Cristina Ciminnisi, è venuta a Pantelleria stavolta come candidata 5 Stelle all’ARS, invece che da turista innamorata dell’isola.
Ha incontrato varie realtà imprenditoriali del territorio e ha idee molto chiare di quello che serve all’isola, conoscendo le criticità di Pantelleria.
di Francesca Marrucci
Cristina Ciminnisi, trapanese, corre alla Regione Siciliana per il Movimento 5 Stelle. È arrivata a Pantelleria stavolta come candidata, non come turista. Non meno innamorata dell’isola in questa veste, ha incontrato varie realtà isolane e ha approfondito sul posto le tematiche riguardo il lavoro, l’agricoltura, l’imprenditoria locale, le energie rinnovabili e il patrimonio culturale isolano. L’abbiamo incontrata e abbiamo cercato di conoscerla meglio.
Ci parli di lei…
Sono trapanese, ho un bimbo di 16 mesi e da 7 anni lavoro con il M5S come collaboratrice parlamentare all’ARS, dove mi occupo aspetti giuridici e amministrativi. Non è la prima volta che vengo a Pantelleria, ma è la prima volta che vengo come candidata.
Non ho mai avuto impegni politici prima, ma oggi il Movimento mi chiede un impegno diverso, visto che la realtà regionale la conosco molto bene e ho vissuto le dinamiche politiche e di palazzo. Al contrario di tanti che si approcciano all’ARS senza conoscerne i meccanismi, io so bene cosa non si è fatto e cosa invece si potrebbe fare. Questa mia competenza la metto al servizio del territorio e dell’intera provincia, senza logiche campanilistiche. Il nostro compito è rappresentare tutte le realtà siciliane, anche se conosciamo meglio quelle di appartenenza.
In quest’ottica territoriale come si colloca Pantelleria? Sappiamo che è stata spesso dimenticata dalla politica regionale.
Pantelleria non è fuori dalla Provincia di Trapani, ne è parte integrante e come tale va considerata. Ha peculiarità uniche che vanno affrontate come tali, ma anche esigenze in comune con il resto del territorio provinciale; quindi, potrebbe beneficiare di fondi e di reti che finora sono stati poco sfruttati. Se poi dobbiamo essere onesti, il M5S su Pantelleria è stato presente anche ad altri livelli, non ultimi quelli parlamentari e di Governo. Almeno noi, Pantelleria non l’abbiamo dimenticata mai.
Quali punti del vostro programma allora dovrebbero interessare in particolar modo i panteschi?
Parlando con gli imprenditori locali, ritroviamo in molte delle esigenze da loro esposte i punti più importanti del nostro programma regionale. Un esempio? Nel nostro programma, abbiamo previsto per i muretti a secco, il riconoscimento e la formazione di operai specializzati nella loro costruzione. Siamo gli unici nella Regione Siciliana che hanno inserito nel programma elettorale questo punto importante che a Pantelleria non solo garantirebbe la manutenzione di uno dei Patrimoni UNESCO, ma anche un riconoscimento professionale che potrebbe costituire un’importante patente per poter lavorare in tutti i Paesi del Mediterraneo che condividono questo patrimonio. Uno sbocco lavorativo anche per i più giovani, che mira a conservare le radici, puntando sul futuro.
Ecco il lavoro è un punto dolente per l’isola che soffre di mancanza di manodopera, scelta occupazionale limitata, in specie per le donne e i più giovani e in questo contesto il riconoscimento professionale per gli operai dei muretti a secco potrebbe essere un ottimo viatico, ma certo non risolverebbe tutti i problemi…
È vero. Negli incontri che ho avuto con le imprese isolane sono emerse problematiche proprio legate alla mancanza di manodopera, specializzata e non, nel settore agroalimentare, ad esempio. Questo è un problema diffuso purtroppo in tutta la Sicilia e la mancanza del potenziamento dei Centri per l’Impiego, promesso da Musumeci e mai attuato, certo ha reso questo problema ancora più grave in specie in territori come Pantelleria, in cui si deve venire appositamente per lavorare e non è possibile fare i pendolari giornalieri, come succede sulla terra ferma. Inoltre, a Pantelleria la manodopera serve stagionale e questo rende la ricerca ancora più complicata. Ho incontrato un giovane che sta facendo davvero un ottimo lavoro nel campo dell’agricoltura e dell’apicoltura, Denny, che mi ha illustrato le difficoltà spesso legate anche a norme troppo restrittive che non tengono conto delle caratteristiche uniche di alcuni territori come Pantelleria.
Per questi ed altri motivi che riscontro quotidianamente nei miei giri del territorio, bisogna puntare seriamente su politiche del lavoro che mettano al primo posto salari, formazione e garanzie normative, sempre nell’ottica delle tutele sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. Avere un data base a cui attingere per le diverse professionalità è indispensabile, per questo dobbiamo insistere sul potenziamento dei Centri d’Impiego.
Il lavoro femminile è un’altra nota dolente…
Nel mio giro sull’isola ho incontrato donne imprenditrici che dovrebbero essere prese ad esempio: Ketty, nella cantina ereditata dalla famiglia che porta avanti con passione e innovazione; Cicci, che arrivata qui cinquanta anni fa da una realtà del Nord completamente diversa, è diventata un punto di riferimento per la comunità non senza difficoltà, e Antonietta, che mi ha illustrato con passione e precisione il progetto del Museo del Cappero e della sua impresa turistica. L’imprenditoria femminile è diffusa e di successo sull’isola, ma non può bastare a dare risposte ad una mancanza cronica per il Paese che nei piccoli centri diventa un macigno. È quindi importante sviluppare le vocazioni territoriali dell’isola, per creare nuovi posti di lavoro e dare uno sbocco e una risposta non solo alle donne pantesche, ma anche ai giovani e a quanti si ritrovano senza lavoro magari a 40 o 50 anni. Il turismo esperenziale, ad esempio, che prevede tante figure e competenze differenti, è da incoraggiare e sostenere con le politiche regionali.
Che altre figure professionali nuove potrebbe offrire Pantelleria, in specie per far rimanere sull’isola le nuove generazioni che vanno a studiare fuori e poi non tornano?
Oltre al turismo, all’agricoltura e viticoltura, bisognerebbe puntare, come sta facendo l’Amministrazione Campo, sulle fonti e le energie rinnovabili. Pantelleria è uno scrigno di ricchezza, biodiversità, tutela ambientale, autosufficienza sulle rinnovabili, su cui ormai c’è molto interesse e richieste. Formare nuove professionalità in questo settore significa non solo garantire posti di lavoro in loco ai ragazzi e possibilità lavorative future in ogni ambito, ma anche preservare e tutelare l’ambiente dell’isola e dare una risposta concreta e immediata proprio per il caro bollette, tema che mi sta molto a cuore. Da qui l’esigenza forte e immediata di spostare gli investimenti sulle energie rinnovabili, in specie in questa che è stata presa come isola modello per molti studi e progetti con le rinnovabili.
Pantelleria è assurta alle cronache anche per la questione sanità, con la chiusura del Punto Nascita, con le difficoltà per molte patologie di essere trattate sull’isola e con tante proteste in questi anni da parte dei cittadini e della stessa Amministrazione Comunale. La sanità è proprio competenza regionale…
Conosco molto bene e ho seguito personalmente tutte le vicende legate alla sanità isolana. Per questo ho voluto incontrare il Direttore Sanitario, che mi ha illustrato le peculiarità di un territorio che richiede ragionamenti diversi da quelli degli altri territori in Sicilia. La specificità dei territori staccati dalla terra ferma deve essere trattata assolutamente in modo diverso. Purtroppo, registriamo un fallimento totale della gestione della sanità dell’Assessore Razza con tante chiacchiere e promesse finite in un nulla di fatto generale e qualche scandalo di troppo, che su territori già provati come Pantelleria si sono risolti in un abbandono progressivo delle strutture.
L’ASP e il personale locale stanno facendo i salti mortali, ma deve esserci un aiuto e un sostegno concreto dalla Regione, che invece finora ha fatto spallucce e si è concentrata su altro.
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.