Direi che l’interesse si è manifestato già quando ero nel grembo materno. Mia madre mi racconta sempre che durante la gravidanza ad un certo punto per qualche settimana non ho più dato segni di vita, fino a quando un giorno non mise un disco di Fabio Concato; in quel momento mi svegliai muovendomi a ritmo sostenuto!
Ma credo che la persona che più devo ringraziare e a cui devo la mia attitudine musicale sia mio nonno Giovanni. Suonava la fisarmonica, esibendosi nei circoli dell’isola durante il periodo di Carnevale. Mi affascinava tanto questo strumento, quasi mi faceva anche paura perché emetteva un suono forte per le mie piccole orecchie di bambina.
La passione di mio nonno non è arrivata solo a me; mio zio Alessio suona la batteria, e ho la fortuna di avere due cugini di cui vado molto orgogliosa e che stimo: Gianni, che come il nonno è nato con la musica nel sangue e come lui suona la fisarmonica, e Luca, virtuoso percussionista e poi anche cantante, tastierista. Mia madre mi portava sempre con sé in Chiesa a cantare in coro; anche questo ha contribuito a formare un buon orecchio musicale.
Ma è stata a 9 anni la vincita allo “Zibibbo d’Oro” (ebbene sì, ci sono passata anche io!) a spingere i miei genitori a rivolgersi all’eccellenza musicale dell’isola e non solo dell’isola: Letizia Stuppa, che reputo una grande musicista, compositrice ed insegnante. All’interno della sua sempre numerosa classe di pianoforte è riuscita a trovare un posto anche per me (le sarò sempre grata per questo!). Dopo due anni di studio, decido di tentare l’ammissione al Corso di Pianoforte presso il Conservatorio di Palermo; all’età di 11 anni comincia la nuova avventura palermitana.
Quali specializzazioni hai fatto?
Mi sono laureata in pianoforte, presso il Conservatorio “A. Scarlatti” di Palermo, con il M° Marzia Manno, stimata didatta della musica, oltre che grande musicista. Durante gli anni di formazione pianistica ho avuto modo di conoscere uno strumento che, guarda un po’, ho ascoltato la prima volta proprio a Pantelleria: il clavicembalo.
Uno strumento, quest’ultimo, il cui studio ho cominciato ad approfondire così tanto che è adesso il mio compagno di vita sul palcoscenico e che insegno in Conservatorio. Mi sono dunque laureata anche in clavicembalo, presso lo stesso Istituto, con il M° Basilio Timpanaro, anche lui una importante guida per me e punto di riferimento, nonché “compagno di leggio” con cui ho suonato per anni in duo (i panteschi ricorderanno le Sonate a quattro mani di Mozart che nella stessa Chiesa di San Gaetano eseguimmo qualche anno fa).
Ho proseguito gli studi all’estero, frequentando il Master in Clavicembalo presso la Schola Cantorum di Basilea (Svizzera), una delle scuole più importanti al mondo per la musica antica e barocca, studiando con il clavicembalista, organista e direttore d’orchestra M° Andrea Marcon.
La musica mi ha fatto conoscere e girare il mondo, offrendomi l’opportunità di suonare, da solista e con i più importanti artisti e gruppi di musica barocca, nelle più famose sale da concerto: Carnegie Hall di New York, Teatro Colón di Buenos Aires, Opéra Royal e Chateau de Versailles, Toppan Hall di Tokyo, Concertgebouw di Amsterdam, e tante altre. Le competizioni vinte hanno certamente anche avuto un ruolo importante nell’avviamento della mia carriera.
Pantelleria sempre nel cuore. Com’è il tuo rapporto con l’isola?
Dice bene, “sempre nel cuore”. Questa forse è la domanda più facile e al contempo più difficile a cui rispondere: facile perché il mio amore per quest’isola è così forte che si manifesta naturalmente da sé; difficile perché mi sembreranno sempre insufficienti e incomplete le parole atte a descrivere questo mio rapporto con lei, con un luogo che si merita ogni sorta di benedizione.
Ho lasciato Pantelleria all’età di 11 anni; apparentemente è poco il tempo vissuto sull’isola, ma per me è stato decisivo. Credo infatti che il periodo dell’infanzia sia fondamentale nella vita di ciascuno; perché si, per avere un’identità, che poi con gli anni si arricchisce con le esperienze che la vita di volta in volta ti propone, bisogna partire dalle radici.
Lungo il cammino dell’esistenza occorre continuamente chiedersi “da dove arrivo, dove è cominciato tutto”? A Pantelleria ci sono le mie radici, qui è la mia famiglia, la mia cultura. Se non avessi forte questo senso di appartenenza, non avrei alcun punto di riferimento, nessuna certezza: nessun “volto”. Mettendo ordine nella casa dei nonni penso sempre che loro e i nostri antenati ci hanno lasciato una preziosissima eredità, ed il minimo che possiamo fare per ringraziarli è prenderci cura di questa eredità, costruita amorevolmente con fatica e sacrifici.
Ecco cosa vedo in Pantelleria: una “isola che non c’è”, troppo bella perché sia possibile che esista, un luogo da custodire con cura, amore e da valorizzare. È nostro dovere di nipoti verso i nostri nonni, e di figli verso questa Madre terra (oltre che Madre mare!).
Che significa per te suonare a Scauri sabato prossimo?
Non potevo ricevere regalo più grande, quello di suonare alla vigilia della festa del nostro patrono San Gaetano, festa molto sentita dagli scaurioti. Il nostro concerto sarà un modo ulteriore per manifestare questa forte devozione.
Dico “nostro” perché non sarò la sola a suonare: con me un eccellente musicista violinista, artista di fama internazionale, nonché mio grande amico, Raffaele Nicoletti, siciliano anche lui. Raffaele è un amante dell’isola ed è felicissimo di ritornarci dopo molti anni a condividere insieme la bellezza della musica. Il solo pensiero di suonare accanto alla statua del Santo non vi nascondo che mi commuove.
Quello di sabato è un concerto che mi coinvolgerà molto emotivamente; sarà come fare una dichiarazione d’amore all’isola e alla sua gente, la mia gente.
Cosa consiglieresti ad un giovane pantesco che vuole dedicarsi alla carriera musicale?
Se hai ricevuto in dono il talento della musica, coltivalo, accogliendo i sacrifici che quest’arte comporta. Perché sì, una carriera musicale ti dà tanto ma ti chiede anche di più: studio, viaggi, a volte anche fallimenti. Ma ne vale la pena, perché la musica è una missione; abbiamo bisogno di circondarci di bellezza, e la musica può essere il mezzo propagatore di questa bellezza.
Per essere un vero Musicista occorrono naturalmente bravura e solida preparazione; ma non bastano. Per fare Musica che tocchi il cuore della gente devi essere “umano”! Raggiungerai l’obiettivo se resterai te stesso; allora sì che darai un contributo nuovo, personale, che solo tu puoi dare, all’arte.
Se ti farai condizionare dallo spirito competitivo “distruttivo” (c’è anche quello costruttivo, da accettare invece sempre) avrai perso in partenza.
Non smettere di essere te stesso, e rimani ancorato alle tue radici; questi saranno i tuoi punti di forza, ovunque ti porterà la musica, qualunque cosa farai nella vita!
Chi è Rossella Policardo?
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.