Giorgio Armani, pantesco nel cuore, ci racconta la sua Pantelleria dagli anni ’80 ad oggi e perché l’ha scelta come rifugio personale. Coglie inoltre l’occasione per fare un appello a vaccinarsi contro il Covid, richiamando un ‘gesto di responsabilità sociale, per proteggere sé e gli altri’ in un’intervista esclusiva.
di Francesca Marrucci
C’è chi lo chiama ‘il Re di Pantelleria’ e in effetti Giorgio Armani è un vero e proprio sovrano nei cuori degli isolani ormai dagli anni ’80, quando decise di trasferirsi a Gadir, in un angolo di Pantelleria simile al paradiso, e dove passa qui tutte le sue estati da allora.
‘Un vero signore’, così è definito dai panteschi, che ha mostrato negli anni tante volte il suo affetto e il suo apprezzamento per l’isola, spesso intervenendo con la sua Fondazione per sostenere progetti innovativi che trovano in Pantelleria luoghi fertili di studio.
È il caso, giusto per citare un esempio, del recente studio in collaborazione con il Comune, l’Università Federico II e il CNR sugli ME, Microrganismi Efficienti che è in corso proprio a Pantelleria, ma anche è rimasta nella memoria collettiva la donazione di una TAC all’ospedale Nagar. Insomma, non una presenza che passa inosservata, ma anzi un impegno costante a favore di un territorio tanto amato, così come ci ricorda in questa intervista.
Proprio perché ha tanto a cuore l’isola e gli isolani, anche Giorgio Armani si unisce alle voci di tanti personaggi che qui vivono, nell’appello a vaccinarsi per rendere Pantelleria Covid free e definendo la vaccinazione un ‘gesto di responsabilità sociale, perché protegge sé e gli altri’.
Signor Armani, ormai lei è un pantesco a tutti gli effetti e in un certo senso potremmo dire che l’isola ha adottato lei come lei ha adottato Pantelleria. Cos’è che l’ha più colpita di questo luogo, tanto da decidere di venirci a vivere per una parte dell’anno?
Pantelleria è un’isola unica, a metà strada tra mondi diversi, e io ne sono stato affascinato quasi subito. Superato il primo impatto con la natura aspra, dai colori forti e contrastanti, ne sono stato poi sedotto. Per me, che arrivavo da Milano, Pantelleria si è rivelata come l’‘altrove’ materializzato: in mezzo al Mediterraneo, con il blu profondo del mare tutto intorno e gli abitanti, ruvidi in superficie e così generosi. È stata la prima scoperta di un luogo lontano dalla città e da tutto: le rimango e le rimarrò legato per sempre.
Dopo tanti anni come è cambiata Pantelleria secondo lei?
In molti l’hanno scoperta. C’è più gente, più turismo, e per certi versi è diventata più accogliente. Per il resto, rimane un’isola meravigliosa, un luogo che va esplorato pian piano, e che richiede una vita per essere apprezzato in tutte le sue sfumature. All’inizio è ostica e aspra, poi dischiude il suo fascino, ma a volte subito si ritira. Non è un luogo per tutti, e questo ai miei occhi ne moltiplica il fascino.
Cosa vorrebbe che cambiasse nell’isola e cosa che non cambiasse mai?
Pantelleria mi piace così com’è: continuo ancora oggi a scoprirla. Vorrei che non perdesse mai il suo fascino selvaggio, ma qui la natura è troppo viva, troppo forte per farsi sopraffare. L’isola conserva ancora intatta tutta la sua bellezza.
L’estate è ormai iniziata ed iniziano ad arrivare i primi turisti dopo il secondo anno di Covid-19. Pantelleria mira a diventare un’isola Covid free ed è in atto la campagna di vaccinazione a tappeto. Quanto è importante vaccinarsi e quanto lo è soprattutto per un’isola come Pantelleria?
La vaccinazione è fondamentale, come gesto personale, ma soprattutto come gesto di responsabilità sociale, perché protegge sé e gli altri. È doppiamente importante in un luogo come Pantelleria, una comunità che accoglie così tanti turisti e cittadini onorari. Come si dice: nessun uomo è un’isola, anche chi vive su un’isola. Dovremmo tutti ricordarlo, e agire per il bene comune.
Foto di ©Giorgio Armani
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
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