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Rossella Policardo suona a Pantelleria: musica e radici pantesche

Rossella Policardo

Intervista a Rossella Policardo, clavicebalista di origine pantesca che torna sull’isola per il concerto del 6 agosto a Scauri nel Festival Suoni Panteschi di Astarte.

L’infanzia sull’isola, l’amore per la musica e le tradizioni, i consigli per i giovani musicisti: Rossella non nasconde l’emozione di suonare nel luogo delle sue radici

di Fran­ce­sca Marrucci
Il 6 ago­sto pres­so la Chie­sa di Scau­ri tor­ne­rà a suo­na­re a Pan­tel­le­ria una figlia del­l’i­so­la, Ros­sel­la Poli­car­do. L’ab­bia­mo inter­vi­sta­ta a pochi gior­ni dal­la sua esi­bi­zio­ne sul­l’i­so­la, gra­zie al Festi­val Suo­ni Pan­te­schi di ASTARTE. Ci rac­con­ta del­la sua infan­zia a Pan­tel­le­ria, del­l’e­re­di­tà musi­ca­le di suo non­no e soprat­tut­to si rivol­ge ai gio­va­ni musi­ci­sti che voglio­no intra­pren­de­re la sua stes­sa carriera.

Come e quando hai iniziato ad interessarti di musica?

Direi che l’interesse si è mani­fe­sta­to già quan­do ero nel grem­bo mater­no. Mia madre mi rac­con­ta sem­pre che duran­te la gra­vi­dan­za ad un cer­to pun­to per qual­che set­ti­ma­na non ho più dato segni di vita, fino a quan­do un gior­no non mise un disco di Fabio Con­ca­to; in quel momen­to mi sve­gliai muo­ven­do­mi a rit­mo sostenuto!

Ma cre­do che la per­so­na che più devo rin­gra­zia­re e a cui devo la mia atti­tu­di­ne musi­ca­le sia mio non­no Gio­van­ni. Suo­na­va la fisar­monica, esi­ben­do­si nei cir­co­li dell’isola duran­te il perio­do di Car­ne­va­le. Mi affa­sci­na­va tan­to que­sto stru­men­to, qua­si mi face­va anche pau­ra per­ché emet­te­va un suo­no for­te per le mie pic­co­le orec­chie di bambina. 

La pas­sio­ne di mio non­no non è arri­va­ta solo a me; mio zio Ales­sio suo­na la bat­te­ria, e ho la for­tu­na di ave­re due cugi­ni di cui vado mol­to orgo­glio­sa e che sti­mo: Gian­ni, che come il non­no è nato con la musi­ca nel san­gue e come lui suo­na la fisar­mo­ni­ca, e Luca, vir­tuo­so per­cus­sio­ni­sta e poi anche cantan­te, tastie­ri­sta. Mia madre mi por­ta­va sem­pre con sé in Chie­sa a can­ta­re in coro; anche que­sto ha con­tri­bui­to a for­ma­re un buon orec­chio musi­ca­le.

Ma è sta­ta a 9 anni la vin­ci­ta allo “Zibib­bo d’Oro” (ebbe­ne sì, ci sono pas­sa­ta anche io!) a spin­ge­re i miei geni­to­ri a rivol­ger­si all’eccellenza musi­ca­le dell’isola e non solo dell’isola: Leti­zia Stup­pa, che repu­to una gran­de musi­ci­sta, com­po­si­tri­ce ed inse­gnan­te. All’interno del­la sua sem­pre nume­ro­sa clas­se di pia­no­for­te è riu­sci­ta a tro­va­re un posto anche per me (le sarò sem­pre gra­ta per que­sto!). Dopo due anni di stu­dio, deci­do di ten­ta­re l’ammissione al Cor­so di Pia­no­for­te pres­so il Con­ser­va­to­rio di Paler­mo; all’età di 11 anni comin­cia la nuo­va avven­tu­ra palermitana.

Quali specializzazioni hai fatto?

Mi sono lau­rea­ta in pia­no­for­te, pres­so il Con­ser­va­to­rio “A. Scar­lat­ti” di Paler­mo, con il M° Mar­zia Man­no, sti­ma­ta didat­ta del­la musi­ca, oltre che gran­de musi­ci­sta. Duran­te gli anni di for­ma­zio­ne pia­ni­sti­ca ho avu­to modo di cono­sce­re uno stru­men­to che, guar­da un po’, ho ascol­ta­to la pri­ma vol­ta pro­prio a Pan­tel­le­ria: il clavicembalo. 

Uno stru­men­to, quest’ultimo, il cui stu­dio ho comin­cia­to ad appro­fon­di­re così tan­to che è ades­so il mio com­pa­gno di vita sul pal­co­sce­ni­co e che inse­gno in Con­ser­va­to­rio. Mi sono dunque lau­rea­ta anche in cla­vi­cem­ba­lo, pres­so lo stes­so Isti­tu­to, con il M° Basi­lio Tim­pa­na­ro, anche lui una impor­tan­te gui­da per me e pun­to di rife­ri­men­to, non­ché “com­pa­gno di leg­gio” con cui ho suo­na­to per anni in duo (i pan­te­schi ricor­de­ran­no le Sona­te a quat­tro mani di Mozart che nel­la stes­sa Chie­sa di San Gae­ta­no ese­guim­mo qual­che anno fa). 

Ho pro­se­gui­to gli stu­di all’estero, fre­quen­tan­do il Master in Cla­vi­cem­ba­lo pres­so la Scho­la Can­to­rum di Basi­lea (Sviz­ze­ra), una del­le scuo­le più impor­tan­ti al mon­do per la musi­ca anti­ca e baroc­ca, stu­dian­do con il cla­vi­cem­ba­li­sta, orga­ni­sta e diret­to­re d’orchestra M° Andrea Marcon.

La musi­ca mi ha fat­to cono­sce­re e gira­re il mon­do, offren­do­mi l’opportunità di suo­na­re, da soli­sta e con i più impor­tan­ti arti­sti e grup­pi di musi­ca baroc­ca, nel­le più famo­se sale da con­cer­to: Car­ne­gie Hall di New York, Tea­tro Colón di Bue­nos Aires, Opé­ra Royal e Cha­teau de Ver­sail­les, Top­pan Hall di Tokyo, Con­cert­ge­bouw di Amster­dam, e tan­te altre. Le com­pe­ti­zio­ni vin­te han­no cer­ta­men­te anche avu­to un ruo­lo impor­tan­te nell’avviamento del­la mia carriera.

Pantelleria sempre nel cuore. Com’è il tuo rapporto con l’isola?

Dice bene, “sem­pre nel cuo­re”. Que­sta for­se è la doman­da più faci­le e al con­tem­po più dif­fi­ci­le a cui rispon­de­re: faci­le perché il mio amo­re per quest’isola è così for­te che si mani­fe­sta natu­ral­men­te da sé; dif­fi­ci­le per­ché mi sem­bre­ran­no sem­pre insuf­fi­cien­ti e incom­ple­te le paro­le atte a descri­ve­re que­sto mio rap­por­to con lei, con un luo­go che si meri­ta ogni sor­ta di bene­di­zio­ne.

Ho lascia­to Pan­tel­le­ria all’età di 11 anni; appa­ren­te­men­te è poco il tem­po vis­su­to sull’isola, ma per me è sta­to deci­si­vo. Cre­do infat­ti che il perio­do dell’infanzia sia fon­da­men­ta­le nel­la vita di cia­scu­no; per­ché si, per ave­re un’identità, che poi con gli anni si arric­chi­sce con le espe­rien­ze che la vita di vol­ta in vol­ta ti pro­po­ne, biso­gna par­ti­re dal­le radici. 

Lun­go il cam­mi­no dell’esistenza occor­re con­ti­nua­men­te chie­der­si “da dove arri­vo, dove è comin­cia­to tut­to”? A Pan­tel­le­ria ci sono le mie radi­ci, qui è la mia fami­glia, la mia cul­tu­ra. Se non aves­si for­te que­sto sen­so di appar­te­nen­za, non avrei alcun pun­to di rife­ri­men­to, nes­su­na cer­tez­za: nes­sun “vol­to”. Met­ten­do ordi­ne nel­la casa dei non­ni pen­so sem­pre che loro e i nostri ante­na­ti ci han­no lasciato una pre­zio­sis­si­ma ere­di­tà, ed il mini­mo che pos­sia­mo fare per rin­gra­ziar­li è pren­der­ci cura di que­sta ere­di­tà, costrui­ta amo­re­vol­men­te con fati­ca e sacrifici.

Ecco cosa vedo in Pan­tel­le­ria: una “iso­la che non c’è”, trop­po bel­la per­ché sia pos­si­bi­le che esi­sta, un luo­go da custo­di­re con cura, amo­re e da valo­riz­za­re. È nostro dove­re di nipo­ti ver­so i nostri non­ni, e di figli ver­so que­sta Madre ter­ra (oltre che Madre mare!).

Che significa per te suonare a Scauri sabato prossimo?

Non pote­vo rice­ve­re rega­lo più gran­de, quel­lo di suo­na­re alla vigi­lia del­la festa del nostro patro­no San Gae­ta­no, festa mol­to sen­ti­ta dagli scau­rio­ti. Il nostro con­cer­to sarà un modo ulte­rio­re per mani­fe­sta­re que­sta for­te devozione. 

Dico “nostro” per­ché non sarò la sola a suo­na­re: con me un eccel­len­te musi­ci­sta vio­li­ni­sta, arti­sta di fama inter­na­zio­na­le, non­ché mio gran­de ami­co, Raf­fae­le Nico­let­ti, sici­lia­no anche lui. Raf­fae­le è un aman­te dell’isola ed è feli­cis­si­mo di ritor­nar­ci dopo mol­ti anni a con­di­vi­de­re insie­me la bel­lez­za della musi­ca. Il solo pen­sie­ro di suo­na­re accan­to alla sta­tua del San­to non vi nascon­do che mi commuove. 

Quel­lo di saba­to è un con­cer­to che mi coin­vol­ge­rà mol­to emo­ti­va­men­te; sarà come fare una dichia­ra­zio­ne d’amore all’isola e alla sua gen­te, la mia gen­te.

Cosa consiglieresti ad un giovane pantesco che vuole dedicarsi alla carriera musicale?

Se hai rice­vu­to in dono il talen­to del­la musi­ca, col­ti­va­lo, acco­glien­do i sacri­fi­ci che quest’arte com­por­ta. Per­ché sì, una car­rie­ra musi­ca­le ti dà tan­to ma ti chie­de anche di più: stu­dio, viag­gi, a vol­te anche fal­li­men­ti. Ma ne vale la pena, per­ché la musi­ca è una mis­sio­ne; abbia­mo biso­gno di cir­con­dar­ci di bel­lez­za, e la musi­ca può esse­re il mez­zo pro­pa­ga­to­re di que­sta bellezza. 

Per esse­re un vero Musi­ci­sta occor­ro­no natural­men­te bra­vu­ra e soli­da pre­pa­ra­zio­ne; ma non basta­no. Per fare Musi­ca che toc­chi il cuo­re del­la gen­te devi esse­re “uma­no”! Rag­giun­ge­rai l’obiettivo se reste­rai te stes­so; allo­ra sì che darai un con­tri­bu­to nuo­vo, per­so­na­le, che solo tu puoi dare, all’arte.

Se ti farai con­di­zio­na­re dal­lo spi­ri­to com­pe­ti­ti­vo “distrut­ti­vo” (c’è anche quel­lo costrut­ti­vo, da accet­ta­re inve­ce sem­pre) avrai per­so in partenza. 

Non smet­te­re di esse­re te stes­so, e rima­ni anco­ra­to alle tue radi­ci; que­sti saran­no i tuoi pun­ti di forza, ovun­que ti por­te­rà la musi­ca, qua­lun­que cosa farai nel­la vita!

Chi è Rossella Policardo?

Ros­sel­la Poli­car­do, ori­gi­na­ria dell’isola di Pan­tel­le­ria, ha con­se­gui­to pres­so il Con­ser­va­to­rio di Paler­mo la lau­rea in pia­no­for­te con lode e men­zio­ne, sot­to la gui­da di Mar­zia Man­no, e in cla­vi­cem­ba­lo con lode e men­zio­ne, sot­to la gui­da di Basi­lio Timpanaro.
Ha pro­se­gui­to gli stu­di pres­so la Scho­la Can­to­rum Basi­lien­sis con Andrea Mar­con, fre­quen­tan­do il Master in Cla­vi­cem­ba­lo. Si è esi­bi­ta in tut­to il mon­do, da soli­sta e in grup­po. Col­la­bo­ra con alcu­ni degli stru­men­ti­sti e can­tan­ti baroc­chi più affer­ma­ti, tra cui Enri­co Ono­fri, Andrea Mar­con, Ales­san­dro De Mar­chi, Ste­fa­no Mon­ta­na­ri, Dmi­tri Sin­ko­v­sky , Anto­nio Flo­rio, Giu­lia­no Car­mi­gno­la, Avi Avi­tal, Patri­cia Peti­bon, Sonia Pri­na , Fran­co Fagio­li, Ann Hal­len­berg, Vivi­ca Genaux.
E’ risul­ta­ta vin­ci­tri­ce in diver­si con­cor­si, tra cui il Con­cor­so euro­peo di Cla­vi­cem­ba­lo e Bas­so Con­ti­nuo “Gian­ni Gam­bi” 2011, il Con­cor­so “Ame­lia Bian­chi” 2013, il Pre­mio del­le Arti 2015, il Con­cor­so Euro­peo “Pao­la Ber­nar­di” di Bolo­gna 2017. Nel 2018 ha otte­nu­to il Pre­mio del Pub­bli­co al Con­cor­so Inter­na­zio­na­le di Musi­ca Anti­ca di Bruges.
E’ sta­ta mem­bro dell’Orchestra Baroc­ca Euro­pea (EUBO) nel 2011 e 2013. E’ sta­ta mem­bro, dal 2015 al 2017, dell’ensemble tede­sco Neo­Ba­rock. Ha lavo­ra­to, tra gli altri, con l’orchestra baroc­ca gio­va­ni­le del­la Pie­tà dei Tur­chi­ni di Napo­li, Aca­de­mia Mon­tis Rega­lis, Il Pomo d’Oro, Veni­ce Baro­que Orche­stra, La Cetra Barock Orche­ster, Har­mo­ni­ces Mun­di, Leip­zi­ger Sym­pho­nieor­che­ster, Phi­lar­mo­ni­sches Orche­ster Frei­burg, Real Filhar­mo­nìa de Gali­cia, Ghi­slie­ri Choir & Con­sort, Ensem­ble Kana­za­wa, Ima­gi­na­rium Ensem­ble, Ad Mosam, Orche­stra del Tea­tro Olim­pi­co, La Filar­mo­ni­ca Toscanini.
Ha regi­stra­to per Stra­di­va­rius, Arca­na, rivi­sta Ama­deus, Rai Radio 3, Radio Sch­we­tzin­ger SWR-Festspie­le Clas­sic, Radio Fran­ce Musi­que. Vin­ci­tri­ce di bor­sa di stu­dio, ha lavo­ra­to per cin­que anni come Mae­stro al cem­ba­lo del­le clas­si del Dipar­ti­men­to di Musi­ca Anti­ca del Con­ser­va­to­rio di Palermo.
Attual­men­te è cla­vi­cem­ba­li­sta e secon­da orga­ni­sta di Coro e Orche­stra Ghi­slie­ri (Pavia) e mae­stro del Coro Uni­ver­si­ta­rio del Col­le­gio Ghislieri.
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