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Abolire i fuochi d’artificio dall’isola di Pantelleria: la salute prima di tutto!

FUOCHI D'ARTIFICIO

Una petizione per abolire i fuochi d’artificio dall’isola di Pantelleria, perché la salute è più importante, quella di persone, animali e ambiente.

In troppi non conoscono i danni procurati dai fuochi d’artificio, eppure sempre più città li mettono al bando per alternative più spettacolari e più economiche: ecco alcuni esempi.

La petizione può essere firmata sull’isola presso il canile e l’Hotel Blue Moon oppure online su Change.org

IL NOSTRO DOSSIER


FIRMA LA PETIZIONE ONLINE

 

La rac­col­ta fir­me per chie­de­re al Con­si­glio Comu­na­le di Pan­tel­le­ria di abo­li­re i fuo­chi d’ar­ti­fi­cio e sosti­tuir­li con solu­zio­ni più inclu­si­ve, eco­no­mi­che e soprat­tut­to non noci­ve per la salu­te di per­so­ne, ani­ma­li e ambien­te, è sta­ta orga­niz­za­ta da Pan­tel­le­ria Bau, soste­nu­ta da EcoI­ta­lia­So­li­da­le e Pun­to a Capo Onlus e da mol­ti cit­ta­di­ni stan­chi del­le con­se­guen­ze che il rumo­re dei fuo­chi han­no sul­l’am­bien­te, sul­la fau­na, ma anche su mol­te per­so­ne con pro­ble­mi psi­chi­ci, per non par­la­re del­le feri­te e del­le ustio­ni di chi li maneg­gia impro­pria­men­te, il peri­co­lo di incen­di ed il gra­vis­si­mo fat­to­re di inqui­na­men­to su ter­ra e acqua.

La mag­gior par­te del­le per­so­ne, affa­sci­na­te dal­l’an­ti­ca arte cine­se, non pen­sa all’im­pat­to che que­sti fuo­chi e il rumo­re che fan­no han­no sugli esse­ri viven­ti più fra­gi­li, effet­ti che in mol­ti casi pos­so­no esse­re deva­stan­ti. Ma soprat­tut­to non sa o non si ren­de con­to che ad ogni spet­ta­co­lo piro­tec­ni­co di Capo­dan­no, ad esem­pio, respi­ra più pol­ve­ri sot­ti­li in una sola vol­ta di quan­te ne respi­re­reb­be viven­do in un anno nei pres­si di un inceneritore.

Non sono dati con cui scher­za­re e ormai sono tan­tis­si­mi i Comu­ni e le Cit­tà che han­no ban­di­to que­sta pra­ti­ca in favo­re di solu­zio­ni più eco­no­mi­che e eco­so­ste­ni­bi­li. Con loro le mag­gio­ri asso­cia­zio­ni ambien­ta­li­ste e ani­ma­li­ste, come WWF, LAV, OIPA, di tute­la dei dirit­ti come le Asso­cia­zio­ni Con­su­ma­to­ri, Asso­cia­zio­ni per la Tute­la e la Pre­ven­zio­ne del­la Salu­te, asso­cia­zio­ni di medi­ci e del Ter­zo Set­to­re italiane.

I danni all’ambiente dei fuochi d’artificio

Sono sem­pre di più gli stu­di, le ricer­che e le con­dan­ne all’u­so dei fuo­chi d’ar­ti­fi­cio, tra l’al­tro voce dispen­dio­sis­si­ma per i bilan­ci comu­na­li e rio­na­li. Non più di 3 mesi fa il Coda­cons si è pro­nun­cia­to in modo defi­ni­ti­vo sul­la que­stio­ne, affer­man­do che “i fuo­chi d’ar­ti­fi­cio sono una tra­di­zio­ne da abban­do­na­re defi­ni­ti­va­men­te”.

I dati sono allar­man­ti: “Secon­do recen­ti stu­di i fuo­chi d’artificio non spa­ven­ta­no solo gli ani­ma­li, ma sono anche peri­co­lo­si e dan­no­si per l’ambiente. I gio­chi piro­tec­ni­ci sono dan­no­si anche per l’uomo e l’ambiente per il pro­ble­ma lega­to alle pol­ve­ri sot­ti­li emes­se duran­te gli spet­ta­co­li. Si trat­ta di pol­ve­ri fini emes­se dagli spet­ta­co­li piro­tec­ni­ci, che pos­so­no peg­gio­ra­re malat­tie esi­sten­ti e pro­vo­car­ne nuo­ve. Non c’è fon­te di pol­ve­ri fini che come i fuo­chi d’artificio in un tem­po così bre­ve, emet­te un cari­co PM10 che supe­ra di 8 vol­te e più il valo­re limi­te. In più quan­do si accen­do­no si spri­gio­na una misce­la che pro­vo­ca rea­zio­ni chi­mi­che che for­ma­no nuo­ve sostan­ze vele­no­se e spes­so sco­no­sciu­te.

Anche i fuo­chi in mare costi­tui­sco­no un gra­ve dan­no ambien­ta­le. L’alluminio, a con­tat­to con l’acqua sala­ta del mare, può modi­fi­car­si e rila­scia­re sostan­ze noci­ve. Inol­tre, il con­te­ni­to­re, gene­ral­men­te costi­tui­to da car­to­ne e allu­mi­nio si disper­de nell’ambiente e in mare, costi­tuen­do un vero e pro­prio pro­ble­ma ambien­ta­le e ali­men­tan­do l’inquinamento già esistente.

Esem­pio di fuo­chi silen­zio­si con accom­pa­gna­men­to musi­ca­le, i cosid­det­ti spet­ta­co­li piromusicali

I danni alle persone fragili e non solo

C’è un ampio spet­tro di per­so­ne che subi­sce dan­ni dai fuo­chi d’ar­ti­fi­cio. Non par­lia­mo solo di feri­te ed ustio­ni più o meno gra­vi che sem­pre più spes­so pro­vo­ca­no dan­ni fisi­ci irre­pa­ra­bi­li anche nei mino­ri, e le cro­na­che ne sono tri­ste­men­te pie­ne, ma anche di situa­zio­ni non lega­te alla volon­tà o alla sicu­rez­za del­le per­so­ne rispet­to agli ogget­ti maneggiati.

Par­ten­do dai distur­bi udi­ti­vi che afflig­go­no 1 ita­lia­no su 3, non sono poche le pro­ble­ma­ti­che che una per­so­ne che, anche incon­sa­pe­vol­men­te, assi­ste allo spet­ta­co­lo dei fuo­chi d’ar­ti­fi­cio deve affron­ta­re, alcu­ne del­le qua­li peri­co­lo­sis­si­me. Par­lia­mo di distur­bi qua­li l’iperacusia, la fono­fo­bia, lo shock acu­sti­co e la miso­fo­nia (sul­le carat­te­ri­sti­che di que­sti distur­bi vedi nota 1), ma anche chi por­ta un appa­rec­chio acu­sti­co non fa eccezione.

I dan­ni più gran­di però li subi­sco­no tut­ti i sog­get­ti (spes­so mino­ri, bam­bi­ni e ragaz­zi) affet­ti da distur­bi del­lo spet­tro auti­sti­co, gli schi­zo­fre­ni­ci, quan­ti affet­ti da Sin­dro­me di Asper­ger e tut­te le per­so­ne che sof­fro­no di sovrac­ca­ri­co sen­so­ria­le. Stes­sa cosa per tut­ti i sog­get­ti affet­ti da varie for­me di para­li­si cere­bra­le. Spes­so que­sti sog­get­ti sono rele­ga­ti in casa per varie ragio­ni e le loro pro­ble­ma­ti­che ven­go­no igno­ra­te dai più e spes­so nasco­ste dal­le stes­se famiglie.

Secon­do Coda­cons i fuo­chi d’artificio pro­vo­ca­no un ver­ti­gi­no­so aumen­to del­le pol­ve­ri sot­ti­li, sostan­ze non salu­ta­ri come le pol­ve­ri di stron­zio, bario, rame, allu­mi­nio, tita­nio e fer­ro. Non si trat­ta solo di una pri­mi­ti­va e peri­co­lo­sa usan­za, che ogni anno pro­vo­ca cen­ti­na­ia di feri­ti, anche gra­vi, ma anche di una moda che, al di là degli inci­den­ti, costi­tui­sce comun­que un pro­ble­ma serio per la salu­te, in par­ti­co­la­re per bam­bi­ni, anzia­ni ed ani­ma­li. Asso­cia­to al peri­co­lo pol­ve­ri sot­ti­li, inol­tre, è quel­lo di incendio.

I fuo­chi piro­tec­ni­ci han­no riper­cus­sio­ni nega­ti­ve in pri­mis per il rila­scio di par­ti­cel­le metal­li­che lega­te al colo­re, che van­no a peg­gio­ra­re la con­di­zio­ne di tut­ti colo­ro i qua­li sof­fro­no di pato­lo­gie car­dio­va­sco­la­ri e di asma (2). Una ricer­ca, pub­bli­ca­ta su Inter­na­tio­nal Jour­nal of Envi­ron­men­tal Stu­dies, ha evi­den­zia­to che le malat­tie respi­ra­to­rie trat­ta­te da un ospe­da­le sono aumen­ta­te del 113% dopo una gior­na­ta di fuo­chi d’artificio in un vil­lag­gio ame­ri­ca­no in occa­sio­ne del­le cele­bra­zio­ni 4 luglio.

La Regio­ne Lom­bar­dia, ad esem­pio, già nel 2010 rac­co­man­da­va di limi­ta­re for­te­men­te l’u­so dei fuo­chi d’ar­ti­fi­cio d’in­ver­no a cau­sa dei valo­ri di inqui­na­men­to del­l’a­ria regi­stra­ti in con­co­mi­tan­za di que­sti spettacoli.

Spet­ta­co­lo di luci laser sull’acqua

I danni agli animali

La tri­ste sti­ma del World Wild­li­fe Fund è che ogni anno 5.000 ani­ma­li muo­io­no per cau­se lega­te ai ‘bot­ti’, l’80% dei qua­li sel­va­ti­ci o randagi.

Pes­si­mo anche lo sta­to d’a­ni­mo degli ani­ma­li dome­sti­ci. “Nei gat­ti, e soprat­tut­to nei cani, un bot­to crea stress e spa­ven­to da indur­li a fug­gi­re dai pro­pri giar­di­ni e recin­ti, per scap­pa­re dal rumo­re a loro insop­por­ta­bi­le, finen­do spes­so vit­ti­me del traf­fi­co o di osta­co­li non visi­bi­li al buio. L’effetto nefa­sto sugli ani­ma­li è dovu­to in par­ti­co­la­re alla soglia udi­ti­va infi­ni­ta­men­te più svi­lup­pa­ta e sen­si­bi­le negli ani­ma­li rispet­to a quel­la uma­na”, ha spie­ga­to l’as­so­cia­zio­ne sot­to­li­nean­do che “negli ani­ma­li degli alle­va­men­ti come muc­che, caval­li e coni­gli, le con­se­guen­ze del­le esplo­sio­ni pos­so­no pro­vo­ca­re nel­le fem­mi­ne gra­vi­de addi­rit­tu­ra l’aborto da trau­ma da spa­ven­to”.

“I fuo­chi arti­fi­cia­li sono cau­sa di mor­te, feri­men­ti e trau­mi per ani­ma­li dome­sti­ci e sel­va­ti­ci, ciò acca­de per­ché gli ani­ma­li han­no un udi­to mol­to diver­so e più svi­lup­pa­to rispet­to a quel­lo uma­no. Un cane ad esem­pio rie­sce a per­ce­pi­re rumo­ri pro­ve­nien­ti da una distan­za anche 4 vol­te supe­rio­ri rispet­to ad un esse­re uma­no. Negli ani­ma­li inol­tre, oltre all’intensità del suo­no cam­bia anche lo spet­tro di fre­quen­ze che rie­sco­no a percepire.

Come noto l’orecchio uma­no rie­sce a per­ce­pi­re suo­ni distri­bui­ti su una gam­ma di fre­quen­ze da 20 Hz a 20 kHz, nel cane inve­ce le fre­quen­ze van­no dai 40 Hz ai 45 kHz, i gat­ti rie­sco­no a rag­giun­ge­re i 70 kHz men­tre i pipi­strel­li rie­sco­no a rag­giun­ge­re suo­ni fino a 100 kHz. Per­di­ta dell’orientamento e smar­ri­men­to, sopra­tut­to in un con­te­sto urba­no li espo­ne ad inci­den­ti con gra­vi con­se­guen­ze anche per gli auto­mo­bi­li­sti.” (3)

Il pri­mo caso emble­ma­ti­co è emer­so sul­la cro­na­ca nel giu­gno 2015 quan­do duran­te una festa ter­mi­na­ta con uno spet­ta­co­lo piro­tec­ni­co sono dece­du­ti due cuc­cio­li di dai­no al Cen­tro ani­ma­li non con­ven­zio­na­li di Gru­glia­sco, vici­no a Tori­no in Pie­mon­te, oltre ai cen­ti­na­ia di ani­ma­li che si sono feri­ti nel­le loro gab­bie per il ter­ro­re vissuto.

La Lega Anti­vi­vi­se­zio­ne (Lav) sol­le­ci­ta i Sin­da­ci che non aves­se­ro anco­ra fat­to a ema­na­re un prov­ve­di­men­to che vie­ti l’utilizzo di petar­di, bot­ti e arti­fi­ci piro­tec­ni­ci di ogni gene­re su tut­to il ter­ri­to­rio comu­na­le affin­ché “i festeg­gia­men­ti non si tra­du­ca­no in una tra­ge­dia per gli ani­ma­li, oltre che per sal­va­guar­da­re l’incolumità del­le per­so­ne”. Negli ulti­mi quat­tro anni gra­zie all’aumento dei prov­ve­di­men­ti comu­na­li che han­no vie­ta­to bot­ti e spet­ta­co­li piro­tec­ni­ci, vi è sta­ta una dra­sti­ca dimi­nu­zio­ne degli inci­den­ti, osser­va la Lav ricor­dan­do che i dati uffi­cia­li ripor­ta­no che dal 2013 al 2017 il nume­ro di per­so­ne feri­te è dimi­nui­to da 361 a 184.

“I fuo­chi arti­fi­cia­li pos­so­no esse­re cau­sa di mor­te, feri­men­ti e trau­mi per ani­ma­li sia dome­sti­ci che sel­va­ti­ci – dice il WWF – Ma seb­be­ne sia accla­ra­to che l’esplosione dei bot­ti pro­du­ce effet­ti col­la­te­ra­li agli ani­ma­li oltre che agli uma­ni, tut­ta­via, non tut­ti voglio­no rinun­cia­re a que­sta bia­si­me­vo­le tra­di­zio­ne soprat­tut­to al sud. Inol­tre, la quan­ti­tà di vele­ni dif­fu­si nell’aria dall’esplosione di fuo­chi è par­ti­co­lar­men­te noci­va e con­tie­ne valo­ri non tra­scu­ra­bi­li di potas­sio, stron­zio, bario, magne­sio, allu­mi­nio, zol­fo, tita­nio, man­ga­ne­se, rame, cro­mo e piom­bo. È dimo­stra­to come la not­te di Capo­dan­no si regi­stri un inqui­na­men­to dell’aria, con par­ti­co­la­re rife­ri­men­to alle pol­ve­ri sot­ti­li, supe­rio­re a quel­lo dell’attività di un anno di nume­ro­si ince­ne­ri­to­ri! Il dan­no è ampli­fi­ca­to dal­la simul­ta­nei­tà dell’evento, quan­do l’intero ter­ri­to­rio è ‘ber­sa­glia­to’ da esplo­sio­ni piro­tec­ni­che. Ci sono tra­di­zio­ni che è giu­sto con­ser­va­re, altre sul­le qua­li è pre­fe­ri­bi­le far cade­re l’oblio”. (4)

Pro­ie­zio­ne sui monumenti

Le alternative sono più spettacolari e meno costose

Sono tan­tis­si­me le cit­tà ed i pae­si ita­lia­ni che han­no defi­ni­ti­va­men­te rinun­cia­to agli spet­ta­co­li piro­tec­ni­ci, rese­si con­to dei peri­co­li che ne deri­va­no per per­so­ne, ani­ma­li e ambien­te. Le alter­na­ti­ve adot­ta­te sono mol­to più spet­ta­co­la­ri, inno­cue e soprat­tut­to meno costo­se, fat­to­re non da sot­to­va­lu­ta­re per il Bilan­cio di un Comu­ne o di un Comi­ta­to di Quar­tie­re o dei Festeggiamenti.

Esi­sto­no i fuo­chi d’ar­ti­fi­cio sen­za deto­na­zio­ne, gli spet­ta­co­li di luce, gli spet­ta­co­li piro­mu­si­ca­li che abbi­na­no ai fuo­chi d’ar­ti­fi­cio silen­zio­si l’ac­com­pa­gna­men­to musi­ca­le, le lan­ter­ne di car­ta di riso da far vola­re sul­l’ac­qua, che coin­vol­go­no il pub­bli­co e pos­so­no spet­ta­co­li sug­ge­sti­vi ed indi­men­ti­ca­bi­li sul­l’ac­qua, spet­ta­co­li laser e tan­te altre alter­na­ti­ve più eco­no­mi­che e eco­so­ste­ni­bi­li anche per ceri­mo­nie mino­ri qua­li matri­mo­ni, anni­ver­sa­ri, com­plean­ni, ecc.

Solu­zio­ni di que­sto gene­re sono sta­te già appli­ca­te alla Reg­gia di Caser­ta, a Geno­va, a Fer­ra­ra a palaz­zi e regie patri­mo­nio archi­tet­to­ni­co, ma in gene­ra­le anche a Roma, Mila­no, Tori­no, Bolo­gna, Firen­ze e Vene­zia. Il pro­ble­ma per­si­ste da Napo­li in giù dove vigo­no divie­ti par­zia­li o sono pro­prio inesistenti.

Ecce­zio­ni esem­pla­ri a sud sono Bari e Taor­mi­na in Sici­lia, che si can­di­da addi­rit­tu­ra a diven­ta­re ‘Cit­tà del silen­zio’ aven­do mes­so al ban­do qua­lun­que fuo­co supe­rio­re ai 10 deci­bel, anche privati.

La peti­zio­ne, che sarà pos­si­bi­le fir­ma­re all’­Ho­tel Bue Moon o onli­ne su Change.org si ripro­po­ne di far can­cel­la­re que­sta dan­no­sa tra­di­zio­ne anche a Pan­tel­le­ria a tute­la di per­so­ne, ani­ma­li e ambien­te, sosti­tuen­do­la con even­ti più spet­ta­co­la­ri, inclu­si­vi e rispet­to­si del­la natura.

Per un’i­so­la vota­ta al rispet­to del­l’­ha­bi­tat natu­ra­le, che ospi­ta gli stor­mi di uccel­li migra­to­ri e ambi­sce a dive­ni­re un model­lo per l’a­do­zio­ne di pra­ti­che eco­so­ste­ni­bi­li, una per­si­sten­za simi­le è d’al­tron­de sen­za mol­to senso.


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(1) https://www.audiology-infos.it/notizie/1256-hanno-ridotta-tolleranza-ai-suoni-i-pazienti-iperacusici-e-misofonici-lo-studio?showall=1&limitstart=

(2) https://www.eurekalert.org/pub_releases/2010–11/f‑sf-sff111610.php

(3) Sono­ra srl

(4) https://guidominciotti.blog.ilsole24ore.com/2017/12/30/gli-animali-muoiono-di-paura-le-ong-chiedono-ai-sindaci-di-vietare-i-botti-a-capodanno/?refresh_ce=1

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