Pantelleria: ripristinati i percorsi archeologici subacquei a Gadir e Punta Tracino

Pantelleria: ripristinati i percorsi archeologici subacquei a Gadir e Punta Tracino

15/07/2022 0 Di Redazione

Pantelleria: ripristinati i percorsi archeologici subacquei di Cala Gadir e di Punta Tracino. Ripartono le visite 

L’assessore Samonà: Un ricco patrimonio archeologico di terra e mare, tradizioni immutate nel tempo e un paesaggio mozzafiato. Così la Perla Nera del Mediterraneo ammalia i visitatori”

Anche gli iti­ne­ra­ri archeo­lo­gi­ci som­mer­si di Pan­tel­le­ria tor­na­no ad esse­re frui­bi­li gra­zie alla cam­pa­gna di mes­sa in sicu­rez­za e col­lo­ca­zio­ne del­le boe di ormeg­gio rea­liz­za­ta dalla Soprin­ten­den­za del Mare in col­la­bo­ra­zio­ne con i diving cen­ter pre­sen­ti nel­l’I­so­la.

L’at­ti­vi­tà di manu­ten­zio­ne è sta­ta effet­tua­ta, in par­ti­co­la­re, grazie alla col­la­bo­ra­zio­ne e al sup­por­to del Diving Cen­ter DIVEX di Edoar­do Famu­la­ro, Ispet­to­re Ono­ra­rio per i beni cul­tu­ra­li som­mer­si dell’Isola di Pan­tel­le­ria, che ha affian­ca­to con il suo staff la Sop­Ma­re nel­la riat­ti­va­zio­ne degli iti­ne­ra­ri, col­lo­can­do le boe in pros­si­mi­tà dei per­cor­si così da for­ni­re ai sub un ormeg­gio sicu­ro e un ingres­so in acqua in sicurezza.

La pos­si­bi­li­tà di effet­tua­re immer­sio­ni in sicu­rez­za nei siti archeo­lo­gi­ci som­mer­si di Pan­tel­le­ria – sot­to­li­nea l’as­ses­so­re regio­na­le dei Beni cul­tu­ra­li e del­l’I­den­ti­tà sici­lia­na, Alber­to Samo­nàcosti­tui­sce un for­te ele­men­to di attrat­ti­vi­tà per il turi­smo cul­tu­ra­le del­l’I­so­la. La ric­chez­za del­l’of­fer­ta archeo­lo­gi­ca di Pan­tel­le­ria, con iti­ne­ra­ri di ter­ra e di mare, espri­me, all’in­ter­no di un micr­co­smo di gran­de pre­gio ambien­ta­le, tut­ta la ric­chez­za e la pecu­lia­ri­tà del­la Sici­lia, con un patri­mo­nio che si espri­me attra­ver­so monu­men­ti, resti archeo­lo­gi­ci, ambien­ti natu­ra­li­sti­ci ecce­zio­na­li, cibo, cul­tu­ra e, da alcu­ni anni, anche attra­ver­so il rico­no­sci­men­to del­la tec­ni­ca col­tu­ra­le del­la vite come patri­mo­nio Une­sco. Un viag­gio, quel­lo nel cuo­re del­la per­la nera del Medi­ter­ra­neo, che dif­fi­cil­men­te può esse­re dimenticato”.

L’iti­ne­ra­rio di Cala Gadir, si svi­lup­pa all’interno dell’insenatura del pic­co­lo por­tic­cio­lo e pre­ve­de due tipo­lo­gie di visi­ta. La pri­ma, che si svi­lup­pa fino ai 18 metri di pro­fon­di­tà, pre­ve­de una como­da entra­ta da ter­ra e un per­cor­so che par­te con un pri­mo reper­to, una par­te lignea di un anti­co sca­fo a cir­ca 12 metri di pro­fon­di­tà, per poi pro­se­gui­re fino ad un pia­no­ro alla pro­fon­di­tà di 18 metri dove si pos­so­no ammi­ra­re una gran­de quan­ti­tà di anfo­re di varia tipo­lo­gia ed epo­ca. La secon­da par­te dell’itinerario è riser­va­ta a subac­quei in pos­ses­so di bre­vet­to di secon­do livel­lo. Dal­la boa di ormeg­gio, si scen­de in pie­na sicu­rez­za lun­go la cate­na e si arri­va su un pia­no­ro a 30 metri di pro­fon­di­tà in pros­si­mi­tà di un gros­so cep­po d’ancora in piom­bo di epo­ca roma­na del III-II seco­lo a.C.. Si pro­se­gue lun­go un per­cor­so che con­sen­te di ammi­ra­re un’ancora in pie­tra di gros­se dimen­sio­ni e nume­ro­se anfo­re che van­no dal III seco­lo a.C. al II seco­lo d.C. L’immersione pro­se­gue, infi­ne, fino al pia­no­ro dei 18 metri in un sus­se­guir­si di anfrat­ti e cadu­te ric­chi di flo­ra e fau­na che offro­no un con­te­sto natu­ra­li­sti­co incontaminato.

Nel­la par­te più pro­fon­da dell’itinerario, a 30 metri di pro­fon­di­tà, è col­lo­ca­to un siste­ma di video­con­trol­lo subac­queo che con­sen­te la visio­ne del­le imma­gi­ni in diret­ta dal fon­do del mare. Si trat­ta di un siste­ma rea­liz­za­to per garan­ti­re la tute­la del sito archeo­lo­gi­co ma anche per ren­de­re frui­bi­le il patri­mo­nio som­mer­so rega­lan­do l’e­mo­zio­ne del­la sco­per­ta anche a chi non si immer­ge. Il siste­ma, in fase di manu­ten­zio­ne, ver­rà ripri­sti­na­to a bre­ve.

A poche miglia dal pri­mo iti­ne­ra­rio, in pros­si­mi­tà di Pun­ta Tra­ci­no e a poca distan­za da Cala Levan­te e Cala Tra­mon­ta­na, un secon­do iti­ne­ra­riosi svi­lup­pa par­ten­do dal­la boa di ormeg­gio col­lo­ca­ta su un fon­da­le di 12 metri. Da qui si segue un per­cor­so che con­sen­te di vede­re da vici­no una serie di anco­re all’interno di un arco cro­no­lo­gi­co mol­to vasto, e che quin­di dà l’opportunità di ammi­ra­re l’evoluzione della tipo­lo­gia di anco­re, da quel­le in pie­tra a tre fori a quel­le in piom­bo, fino alle recen­ti “bizan­ti­ne”, testi­mo­ni dell’utilizzo del ridos­so come luo­go di anco­rag­gio in diver­se epo­che. Com­ple­ta­no l’itinerario un’anfora Dres­sel 1B, una Keay25 e un grup­po di lin­got­ti in piombo.

Pro­se­gue – dichia­ra il Soprin­ten­den­te del Mare, Fer­di­nan­do Mau­ri­ciil lavo­ro di mes­sa in sicu­rez­za e ripri­sti­no degli iti­ne­ra­ri subac­quei sici­lia­ni. Nono­stan­te il ritar­do nel­lo stan­zia­men­to del­le som­me neces­sa­rie per la manu­ten­zio­ne dei siti archeo­lo­gi­ci subac­quei, la Soprin­ten­den­za del Mare gra­zie al sup­por­to dei diving cen­ter sici­lia­ni sta ren­den­do frui­bi­li i per­cor­si cul­tu­ra­li isti­tui­ti lun­go le coste dell’Isola. L’aiuto che i pri­va­ti stan­no for­nen­do per la ria­per­tu­ra di siti – aggiun­ge Mau­ri­ci – con­fer­ma anco­ra una vol­ta che la poli­ti­ca di siner­gia e col­la­bo­ra­zio­ne sta­bi­li­ta già da mol­ti anni risul­ta vin­cen­te per la neces­sa­ria azio­ne di valo­riz­za­zio­ne del patri­mo­nio sommerso”.

Per tut­ti gli iti­ne­ra­ri del­la Soprin­ten­den­za del Mare, è con­sen­ti­ta la visi­ta esclu­si­va­men­te accom­pa­gna­ti dai diving cen­ter auto­riz­za­ti. Sono pre­vi­ste, in pros­si­mi­tà dell’inizio per­cor­so, boe di ormeg­gio che con­sen­to­no di effet­tua­re l’immersione in pie­na sicurezza.