Il 16 ottobre si è celebrato il Santo Patrono di Pantelleria, in versione ancora ‘Covid’, quindi priva di processione e festeggiamenti.
Giusy Andaloro ci ha inviato due poesie della sua raccolta FIORI DI OSSIDIANA dedicate a questa ricorrenza
San Fortunato
17 ottobre 1891
Dalle fraterne sponde tunisine
lo spettacolo dell’imminente fine.
Risuonan funesti delle campane i bronzi
al ribollir dalle titaniche onde marine.
L’orrido fuoco s’innalza nel cielo,
incute timore alla pacifica gente,
blocchi di lava incandescente
poi si raffreddan e s’inabissan nel mar.
All’udir le supplicanti preghiere
che dalla Matrice si levano al cielo,
nella profonda e infinita notte cieca,
San Fortunato martire prestissimo accorre
e armato di fasci di fulgida e benevola luce
l’implacabile collera piega e seduce.
Silenzio.
Tranquillità e pace avvolgono l’isola.
Glorioso San Fortunato,
dell’amata isola patrono incontrastato,
ogni pantesco dal manto santo protetto
al martire intona preghiere e canti d’affetto.
Corona di fiori che ondeggi sul mar,
sfiorata dal vento e scaldata dal sol,
infondi pace, amore e luce di gioviale speranza
in questo fragile mondo che lentamente avanza.
Mustazzoli
Miele, zucchero, mandorline,
mezzo bicchiere di bianco vino,
semola, cannella, mandarino,
mezzo bicchiere di maraschino,
acqua, strutto e aromi,
di sesamo un cucchiaino.
Tondeggiante “cuddureddra”,
armonioso connubio d’isolani sapori,
con rinnovata veemenza,
scandisci le flemmatiche fasi
dell’anelante vita pantesca.
Sincere anime,
eternamente in bilico
tra il mellifluo sogno di una dolce partenza
e l’amarezza di un ristretto mondo
piegato all’esteriore parvenza.
Piccolo mustazzolo,
del femmineo universo pantesco
rappresenti l’immemore storia.
Con eleganti e ardimentosi ghirigori
esprimi la lentissima essenza del vivere
che ridente e fuggitiva si crogiola
in delicatissimi ricami di pasta.
Nei giorni d’amorevole festa,
l’atavico spirito comunitario s’impone
rendendo il rituale della condivisione
il più nobile e ricercato dono.
Dicembre,
si spalancano le porte dei dammusi
e con essi anche i generosi cuori
di donne, giovinette e bambine.
Sveglie all’alba e con le mani in pasta,
sorridono alla luna aspettando il sole.
Tra forni a legna e confettini multicolori
il minuzioso e artistico lavoro
appare come una suggestiva magia
illuminato dai raggi del calante sole.
Una favola da raccontare e ancor più da vivere
dal mistico e antico arabeggiante sapore
che rallegra l’inesorabile e lento trascorrer delle ore.
Poesie estratte dal libro “Pantelleria. Fiori d’Ossidiana. Emozioni sospese tra mare, cielo e terra” di Giusy Andaloro
Il libro è stato presentato dalla prof.ssa Andaloro il 30 luglio, nell’ambito della Stagione Culturale Estiva 2021, presso l’aula Consiliare del Comune di Pantelleria.
Nata e cresciuta a Milazzo, dove vive tuttora con la propria famiglia d’origine, Giusy Andaloro è laureata in Lettere e Filosofia. Abilitata per l’insegnamento in vari ordini di scuola (Infanzia, Primaria, Secondaria di I e II grado) è insegnante di Lettere a tempo indeterminato presso la Scuola Secondaria di I grado “Zirilli” di Milazzo.
Trasferita in provincia di Milano nel ’99 per esigenze di lavoro, dopo un lunghissimo precariato meneghino, nel 2013 riesce ad ottenere il trasferimento a Pantelleria, estrema isola di confine, situata nel cuore del Mediterraneo a metà tra l’Italia e l’Africa.
La passione per la scrittura creativa l’ha rapita fin da quando era bambina e da sempre, oltre a scrivere per se stessa, cerca di trasmettere ai suoi alunni l’amore per la poesia e per la scrittura tout court.
L’arte poetica, dichiara la prof.ssa Andaloro, è una forma di comunicazione peculiare attraverso la quale è possibile rivelare agli altri istanti di vita vissuta e i turbamenti emotivi provati: l’intelletto decodifica emozioni, ordina percezioni e intuizioni, intesse relazioni, costruisce schemi e modelli e sa spingersi anche al di fuori di essi. Attraverso il linguaggio della poesia s’impara pian piano ad avvertire e ad esplorare i meandri della propria anima e ciò risulta indispensabile per acquisire sicurezza, fiducia nelle proprie capacità e per costruire in modo solido la propria identità.
Cimentarsi a scrivere un componimento in versi non è altro che saper sfogliare tra le pagine della nostra mente, saper ascoltare e prestare attenzione alla flebile voce del nostro io interiore, riuscire a percepire le nostre emozioni e suggestioni, saper sognare sospesi tra cielo e terra, riuscire insomma ad essere “immensi” pur amando la semplicità che quotidianamente si cela nelle piccole cose.
In “Pantelleria. Fiori d’Ossidiana. Emozioni sospese tra mare, cielo e terra” l’autrice “dipinge con le parole” i momenti più intensi vissuti nell’isola di confine e i moti dell’animo scaturiti dal contatto con la nuova dimensione.
Una raccolta di poesie che costituisce una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti della Perla Nera del Mediterraneo.
Fuggita dalle brume del Nord, dopo una permanenza di circa quindici anni nella provincia di Milano per esigenze lavorative, all’improvviso, ma per sua volontà, si ritrova estasiata tra le braccia di Madre Natura.
Il sogno accarezzato per lunghi anni diventa realtà: vivere e insegnare nell’isola di Pantelleria, nell’omerica Ogigia, ove la forza degli elementi, talvolta, assume le sembianze di quella “Natura matrigna” di leopardiana memoria.
Una natura con il volto a metà tra il bello e il terribile al cui cospetto il pantesco e il turista s’inchinano.
Le emozioni vissute, cristallizzate in sentieri poetici, ritraggono alcune tra le più belle località dell’isola (Lago di Venere, Cala Gadir, l’Arco dell’elefante, la Grotta di Benikulà…) senza tralasciare gli spaccati di vita quotidiana, le amicizie, le tradizioni, le usanze e i misteri della Perla Nera del Mediterraneo, fino alla gioia provata per l’acquisto di un piccolo dammuso storico che sancisce il sodalizio, sugellando il viscerale legame con l’isola.
Un libro che suscita nel lettore curiosità e attenzione verso l’isola del vento che attende di essere scoperta e conosciuta per le sue maestose meraviglie.
Nata e cresciuta a Milazzo, dove vive tuttora con la propria famiglia d’origine, Giusy Andaloro è laureata in Lettere e Filosofia. Abilitata per l’insegnamento in vari ordini di scuola (Infanzia, Primaria, Secondaria di I e II grado) è insegnante di Lettere a tempo indeterminato presso la Scuola Secondaria di I grado “Zirilli” di Milazzo.
Trasferita in provincia di Milano nel ’99 per esigenze di lavoro, dopo un lunghissimo precariato meneghino, nel 2013 riesce ad ottenere il trasferimento a Pantelleria, estrema isola di confine, situata nel cuore del Mediterraneo a metà tra l’Italia e l’Africa.
La passione per la scrittura creativa l’ha rapita fin da quando era bambina e da sempre, oltre a scrivere per se stessa, cerca di trasmettere ai suoi alunni l’amore per la poesia e per la scrittura tout court.
L’arte poetica è una forma di comunicazione peculiare attraverso la quale è possibile rivelare agli altri istanti di vita vissuta e i turbamenti emotivi provati: l’intelletto decodifica emozioni, ordina percezioni e intuizioni, intesse relazioni, costruisce schemi e modelli e sa spingersi anche al di fuori di essi.
Attraverso il linguaggio della poesia s’impara pian piano ad avvertire e ad esplorare i meandri della propria anima e ciò risulta indispensabile per acquisire sicurezza, fiducia nelle proprie capacità e per costruire in modo solido la propria identità.
Cimentarsi a scrivere un componimento in versi non è altro che saper sfogliare tra le pagine della nostra mente, saper ascoltare e prestare attenzione alla flebile voce del nostro io interiore, riuscire a percepire le nostre emozioni e suggestioni, saper sognare sospesi tra cielo e terra, riuscire insomma ad essere “immensi” pur amando la semplicità che quotidianamente si cela nelle piccole cose.