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COVID: I numeri non mentono. Le persone sì

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COVID: I numeri non mentono. Le persone sì.

Come vengono (male) interpretati i dati che riguardano i vaccini e come vengono manipolati per far credere che il vaccino non serva

di Ange­lo Parisi

Da quan­do i nume­ri dei sog­get­ti posi­ti­vi al virus SARS-COV‑2 sono aumen­ta­ti, si è aper­to un dibat­ti­to riguar­do l’efficacia dei vaccini.

Secon­do alcu­ni espo­nen­ti con­tra­ri ai vac­ci­ni, ma favo­re­vo­li agli altri far­ma­ci, i dati dimo­stre­reb­be­ro l’inefficacia del­la vac­ci­na­zio­ne in quan­to, a loro giu­di­zio, non cree­reb­be un’immunizzazione. E que­sto fat­to sareb­be dimo­stra­to dal­la per­cen­tua­le di vac­ci­na­ti tra i posi­ti­vi. Secon­do loro il fat­to che la mag­gior par­te di posi­ti­vi sia vac­ci­na­to, dimo­stre­reb­be pro­prio l’inefficacia dei vac­ci­ni. In pra­ti­ca non pren­do­no in con­si­de­ra­zio­ne l’effetto para­dos­so dato dal fat­to che il nume­ro di vac­ci­na­ti è note­vol­men­te supe­rio­re a quel­lo dei non vac­ci­na­ti. Un po’ come voler fare un para­go­ne tra i nume­ri ita­lia­ni e quel­li di San Mari­no per arri­va­re a con­clu­de­re che a San Mari­no la pan­de­mia vie­ne gesti­ta meglio per­ché, rispet­to all’Italia, il nume­ro di posi­ti­vi è inferiore.

Ma oltre a questo, bisognerebbe capire cosa intendono questi signori con il termine “immunizzazione”.

For­se cre­do­no che il vac­ci­no crei un cam­po di for­ze pro­tet­ti­ve e agi­sca impe­den­do ai virus di entra­re in con­tat­to con il nostro orga­ni­smo? Se fos­se così, mi sa che han­no visto trop­pi film o car­to­ni di fantascienza.

Infat­ti, come sa la mag­gior par­te del­le per­so­ne che ha qual­che remi­ne­scen­za di ciò che ha stu­dia­to alle scuo­le dell’obbligo, i vac­ci­ni non fun­zio­na­no così. I vac­ci­ni ser­vo­no ad aiu­ta­re il siste­ma immu­ni­ta­rio a com­bat­te­re i virus dopo che sono venu­ti a con­tat­to con l’organismo. E lo fan­no eser­ci­tan­do il siste­ma immu­ni­ta­rio a rico­no­sce­re e abbat­te­re l’agente pato­ge­no in modo che non pos­sa repli­car­si e attac­ca­re l’organismo svi­lup­pan­do la malat­tia cor­re­la­ta. Un po’ come quan­do ci eser­ci­tia­mo per supe­ra­re un esa­me. L’esercizio ci aiu­ta a rispon­de­re alle doman­de dopo che ci sono sta­te poste, non cer­to pri­ma di cono­scer­le. Nel caso del virus SARS-COV‑2, il vac­ci­no ser­ve a far sì che il nostro siste­ma immu­ni­ta­rio si doti degli anti­cor­pi che impe­di­sco­no al virus di svi­lup­pa­re la malat­tia cor­re­la­ta: il COVID, appunto.

Quin­di se si vuo­le discu­te­re sull’efficacia dei vac­ci­ni nel con­tra­sta­re il COVID, non biso­gne­reb­be fer­mar­si a guar­da­re i nume­ri dei posi­ti­vi, ma biso­gna anda­re oltre e guar­da­re il nume­ro di chi con­trae la malat­tia, soprat­tut­to nel­le for­me gra­vi che pos­so­no con­dur­re alla morte.

In ogni caso, la vac­ci­na­zio­ne pro­du­ce indi­ret­ta­men­te anche una ridu­zio­ne del­la dif­fu­sio­ne del virus in quan­to il fat­to che la sua repli­ca­zio­ne in un orga­ni­smo adde­stra­to a con­tra­star­lo è ridot­ta, non azze­ra­ta, com­por­ta una mino­re con­cen­tra­zio­ne del virus, quel­la che vie­ne chia­ma­ta cari­ca vira­le, e quin­di, una mino­re pro­ba­bi­li­tà di esse­re con­ta­gio­si per gli altri.

Attenzione, minore probabilità, non azzeramento della probabilità.

Uno degli stru­men­ti che ulti­ma­men­te vie­ne uti­liz­za­to in Ita­lia dai viro­lo­gi lau­rea­ti all’università dei social per attac­ca­re l’efficacia dei vac­ci­ni è il bol­let­ti­no men­si­le del’Istituto Supe­rio­re di Sanità.

L’ultimo rap­por­to è sta­to pub­bli­ca­to il 7 gen­na­io e ripor­ta i dati regi­stra­ti dal 3 dicem­bre al 2 gen­na­io scor­si. Tali dati sono mostra­ti anche attra­ver­so l’utilizzo di tabel­le sul nume­ro di posi­ti­vi e sul­la sud­di­vi­sio­ne tra non vac­ci­na­ti e vac­ci­na­ti a vario livello.

Que­sti signo­ri han­no pre­so in con­si­de­ra­zio­ne la tabel­la 5. Eccola:

Fer­man­do­si a leg­ge­re solo i nume­ri rela­ti­vi alle dia­gno­si di SARS-COV‑2, infat­ti, si osser­va che il tota­le dei posi­ti­vi è pari a cir­ca 1,1 milio­ni di per­so­ne e, di que­sti, solo 251 mila sono non vac­ci­na­ti, pari al 22,7%. Tali nume­ri ser­vo­no ai cri­ti­ci del­le vac­ci­na­zio­ni per soste­ne­re che la vac­ci­na­zio­ne non ser­ve in quan­to la per­cen­tua­le di posi­ti­vi tra i vac­ci­na­ti è pari al 78,3%.

Una let­tu­ra, come det­to, un po’ sem­pli­ci­sti­ca dei dati.

Questo basta per dire che la vaccinazione non serve?

Natu­ral­men­te no!

Per vede­re se il vac­ci­no è effi­ca­ce nel­la ridu­zio­ne dei con­ta­gi, biso­gna guar­da­re il dato dell’incidenza dei casi di posi­ti­vi­tà tra i vac­ci­na­ti e i non vac­ci­na­ti così da fare un con­fron­to tra dati omo­ge­nei, visto che la popo­la­zio­ne di rife­ri­men­to è diver­sa. Come ci dice­va­no a scuo­la, non si pos­so­no con­fron­ta­re pata­te e cipolle.

In real­tà, biso­gne­reb­be anche nor­ma­liz­za­re i dati per tener con­to del­la distri­bu­zio­ne tra le diver­se fasce di età, ma lo sco­po di que­sto arti­co­lo è quel­lo di deli­nea­re una ten­den­za, per cui si con­si­de­ra­no i dati grez­zi. Chi voles­se vede­re i dati nor­ma­liz­za­ti, li tro­ve­rà nel­la tabel­la 6 del bollettino.

Divi­den­do il nume­ro di per­so­ne posi­ti­ve non vac­ci­na­te con il nume­ro tota­le di per­so­ne non vac­ci­na­te e mol­ti­pli­can­do il risul­ta­to otte­nu­to per 100 mila, si rica­va che l’incidenza dei casi di posi­ti­vi­tà tra i non vac­ci­na­ti è di 3.775 ogni 100 mila. Ripen­ten­do tali cal­co­li per i vac­ci­na­ti, si ottie­ne il valo­re di 1.873 ogni 100 mila.

Que­sto risul­ta­to, anche se grez­zo, è suf­fi­cien­te per affer­ma­re che tra i vac­ci­na­ti l’incidenza dei casi posi­ti­vi è qua­si la metà rispet­to a chi non ha fat­to il vac­ci­no. O, in altre paro­le, un non vac­ci­na­to ha qua­si il dop­pio di pro­ba­bi­li­tà di con­trar­re il virus rispet­to a chi si è vaccinato.

Per capi­re cosa signi­fi­ca ave­re un’incidenza piut­to­sto che l’altra, basta rap­por­tar­la alla popo­la­zio­ne di ultra dodi­cen­ni, pari a 54 milio­ni di persone.

Se l’incidenza dei sog­get­ti posi­ti­vi è di 3.775 ogni 100 mila, vuol dire che il nume­ro di posi­ti­vi per l’intera popo­la­zio­ne sareb­be pari a 2 milio­ni. Men­tre con un’incidenza di 1.873 ogni 100 mila tale dato nume­ri­co scen­de a 1 milione.

Con­clu­den­do, quin­di, i nume­ri non men­to­no e dico­no che la vac­ci­na­zio­ne ha un effet­to bene­fi­co nel con­te­ni­men­to dei con­ta­gi, anche se lo sco­po prin­ci­pa­le per cui vie­ne fat­ta è quel­lo di pro­teg­ge­re le per­so­ne dal­le con­se­guen­ze gra­vi dell’infezione.

Ma, natu­ral­men­te, ci sarà chi con­ti­nue­rà a mani­po­lar­li per poter soste­ne­re in modo ideo­lo­gi­co la pro­pria tesi.

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