Manca circa un mese alle elezioni politiche e regionali e abbiamo intervistato il Segretario della Lega Pantelleria che ci ha esternato alcuni suoi pareri sulla politica nazionale, regionale e locale
di Flavio Silvia
In occasione delle elezioni politiche e regionali che si terranno il prossimo 25 settembre in Sicilia e su tutto il territorio nazionale, abbiamo incontrato il segretario della Lega Pantelleria, Federico Tremarco.
Che influenza possono avere sulla politica pantesca le elezioni politiche e regionali?
Tutte le politiche nazionali riguardano Pantelleria. Ad esempio, la Pace Fiscale proposta nel programma elettorale del Centro Destra, così come la Patrimoniale sostenuta dal Centro Sinistra avranno senza alcun dubbio rilevanza per il nostro territorio. Quello che invece potrebbe maggiormente influenzare le scelte politiche degli elettori riguarda la continuità politica da Pantelleria a Roma. Infatti, io credo che sarà naturale per gli elettori andare a cercare alla continuità politica in tutto il territorio sia regionale che nazionale.
In merito alle dimissioni del Presidente della Regione Nello Musumeci, questa scelta secondo Lei risulta essere una sconfitta per la coalizione di centro destra o no?
Sicuramente è una vittoria per lui. Se mi aveste chiesto tempo fa cosa pensassi in merito a questa particolare dimissione o riguardo a quella del premier uscente Mario Draghi, vi avrei predetto entrambe, queste due situazioni. È stato fisiologico per Musumeci dimettersi nel momento in cui non riteneva di avere una coalizione abbastanza forte e decisa nel sostenere la propria candidatura. Infatti, così è stato. Il centro destra in Sicilia non è stato in grado di costruire una classe dirigente in grado di interpretare al meglio la parte politica. I dirigenti in Sicilia non sono mai stati un’eccellenza. Bisogna anche ammettere a prescindere dalla lettura strumentale che dà la Sinistra che è sono stati proprio loro a portare in aula temi divisivi come lo Ius Scholae, che nulla avevano a che fare gli obbiettivi che il Governo Draghi si era prefissato.
Durante una parte della legislatura le Lega risultava essere il primo partito italiano, cos’è successo poi? Crede che la colpa sia da imputare alla scelta di sostenere il Governo Draghi?
La politica è anche questa. La politica reagisce a a regole certe. Per chi sta all’opposizione è più facile creare consenso, poi però arriva un momento in cui bisogna sedersi e governare il Paese. Chi governa, per le leggi di cui parlavo poco fa perde fisiologicamente consenso. È quello che è successo alla Lega. Sicuramente ha pagato un piccolo prezzo in fatto di consensi quando è andata al Governo insieme al M5S. La Lega ha dovuto fare una scelta: pensare al proprio elettorato e quindi alla maggioranza del Paese, naturalmente soffrendo, ma cercando in qualche modo di indirizzare la politica italiana, penso ad esempio approvazione dei DL sicurezza o alle politiche migratorie o continuare a stare all’opposizione. Poi c’è stato il Conte II e la Lega è uscita dal Governo. Poi però con l’arrivo dei soldi del PNRR, la Lega è stata messa di fronte ad una scelta: starne completamente fuori oppure salvare il salvabile. La Lega ha deciso che le scelte del Governo non dovevano risultare estranee ai leghisti.
Per quanto riguarda il tema dell’immigrazione quale pensa possa essere una possibile politica da parte di un Governo di centro destra?
Su questo tema io ho in primis un pensiero personale. Non sono mai stato una persona categorica. Non ho mai detto un NO categorico all’immigrazione. Sono sempre stato molto moderato riguardo questo tema. Bisogna però sempre fare i conti con la realtà: io, al momento, un blocco navale come quello che propone la Meloni non credo che sia realizzabile. Credo però che l’esperienza della Lega al Viminale possa essere fondamentale per un Governo di centro destra.
Tutta l’Europa dovrebbe sentirsi coinvolta in questa emergenza. Detto ciò, partendo dalle esperienze passate, la politica del centro destra e in particolare di Salvini è una politica rodata e che funziona. Deve essere e probabilmente sarà la linea politica che verrà adottata dal prossimo Governo. Una politica che responsabilizzi tutti gli stati europei e che porti un briciolo di decenza e di umanità alle persone che arrivano nel nostro Paese. Sicuramente, però si dovrà dire STOP alle ONG, che trasportano l’80% dei flussi migratori e sono complici dello sfruttamento del traffico illecito dell’immigrazione. Quindi, sarà fondamentale per noi applicare le nostre risorse su quell’80% di flussi migratori, che riteniamo “bloccabili”, quindi tutti gli immigrati irregolari.
Per quanto riguarda invece l’integrazione dei immigrati regolari?
Siamo e saremo sempre favorevoli all’integrazione dell’immigrato regolare. Naturalmente risulta secondo me fondamentale che l’integrazione sia frutto di un processo di accettazione e rispetto nei confronti delle leggi italiane. Inoltre, deve essere una scelta che l’immigrato regolare fa, perché crede nel Paese e nel sistema Italia, ne rispetta quindi cultura e tradizioni. Anche se si vuole continuare a praticare la propria religione, bisogna in primis rispettare la nazione e la società a cui si ha avuto accesso.
Questa è una politica applicabile per i migranti economici, invece per i rifugiati?
Intanto, il fatto stesso che li rinominiamo “rifugiati” indica che staranno nel nostro Paese per un periodo limitato. Quindi bisogna riconoscere lo status di rifugiato per chi scappa dalla guerra ed è giusto che trovino qualcuno che li accolga. É un problema di sopravvivenza e noi non possiamo negare la vita a nessuno. Bisogna che il nostro Paese faccia di tutto per far terminare le guerre da cui queste persone scappano. Naturalmente però, i temi sono sempre gli stessi, l’Italia deve essere l’unico Paese ad accogliere questa gente? Io credo e spero di no, perché così non va, perché a quel punto vorrei proporre un percorso di beatificazione per il Paese Italia.
In questo contesto Salvini potrebbe tornare al Ministero degli Interni?
Perché no. Anzi, credo proprio che si stia ragionando su questo. Io penso che se le cose vanno come dovrebbero andare sicuramente Matteo Salvini è in pole position per un posto al Viminale. Sarebbe una mossa a “Rischio zero” per il nuovo Governo. É un sistema che funziona e che è rodato.
Passiamo al locale. Come vive Pantelleria questo periodo?
Vorrei parlare del fatto che sembrerebbe esserci una crisi del mercato turistico a Pantelleria. Premetto che le località turistiche rispondono sempre a quelle che sono le logiche del mercato. Dopo il covid tante destinazioni europee non erano considerate destinazioni stabili in quanto da Stato a Stato vigevano norme riguardo alla prevenzione e al contenimento del covid diverse tra di loro, quindi era fisiologico che le persone preferissero ripiegare sulle mete turistiche domestiche, tra cui anche Pantelleria.
Quest’anno è tutto diverso. Tutte le destinazione europee sono aperte. Poi naturalmente esiste la logica del prezzo. Le programmazioni delle vacanze generalmente avvengono nel periodo tra marzo e aprile. Se Pantelleria non è in grado di presentare delle offerte tali e ragionevoli per raggiungere l’Isola, risulta naturale che il turista applica delle scelte diverse da quelle che i panteschi vorrebbero. Poi diverso è l’aspetto meramente tecnico. Poi sono venuti a mancare alcuni voli Volotea perché annullati o posticipati, ITA non raggiunge per una parte della stagione l’isola ed era in dubbio per la restante parte… questo fa di Pantelleria una destinazione turistica non consolidata.
Pantelleria non è Lampedusa. A Lampedusa la gente va perché nell’immaginario collettivo il simbolo principale dell’isola sono le spiagge e il mare. Stessa cosa vale ad esempio per Ibiza, in quel caso il turista si immagina una vacanza all’insegna del divertimento mondano. A Pantelleria il turista cosa trova? A Pantelleria nessuno ha avuto interesse nel fare diventare dell’isola una destinazione turistica consolidata. Se dovessi diventare consigliere comunale indirizzerei l’isola in questo senso.
Perché Consigliere comunale e non Sindaco?
Non vedo una mia candidatura a Sindaco in quest’isola. Penso di poter essere più utile lavorando per una squadra. A Pantelleria il ruolo del Sindaco viene visto come “l’uomo solo al comando”. Io non c’ho mai creduto in questo, non è nelle mie corde, credo nel lavoro di squadra. Secondo me partendo dai contenuti si può fare un buon lavoro di squadra.
Con chi?
Dal 25 settembre cambieranno molte cose. Spero che l’elettorato faccia le proprie riflessioni. L’Amministrazione 5 Stelle sta cercando di attuare proprio sotto i nostri un grande miracolo: tutto quello che non hanno fatto nei 4 anni e mezzo lo faranno negli ultimi mesi. Sta accadendo tutto sotto i nostri occhi. Sono naturalmente sarcastico, ma sembra proprio quello che stia accadendo a Pantelleria. Chi crede nei miracoli può liberamente rivotarli.
Sono il corrispondente di Punto a Capo per la Regione Sicilia, in particolare, per l‘isola di Pantelleria. Affronto le maggiori tematiche riguardanti il mio territorio, portando le notizie siciliane anche fuori dall’isola.
Cerco di trasmettere tramite i miei articoli la mia passione per la scrittura che sempre mi ha distinto e che oggi è arrivata anche a diventare metodo per la diffusione di notizie. Sono molto legato al mio territorio, questo è quello che mi porta a scrivere; oltre anche, sicuramente, alla passione che provo nei confronti delle tematiche che tratto.
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