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Pantelleria: Francesco Incandela dedica il nuovo brano a Gadir

Francesco Incandela, violinista palermitano, dedica il nuovo brano a Gadir sull’isola di Pantelleria.

Primo estratto dall’album Flow Vol. 1 in rotazione su Spotify

È usci­to in digi­tal down­load “Gadir” (Tip Off Records), il nuo­vo bra­no del vio­li­ni­sta paler­mi­ta­no Fran­ce­sco Incan­de­la (ascol­ta su Spo­ti­fy): sarà accom­pa­gna­to dal video­clip che anti­ci­pa l’album “Flow Vol. 1”, in usci­ta a novembre.

Gadir è una con­ca d’acqua, un luo­go pro­tet­to sul­la costa nord-orien­ta­le di Pan­tel­le­ria dove si svi­lup­pa un pic­co­lo vil­lag­gio sul mare. Nasce qui la pri­ma cel­lu­la rit­mi­ca fat­ta da vio­li­ni strap­pa­ti come in una chi­tar­ra blues e piz­zi­ca­ti, che riman­da­no agli osti­na­ti di una chi­tar­ra afri­ca­na. Que­sta idea, che si ripe­te in loop, è l’impianto su cui si costrui­sco­no melo­die dal for­te sapo­re medi­ter­ra­neo, con­trap­pun­ti e improv­vi­sa­zio­ni, groo­ve bat­te­ri­sti­ci osses­si­vi. La musi­ca ricor­da il vio­li­no di Mark Feld­man e riman­da ad atmo­sfe­re prog rock con accen­ni di psi­che­de­lia. Quan­do tut­to sem­bra rilas­sar­si, il vio­li­no distor­to alla War­ren Ellis, dà il via ad una coda ric­ca di groo­ve e di archi che si intrec­cia­no crean­do un sound gra­ni­ti­co, ma al tem­po stes­so dina­mi­co e pie­no di colore.

Il video­clip, rea­liz­za­to da Andrea Noci­fo­ra che accom­pa­gna il bra­no (in usci­ta a bre­ve), foto­gra­fa l’uomo e il suo rap­por­to con lo spa­zio. Il desi­de­rio di sen­tir­ci al sicu­ro ci por­ta a riem­pi­re e inva­de­re tut­to ciò che ci cir­con­da, dove il rit­mo fre­ne­ti­co non lascia il tem­po di guar­da­re oltre la rou­ti­ne, oltre i palaz­zi colo­ra­ti. Oltre è la natu­ra che esplo­de e si mani­fe­sta in tut­ta la sua for­za e ci ricor­da che non sia­mo i padro­ni del mondo.

Il bra­no è estrat­to dall’album “Flow Vol.1”, in usci­ta a bre­ve per Tip Off Records, nuo­va eti­chet­ta disco­gra­fi­ca paler­mi­ta­na. Così lo rac­con­ta Fran­ce­sco Incan­de­la: “Un vio­li­no al cen­tro, non come pro­ta­go­ni­sta di una scrit­tu­ra vir­tuo­si­sti­ca ma come nar­ra­to­re e svi­lup­pa­to­re di sto­rie sono­re che si evol­vo­no in modo sem­pre ina­spet­ta­to ora traen­do spun­to da modu­li rit­mi­ci, ora da intui­zio­ni melo­di­che. Il suo­no diven­ta mez­zo per costrui­re atmo­sfe­re e imma­gi­ni sca­tu­ri­te dall’intuizione del vio­li­ni­sta com­po­si­to­re, che sfrut­ta e vive in modo tra­sver­sa­le le atti­tu­di­ni del suo stru­men­to, ponen­do al cen­tro del lin­guag­gio la costru­zio­ne, sen­za mai per­de­re il gusto per l’improvvisazione. Mini­ma­li­smo, loop, suo­ni medi­ter­ra­nei e sono­ri­tà fil­mi­che con improv­vi­se vira­te prog rock in cui è sem­pre il vio­li­no a cam­bia­re pel­le e a tira­re la vola­ta agli stru­men­ti che lo sostengono.”

Note bio­gra­fi­che: Fran­ce­sco Incan­de­la (vio­lins, elec­tric tenor guitar,synth) è sta­to affian­ca­to da Luca La Rus­sa (bass);  Vin­cen­zo Lo Fran­co (drums). Il bra­no è sta­to regi­stra­to da Ange­lo Di Mino e mis­sa­to da Vale­rio Mina al Black­star Recor­ding Stu­dio, e maste­riz­za­to da Ales­san­dro “Gen­gi” Di Gugliel­mo all’Elettroformati.

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