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Oltre l’avamposto più lontano: un viaggio nella bellezza che ci circonda di Anselmo Consolo

Un viaggio oltre i confini del pianeta e della galassia, oltre l’universo, andata e ritorno. Un appassionante racconto di Anselmo Consolo che ci ricorda della bellezza che ci circonda. 

di Ansel­mo Consolo

Avamposto agli Umani di Terra Madre! 

Se sie­te pron­ti a bre­ve si par­ti­rà ver­so nuo­vi oriz­zon­ti, met­te­te­vi como­di. Per un po’, se vole­te viag­ge­re­te con me… il vascel­lo è in per­fet­te con­di­zio­ni, i siste­mi rispon­do­no, 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1, si parte…(0)

Sia­mo già ad alta quo­ta, guar­da­te fuo­ri, abbia­mo supe­ra­to l’atmosfera, vede­te la ter­ra vista da qui? Non è mera­vi­glio­sa? Sem­bra una bel­lis­si­ma Dea rac­col­ta al suo pro­di­gio­so grem­bo. È pro­prio mera­vi­glio­sa! Qual­cu­no non la vede anco­ra? È pro­prio lì! Davan­ti ai vostri occhi! Fac­cio un’al­tra vira­ta. Vede­te que­sta bel­lis­si­ma Dea? È la nostra madre, è la nostra casa.

Guardate! La chiamano anche il Pianeta Azzurro! 

Mol­ti asse­ri­sco­no che non ne esi­ste un altro simi­le, nel rag­gio di milio­ni di anni luce intor­no a noi. Allon­ta­nia­mo­ci anco­ra un po’… a que­sta distan­za, la nostra Ter­ra sem­bra una per­la rara, azzur­ra, da rac­co­glie­re e custo­di­re per un atti­mo tra le mani e lasciar­se­la bril­la­re davan­ti agli occhi. Ammi­ra­te que­sta per­la! È la nostra madre, è la nostra casa.

Gal­leg­gia in equi­li­brio per­fet­to nel suo siste­ma, nel vuo­to cosmico.

È un vascel­lo vivo che sol­ca gli spa­zi side­ra­li. Non ne esi­ste un altro ugua­le, é unico.

Pro­via­mo ad allon­ta­nar­ci anco­ra… supe­ria­mo il siste­ma sola­re. Riu­sci­te a vede­re? Vede­te quel pic­co­lis­si­mo pun­ti­no azzur­ro, sur­clas­sa­to dal­la lumi­no­si­tà del­la sua stel­la? Ora si con­fon­de tra le miglia­ia di stel­le, ma è pro­prio lì, sem­pre di fron­te a noi.

La scien­za dice che quel pun­ti­no ruo­ta su se stes­so a cir­ca 1.670 chi­lo­me­tri ora­ri e orbi­ta attor­no alla sua stel­la, il sole a cir­ca 108.000 Km/h. Il siste­ma sola­re a sua vol­ta orbi­ta insie­me alla pro­pria galas­sia (la Via Lat­tea) in una spi­ra­le cosmi­ca, attor­no ad un enor­me buco nero a cir­ca 792.000 km/h. L’universo si espan­de ad una velo­ci­tà di miglia­ia di miglia­ia di chi­lo­me­tri al secon­do, da un ipo­te­ti­co cen­tro dal qua­le tut­to pare, sia ini­zia­to, que­sto cen­tro, quest’origine di infi­ni­to come sap­pia­mo per con­ven­zio­ne vie­ne chia­ma­to Big Bang.

In que­sto uni­ver­so infi­ni­to, tra for­ze por­ten­to­se e miste­rio­se si for­gia­no e crea­no le galas­sie, le stel­le, i pia­ne­ti, i buchi neri, le nebu­lo­se, i qua­sar, i lam­pi gam­ma, i foto­ni, gli ato­mi e miria­di di altre stra­nez­ze… Ricor­da­te anco­ra quel fle­bi­le pun­ti­no? Quel pun­ti­no lon­ta­nis­si­mo è la nostra madre, è la nostra casa.

Continuiamo il nostro viaggio. 

Ades­so la ter­ra non si vede nem­me­no più, è spa­ri­ta anche la luce del sole, la nostra magni­fi­ca galas­sia l’abbiamo per­sa in un ulti­mo imper­cet­ti­bi­le scin­til­lio. Spin­gia­mo­ci anco­ra oltre a velo­ci­tà pen­sie­ro, ver­so l’ignoto, pro­via­mo a diri­ger­ci ver­so i con­fi­ni dell’universo cono­sciu­to. È que­sta la nostra meta, non teme­te, ho inse­ri­to le coor­di­na­te per il ritorno…

Vede­te lag­giù, quel baglio­re imper­cet­ti­bi­le che ci sia­mo lascia­ti alle spal­le? Quel­la è la galas­sia più lon­ta­na dal­la Ter­ra che i tele­sco­pi più poten­ti han­no potu­to osser­va­re, gli astro­no­mi l’hanno bat­tez­za­ta: MACS0647-JD. Io pre­fe­ri­sco chia­mar­la l’ultimo avam­po­sto. Si sup­po­ne che la sua luce per arri­va­re agli osser­va­to­ri del­la Ter­ra, abbia viag­gia­to per 13,3 miliar­di di anni luce, qua­si l’età sti­ma­ta del nostro uni­ver­so, che risul­te­reb­be secon­do i cal­co­li, di cir­ca 13,8 miliar­di di anni luce. Pen­sa­te, ciò potreb­be signi­fi­ca­re che que­sta galas­sia si sia for­ma­ta quan­do l’universo era anco­ra bam­bi­no, non ave­va com­piu­to nem­me­no 500 milio­ni di anni luce.

Sco­pria­mo cosa impe­ra oltre la radia­zio­ne cosmi­ca di fon­do, foria­mo il sipa­rio tem­po­ra­le, oltre il limi­te del non anco­ra creato. 

D’altronde se l’universo è in espan­sio­ne, si sta­rà pur espan­den­do all’interno del­lo spa­zio che rie­sce a per­cor­re­re la sua luce, ver­so quel­la zona oscu­ra che non è sta­ta anco­ra rag­giun­ta, con­qui­sta­ta dal­la pri­ma vita­le scin­til­la che ha gene­ra­to tutto.

Ades­so per­fi­no la luce del nostro Uni­ver­so ci sta abbandonando.

Le immense ali nere della notte ci avviluppano.

Adden­tria­mo­ci nel pro­fon­do miste­ro, ver­so l’orizzonte di tut­ti gli oriz­zon­ti, in quel con­fi­ne mai esplorato.

Uma­ni di ter­ra madre! Sia­mo infi­ne giun­ti alla nostra desti­na­zio­ne, arre­sto i moto­ri, la meta è rag­giun­ta. Il nostro poten­te faro a prua del nostro vascel­lo sta per arren­der­si al den­so nero che tut­to avvol­ge… non abbia­te pau­ra del buio, sia­mo nel suo ter­ri­to­rio, qui non rice­via­mo più il sup­por­to del­la fami­lia­re luce del­le stel­le che sem­pre ci conforta.

A bre­ve sare­mo pre­da dell’oscurità più tota­le. È già da un po’ che ci stia­mo caden­do den­tro. Resta­te cal­mi. Tene­te cara la vostra coscien­za. Abban­do­na­te­vi con fidu­cia al not­tur­no abis­so. Qui il nul­la regna sovra­no. Ecco pun­tua­le il suo alfie­re più fede­le, l’oscurità che abbor­da e fago­ci­ta ogni cosa all’interno del nostro abi­ta­co­lo. Le luci del qua­dran­te di con­trol­lo una die­tro l’altra si spen­go­no tut­te, la car­lin­ga sot­to i nostri pie­di mor­si­ca­ta da dila­gan­ti mac­chie nere ces­sa di esi­ste­re. Il nul­la si arram­pi­ca sul nostro cor­po, gam­be, brac­cia, busto, col­lo, occhi, ci som­mer­ge. Non fate resi­sten­za. Abbia­te fiducia.

Ades­so sia­mo sospe­si nel den­so nero che tut­to avvol­ge, sia­mo incor­po­ree coscien­ze flut­tuan­ti nel vuo­to, l’antimaterico setac­cio ha sca­ri­fi­ca­to i nostri sen­si; vista, udi­to, tat­to, olfat­to, gusto.

È rima­sta solo pura coscien­za flut­tuan­te nel vuoto.
Sen­ti­te que­sto vuo­to. Navi­ga­te­ci den­tro. Que­sto vuo­to è la nostra madre, è la nostra casa.

Atten­dia­mo, non impor­ta se minu­ti o eoni, il tem­po qui non esi­ste, il suo gio­go ha per­so l’atavica pre­sa. Aspet­tia­mo come si aspet­ta in un luo­go sen­za tem­po, sco­pria­mo cosa acca­de. Attendiamo…

Attendiamo…

Guar­da­te lag­giù! Vede­te quel baglio­re imper­cet­ti­bi­le come un mirag­gio lon­ta­no? È la radia­zio­ne cosmi­ca di fon­do che avan­za. L’universo ci sta venen­do in soc­cor­so, come un bel sogno fa in una not­te silen­te e vuota. 
Guar­da­te quel­la è MACS0647-JD!
La luce è tornata! 
Accen­do i moto­ri, i siste­mi rispondono.
Ter­ra Madre stia­mo tornando!
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(0) bra­no con­si­glia­to per la let­tu­ra. https://www.youtube.com/watch?v=OkQlrIQhUMQ

 

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