Angelo Fumuso (IV) scrive una Lettera aperta al Presidente Nello Musumeci sul trattamento riservato alle piccole isole: tante parole e pochi fatti.
Noi chiediamo di essere cittadini italiani, non a parole ma nei fatti! Vogliamo godere degli stessi privilegi e diritti dei cittadini italiani che abitano nell’ l’isola più grande, la Sicilia.
Abbiamo tutto, ma non riusciamo a decollare e per questo i nostri giovani sono costretti ad emigrare! Abbiamo tutto per decollare, ma alla fine nelle mani non ci resta niente!
di Angelo Fumuso
Signor Presidente Musumeci, lei ha detto in una trasmissione giorni fa: “Serve una nuova legge sulle piccole isole! È un’assurdità imporre i parametri della terraferma alle isole!”
Signor presidente Musumeci siamo abituati da tanto tempo a sentire queste parole, ma poi niente si tramuta nei fatti.
Signor presidente Musumeci, ad ogni elezione regionale sentiamo parlare della creazione di un Assessorato alle piccole isole, o di quantomeno un referente o un ufficio; ma questo discorso rimane sempre e solo nella carta, perché nei fatti non ne vediamo effetti paratici. Finito il periodo elettorale non non se ne sente più parlare!
La legge, la Costituzione ci dicono che tutti i cittadini italiani sono uguali, ma nelle Isole non è così. Leggi e Costituzione, dopo 70 anni di vita repubblicana, non hanno risolto tutti i problemi legati alla nostra insularità!
Noi chiediamo di essere cittadini italiani, non a parole ma nei fatti! Vogliamo godere degli stessi privilegi e diritti dei cittadini italiani che abitano nell’ l’isola più grande, la Sicilia.
Un litro di benzina qua costa € 2,50 centesimi in più della terraferma, una bombola di gas GPL qua costa 25 euro, quasi dieci euro in più della Terraferma. Per non parlare delle spese per il genere alimentari, di solito 50 centesimi €1, in più su ogni cosa. La spiegazione è sempre la stessa il costo dei trasporti!
E questo, ci permetta di dire è un’assurdità se consideriamo le spese sostenute dalla regione per la continuità territoriale. I cittadini viaggiano in continuità territoriale, le merci alimentari no! Merci che poi determinano il costo della vita nelle isole!
In ogni capitolato di spesa per appalti, c’è la maggiorazione del 30% per i lavori fatti nelle isole. Quindi vivere in un’isola costa il 30% in più come minimo, ai residenti!
Ultimamente c’è stato un aumento delle tariffe dei trasporti navali del 1,50% per le spese sostenute dalla compagnia dei trasporti marittimi per i controlli Covid e ribaltati a noi. Finirà come per le accise della benzina, che paghiamo ancora i costi del terremoto di Messina del 1908?
Abbiamo sempre la stessa compagnia di trasporti navali da più di 60 anni che cambia proprietario, ma alla fine agisce in pieno monopolio, con un parco di nave che è sempre lo stesso.
Capisce bene signor Presidente, che avere un parco naviglio anziano vuol dire avere disagi continui dovuti a guasti da usura e alla solita guerra tra poveri: togli una nave di qua e la metti lì, ma manca sempre una nave in totale e ci rende uguali tutti nei disagi. E questo sempre e costantemente d’estate, durante il periodo più delicato della nostra economia: l’estate col turismo, il volano della nostra economia!
Il turismo si nutre dei trasporti sicuri, affidabili e certi e non di trasporti a singhiozzo: oggi sì e domani no e dopodomani forse.
Signor Presidente, abbiamo carenze strutturali, progettualità che da decenni chiediamo di realizzare. Progetti che possono far decollare l’economia delle nostre Isole.
Abbiamo tanta bellezza, tanta storia, tanta cultura millenaria di sopravvivenza da parte dei nostri avi, che si tramuta in un modo di vivere e di relazionarsi unico, delle nostre isole.
Abbiamo tanti prodotti che siamo riusciti a strappare al mare e alla natura, unici che il mondo ci invidia.
Abbiamo la nostra cucina, che utilizza prodotti genuini che la terra il mare ci dà e che è diventata un modello nel mondo!
Abbiamo la pazienza millenaria di sapere aspettare, di sapere gustare e assaporare le cose della vita, i frutti della Terra e del Mare, perché delle nostre isole sappiamo apprezzare il tempo e non ne siamo schiavi.
Abbiamo ereditato l’ospitalità dei nostri avi che fa delle nostre isole dei punti di pace fissi nel Mediterraneo. Le nostre isole sono Ponti di pace e non muri di confine!
Abbiamo un clima e una qualità della vita da primato. Chiunque viene ne resta innamorato e ammaliato.
Signor Presidente Musumeci, abbiamo tutto ma non riusciamo a decollare e per questo i nostri giovani sono costretti ad emigrare! Abbiamo tutto per decollare, ma alla fine nelle mani non ci resta niente!
Signor Presidente Musumeci, chiediamo di essere cittadini italiani!
Nasce questo comitato come un modo di fare una nuova politica di unione tra le isole siciliane. Ci affiancheremo alle amministrazioni, alle popolazioni delle nostre isole per portare avanti i temi comuni. Dialogheremo, ci confronteremo e porteremo i temi comuni con esse. Faremo politica assieme! Un modo nuovo di fare politica, più inclusivo è unitario tra le nostre isole siciliane.
Speriamo che Lei accolga questo grido di dolore.
Angelo Fumuso, Responsabile Italia Viva Isole Minori
Sono stato commissario del PSI e segretario del PD di Pantelleria. Uno dei fondatori dello storico mensile “Il Panteco”.
Sempre presente dal primo numero in videotape, al numero unico con Pier Vittorio Marvasi, Capo Redattore del Resto del Carlino, alla rinascita con Tanino Rizzuto giornalista de “L’ora” per la provincia di Trapani, durante gli anni di piombo della mafia.
Sono stato autore di numerose inchieste e servizi in quegli anni. Mi definisco ora e sempre un militante, convinto che a Pantelleria l’unico atto rivoluzionario sia l’informazione, che aiuti ad essere liberi e a pensare con la propria testa.