La giornalista Irene Blundo ambienta il suo nuovo romanzo a Pantelleria e in Toscana. Un…
Intervista a Irene Blundo: perché ho ambientato il mio romanzo a Pantelleria
29/10/2020Intervista a Irene Blundo, scrittrice che ha ambientato il suo ultimo romanzo a Pantelleria. Moglie e nuora di panteschi, ha trasposto il suo amore per l’isola ne ‘La ragazza con il vento tra i capelli’.
Un paio di settimane fa avevamo dato la notizia del nuovo libro di Irene Blundo ambientato tra la Toscana e Pantelleria (leggi qui).
Il romanzo, dal titolo “La ragazza con il vento tra i capelli”, è l’ennesimo titolo che porta lustro all’isola e soprattutto è ambientato qui da una scrittrice non pantesca. Un legame con l’isola c’è comunque: la suocera pantesca che ha fatto conoscere anche la parte culinaria dell’isola ad Irene che ha sposato un pantesco ed è venuta sull’isola da piccola. Come promesso ai nostri lettori abbiamo intervistato Irene per capire come nasce questa ispirazione isolana.
Il suo nuovo libro si svolge tra Toscana e Pantelleria. Perché ha scelto la nostra isola come location?
«Pantelleria mi ha sempre affascinato per la sua storia e le sue bellezze naturali. L’aspetto selvaggio, il contrasto dei colori, forti. Ma certo aver sposato un pantesco, due anni e mezzo fa, ha accresciuto il mio interesse per questa isola delle meraviglie. Mio marito, Angelo, è nato a Pantelleria anche se è cresciuto in Toscana, dove ci siamo conosciuti».
Può parlarci un po’ della storia senza spoilerare troppo?
«La protagonista femminile, Marta, è una libraia di Firenze. È una trentenne controcorrente, visto l’affermarsi del digitale rispetto al cartaceo. Il suo amore per la letteratura è pari a quello per l’arte figurativa: davanti a alcune tele si immerge talmente tanto col pensiero da immaginarsi di farne parte e crea storie di fantasia. Il protagonista maschile fa lo skipper a Pantelleria. Lucio si sente tutt’uno con l’isola. I due si incontreranno per caso a una festa a Capalbio, nel resort Locanda Rossa. Ma non si scambieranno numeri di cellulare, nemmeno i nomi si diranno. Entrambi poi vorrebbero incontrarsi di nuovo senza sapere come fare…».
Nel romanzo ci sono aspetti autobiografici?
«Ho preso spunto dalla realtà per alcuni personaggi ma altri sono completamente inventati, così come la storia e le situazioni».
Questo è il suo primo romanzo, ma è anche il suo quinto libro e lei è sempre stata molto attiva nella promozione della cultura, non a caso ha vinto il Premio Europa nel 2019 per la sua “instancabile attività di promozione della cultura e della letteratura in particolare”. Cosa conosce e cosa pensa della cultura pantesca?
«Per scrivere il romanzo ho letto alcuni libri sull’isola anche di autori panteschi, ho studiato la storia e la cultura. Per quanto riguarda la cucina, ci ha pensato mia suocera che è di Pantelleria anche se da più di quarant’anni vive in Toscana. Mi affascina l’unione armoniosa di molte culture in un unicum».
Quando pensa di venire a Pantelleria?
Spero di venire non appena sarà finita questa pandemia. L’Assessore alla Cultura mi ha invitato la prossima estate a presentare il libro a Pantelleria e sarà l’occasione buona per tornare insieme a mio marito che manca dall’isola da venti anni. Sarà un ritorno e una scoperta, non vedo l’ora!
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.