Dopo gli arresti di ieri per i falsi dati Covid, l’indagato Razza si rifiuta di rispondere ai magistrati, Musumeci ha assunto le deleghe alla sanità ad interim e emergono altri particolari sulle indagini.
Le reazioni della politica continuano, tra chi condanna la vicenda e chi cerca di stemperarla
di Francesca Marrucci
Le intercettazioni di Ruggero Razza, assessore siciliano alla Sanità dimessosi ieri dopo gli arresti nel Dipartimento che doveva elaborare e comunicare i dati Covid e comunicarli all’Istituto Superiore di Sanità, hanno lasciato molti cittadini nello sdegno e nella rabbia.
“Spalmiamoli un poco…”
Così l’assessore alla Salute Ruggero Razza diceva alla dirigente regionale Letizia Di Liberti, che insieme a Razza è indagata per falso.
“I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?”, chiede lei non sapendo di essere intercettata. “Ma sono veri?”, chiede Razza.
“Si, solo che sono di 3 giorni fa”, risponde. E Razza dà l’ok: “spalmiamoli un poco”. La dirigente prosegue: “ah, ok allora oggi gliene dò uno e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri.. perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene?”
“Ok”, risponde l’assessore Razza.
Ecco questo ‘spalmiamoli’ riferito ai decessi Covid è destinato a restare nella storia delle cronache italiane, come i brindisi dopo il terremoto in Abruzzo, la casa di Scajola che non sapeva gliel’avessero regalata e altre amenità di questo genere.
Eppure la Giunta Siciliana continua a difendere l’ex-assessore. Lo definiscono ‘uomo perbene’ gli assessori ex-colleghi, ma non si sta discutendo se Razza sia o no un ‘uomo perbene’, definizione soggettiva e non definitiva, certamente non giustificativa di una pratica che pure se non fosse riconosciuta quale reato, lascerebbe sempre quel peso morale ed etico che ha permesso di parlare di cittadini morti come se fossero barattoli di Nutella.
Intanto Razza davanti ai magistrati si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il suo avvocato, Enrico Trantino ha spiegato alle agenzie di stampa che è stato lui a consigliare il silenzio al suo assistito, riservandosi di rilasciare dichiarazioni solo quando l’inchiesta passerà ai magistrati di Palermo, territorialmente competenti, al contrario di quelli di Trapani che hanno avviato l’inchiesta.“Non è stato dimostrato – ha affermato ieri sera in una trasmissione televisiva l’avvocato – che i dati sono stati forniti in modo falsato che quale siano stati realmente inviati. C’è un solo dato certo: che l’assessore Razza con grande senso delle istituzioni ha ritenuto doveroso dimettersi per non creare intralcio in comparto molto delicato nel momento più difficile e d’emergenza vissuto dalla sanità. Ruggero Razza dimostrerà l’inconsistenza delle accuse e l’errore di ricostruzione compiuto dai magistrati.”
Il Procuratore di Trapani, Agnello: “Si voleva dare l’apparenza di una macchina sanitaria efficiente, ma così non era”
Il procuratore aggiunto di Trapani, Maurizio Agnello stamattina ha rilasciato alla Rai una dichiarazione che chiama in causa l’intera gestione regionale dell’emergenza, non a caso gli arresti sono di più tra dirigenti e collaboratori: “Il reato di falso è funzionale di solito ad altro. Dobbiamo capire perché. Apparentemente, l’unico motivo che ci siamo dati, atteso che la massima autorità politica regionale, cioè il presidente Musumeci, aveva invocato a più riprese la zona rossa, è che si volesse dare l’apparenza di una macchina sanitaria efficiente mentre così non era o non lo era così come la si voleva fare apparire”. Una cosa che sembra emergere dal quadro investigativo messo insieme finora è che Musumeci fosse estraneo alla vicenda, anzi sembra che il suo pupillo Razza presentasse i dati contraffatti proprio allo scopo di rassicurarlo.
Intanto Musumeci ha annunciato di avere assunto l’interim dell’assessorato alla Sanità.
«Lo terrò — ha precisato — fin quando riterrò necessario e opportuno farlo, proprio perché voglio assicurare i siciliani che il governo non defletterà di un solo centimetro dal percorso fin qui fatto con l’assessore Razza e con tutto il governo. Andremo avanti dritto, senza una tregua. Lo impone la pandemia, la volontà dei siciliani e il nostro dovere istituzionale». Musumeci ha comunicato anche la disponibilità, sua e del governo, a riferire in Aula sulla vicenda giudiziaria che coinvolge alcuni dirigenti dell’assessorato alla Salute. «Né io, né il governo — ha detto il presidente — intendiamo assolutamente sottrarci al confronto. Vorrei solo lanciare un appello: in questo momento, proprio in coerenza col rispetto verso le istituzioni, prima ancora che verso le persone, proporrei di definire la Finanziaria, che è un atto indispensabile per la comunità siciliana. Un minuto dopo possiamo dare vita al dibattito, pur non avendo, né io né altri, potuto procedere all’acquisizione degli atti e quindi alla loro lettura».
Affetto e stima, lo abbiamo detto, dai colleghi di giunta per Razza, fiduciosi che la sua estraneità ai fatti sarà accertata.
«In questi anni di duro e gratificante lavoro in giunta di governo, con il presidente Musumeci, abbiamo avuto occasioni quotidiane di confronto e di lavoro. Abbiamo conosciuto e apprezzato Ruggero Razza: uomo perbene, avvocato esperto, assessore appassionato e competente. Nel ribadire il rispetto per l’attività della magistratura – cui chiediamo però di fare presto – con convinzione e partecipazione sentite, esprimiamo all’amico Ruggero l’augurio di superare l’attuale momento, consapevole della sua integrità morale e certi, pertanto, che la sua estraneità ai fatti contestati verrà prontamente accertata». Dichiarano in una nota, con affetto e stima, gli assessori del governo regionale: Gaetano Armao, Daniela Baglieri, Toto Cordaro, Marco Falcone, Roberto Lagalla, Manlio Messina, Alberto Samonà, Antonio Scavone, Toni Scilla, Mimmo Turano e Marco Zambuto.
Non sono però tutti d’accordo con tale affetto e stima.
Dopo la dichiarazione da Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ha parlato ieri anche da Presidente dell’ANCI Sicilia: “Ho sempre ripetuto che la classificazione dei territori in base ai colori non andava e non va considerata come un concorso a premi né, tantomeno, una partita a poker dove bluffare per vincere di più. La zona rossa, soprattutto se il Governo regionale e nazionale intervengono con i giusti ristori e sostegni alle imprese e alle famiglie, è lo strumento per salvare vite umane. Più volte, fino a pochi giorni fa ho sollecitato e richiesto che fossero forniti ai sindaci e ai cittadini dati corretti, costanti e scientificamente validi. Ancora oggi, però, i sindaci hanno dati contrastanti, incerti e non conoscono i dati sullo stato di occupazione dei posti letto. Per tutto questo il Comune di Palermo si costituirà Parte Civile in questo procedimento giudiziario, visto che proprio sui dati si sono basate molte scelte e provvedimenti amministrativi in questi mesi. Come Presidente dell’ANCI Sicilia convocherò il Direttivo per valutare tutte le iniziative da assumere ivi compresa la costituzione di Parte Civile e ogni altra azione a garanzia del rispetto del diritto alla salute di tutti e dell’esercizio corretto delle competenze comunali”.
Il sindaco, Leoluca Orlando, ha anche scritto una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo avere appreso “le informazioni di stampa sull’inchiesta avente ad oggetto la presunta falsità dei dati epidemiologica “manipolati” per condizionare le scelte degli organismi tecnici e del Governo nazionale”.
Il primo cittadino sottolinea la necessità di “un intervento del Governo nazionale nella forma più chiara e forte possibile, per evitare che si perpetui o si produca un inaccettabile attentato alla vita di migliaia di siciliani. Ho inviato una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza – spiega il sindaco- affinché disponga un immediato accertamento, con ogni provvedimento necessario, perché non si può affidare la vita delle persone a logiche di opportunità. Dalle intercettazioni pare che i vertici regionali si preoccupino di evitare di comunicarmi i dati reali. Ritengo sia ben più grave nasconderli o peggio manipolarli in danno di migliaia di siciliani. Si tratta di comportamenti che, se accertati, hanno chiara configurazione criminale e che comunque producono smarrimento e fiducia”.
Cauta la posizione di ATTIVA SICILIA, gli ex-M5S meno una…
Più cauta la posizione dei transfughi del M5S siciliano, di cui fa parte anche la compagna di Razza, la parlamentare Elena Pagano, che però non firma il comunicato insieme agli altri 4 esponenti politici: “Davanti a un’inchiesta che riguarda la lotta alla pandemia e in un momento in cui serve la massima coesione possibile affinché sia concreta l’azione di contrasto all’emergenza sanitaria, riteniamo le dimissioni dell’assessore Ruggero Razza rappresentino un atto di grande responsabilità istituzionale. Ci auguriamo che le posizioni delle persone coinvolte possano essere presto chiarite”. Firmato: Angela Foti, Matteo Mangiacavallo, Valentina Palmeri, Sergio Tancredi.
Santangelo (M5S): “Accuse gravi. È stata messa a rischio la salute di tutti i siciliani”
“Dall’inchiesta della procura di Trapani sui dati falsi sull’epidemia trasmessi dalla Regione Sicilia all’Istituto Superiore di Sanità, emerge un quadro desolante che, se confermato, dovrebbe portare all’immediato commissariamento della sanità regionale Siciliana”. Lo afferma il senatore del MoVimento 5 Stelle, Vincenzo Santangelo. “Le accuse di falso sono molto gravi perché indicano un sistema che gli inquirenti sospettano vada avanti addirittura dall’inizio della pandemia, volto a dissimulare una situazione pandemica nell’Isola diversa da quella reale.
Se le accuse dovessero essere confermate, significherebbe che in questi mesi è stata messa a rischio la salute e l’incolumità di tutti i cittadini siciliani” ha concluso Santangelo.
Martinciglio (M5S): “Musumeci non liquidi la faccenda, lavandosene le mani come ha sempre fatto”
Dello stesso avviso la deputata del MoVimento 5 Stelle, Vita Martinciglio che sul governatore della Regione Siciliana aggiunge: “Musumeci prova a smarcarsi dalla vicenda vantandosi di averle anticipate le zone rosse, e mai nascoste; peccato che tutti ricordiamo la sua furiosa reazione davanti alla decisione del Governo Conte 2 di dichiarare la Sicilia zona rossa. Alcuni mesi fa, inoltre, un’altra intercettazione provocò non poco imbarazzo al suo Governo: quella del dirigente che intimava alcuni dipendenti a sgonfiare i dati dei contagi. Insomma, è ovvio che Musumeci non possa liquidare la vicenda lavandosene semplicemente le mani. Come ha sempre fatto”.
Anche in Parlamento sulla vicenda c’è fermento.
“Quanto emerge dalle indagini della procura di Trapani sulla trasmissione di dati falsati sulla pandemia è un fatto estremamente grave perché, non solo viola il patto di fiducia fra Regione Siciliana e Stato centrale, ma mette oggettivamente in pericolo i cittadini siciliani. Per questo è necessario e urgente procedere alla nomina di un commissario per la gestione dell’emergenza Covid”. Così i parlamentari nazionali siciliani del MoVimento 5 Stelle.
“Secondo gli inquirenti dal mese di novembre sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati di cui l’ultimo risale a marzo. Il quadro che emergerebbe dalle intercettazioni telefoniche è agghiacciante, gli stessi magistrati parlano di ‘assoluto caos e totale inattendibilità dei dati trasmessi, che sembrano estratti a sorte e la cui dimensione reale appare sfuggita agli stessi soggetti che li alterano’. In altre parola, la Regione non sa neanche quante persone affette da Covid ci siano attualmente nell’Isola” continuano.
“Azioni gravissime che impongono un intervento urgente – aggiungono i pentastellati – che non può esaurirsi con le dimissioni dell’assessore regionale alla Salute, Razza, e con l’assunzione ad interim dell’incarico da parte del presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, che dall’inchiesta emerge come ‘tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite. Abbiamo depositato un’interpellanza al Ministero della Salute, a prima firma della deputata Marialucia Lorefice, presidente della commissione Affari Sociali e Sanità, per chiedere al Governo di procedere alla revoca della nomina del Presidente Musumeci quale commissario delegato per l’attuazione degli interventi finalizzati alla realizzazione delle opere previste nel piano regionale e di ogni altra delega o nomina conferita relativamente all’emergenza Covid-19, con conseguente riacquisizione dei poteri connessi a tali deleghe direttamente in capo al commissario straordinario per l’emergenza Covid-19.
Si richiede altresì l’intervento del Ministero mediante l’implementazione delle misure di vigilanza sul flusso dei dati epidemiologici che vengono trasmessi all’Istituto Superiore di Sanità al fine di evitare che simili situazioni si ripetano anche in altre regioni” concludono.
Lo Curto dell’UDC invita alla prudenza: “Siamo garantisti. In altre regioni c’è stato di peggio”
Di diverso avvisto Eleonora Lo Curto, capogruppo all’ARS dell’UDC: “Occorre prudenza nei giudizi poiché si rischia di essere sommari e di valutare male i fatti. L’indagine di cui siamo venuti a conoscenza oggi sui dati dei contagi Covid in Sicilia ci deve far confidare nel lavoro della magistratura, ma allo stesso tempo ci deve far ammettere che non siamo davanti a reati di corruzione e di malaffare per i quali anche l’uso delle intercettazioni è ricorrente.
Apprezziamo che l’assessore Ruggero Razza, coinvolto nell’inchiesta, abbia rassegnato le dimissioni, così come riconosciamo che il presidente Musumeci è in questo momento quasi obbligato ad assumere l’interim di un ramo dell’amministrazione così pesantemente messo alla prova.
Va comunque ribadito come il governo siciliano, dall’inizio della pandemia, sia stato sempre solerte e attivo nell’affrontare la grave crisi sanitaria e pandemica, dando prova di efficienza e di capacità di gestione dell’emergenza coronavirus.
Altrove, e parlo di regioni come la Lombardia, il Lazio e la Campania, ben altri sono stati i reati contestati ad esponenti dei governi locali nelle indagini della magistratura. Qui si sta parlando solo di caricamento di dati sui contagi e sui decessi, che sovente abbiamo appreso sconta ritardi nelle comunicazioni che arrivano dalle periferie dello stesso sistema di raccolta. Crediamo che il governo Musumeci non possa essere additato per una gestione poco seria e concreta, anzi ricordiamo come alcune decisioni e ordinanze del Presidente della Regione, più restrittive degli stessi Dpcm, siano state viste come eccessi di zelo o addirittura come atti di imperio al limite della legittimità.
Siamo garantisti ed attendiamo con pazienza che il lavoro degli inquirenti descriva chiaramente fatti e circostanze che, in queste ore, nelle ricostruzioni giornalistiche cedono al clamore ed all’eclatante rispetto a ciò che è realmente concreto come reato”.
PD Sicilia: “Chiediamo le immediate dimissioni dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza.
L’immagine della sanità siciliana, in un momento così complicato, non può essere affidata ad un assessore che ne ha già combinate di tutti i colori”. Lo dice il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, in seguito all’indagine della Procura di Trapani che ha iscritto nel registro degli indagati l’assessore regionale alla Salute per falso materiale in concorso.
Nella stessa indagine sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di appartenenti al Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana.
“I dati falsi e truccati emersi dalle indagini sono la punta di un iceberg di un sistema marcio e malato. Il PD – prosegue Barbagallo – aveva già messo in evidenza le storture della Sanità siciliana con la mozione di sfiducia presentata all’ARS nei mesi scorsi e bocciata da una maggioranza pronta solo ad eseguire gli ordini del capo. Questa volta la politica era arrivata prima dei magistrati ma – conclude – di fronte ai fatti di oggi Musumeci non ha scelta: Razza non può restare un minuto di più”.
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.