La diretta dell’incontro di questa mattina al Castello di Pantelleria dal titolo: “Strade dell’Isola: Soluzioni…
Niente più quotidiani a Pantelleria. Angelo Fumuso ha approfondito con gli edicolanti dell’isola la situazione
01/02/2021Niente più quotidiani a Pantelleria.
Angelo Fumuso ha approfondito con gli edicolanti dell’isola la situazione ed è arrivato ad un’amara conclusione: la cultura e l’informazione non hanno più peso specifico.
di Angelo Fumuso
Prima parte
In questi giorni sono usciti molto articoli sulle varie testate regionali, che riguardavano Pantelleria. Si va dalla scelta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di includere la nostra isola tra i 12 Borghi del futuro, alla moneta di 5 € (che fa parte della nuova collezione numismatica 2021 coniata dalla zecca), con il cannolo e il passito di Pantelleria a rappresentare la Sicilia. Per non parlare della proroga di un altro anno alla Dat, fino a giugno 2022, per continuare a collegare le isole di Pantelleria e Lampedusa con Trapani, Palermo e Catania nelle more della continuità territoriale.
Notizie importanti, notizie curiose, notizie preziose per informarsi, per potersi programmare, ma notizie che possiamo leggere solo attraverso internet, solo in brevi trafiletti rispetto all’articolo più esaustivo del giornale. E questo perché? Perché da dicembre i quotidiani non arrivano più sull’isola.
Certo che è strano che in tempo di pace non arrivino più quotidiani a Pantelleria. Durante la seconda guerra mondiale arrivavano con gli aerei e regolarmente e oggi no!
Dallo scorso mese di dicembre i due distributori dei quotidiani, “Aenne Press” e ”Il Giornale di Sicilia”, non inviano più quotidiani a Pantelleria. La motivazione ufficiale, le perdite che tutt’e due i distributori hanno: poche vendite e molte spese per il trasporto aereo e per la distribuzione in generale, sull’isola.
I distributori hanno deciso di sospendere, oltre all’invio dei quotidiani, anche gli allegati dei quotidiani, e cioè le collane dei libri, delle enciclopedie e qualche rivista tipo l’Espresso in abbinamento ai quotidiani, tutto ciò tra l’indifferenza e il silenzio di tutta la comunità.
Si vede che l’informazione e la cultura hanno sempre un minor peso specifico sull’isola.
Ho chiesto all’edicolante Francesco Di Marzo del Borgo se si era rivolto alla politica, ha tergiversato.
“Italo Cucci,” mi ha detto “mi ha fatto capire la situazione. La Repubblica da più di seicentomila copie vendute al giorno è passata a sessantamila. In questa situazione non possiamo pretendere dai distributori e dalla distribuzione cose che per ora sono irrealizzabili!”
E così ho sentito anche Riccardo Barraco, l’edicolante di Scauri.
“Io mi sono rassegnato mesi fa, ad ottobre,” dichiara. “Non c’è vendita! Non c’è veramente vendita!”
Ma il costo della spedizione, specialmente il trasporto aereo, quanto pesa in questa decisione?
Il problema non è il peso della spedizione. Il problema è che ci mandano i pacchi e noi facciamo quasi tutto di resa! D’inverno la vendita è veramente poca! Tra me e Pino potremmo vendere una decina di copie de “Il Giornale di Sicilia” e una cinquantina di quotidiani nazionali.
Ma qual è il vero problema che più incide? La poca vendita dei quotidiani, i distributori, il costo dei trasporti o quanto fa pagare la Dat per trasportare i quotidiani?
Tutte queste cose insieme. Ognuno ci mette la sua! Gli editori non vogliono più mandare quotidiani che poi gli ritornano indietro quasi tutti come resi. E poi c’è il sistema delle consegne in toto: c’è chi fa le consegne e vuole essere pagato, la benzina si deve pagare a chi va in aeroporto a prenderli e a consegnarli e poi il ritiro e la spedizione dei resi. Non c’è guadagno sufficiente a coprire queste spese, purtroppo.
Pino mi parlava della possibilità attraverso l’intervento dell’Amministrazione Comunale sulla Dat, di avere le spedizioni a titolo gratuito? Ma c’è stato questo intervento?
Ma non è che l’Amministrazione Comunale può pagare Agosped per il ritiro dei resi! È tutto un sistema d’intervento che ha un costo eccessivo d’inverno rispetto alla vendita che effettivamente c’è. Io infatti ad ottobre ho detto basta. È assurdo andare a prendere 20 quotidiani per farne 19 di resa. Non vale la pena. Non ci copro nemmeno lontanamente il costo della benzina che metto per fare questo servizio. E per poi guadagnare quaranta centesimi? La verità è che in questo periodo invernale non c’è guadagno nella vendita dei quotidiani. Capisco benissimo i distributori e gli amministrativi delle testate.”
Apprendo con malincuore tutto questo, tra l’indifferenza generale. È per me triste che si accetti tutto ciò con rassegnazione, senza fare nessun tentativo almeno politico. È triste per me che in tempi non sospetti ho fatto arrivare i quotidiani gratis per le scuole, proprio per evitare che tutto ciò accadesse.
Spingevo quotidianamente i professori a leggere i quotidiani in classe, a prendere spunti per fare cultura e informazione tra i banchi di scuola. Speravo che attraverso questo esercizio si potesse creare la classe politica del futuro. Insomma speravo e puntavo sulla crescita culturale delle nuove generazioni. Alla fine, forse, è aumentato solo il bagaglio sportivo di queste nuove generazioni?
Guadagnavo qualcosa di meno, per investire sul futuro culturale dell’isola. Si vede che sbagliavo.
Alla fine sono riuscito a parlare col Sindaco, Vincenzo Campo, per chiedergli se era a conoscenza della problematica e se si era mosso per risolvere la questione.
“Venerdì 29 mi sono sentito con quelli della Dat. Mi hanno assicurato che c’è stato un confronto con i distributori per risolvere la questione, rivedendo il costo delle spedizioni. Mi hanno assicurato che tutto è stato risolto da alcune settimane. Ma io non fidandomi, lunedì farò un giro di telefonate alle edicole dell’isola.”
Al Sindaco posso rispondere già io: purtroppo fino a sabato non è arrivato nessun quotidiano sull’isola e anche domenica 31 gennaio, le saracinesche di Pino Bernardo erano chiuse.
Sempre sperando che questo intervento mediatore abbia successo lancio un appello a tutti noi a comprare i quotidiani, almeno una volta a settimana. Non far arrivare l’informazione a Pantelleria è come tornare indietro, all’inizio del secolo scorso. E Pantelleria ha bisogno di fare solo passi avanti, non passi indietro.
Sono stato commissario del PSI e segretario del PD di Pantelleria. Uno dei fondatori dello storico mensile “Il Panteco”.
Sempre presente dal primo numero in videotape, al numero unico con Pier Vittorio Marvasi, Capo Redattore del Resto del Carlino, alla rinascita con Tanino Rizzuto giornalista de “L’ora” per la provincia di Trapani, durante gli anni di piombo della mafia.
Sono stato autore di numerose inchieste e servizi in quegli anni. Mi definisco ora e sempre un militante, convinto che a Pantelleria l’unico atto rivoluzionario sia l’informazione, che aiuti ad essere liberi e a pensare con la propria testa.