Andrea Tusa inizia la sua collaborazione con la nostra testata con la sua toccante testimonianza su quanto è successo e sta succedendo dopo la morte del padre, Sebastiano Tusa.
Sono stati 8 mesi in cui la famiglia non ha potuto piangere Sebastiano, mesi di impegno per sapere la verità sull’incidente e per cercare di riprendere in mano le fila di quanto il padre ha lasciato in sospeso.
Torna a Pantelleria, Andrea, e torna per continuare a narrare la storia e l’opera di suo padre che nell’isola è sempre molto amato
di Andrea Govinda Tusa
2 Novembre 2019. Volo New York-Roma
Siamo stati invitati dai genitori di una ragazza americana che ha perso la vita nello stesso volo di mio padre in Etiopia a marzo. Questa famiglia di americani, insieme ad altri familiari delle vittime, ha costituito una ONG, “ET302 Families”, che ha diversi importanti obiettivi. Intanto aiutare in vari modi i parenti delle vittime della tragedia. Fare pressione sulla politica, fare comunicazione e advocacy, per cercare di modificare le leggi sul controllo degli aeromobili civili ai fini di un maggiore livello di sicurezza, affidabilità e trasparenza. Inoltre, indirizzare e gestire un fondo messo a disposizione dalla Boeing per aiutare la comunità di abitanti etiopi della zona colpita dal disastro, rendere accessibile il sito, costruendo strade e infrastrutture (il sito si trova in aperta campagna), e costruire un memoriale sul luogo dell’impatto.
Ogni giorno, a differenza che in Italia, negli USA i media parlano continuamente di questo evento, inserito in un caso molto più grande e internazionale, che vede al centro dei riflettori una guerra tra la Boeing e altri colossi mondiali dell’aviazione. Ogni giorno emergono sempre nuove prove sulla presunte responsabilità di Boeing, ma anche di altri soggetti, rispetto alle cause dei due tragici eventi nei quali hanno perso la vita 376 persone (in Indonesia e poi in Etiopia).
Per raccontare la vita e la carriera di mio padre e dei suoi genitori non basterebbe una vita intera. Mio padre nasce nel 1952. I suoi genitori (i miei nonni) erano degli importanti archeologi. Mio nonno fu un importante archeologo siciliano, ricordato per aver portato alla luce, tutelato, valorizzato e gestito molti siti archeologici in Sicilia.
Mio nonno veniva da una famiglia di contadini, che gestiva un grande feudo di proprietà di un nobile senatore del Regno d’Italia. Con i loro studi, i loro scavi, le loro scoperte, mio nonno e mio padre dopo, contribuirono a rendere famosa la Sicilia nel mondo.
Mio nonno fu un grande archeologo e intellettuale. Inoltre in tutta la sua vita fu attivo politicamente, dapprima come antifascista, poi come militante del Partito Comunista. Mia nonna era un’importante numismatica (esperta di monete antiche).
Mio padre dunque nacque e crebbe in un ambiente molto particolare, ricco di intellettuali, ma anche di personaggi di rilievo dal punto di vista politico e sociale. Fu un grande archeologo preistorico, orientalista, subacqueo. È ricordato per tante scoperte e imprese, non solo in campo archeologico ma anche per la conservazione, la gestione e la tutela dei beni culturali. Fu diverse volte sovrintendente. A lui si deve l’ideazione e la creazione della Sovrintendenza del Mare. È autore di circa 700 pubblicazioni scientifiche e divulgative. Da circa un anno era stato chiamato dal Presidente della Regione a ricoprire il ruolo di Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Io ho iniziato da un anno un dottorato con l’università di Palermo, per svolgere la mia ricerca in scienze del patrimonio culturale (sono laureato in Antropologia e Scienze Sociali). Mio fratello ha un dottorato in Archeologia, ma da circa due anni aveva deciso di trasferirsi a Londra, e lavorare nella ristorazione. Adesso si è ristabilito in Sicilia, perché c’è bisogno anche del suo aiuto per far fronte ai vari problemi che ci ha causato questa tragedia e che ancora dopo tutti questi mesi sono ben lontani dall’essere risolti.
È difficile immaginare quanto dolore e quanta rabbia ci ha causato questo evento. È difficile immaginare come ci sentiamo. Da due anni ormai mio padre aveva vinto una lunga guerra contro il cancro e si sentiva sempre praticamente invincibile, determinato e convinto delle sue scelte, delle sue azioni.
Da più di due mesi ho deciso depositare una causa a Chicago per cercare di avere giustizia per l’ingiusta morte di mio padre. Lo dovevo a lui, lo devo a me. E questo viaggio negli USA è stato il capitolo di apertura di questa difficile, ma necessaria missione.
Nasco a Palermo il 15/10/1985. Dopo essermi diplomato al Liceo classico G.Meli di Palermo, mi sono trasferito a Roma dove ho studiato Teorie e pratiche dell’antropologia all’Università La Sapienza. Dopo la laurea triennale a Roma, decido di trasferirmi in Francia dove imparo il francese e studia all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Marsiglia. Ho conseguito il master di primo e secondo livello in Ricerche comparative in scienze sociali (antropologia, sociologia, storia) e ho deciso di tornare in Italia, dove vive tra Roma e Palermo, effettuando impieghi e stage di vario tipo. Nel 2007 e nel 2008 ho svolto alcune missioni in Kenya e in Egitto lavorando come “esperto di antropologia” presso alcuni Resort di lusso per la divulgazione delle conoscenze antropologiche tra i turisti. Lavoro per varie ONG impegnate nella cooperazione internazionale, nella lotta alla dispersione scolastica, nell’assistenza ai migranti. Ho svolto un tirocinio di 6 mesi a Lisbona nel “Centro portugues refugiados” grazie al progetto “Leonardo” dell’UE. Ho svolto a Palermo un tirocinio presso la fondazione Ignazio Buttitta e il Museo delle Marionette, nell’ambito del progetto “Garanzia giovani”. Nel 2017 sono stato chiamato dal Rettorato della regione Alpes-Provence-Cote d’Azur per una missione di insegnamento della lingua italiana dapprima in un liceo a Marsiglia e successivamente in una scuola media vicino Marsiglia. Nel 2018 ho vinto una borsa di dottorato in Scienze del patrimonio culturale presso l’Università di Palermo per svolgere una ricerca di antropologia sulle dinamiche innescate nella comunità pantesca dai processi di patrimonializzazione UNESCO della Vite ad Alberello e dei muretti a secco, e dall’istituzione del Parco Nazionale di Pantelleria.