Antonio Gutterez inaugura la sua collaborazione personale con la nostra testata con il racconto di una sua disavventura con i bus che portano all’Aeroporto di Birgi-Trapani.
Un episodio che a molti panteschi, in questi anni è capitato di vivere, tra un disagio e l’altro: perdere l’aereo per mancate o sbagliate informazioni sul servizio di navetta bus da Trapani
di Antonio Gutterez
Cronaca di una giornata storta.
Per noi panteschi è normale prendere il bus che collega la città di Trapani con l’aeroporto Internazionale Vincenzo Florio di Birgi. Lo facciamo perché prendere un taxi risulta molto più caro dei pochi euro della corsa del bus.
Per noi panteschi è anche comodo rilevare gli orari delle corse dei bus scaricandoli dal sito internet dell’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto Internazionale Vincenzo Florio di Birgi. Allora entriamo sul sito, cerchiamo la pagina “collegamenti da e per Trapani” e studiamo i vari orari proposti dalla compagnia di Trasporto concessionaria della linea pubblica. Si fa il biglietto, si verificano gli orari dei bus e di sceglie quello adeguato alle nostre esigenze.
E ci fidiamo di tutti, guai a non farlo.
Questo è ciò che ho fatto giovedì 14 aprile. Ho scaricato l’orario dal sito dell’Airgest e ho deciso di prendere il bus delle 17.00 indicato nell’orario in vigore dall’11 gennaio 2021.
Alle 17.00 in punto, da bravo pantesco, mi sono ritrovato alla fermata di Via Fardella.
“Passeranno almeno 15 minuti prima che arrivi,” dicevo fra me e me. “Ce la posso fare ad arrivare puntuale all’imbarco del volo delle 18.30. Ho già fatto il check in online, così anticipo un pochino e vado proprio comodo comodo…”
Alle 17.30, ancora non s’è vista ombra di bus e iniziano i primi dubbi. O meglio, molti bus mi avevano intanto fatto ombra, ma nessuno che servisse a me.
Alle 17.40, ormai rassegnato ad aver perso il mio volo, mi lancio sul primo bus di passaggio e chiedo informazioni al conducente. Sì, lo so, non avrei dovuto parlargli, non si parla al conducente, si sa, ma io ero disperato. Dovevo prendere quell’aereo. Avevo troppe cose da fare a Pantelleria per perderlo per colpa del bus.
E dunque, una volta infranta la regola di non disturbare il conducente, comincio: “Mi scusi signor conducente, ha mica idea di quando passi il bus per l’Aeroporto Internazionale Vincenzo Florio di Birgi?”
“Aspetti che guardo,” mi fa il conducente. “Parte alle 17.30″.
“Come???” dico io. “Sull’orario di partenza che ho scaricato sul sito Airgest, che gestisce l’Aeroporto Internazionale Vincenzo Florio di Birgi, non c’è ombra di questo orario, piuttosto si parla delle 17.00 in punto!”
“Ma lei lo sa che abbiamo un orario nuovo in vigore dal 7 aprile? Eccolo!”
Ammetto di esserci rimasto male.
Subito ho capito: sul sito dell’aeroporto Internazionale Vincenzo Florio di Trapani Birgi pubblicizzano un orario ormai scaduto da ben una settimana. Una incredibile distrazione che getta un’ombra sulla proiezione europea che allo stesso il management ha deciso di conferire.
Per farla breve, l’aereo per me ora era ormai un miraggio.
Avevo tante cose da fare a Pantelleria, tra impegni di lavoro, impegni amministrativi per l’incarico che ricopro e anche familiari, perché dovevo anche passare a salutare i miei genitori, ormai anziani.
Niente di tutto ciò. Volo, programmi, lavoro e soldi persi. Di loro non è rimasta nemmeno l’ombra.
E il giorno dopo? Manco a dirlo! Vento di Levante a 35 nodi. Nave e aerei fermi al palo.
Questo significa vivere su un’isola. Queste sono storie ordinarie di panteschi…
Siciliano doc, pantesco classe ’71, mi sono trasferito a Latina negli anni’ 80 e poi sono rientrato a Pantelleria. Studi tecnico commerciali, laureato in economia e commercio a Palermo. Ufficiale dell’Esercito non proseguo la carriera militare per dedicarmi alla libera professione di commercialista. Ho fatto diverse apparizioni nel mondo della scuola come docente di varie materie tecnico/umanistiche, sono un appassionato viaggiatore fai da te e non disdegno la politica attiva. Sportivo, sfrutto la vicinanza con l’Africa per frequentare assiduamente le coste tunisine, ma amo anche il Marocco, la Turchia, buona parte dell’Europa e non tralascio una tappa a New York. Sono ormai un navigatore esperto e navigo nel Mediterraneo con il mio 14 metri americano. Scrivo perché mi piace raccontare le mie esperienze. Sono felicemente sposato e padre di due figli.