Il Punto di Vista.
Angelo Fumuso dice la sua sulla presentazione del Progetto CID SISTEM a Pantelleria, ricordando che l’associativismo pantesco già in passato è stato attento e attivo su queste questioni e che Pantelleria non parte da zero nel sociale.
A PROPOSITO DELLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO CID SISTEM
Come l’omino che muore ogni giorno e nasce ogni giorno senza memoria
di Angelo Fumuso
Volevo fare una precisazione sulla riunione in mediateca per la presentazione del Progetto CID SISTEM. Non voglio soffermarmi sul significato e sulle finalità di questo progetto, in quanto l’articolo di Michela Silvia li spiega benissimo, ma volevo soffermarmi sulla discussione che c’è stata durante l’incontro.
Chi era lì (pochi) avrà ascoltato i continui chiarimenti che ho chiesto e soprattutto le diversità di veduta tra me e l’Assessore Claudia Della Gatta.
Per l’Assessore della Gatta col l’inizio del Progetto CID SISTEM comincia l’anno zero dell’assistenzialismo a Pantelleria, per me no! E poi parla di soggetti abbandonati nelle contrade!
Sembra proprio che l’Assessore voglia dividere il calendario in ‘prima e dopo’ la sua carica al Comune, dimenticandosi del tantissimo lavoro svolto in precedenza.
Il Cid Sistem non è la gallina dalle uova d’oro, cioè un progetto con un bel pacchetto di soldi: è solo un metodo per lavorare nel campo dell’assistenza!
Se il CID vuole unire il pubblico col privato, domanda e offerta, dopo aver fatto un lavoro di conoscenza delle problematiche locali ed un mappatura dei soggetti portatori di handicap e dell’area del bisogno dell’isola, allora proprio Pantelleria non parte dall’anno zero!
Molti compiti li ha già fatti! Basta copiare e prendere il materiale dai verbali e dagli studi fatti negli ultimi dieci anni.
Poi bisogna vedere il Comune che personale potrà destinare a questo progetto, perché il dirigente del IV Settore, Salvatore Belvisi, non ha personale da impiegare. È un progetto che oggi può essere realizzato solo ed esclusivamente su base volontaria da parte delle associazioni.
Dobbiamo buttare alle ortiche anni e anni lavoro e sacrifici?
Se Pantelleria è il test pilota di questo progetto, è proprio dovuto a tutti quegli anni di duro lavoro che si vuole cancellare con un sol colpo di spugna. Anzi dirò di più, sembra proprio che questo progetto sia stato redatto dopo aver letto i verbali del gruppo Piano di quegli anni.
Li c’è proprio tutto questo: studio delle problematiche, mappatura dei soggetti nell’isola, progetti di partenariato col privato, interventi da fare.
All’epoca, dopo un duro lavoro, fatto durante un’estate torrida, si è presentata alla Regione una serie di progetti per la legge 284. La Regione Sicilia vista la bontà progettuale, aveva deciso di regalarci una premialità di un miliardo di lire divisa in diversi anni. Abbiamo bombardato i nostri ragazzi con corsi di ogni genere e maniera: dalla teatralità, a corsi di disegno, fotografia, computer ed equitazione. Il Circolo degli Anziani nasce proprio allora e i soldi dell’affitto dei locali a loro destinati, vengono proprio dalla premialità ricevuta. Ci siamo fermati per mancanza di locali e di fondi per la realizzazione del centro diurno. Sembra proprio che compiuti i 18 anni questi ragazzi debbano essere abbandonati a se stessi e che non ci sia più di bisogno di continuare il lavoro già fatto.
Per non parlare della battaglia fatta per avere a Pantelleria un centro per la Logopedia e la riabilitazione. La venuta del CEPAID nasce da una dura lotta tra l’Associazione “L’Albero Azzurro”, di cui ero il Presidente, e l’Azienda Sanitaria d’allora.
La politica si appropriò di tutto questo e nessun ringraziamento ci venne mai fatto! Era diventato solo un’area per raccogliere voti sia a destra che a sinistra!
Proprio per questo, io difendo e rivendico quel lavoro e quei risultati! Non voglio che nessuno cancelli niente! Non chiedo né riconoscimenti postumi, né pacche sulle spalle: in fondo abbiamo fatto il nostro dovere di cittadini di quest’isola. Una cosa rivendico: che non si cancelli con un colpo di spugna tutto quel lavoro!
Con me, allora c’era il Preside Franco Pavia, l’ing. Minoli Direttore della scuola elementare, Carmen Badalucco della Caritas oltre alla responsabile, Marisa Di Marzo e poi il dott. Salvatore Belvisi responsabili del IV settore.
Allora, i responsabili comunali rinunciarono ad avere i compensi e comprarono materiale utile ai nostri scopi. Sicuramente il proiettore fu comprato allora e tanti altri suppellettili usati nella riunione di presentazione di questo progetto.
Oggi l’Area di intervento sul sociale, secondo me, si divide in due grandi settori.
Il primo racchiude i portatori di handicap nuovi e storici. Su questi bisogna intervenire con corsi che li stimolano il più possibile, seguire il percorso scolastico affinché abbiano la giusta assistenza e aiuto da parte di maestri e professori di sostegno, e soprattutto creare e attrezzare i centri diurni che li accolgano dopo i diciotto anni, quando lo Stato, in pratica, li abbandona.
Il secondo settore è legato alla problematica del disagio e disadattamento di figli provenienti da famiglie problematiche. L’Oratorio parrocchiale, la tensostruttura che ospitava la chiesa e la nuova struttura terminata da poco, dovrebbero essere potenziate e sotto un’unica cabina di regia.
Riconosciamo che il Comune ha avuto una sensibilità in questo settore, vedi il finanziamento alla Associazione Dai un Sorriso e all’Albero Azzurro, ma questo nuovo progetto non può e non deve entrare in contrasto col lavoro fatto prima dal mondo dell’associativismo pantesco.
Sono stato commissario del PSI e segretario del PD di Pantelleria. Uno dei fondatori dello storico mensile “Il Panteco”.
Sempre presente dal primo numero in videotape, al numero unico con Pier Vittorio Marvasi, Capo Redattore del Resto del Carlino, alla rinascita con Tanino Rizzuto giornalista de “L’ora” per la provincia di Trapani, durante gli anni di piombo della mafia.
Sono stato autore di numerose inchieste e servizi in quegli anni. Mi definisco ora e sempre un militante, convinto che a Pantelleria l’unico atto rivoluzionario sia l’informazione, che aiuti ad essere liberi e a pensare con la propria testa.