In occasione della partecipazione di Pantelleria alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, abbiamo intervistato la Presidente dell’importante manifestazione, Lilliana Allena, che ci ha parlato della filosofia che ha reso grande una fiera da 750.000 presenze a stagione e dell’incontro con Pantelleria.
Il tutto con una promessa, anzi due…
di Francesca Marrucci
In occasione del nostro speciale sulla partecipazione dell’Isola di Pantelleria alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba per il secondo anno consecutivo, abbiamo sentito la Presidente dell’importante manifestazione, Lilliana Allena. Da quasi 15 anni – prima come vicepresidente dell’Ente Turismo Alba, Bra, Langhe e Roero, poi come presidente dell’Ente Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba, sempre senza ricevere alcun compenso – Lilliana Allena è impegnata nella promozione del territorio.
Presidente, parliamo innanzi tutto della Fiera, tra le più importanti del mondo nel settore enogastronomico…
L’89^ Fiera Internazionale del Tartufo di Alba è una fiera che rappresenta un equilibrio perfetto tra un prodotto semplice come l’uovo ed un prodotto d’eccellenza che è il tartufo bianco d’Alba. Si tratta di un evento atipico per due motivi: uno, perché non vendiamo un prodotto, ma vendiamo un territorio a tutto tondo, le Langhe, il Roero, il Monferrato e tutto il Piemonte; due perché duriamo 8 settimane con eventi enogastronomici e culturali.
Enogastronomia, ma anche turismo e cultura. È questo il vero valore aggiunto di questa manifestazione?
Sì. In questi anni abbiamo veramente sdoganato quello che è l’enogastronomia, proponendo il tartufo bianco d’alba con un abbinamento culturale: design, arte, musica. E questo binomio sarà sempre di più un binomio vincente: turismo e cultura. Perché oggi chi viene a trovarci da ogni parte del mondo vuole vivere un’esperienza vera, unica e autentica, e conoscere chi e cosa c’è dietro ad un prodotto: non solo il tartufo, gli altri prodotti piemontesi, le colline, il trifulau, le nocciole, i formaggi… insomma la narrazione di quello che rappresenta la terra, gli uomini e la trasformazione in uno splendido prodotto.
Allora parliamo anche di numeri. Quanti visitatori attrae la Fiera?
I numeri sono molto importanti. Nel mercato mondiale del tartufo che è un po’ il centro, il cuore della nostra fiera, dove ci sono gli espositori, l’Alba Truffle Show, gli Showcooking, le trattorie che ci vengono a trovare da ogni parte del mondo, si parla di circa 110.000 presenze. Durante l’autunno in totale circa 700–750.000 presenze, vedremo i numeri di quest’anno. Per noi però è importante porre l’attenzione non sui numeri, ma sulla qualità dei turisti che vengono a visitarci, perché questo è veramente il dato importante. Chi viene da noi, viene perché noi oggi siamo meta di viaggio. Siamo una meta da scoprire. Il Piemonte quest’anno è stato inserito da Lonely Planet come uno degli appuntamenti di viaggio che non si può mancare e Alba, con tutto il territorio dei Comuni limitrofi e in generale del Monferrato, rappresentano una parte del Piemonte da scoprire.
In un contesto che mira a promuovere la tradizione, quanto è importante il fattore innovazione?
Quest’anno l’equilibrio perfetto è duplice: uovo e tartufo, ma anche tradizione ed innovazione. Ogni anno cerchiamo di proporre un’innovazione e quest’anno la novità è rappresentata dalle ‘Cene Insolite’. Si tratta di 4 cene in palazzi e dimore storiche di solito non aperti al pubblico, che si possono prima visitare con una guida, per poi gustare una cena stellata. È bello in questo senso, e soprattutto per gli ospiti che ci vengono a trovare da America, Brasile e dall’Europa, il senso di convivialità che si crea a tavola.
Proprio l’altro ieri Fabio Casano di Pantelleria Island ci diceva come un altro binomio, enogastronomia-cultura, può rappresentare un valido esempio da seguire anche per Pantelleria…
Un altro binomio vincente, oltre a quello citato dall’amico Casano, è anche il connubio pubblico-privato. Questo è il format che dovrebbe essere utilizzato come esempio in tutta Italia, perché oggi raccogliamo i frutti di quello che è stato seminato in questi anni. Il pubblico fa la sua parte, ma il privato ha sempre sostenuto non solo con i soldi, ma soprattutto con le idee. Grandi produttori che hanno girato il mondo, mantenendo le radici con la nostra terra.
In questo contesto, come si colloca l’Isola di Pantelleria?
Per noi è un piacere ospitare un’isola, in particolare Pantelleria, che è qui per la seconda volta. Ospitiamo persino regioni, perché il tartufo bianco d’Alba, che è un brand conosciuto in tutto il mondo, incontra altre peculiarità. In comune con Pantelleria abbiamo i vini, l’isola è famosa per il suo evento Passitaly che celebra il Passito, noi siamo famosi nel mondo per un Barolo, ma anche noi decliniamo un passito con di grandi produttori. Quindi, l’idea è quella di provare a confrontarci, ma soprattutto lavorare in squadra e non sempre gli equilibri devono essere perfetti. Devono essere matrimoni che coniugano le eccellenze. Pantelleria ha le sue peculiarità, ha uno splendido territorio, ha la montagna e tramonti infiniti, ma soprattutto ha dei prodotti e persone che narrano e vogliono raccontare sempre di più questa magnifica isola.
Lei è mai stata a Pantelleria?
Ahia, questa è una domanda cattivissima! Non sono mai stata, ma purtroppo questa fiera con tutti gli eventi ad essa legati lasciano poco tempo, ma comunque nel 2020, quando la Fiera compirà 90 anni, verrò. Ho fatto una promessa agli amici di Pantelleria, perché voglio vedere e vivere personalmente questi racconti, anche se mi bastano già le foto per sognare.
È quindi una promessa che registriamo?
Senz’altro e io spero di avervi il prossimo anno ad Alba.
Certe promesse, bisogna dirlo, non costano fatica.
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Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.