di Francesca Marrucci Il comunicato è uscito nel pomeriggio sulla pagina Facebook di Casapound Italia…
I Cittadini ci scrivono. Pantelleria: immaginate l’Isola che c’è!
18/10/2019Dopo aver letto il nostro Editoriale su Pantelleria ed i panteschi che devono rialzare la testa, ci ha scritto Carol Salter che nell’isola vive da molti anni ed ormai è una pantesca acquisita.
Il suo appello è una dichiarazione d’amore all’unicità dell’isola e alle sue potenzialità inespresse.
Un auspicio per un futuro in cui Pantelleria e i Panteschi acquistino unità, tornando padroni del loro immenso patrimonio culturale, ambientale e agricolo.
Grazie Francesca per questo bellissimo articolo.
Hai messo in luce proprio, secondo me, la chiave di volta per l’isola: un popolo saldo e unito.
Pantelleria è un isola che si è costruita e coltivata dai tempi antichi, proprio su questo principio di unità, di lavorare insieme e unire le forze per aiutarci a vicenda.
Senza questa visione e questo principio, niente di quello che la rende così bella e unica, muretti, dammusi, giardini arabi, campi di vite, etc., sarebbe potuto nascere. Purtroppo come in tanti posti nel mondo, con l’arrivo del turismo e secondo me anche della tv, questa cultura si è snaturata e questo spirito di unione è iniziato a scomparire e si sta dissolvendo lentamente per lasciare posto all’individualismo, lo spirito di competizione e al regno dei interessi propri e immediati (che, lo sappiamo bene, sta distruggendo il nostro mondo).
Pure non essendo pantesca di origine, sono un Innamorata incondizionatamente di questa isola e credo nel suo futuro. Credo che non sia troppo tardi perché risorgano questi valori dimenticati. E se in più fossero rivisitati alla luce di questo 21esimo secolo, quante potenzialità avremmo?
Se questa coscienza di unità potesse rinascere insieme ad un amministrazione a favore del popolo (come quella attuale), l’isola potrebbe diventare un modello di ispirazione per il resto del mondo, invece di sprofondare del tutto nel dimenticatoio nonostante la sua ricchezza.
Immaginate un’isola dove i contadini si uniscono per far valere il gusto e le qualità uniche dei propri prodotti: capperi, origano, olio di oliva, uva, ecc. di Pantelleria, che grazie a la ricchezza naturale di questa terra vulcanica hanno un sapore inconfondibile e potrebbero diventare prodotti di nicchia pregiatissimi, pagati a peso d’oro ed esportati nel mondo intero.
Immaginate un’isola dove i commercianti si impegnano a privilegiare un’economia circolare, pure guadagnando un po’ meno in un primo tempo. Dove, quando si va a comprare frutta e verdura, si trovano prodotti panteschi ricchi di gusto e qualità, invece di prodotti provenienti dell’agricoltura intensiva esterna, pieni di pesticidi, imballati in polistirolo e plastica, e come se non bastasse, anche privi di sapore e di nutrimenti.
Immaginate un’isola dove i giovani potrebbero imparare a cultivare la terra e guadagnarsi da vivere senza dovere lasciare la propria isola.
Un’isola dove si comprassero macchinari sofisticati e costosi (in gruppo o addirittura dal Comune stesso) per facilitare il lavoro della terra di tutta la comunità.
Immaginate un’isola dove ogni cittadino fosse un sostegno per i suoi concittadini, invece di sprecare così tanto tempo ed energia negli abituali pettegolezzi e biasimi.
Immaginate un’isola dove i valori naturali di Madre Terra venissero riconosciuti, ascoltati e preservati.
Io la immagino e continuerò a farlo, perché questo è il potenziale che da quando la conosco ho sempre sentito.
Quest’estate Battista Belvisi ha dato il via ad un grande esempio: un popolo unito non può essere ignorato.
E ve lo dico: un popolo unito piano piano diventa sovrano.
Carol Salter
Foto di Tommaso Brignone
Leggi l’Editoriale del 4 ottobre 2019: L’Editoriale. Pantelleria, i panteschi e il bisogno di rialzare la testa
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