Pantelleria Vuole Nascere e i Comitati per la Salute Sicilia contro Musumeci

Pantelleria Vuole Nascere e i Comitati per la Salute Sicilia contro Musumeci

06/07/2022 0 Di Redazione

Gen­ti­le Direttore,

Alle­ghia­mo il comu­ni­ca­to stam­pa pro­po­sto dal­l’u­nio­ne dei Comi­ta­ti Uni­ti per Salu­te del­la Regio­ne Sici­lia, del­la qua­le fac­cia­mo par­te in qua­li­tà anche di fondatori.
L’u­nio­ne dei comi­ta­ti, nato, come il nostro, per denun­cia­re e por­re atten­zio­ne sul­le man­can­ze sani­ta­rie che nel cor­so dei vari man­da­ti poli­ti­ci, con­ti­nua ad atta­na­glia­re la regio­ne sici­lia­na, vuo­le pro­por­re una visio­ne mol­to più rea­li­sti­ca dei fat­ti nar­ra­ti dal Pre­si­den­te Musu­me­ci in ogni con­te­sto pubblico.
Par­ti­co­lar­men­te grot­te­sca la sua pub­bli­ca­zio­ne sui social il 1 luglio, che lo ha visto pro­ta­go­ni­sta del­le sue soli­te con­si­de­ra­zio­ni,  piut­to­sto pro­pa­gan­di­sti­che, rispet­to al suo operato.
Ecco il testo del comu­ni­ca­to stam­pa che vor­rem­mo venis­se pub­bli­ca­to per infor­ma­re i cit­ta­di­ni e alle cit­ta­di­ne del­la regio­ne Sici­lia e offri­re una ver­sio­ne rea­li­sti­ca di quan­to acca­de in tut­to il ter­ri­to­rio regionale. 
Il movi­men­to è apar­ti­ti­co, nes­sun vin­co­lo con nes­sun movi­men­to poli­ti­co. Sia­mo libe­ri e libe­re cit­ta­di­ne infor­ma­te che lot­ta­no per riven­di­ca­re il dirit­to alla salu­te per tut­ti e tutte. 
Rin­gra­zia­mo per il vostro spa­zio e tempo.
Pan­tel­le­ria Vuo­le Nasce­re – Comi­ta­ti per la Salu­te – Sicilia 
 

𝗠𝗨𝗦𝗨𝗠𝗘𝗖𝗜, 𝗣𝗥𝗘𝗡𝗗𝗜𝗧𝗜 𝗟𝗘 𝗧𝗨𝗘 𝗥𝗘𝗦𝗣𝗢𝗡𝗦𝗔𝗕𝗜𝗟𝗜𝗧Á!

 
L’1 luglio il Pre­si­den­te Musu­me­ci ha pub­bli­ca­to sul suo pro­fi­lo Face­book un suo inter­ven­to in meri­to all’operato del­la Regio­ne Sici­lia­na negli ulti­mi 5 anni per quan­to riguar­da la sani­tà siciliana.
Non sarem­mo inter­ve­nu­ti ma i sici­lia­ni e le sici­lia­ne meri­ta­no rispet­to e di con­se­guen­za di cono­sce­re la veri­tà. Cosa che, il caro pre­si­den­te, è lon­ta­no dal mostra­re. Ma but­ta qua e là, bor­bot­tan­do qual­che nume­ro, paro­lo­ni che ser­vo­no solo a nascon­de­re la real­tà dei fat­ti. 𝗨𝗻𝗮 𝗿𝗲𝗮𝗹𝘁à 𝘀𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼: 𝗗𝗜𝗦𝗔𝗦𝗧𝗥𝗢𝗦𝗔!
Il pre­si­den­te ini­zia il suo inter­ven­to soste­nen­do che gli inve­sti­men­ti in infra­strut­tu­re sani­ta­rie in Sici­lia in que­sti cin­que anni ammon­ta­no a 𝗢𝗟𝗧𝗥𝗘 𝟭 𝗠𝗜𝗟𝗜𝗔𝗥𝗗𝗢 𝗗𝗜 𝗘𝗨𝗥𝗢 e che con il Pnrr sani­tà sono pro­gram­ma­ti altri 𝟴𝟬𝟬 𝗠𝗜𝗟𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗗𝗜 𝗘𝗨𝗥𝗢.
Nien­te da obiet­ta­re, ma a cosa sono ser­vi­ti (e ser­vi­ran­no) que­sti sol­di? Impos­si­bi­le sape­re dove sono sta­ti messi.

Ma se vogliamo parlare di cosa è stato fatto negli ultimi 5 anni, una situazione chiara noi ce l’abbiamo.

Per fare alcu­ni esempi:
• A 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝘃𝗲𝘁𝗿𝗮𝗻𝗼, il Pun­to nasci­te è sta­to scip­pa­to e tra­sfe­ri­to dall’aprile 2021 per risol­ve­re un pro­ble­ma di sicu­rez­za a e di Maza­ra. Il pre­si­dio ser­vi­va 100.000 uten­ti del­la Val­le del Beli­ce, zona sismi­ca. Qui par­to­ri­va­no le don­ne che abi­ta­no Castel­ve­tra­no ma anche quel­le di Par­tan­na, San­ta Nin­fa, Gibel­li­na, Sala­pa­ru­ta, Mon­te­va­go, Pog­gio­rea­le, S. Mar­ghe­ri­ta Beli­ce etc.
Anco­ra oggi vi sono deci­ne di casi di bam­bi­ni nati in emer­gen­za al Pron­to soc­cor­so se non addi­rit­tu­ra in ambu­lan­za poi­ché il per­cor­so stra­da­le sino a Maza­ra è trop­po distan­te. Negli ulti­mi anni l’o­spe­da­le è sta­to siste­ma­ti­ca­men­te depo­ten­zia­to e sono sta­ti declas­sa­ti tut­ti i repar­ti per favo­ri­re DEA vin­ci­to­ri e chiu­si repar­ti di ocu­li­sti­ca, a bre­ve ver­rà chiu­so anche quel­lo di ortopedia
• A 𝗚𝗶𝗮𝗿𝗿𝗲 dal 2015, a cau­sa del­la chiu­su­ra uffi­cia­le del Pron­to Soc­cor­so da par­te dell’Asp di Cata­nia, il Comi­ta­to di Giar­re ha regi­stra­to 16 deces­si avve­nu­ti diret­ta­men­te e indi­ret­ta­men­te a cau­sa di tale chiu­su­ra. L’attuale gover­no Musu­me­ci ha di fat­to riat­ti­va­to l’ospedale di base con- ces­so la ria­per­tu­ra del Pron­to Soc­cor­so, ma quo­ti­dia­na­men­te ven­go­no regi­stra­ti depau­pe­ra­men­ti che mina­no il rego­la­re ser­vi­zio, spe­cial­men­te nel­le emergenze-urgenze.
 • A 𝗖𝗮𝘁𝗮𝗻𝗶𝗮 l’esempio più lam­pan­te è quel­lo del San­to Bam­bi­no: un ospe­da­le gine­co­ste­tri­co, uni­co pun­to nasci­ta in cen­tro cit­tà, che fino al 2017 van­ta­va 1809 par­ti l’anno (più degli stan­dard che era­no sta­ti impo­sti per la chiu­su­ra, ossia meno di 1000), con repar­to di gine­co­lo­gia, oste­tri­cia e neo­na­to­lo­gia di alto livel­lo, con ambu­la­to­rio uro-gine­co­lo­gi­co, cen­tro di dia­gno­si pre­na­ta­le e per la dona­zio­ne di cor­do­ne ombe­li­ca­le, CHIUSO sen­za alcun moti­vo che rispon­da a logi­ca e buon­sen­so. Negli ulti­mi anni sono sta­te innu­me­re­vo­li le dichia­ra­zio­ni in meri­to al desti­no del San­to Bam­bi­no. L’ultimo “annun­cio” è arri­va­to tra­mi­te un comu­ni­ca­to stam­pa del­la pre­si­den­za del­la Regio­ne che si è espres­sa favo­re­vol­men­te rispet­to alla richie­sta del pre­si­den­te dell’ERSU Mario Can­ta­rel­la di desti­na­re il San­to Bam­bi­no all’ente per rea­liz­za­re una resi­den­za universitaria
• A 𝗚𝗲𝗹𝗮 i dati sono disar­man­ti: l’ospedale ha, nel 2019, una dota­zio­ne di 242 posti let­to, ma in real­tà ne fun­zio­na­no appe­na 158. Man­ca­no all’appello 84 posti let­to. È il dato con mag­gior dif­fe­ren­za tra i 52 comu­ni sici­lia­ni sede di ospe­da­le. Anche negli anni pre­ce­den­ti non è sta­to rispet­ta­to il dato dei D.A. Sul­la car­ta a Gela dovreb­be­ro esser­ci 17 Uni­tà Ope­ra­ti­ve Com­ples­se, 17 Uni­tà Ope­ra­ti­ve Sem­pli­ci e 5 Strut­tu­re dipar­ti­men­ta­li. Già con quel­lo che è pre­vi­sto, ma non pre­sen­te, l’ospedale di Gela sareb­be in ogni caso sot­to­di­men­sio­na­to, per nume­ro di UOC: dodi­ce­si­ma, men­tre è sesta per popo­la­zio­ne. Tut­ti i capo­luo­ghi di pro­vin­cia han­no più UOC di Gela, per­si­no Enna con i suoi 27.001 abi­tan­ti. Ma non basta, per­si­no Cal­ta­gi­ro­ne ed Aci­rea­le han­no più UOC di Gela. Anche per quan­to con­cer­ne il per­so­na­le, la situa­zio­ne è disa­stro­sa. In defi­ni­ti­va, man­ca­no 126 posti let­to, 8 Uni­tà Ope­ra­ti­ve, 363 figu­re professionali.
• Il Pun­to Nasci­ta di 𝗣𝗮𝗻𝘁𝗲𝗹𝗹𝗲𝗿𝗶𝗮 ha usu­frui­to fino alla data del 28/ 02/ 2020 di una dero­ga defi­ni­ti­va rispet­to al suo fun­zio­na­men­to, pur essen­do sot­to i 500 par­ti annui. Una dero­ga otte­nu­ta in quan­to zona disa­gia­ta e che non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne a pat­to che ven­ga­no man­te­nu­ti i para­me­tri di sicu­rez­za per il par­to fisio­lo­gi­co a bas­so rischio secon­do l’Accordo Stato/Regioni del 16 dicem­bre 2010. Da quel­la data, la migra­zio­ne del­le fami­glie pan­te­sche con­ti­nua e costrin­ge a lascia­re l’isola un mese pri­ma del­la data pre­sun­ta del par­to con disa­gi fami­lia­ri e psi­co­lo­gi­ci, oltre che economici.
• 𝗟𝗮𝗺𝗽𝗲𝗱𝘂𝘀𝗮 è un’isola dove è ASSENTE un ospe­da­le, non vi è la pre­sen­za di un con­sul­to­rio che garan­ti­sca la salu­te gine­co­lo­gi­ca, ses­sua­le e ripro­dut­ti­va di tut­ti e tut­te. E ricor­dia­mo esse­re un’isola attra­ver­sa­ta da chi già ha vis­su­to la vio­len­za del­le fron­tie­re, dei lager libi­ci, del­la peri­co­lo­sa tra­ver­sa­ta del Medi­ter­ra­neo, del­la per­ma­nen­za for­za­ta den­tro l’hotspot, una strut­tu­ra non ido­nea per chiun­que, ma anco­ra di più per chi è par­ti­co­lar­men­te vulnerabile
• A 𝗟𝗶𝗽𝗮𝗿𝗶 è sta­to chiu­so il pun­to nasci­ta, chiu­si qua­si tut­ti i repar­ti, chiu­se le sale ope­ra­to­rie, chiu­sa la came­ra iper­ba­ri­ca, una sola ambu­lan­za. Si è costret­ti a par­ti­re anche per esa­mi di rou­ti­ne o per fare un ges­so, con note­vo­li disa­gi anche eco­no­mi­ci per­ché non c’è alter­na­ti­va e si è costret­ti a rivol­ger­si a strut­tu­re pri­va­te. Due soli i chi­rur­ghi che garan­ti­sco­no la repe­ri­bi­li­tà, quin­di non si può inter­ve­ni­re in emer­gen­za. Nes­sun car­dio­lo­go in pian­ta sta­bi­le, nes­sun car­dio­lo­go nei gior­ni festi­vi o repe­ri­bi­le in not­tur­na. Uno o due ane­ste­si­sti in pre­sti­to dagli altri ospe­da­li, ma solo in manie­ra saltuaria.
• Nei 𝗡𝗲𝗯𝗿𝗼𝗱𝗶 la situa­zio­ne non è miglio­re. Nel 2020, è sta­ta dispo­sta la chiu­su­ra del Repar­to di Neo­na­to­lo­gia dell’Ospedale di S.Agata di Mili­tel­lo, costrin­gen­do le par­to­rien­ti a rag­giun­ge­re la più lon­ta­na e dif­fi­cil­men­te rag­giun­gi­bi­le Pat­ti. Tra le situa­zio­ni dram­ma­ti­che che ne con­se­guo­no, pro­cu­rò par­ti­co­la­re scal­po­re il caso di una don­na resi­den­te a Mili­tel­lo Rosma­ri­no costret­ta a par­to­ri­re in una piaz­zo­la di sosta men­tre ten­ta­va di rag­giun­ge­re in tem­po pro­prio la strut­tu­ra ospe­da­lie­ra di Pat­ti; ana­lo­ga cir­co­stan­za si è veri­fi­ca­ta nel Dicem­bre 2021, quan­do una don­na pro­ve­nien­te da Mistret­ta ha par­to­ri­to in auto­stra­da, lun­go il tra- git­to per Pat­ti, un bam­bi­no suc­ces­si­va­men­te deceduto.
• Anche a 𝗟𝗲𝗼𝗻𝗳𝗼𝗿𝘁𝗲, l’ospedale Ferro/Branciforti/Capra negli ulti­mi die­ci anni è sta­to depo­ten­zia­to e dal­l’i­ni­zio di que­sto 2022 ulte­rior­men­te impo­ve­ri­to. La radio­lo­gia non è in gra­do di dare ade­gua­te rispo­ste, man­ca­no medi­ci e stru­men­ti dia­gno­sti­ci e le tre dot­to­res­se impe­gna­te, fra Medi­ci­na e Ria­bi­li­ta­zio­ne, devo­no copri­re tre repar­ti sen­za tra­scu­ra­re quel­lo di pro­pria competenza
𝗘 𝗹𝗮 𝗹𝗶𝘀𝘁𝗮 𝘀𝗮𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗮…

E quindi, 𝗣𝗘𝗥 𝗖𝗢𝗦𝗔 è 𝗦𝗧𝗔𝗧𝗢 𝗨𝗦𝗔𝗧𝗢 𝗤𝗨𝗘𝗦𝗧𝗢 𝗠𝗜𝗟𝗜𝗔𝗥𝗗𝗢?

Il pre­si­den­te Musu­me­ci con­ti­nua soste­nen­do che arri­ve­ran­no altri 800 milio­ni gra­zie al PNRR. Ah cer­to, que­sto è vero. Ma evi­ta di chia­ri­re qual è il pia­no del­la Regio­ne. 𝗖𝗵𝗲 𝗡𝗢𝗜 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗴𝗶à 𝘀𝗺𝗮𝘀𝗰𝗵𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗶ù 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲, 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮𝘁𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗜𝗟 𝟮𝟳 𝗠𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢 𝗱𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗹’𝗔𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝗜𝗟 𝗦𝗨𝗢 𝗔𝗦𝗦𝗘𝗦𝗦𝗢𝗥𝗘 𝗥𝗔𝗭𝗭𝗔 – 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗼𝘀𝗮𝗻𝗻𝗮 – 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼, 𝗡𝗢𝗡 𝗦𝗜 è 𝗣𝗥𝗘𝗦𝗘𝗡𝗧𝗔𝗧𝗢!
In par­ti­co­la­re, il Pia­no ope­ra­ti­vo regio­na­le, pre­ve­de 3 tipo­lo­gie di strut­tu­re (155 Case del­la Comu­ni­tà, 44 Ospe­da­li di Comu­ni­tà e 50 Cen­tra­li Ope­ra­ti­ve Ter­ri­to­ria­li), distri­bui­te sul ter­ri­to­rio, su base pro­vin­cia­le, in fun­zio­ne del nume­ro di abi­tan­ti inte­res­sa­ti e del­la dispo­ni­bi­li­tà di strut­tu­re esi­sten­ti da ammo­der­na­re o ricon­ver­ti­re o di edi­fi­ci di pro­prie­tà di enti pub­bli­ci da uti­liz­za­re in como­da­to d’uso.
In linea di prin­ci­pio, è con­di­vi­si­bi­le l’intenzione di costi­tui­re e poten­zia­re una rete di ser­vi­zi sani­ta­ri di base e di pre­si­di di medi­ci­na ter­ri­to­ria­le. Ma, come sem­pre, non sono anco­ra sta­ti affron­ta­ti con deci­sio­ne i nodi cru­cia­li: 𝗰𝗮𝗿𝗲𝗻𝘇𝗲 𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗰𝗼 𝗲𝗱 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗿𝗺𝗶𝗲𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼, 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗿𝘂𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗳𝗶𝗰𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗲𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗲 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗰𝗵𝗲, 𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗽𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗿𝗼𝘃𝘃𝗶𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘀𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶 𝗲 𝗶 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗽𝗶ù 𝗳𝗿𝗲𝗾𝘂𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗮𝘀𝗶 𝗱𝗶 𝗺𝗮𝗹𝗮𝘀𝗮𝗻𝗶𝘁à.
Tut­te que­stio­ni cru­cia­li avver­ti­te con urgen­za e recla­ma­te costan­te­men­te dai ter­ri­to­ri, rima­ste ina­scol­ta­te e coper­te da una nar­ra­zio­ne del­la sani­tà sici­lia­na costel­la­ta sol­tan­to dal­le sue poche eccel­len­ze nel cam­po del­la chi­rur­gia o del­la ricer­ca bio­me­di­ca, spes­so in mano ai privati.
𝗖𝗔𝗥𝗢 𝗠𝗨𝗦𝗨𝗠𝗘𝗖𝗜, 𝗮𝗹𝗹𝗼𝗿𝗮 𝘁𝗶 𝗱𝗶𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻 𝘃𝗼𝗰𝗲: 𝘀𝗺𝗲𝘁𝘁𝗶𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗳𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗮 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗮𝗴𝗻𝗮 𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗮𝗹𝗲, 𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗶𝘁𝗶 𝗹𝗲 𝘁𝘂𝗲 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁à. 𝗘’ 𝗧𝗘𝗠𝗣𝗢 𝗗𝗜 𝗗𝗔𝗥𝗘 𝗩𝗢𝗖𝗘 𝗔𝗚𝗟𝗜 𝗔𝗕𝗜𝗧𝗔𝗡𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗧𝗘𝗥𝗥𝗜𝗧𝗢𝗥𝗜 𝗘 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗟𝗢𝗥𝗢 𝗘𝗦𝗜𝗚𝗘𝗡𝗭𝗘 𝗥𝗘𝗔𝗟𝗜!
Comi­ta­ti per la Salu­te – Sicilia