per 365 gior­ni l’anno, ma a misu­ra­zio­ni effet­tua­te 6 vol­te l’anno del­la dura­ta di 15 gior­ni cia­scu­na, per un tota­le di 90 gior­ni annui.

Ma in real­tà cos’altro non vie­ne detto?

Per sco­prir­lo basta dare un’occhiata al bilan­cio di mas­sa dell’impianto pub­bli­ca­to dal­la stes­sa socie­tà che lo gestisce.

Si sco­pre così che l’inceneritore non bru­cia solo rifiu­ti, ma anche metano.

Que­sto per­chè i rifiu­ti arri­va­no umi­di e per­tan­to, pri­ma di esse­re bru­cia­ti, devo­no esse­re essic­ca­ti, altri­men­ti non si “accen­do­no”. Essic­ca­zio­ne che si ottie­ne anche bru­cian­do metano.

L’energia net­ta pro­dot­ta dall’inceneritore è pari a cir­ca 82.500 MWh di elet­tri­ci­tà e 65.500 MWh di calo­re. Il che vuol dire che il ren­di­men­to del siste­ma, con­si­de­ran­do che i rifiu­ti in ingres­so han­no un con­te­nu­to ener­ge­ti­co pari a cir­ca 455.000 MWh, è pari al 18% per l’elettricità e al 14% per il calo­re. Per un tota­le del 32%.

Se con­si­de­ria­mo che un moder­no impian­to di coge­ne­ra­zio­ne pre­sen­ta ren­di­men­ti tota­li net­ti supe­rio­ri al 80%, si capi­sce che lo sco­po prin­ci­pa­le degli ince­ne­ri­to­ri, anche quel­li più “moder­ni”, non è la valo­riz­za­zio­ne del rifiu­to sot­to for­ma di ener­gia, ma la ridu­zio­ne del suo volu­me, che avvie­ne tra­sfor­man­do­lo prin­ci­pal­men­te in gas.

Infat­ti basta fare due sem­pli­ci cal­co­li, ricor­dan­do che un cer­to Lavoi­sier dis­se che “nul­la si crea e nul­la si distrug­ge”, per ren­der­si con­to che del­le 135.000 ton­nel­la­te di rifiu­ti soli­di trat­ta­ti, cir­ca 31.000 ton­nel­la­te rimar­ran­no in for­ma soli­da, andan­do a fini­re prin­ci­pal­men­te in disca­ri­ca, men­tre le restan­ti 100.000 ton­nel­la­te si tra­sfor­me­ran­no in gas e fuo­riu­sci­ran­no dai cami­ni all’interno degli oltre 937 milio­ni di Nm3 di gas.

E da lì, den­tro i pol­mo­ni di chi abi­ta nel­le vici­nan­ze dell’impianto.

Ecco spie­ga­to il rea­le fun­zio­na­men­to di un inceneritore.

Ma cre­do che la Gaba­nel­li lo cono­sca benissimo.

Altri­men­ti non con­clu­de­reb­be il suo inter­ven­to dicen­do: “Ter­mo­va­lo­riz­za­to­re: chia­mia­mo­lo così per­ché ince­ne­ri­to­re è bruttissimo”.

Come se, per cita­re Sha­ke­spea­re, una rosa per­des­se il suo pro­fu­mo se gli cam­bias­si­mo il nome.


Il Blog di Ange­lo Parisi


 

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