Site icon Pantelleria Notizie - Punto a Capo Online

Danilo Ruggero, cantautore pantesco in finale al Premio Andrea Parodi

Danilo Ruggero

Danilo Ruggero

Il cantautore pantesco, finalista al Premio Parodi ci parla delle canzoni in finale e dei piani per il futuro. Da Pantelleria sempre dritto verso il futuro, con un pensiero al padre e a casa sua

di Fran­ce­sca Marrucci

Di Dani­lo Rug­ge­ro abbia­mo già par­la­to ad otto­bre, annun­cian­do che era sta­to scel­to come fina­li­sta al Pre­mio Andrea Paro­di, poi riman­da­to per Covid. Final­men­te, la fina­le del Pre­mio si ter­rà sta­se­ra e doma­ni e il can­tau­to­re pan­te­sco è tra i papa­bi­li per por­ta­re a casa uno dei pre­mi più ambi­ti del­l’am­bien­te del­la folk music ita­lia­na. Lo abbia­mo rag­giun­to a Roma, in una pau­sa dal­lo stu­dio di regi­stra­zio­ne e gli abbia­mo chie­sto di con­di­vi­de­re con i let­to­ri l’e­mo­zio­ne di que­sta attesa.

Finalmente il 14 e 15 maggio ci saranno le finali del Premio Andrea Parodi rimandato lo scorso anno a causa del Covid. Tu sei uno dei finalisti a questo importante premio, come ti prepari a questo appuntamento?

C’è da dire che è sta­to un restar ina­spet­ta­to, ma ben spe­ra­to. Abbia­mo atte­so con ansia que­sta even­to fina­le e, poter­lo rior­ga­niz­za­re ades­so in un tea­tro, anche se a por­te chiu­se e solo con la pre­sen­za di giu­di­ci e gior­na­li­sti, per via del­le nor­ma­ti­ve Covid, è mol­to impor­tan­te e cre­do sia un for­te segna­le di ripre­sa per tut­to il set­to­re musi­ca­le e arti­sti­co in gene­ra­le. Esse­re tra i fina­li­sti del Pre­mio Andrea Paro­di è comun­que per me una for­tu­na e frut­to di tan­to orgo­glio. Ci andrò accom­pa­gna­to dal mio ami­co e ormai fida­to batterista/percussionista, Car­mi­ne D’Am­bro­sio, che non mi ha mai mol­la­to nono­stan­te i miei sbal­zi d’u­mo­re, i repen­ti­ni cam­bi di rot­ta o gli alti e bas­si degli ulti­mi anni. È con lui che mi sono pre­pa­ra­to in fret­ta e furia per cer­ca­re di toglie­re quel po’ di “rug­gi­ne” dovu­to a que­sto lun­go perio­do di “stop” dai live. Pur­trop­po ades­so viven­do tra l’al­tro a Mila­no, lon­ta­no da tut­ti i miei musi­ci­sti resi­den­ti tra Roma e pro­vin­cia, orga­niz­zar­si per le pro­ve, con gli spo­sta­men­ti limi­ta­ti da zone ros­se, aran­cio­ni e chiu­su­re varie, è sta­to pra­ti­ca­men­te impos­si­bi­le. Per cui spe­ria­mo, anche se con que­sta for­ma­zio­ne mini­ma­le (chi­tar­ra, voce e per­cus­sio­ni) di poter esse­re all’al­tez­za del­lo spet­ta­co­lo e del pal­co che ci ospi­te­rà. Sto met­ten­do in ordi­ne le idee e i pen­sie­ri per arri­va­re quan­to­me­no sere­no. Restia­mo mol­to carichi.

Dani­lo Ruggero

Con quale brano sei in gara? Di cosa parla?

I bra­ni che pre­sen­te­re­mo in fina­le sono tre, di cui due ori­gi­na­li in lin­gua siciliana/pantesca ovve­ro: quel­lo in gara, ‘Li mali­vu­ci’, (bra­no anco­ra ine­di­to e non ascol­ta­bi­le su alcu­na piat­ta­for­ma strea­ming), Damu foco ai pin­se­ra, vec­chio bra­no inse­ri­to nel mio pri­mo EP pub­bli­ca­to tre anni fa pre­sen­te ovun­que sul web e una rivi­si­ta­zio­ne del bra­no Ruza­ju di Andrea Paro­di. Tut­to in for­ma vera­men­te inti­ma e ete­rea con que­sta for­ma­zio­ne che abbia­mo in pas­sa­to già roda­to per altre esperienze.
Il bra­no in gara comun­que è un bra­no par­ti­co­la­re e sono feli­cis­si­mo sia sta­to scel­to per esse­re tra i die­ci bra­ni in fina­le. “Li mali­vu­ci” par­la di Pan­tel­le­ria e di quel­le che sono le dina­mi­che socia­li che nasco­no in una pic­co­la iso­la e pre­su­mo comun­que in ogni pic­co­lo pae­si­no. Par­la del cur­tig­ghio del­le com­ma­ri, di sto­rie d’a­mo­re mal mes­se, di ami­ci­zie tra­di­te ecc. Insom­ma di tut­to quel­lo che c’è e di cui si può par­la­re e rac­con­ta­re, quan­do in real­tà non c’è nien­te da rac­con­ta­re o da fare, ma c’è un sac­co di tem­po a dispo­si­zio­ne per dedi­car­si alle sto­rie da rica­ma­re e reinventare.

Car­mi­ne D’Ambrosio

Cosa ti piacerebbe uscisse come messaggio dalla tua partecipazione a questo che è il più importante premio di world music italiano?

Non ho un mes­sag­gio da voler man­da­re a per­so­ne spe­ci­fi­che. La can­zo­ne non è dedi­ca­ta a qual­cu­no in par­ti­co­la­re. Mi aspet­to che ognu­no ci rive­da un fram­men­to del­la pro­pria vita, come io ce ne vedo mol­ti del­la mia. Mi vie­ne da dire che potreb­be esse­re dedi­ca­ta a “casa mia” per­ché par­la un po’ di me e di quel­lo che mi cir­con­da o di cui mi sono cir­con­da­to total­men­te fino all’e­tà di dician­no­ve anni.
Non mi aspet­to nulla.
So solo che se doves­se acca­de­re qual­co­sa sul pal­co del più impor­tan­te pre­mio di world music ita­lia­no… pen­so che dedi­che­rei tut­to a mio padre, che era lega­to alla mia ter­ra tan­to quan­to lo sono io e che sareb­be, anco­ra un’en­ne­si­ma vol­ta, orgo­glio­so di tut­to que­sto. Mol­to più di me.

Ti abbiamo lasciato quest’estate, reduce di un bellissimo concerto a Pantelleria, quali sono i programmi per il prossimo futuro, Covid permettendo?

Ho fat­to tan­ti pia­ni dopo la scor­sa esta­te che sono anda­ti un po’ sce­man­do per via del Covid. Ho ral­len­ta­to come tut­ti aspet­tan­do il momen­to più oppor­tu­no. Ades­so si stan­no con­cre­tiz­zan­do pia­no pia­no alcu­ni pro­get­ti che ave­vo in men­te e sono dav­ve­ro deci­so e con­vin­to a rea­liz­zar­li tut­ti. Fino all’ul­ti­mo. Sto pren­den­do la rin­cor­sa per un po’ di cose che non tar­de­ran­no ad arri­va­re, ma saran­no tut­te del­le sor­pre­se. Ci met­te­rò impe­gno e tut­ta la pas­sio­ne che ho sem­pre avu­to nel fare musi­ca, nel­lo scri­ve­re can­zo­ni che non tar­de­ran­no ad arri­va­re. Que­sta è una pro­mes­sa che fac­cio a me stes­so e a chi mi ha sem­pre spin­to e supportato.

Dani­lo Ruggero

Exit mobile version