Punto Nascita di Pantelleria ancora a rischio chiusura. Maurizio Caldo, il Vice Sindaco, ci illustra la proposta che l’amministrazione porterà al Ministro per scongiurare la chiusura e se la via burocratica non basterà, sicuramente i panteschi faranno sentire la loro voce
di Francesca Marrucci
La questione Punto Nascita di Pantelleria non accenna a trovare pace. Di nuovo l’ASP di Trapani ha intenzione di chiuderlo a partire dal 1 gennaio e l’amministrazione comunale sta conducendo una battaglia per cercare di tenerlo aperto, recependo una necessità da sempre prioritaria per i panteschi.
Il Vice Sindaco Maurizio Caldo, con delega alla sanità, si sta adoperando per scongiurare questa eventualità. Lo abbiamo sentito per farci spiegare bene la situazione, anche perché lo stesso Caldo non esclude che se le vie burocratiche non dovessero funzionare, si debba ricorrere di nuovo alla protesta popolare.
Vice Sindaco, perché il Punto Nascita di Pantelleria rischia ancora di chiudere?
Perché la Commissione Nascite della Regione Sicilia che dà parere al Ministero della Sanità per le deroghe dei Punti Nascita che fanno meno di 500 parti all’anno (Legge Balduzzi), dopo essersi riunita quest’anno ha detto che non vede la necessità di applicare la deroga a Pantelleria. Questo perché Pantelleria nel 2017 aveva indicato zero nascite e solo 15 nel 2018.
Ma era stato già detto che i dati erano errati…
Sì e abbiamo fatto ricorso al TAR, ma purtroppo abbiamo perso ed il ricorso è stato rigettato. Allo stato attuale la deroga vale fino al 31 dicembre, dopo di che il nostro Punto Nascita verrà chiuso.
Allora è vero che l’ASP di Trapani stia già avviando lo smantellamento del Punto Nascita di Pantelleria?
Circa una decina di giorni fa, l’ASP di Trapani ha deciso di trasferire due ginecologi dal Punto Nascita di Pantelleria a Trapani, portando avanti la chiusura della struttura. A seguito di ciò, abbiamo preparato un report da presentare al Ministro della Sanità, Roberto Speranza, per dare dei chiarimenti sulla nostra idea di quello che dovrebbe essere un Punto Nascita.
Ce lo può illustrare?
Se in un Punto Nascita ci sono poche nascite, i medici perdono l’abitudine e la manualità al parto ed è questo il motivo ‘tecnico’ addotto per la chiusura. Nella nostra proposta illustriamo un’alternativa per scongiurare la chiusura, tenendo conto dei numeri. Proponiamo una turnazione dei medici con il Punto Nascita di Trapani per mantenere questa manualità e l’expertising. Quindi, quando a Pantelleria non ci sono parti e gestanti, i medici vengano inviati a Trapani e si facciano lavorare lì. Fin qui trattiamo meramente un aspetto tecnico di questa tematica, ma non bisogna sottovalutare l’aspetto sociale.
Infatti il mantenimento del Punto Nascita è stato oggetto di manifestazioni e proteste negli anni passati, è molto importante per i panteschi.
L’aspetto sociale è forse quello più importante, soprattuto per un’isola disagiata come la nostra. Teniamo conto che siamo distanti 120 km dalla Sicilia e 70 km dalla Tunisia. Le partorienti, nei casi gravi, vengono trasferite sulla terra ferma in elicottero che ha un costo non indifferente, ma soprattutto che non sempre può viaggiare in caso di maltempo. Inoltre, il trasferimento a Trapani ha un costo non solo per la partoriente che può ricevere il rimborso dalla Regione (il contributo partorienti di cui abbiamo parlato qui), ma anche per la famiglia tutta, perché il parto è un momento importante nella vita di una famiglia e tutti vogliono essere presenti. E certo questi costi non sono coperti dal contributo partorienti.
Potremmo dire che questa situazione incide anche sul numero delle nascite sull’isola?
Se la percentuale nazionale delle nascite è negativa per lo 0,1, a Pantelleria è negativa per lo 0,7. Questa situazione incide sicuramente sulla volontà delle famiglie di far nascere figli, perché per il primo figlio magari si fanno i sacrifici, ma per il secondo la coppia comincia a farsi due conti e a considerare tutti gli svantaggi che comporta questo spostamento che può essere più o meno lungo a seconda di come si svolge il parto e delle condizioni di madre e bambino.
Io capisco che sulla terra ferma abbia un senso chiudere un Punto Nascita che fa meno di 500 nascite, perché a pochi km trovi un altro ospedale o un altro Punto Nascite e i disagi sono relativi, ma su un’isola come la nostra? Noi siamo un puntino in mezzo al mare e non è che ci spostiamo 15 km e troviamo un’altra struttura sanitaria. Noi se ci spostiamo, dobbiamo farlo con le navi o gli aerei o gli elicotteri e lo spostamento è sempre un dilemma.
Per questo le stiamo provando tutte, dal punto di vista amministrativo e burocratico, fino ad arrivare al Ministro, per far capire che nella nostra situazione specifica, la deroga deve essere accettata.
E se non lo capiranno?
Allora siamo sicuri che la popolazione sarà al nostro fianco per una dimostrazione più energica e plateale dell’importanza che per noi ricopre questa struttura. Noi le stiamo provando tutte nel nostro ruolo, ma se non bastasse, i panteschi hanno già dimostrato di saper far sentire la propria voce e sono sicuro che in questa eventuale protesta saranno con noi.
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.