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Pantelleria, scritte su Fuck e Padre Pio: il Comune presenta un esposto

PANTELLERIA: DI NUOVO VANDALIZZATA LA SCULTURA ‘FUCK’, IL COMUNE PRESENTA UN ESPOSTO ALLE AUTORITÁ GIUDIZIARIE

L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONDANNA I RIPETUTI GESTI DI VANDALISMO NEI CONFRONTI SIA DELL’OPERA DI ACCARDI CHE DELLA STATUA DI PADRE PIO: IRRISPETTOSI E CONTRARI ALLA LIBERTÁ DI PENSIERO E CREDO RELIGIOSO 

            Dopo aver fat­to imme­dia­ta­men­te ripu­li­re la sta­tua di Padre Pio dall’atto van­da­li­co subi­to il 21 luglio pre­su­mi­bil­men­te all’alba, l’Amministrazione Comu­na­le ha fat­to ripu­li­re anche l’opera d’arte di Ange­lo Accar­di, imbrat­ta­ta il gior­no pre­ce­den­te alla sta­tua del san­to, dopo aver sen­ti­to l’Autore ed aver invia­to un espo­sto di denun­cia ai Cara­bi­nie­ri, ai qua­li già era sta­ta fat­ta la segnalazione.

Pur­trop­po, l’atto van­da­li­co sull’opera è sta­to ripe­tu­to, sem­pre da chi lo ave­va per­pe­tra­to la pri­ma vol­ta, poche ore dopo la puli­zia, in tota­le spre­gio anche del­le più ele­men­ta­ri nor­me di vive­re civile.

            Que­sti atti sono da con­dan­na­re fer­ma­men­te e da con­si­de­rar­si lesi­vi non solo nei con­fron­ti di beni pub­bli­ci e pri­va­ti, ma anche nei con­fron­ti del­la comu­ni­tà pan­te­sca e del libe­ro pensiero.

            Il rispet­to per le ope­re d’arte, così come di sog­get­ti reli­gio­si, non com­pren­de alcu­na fan­ta­sio­sa inter­pre­ta­zio­ne che ne giu­sti­fi­chi l’imbrattamento.

Inol­tre, sareb­be oppor­tu­no che talu­ni per­so­nag­gi, soprat­tut­to se godo­no di una cer­ta fama e noto­rie­tà, si ren­da­no pro­ta­go­ni­sti di mes­sag­gi con­ci­lia­to­ri e costrut­ti­vi, vol­ti al rispet­to dei beni altrui e pub­bli­ci, inve­ce di fomen­ta­re atti inci­vi­li che, in spe­cie in alcu­ne men­ti più fra­gi­li, pos­so­no tra­sfor­mar­si in mes­sag­gi distruttivi.

Tan­to più che lo stes­so tipo di trat­ta­men­to avreb­be­ro potu­to subi­re anche le ope­re di chi si è reso, addi­rit­tu­ra van­tan­do­se­ne, pro­ta­go­ni­sta degli atti van­da­li­ci sul FUCK, e non sareb­be cer­to sta­ta un’azione accettabile.

La pre­sun­zio­ne di imbrat­ta­re un’opera altrui ‘dan­do­le un sen­so’, non è altro che un atto di abu­si­vi­smo arti­sti­co e una pre­po­ten­za, per­ché l’opera ha un sen­so già di suo, quel­lo volu­to dall’artista che l’ha crea­ta e si può adat­ta­re alle inter­pre­ta­zio­ni degli osser­va­to­ri, ma nes­su­no ha il dirit­to di impor­re ‘la pro­pria inter­pre­ta­zio­ne’ a tut­ti gli altri.

Sono inac­cet­ta­bi­li le giu­sti­fi­ca­zio­ni pseu­do-arti­sti­che addot­te dell’imbrattatore. Secon­do tali giu­sti­fi­ca­zio­ni, un’opera espo­sta a Pan­tel­le­ria dovreb­be incon­tra­re la sua appro­va­zio­ne oppu­re meri­te­reb­be di esse­re vili­pe­sa o peg­gio, ‘miglio­ra­ta’ gra­zie all’apposizione del­la sua firma.

Nes­su­no può impor­re dik­tat su cosa espor­re o non espor­re sull’isola.

            La leg­ge è ugua­le per tut­ti e non ci può esse­re nes­su­no che, cre­den­do­si miglio­re o supe­rio­re agli altri, pos­sa pen­sa­re di ave­re dirit­to di detur­pa­re un’opera altrui.

            La cul­tu­ra la si vede nel­la civil­tà, nel rispet­to e nel dia­lo­go, non nel­la cen­su­ra, né all’imbrattamento di ciò che non ci pia­ce o non rite­nia­mo ‘alla nostra altezza’.

            Quan­ti si sono resi arte­fi­ci di que­sti atti bar­ba­ri ed inde­gni han­no offe­so il prin­ci­pio basi­la­re di con­vi­ven­za e cul­tu­ra e han­no dimo­stra­to solo una men­ta­li­tà chiu­sa e cen­so­ria, che non può esse­re asso­lu­ta­men­te con­di­vi­sa da que­sta Ammi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le e da quan­ti cre­do­no nei prin­ci­pi demo­cra­ti­ci che carat­te­riz­za­no la liber­tà di pen­sie­ro, espres­sio­ne arti­sti­ca e cre­do reli­gio­so. Tut­to que­sto per far ‘par­la­re di sé’ ed anni­chi­len­do, oltre­tut­to, l’importante mes­sag­gio socia­le a favo­re di Save the Children.

Tra l’altro, è bene riba­dir­lo a quan­ti arta­ta­men­te anco­ra affer­ma­no il con­tra­rio, il Comu­ne non ha spe­so un euro per il tra­spo­sto, l’installazione e l’esposizione dell’opera che sono sta­te total­men­te a cari­co dell’Artista. Gli uni­ci sol­di spe­si dal Comu­ne sono sta­ti pro­prio quel­li per puli­re gli atti vandalici.

L’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comunale

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