Matteo Messina Denaro, Pantelleria e l’incognita delle elezioni

Matteo Messina Denaro, Pantelleria e l’incognita delle elezioni

07/03/2023 0 Di Flavio Silvia

È pas­sa­to più di un mese dal­l’ar­re­sto di Mat­teo Mes­si­na Dena­ro, ma anco­ra mol­te sono le que­stio­ni da chia­ri­re. In una pun­ta­ta del­la tra­smis­sio­ne “Fuo­ri dal Coro” su Rete4, anda­ta in onda il 24 gen­na­io 2023, si par­la pro­prio del­l’ar­re­sto di Mat­teo Mes­si­na Dena­ro e si cer­ca di com­pren­de­re di più riguar­do ai suoi affari.

In un ser­vi­zio a fir­ma del­la gior­na­li­sta Costan­za Tosi ven­go­no poste del­le doman­de a varie per­so­ne riguar­do alle atti­vi­tà di Mat­teo Mes­si­na Dena­ro, pro­prio nel­le zone dove il boss ha ope­ra­to. Duran­te un’in­ter­vi­sta ad un grup­po di per­so­ne vie­ne fat­ta una con­fi­den­za alla gior­na­li­sta: “Il suo­ce­ro di mio cogna­to ave­va i miglio­ri appal­ti di can­tie­ri socia­li, le stra­de di Pan­tel­le­ria, tut­ti lega­ti a Mes­si­na (rife­ren­do­si al boss sici­lia­no).”

ECCO IL VIDEO:

Confessioni inquietanti, soprattutto per la nostra isola

Dal­la sua fra­se si può evin­ce­re che ci fos­se un lega­me tra l’in­ter­lo­cu­to­re e que­sto “impren­di­to­re” che ave­va otte­nu­to gli appal­ti nel­l’i­so­la e che intrat­te­ne­va lega­mi con Mat­teo Mes­si­na Dena­ro. Nel­le rive­la­zio­ni si par­la di can­tie­ri socia­li e “stra­de di Pan­tel­le­ria”. Il pri­mo col­le­ga­men­to che vie­ne natu­ra­le fare è quel­lo che con­du­ce all’in­da­gi­ne Mafia-Appalti. 

L’in­da­gi­ne Mafia-Appal­ti fu un inda­gi­ne for­te­men­te volu­ta da Gio­van­ni Fal­co­ne, gra­zie alla qua­le veni­va fat­ta luce sul­le con­nes­sio­ni mafio­so-poli­ti­co-impren­di­to­ria­li sici­lia­ne. In que­sta par­ti­co­la­re inchie­sta ven­ne alla luce come Cosa Nostra non si accon­ten­ta­va più di estor­ce­re tan­gen­ti, ma pas­sa­va diret­ta­men­te a far aggiu­di­ca­re gli appal­ti a impre­se a lei sot­to­mes­se. Pao­lo Bor­sel­li­no ave­va richie­sto i fasci­co­li del­l’In­da­gi­ne Mafia-Appal­ti dopo la mor­te di Fal­co­ne e sta­va inda­gan­do pro­prio su un filo­ne di appal­ti a Pantelleria. 

Dal­le testi­mo­nian­ze di que­sta inchie­sta si evi­den­zia­no gli stret­ti lega­mi tra la mafia tra­pa­ne­se e quel­la paler­mi­ta­na e si ammet­te l’e­si­sten­za di un siste­ma ille­ci­to riguar­do agli appal­ti nel­la pro­vin­cia di Tra­pa­ni. Quel­lo che è accer­ta­to con le sen­ten­ze OMEGA e SELINUS è che sia effet­ti­va­men­te esi­sti­to un siste­ma ille­ci­to di aggiu­di­ca­zio­ne di appal­ti nel trapanese.

Questo sistema agiva anche a Pantelleria?

Que­ste dichia­ra­zio­ni desta­no quan­to­me­no pre­oc­cu­pa­zio­ne soprat­tut­to alla luce del­le immi­nen­ti ele­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve del 28 e 29 mag­gio. Già Pan­tel­le­ria è sali­ta alle cro­na­che per ben 4 vol­te per arre­sti lega­ti ai suoi Pri­mi Cit­ta­di­ni, il pri­mo fu Gio­van­ni Petril­lo arre­sta­to una pri­ma vol­ta nel 1982 e poi di nuo­vo nel 1991 per cor­ru­zio­ne. Il PM di que­sto caso fu pro­prio Pao­lo Bor­sel­li­no.

L’ul­ti­mo arre­sto risa­le al 2012 con il bre­ve man­da­to del Sin­da­co Alber­to Di Mar­zo, arre­sta­to per la secon­da vol­ta per cor­ru­zio­ne e per aver inta­sca­to tan­gen­ti, rea­to poi con­fes­sa­to dal­lo stes­so Di Mar­zo. La pri­ma vol­ta era già sta­to arre­sta­to nel 2002 per estor­sio­ne, quan­do era sta­to con­dan­na­to a 3 anni e sei mesi di reclu­sio­ne, venen­do poi assol­to in appello.

Ma la vita dei Sin­da­ci di Pan­tel­le­ria sem­bra esse­re più tur­bo­len­ta di quel­li di altre cit­tà, per­ché anche il Sin­da­co Sal­va­to­re Gino Gabrie­le risul­ta inda­ga­to non per que­stio­ni ine­ren­ti il Comu­ne di Pan­tel­le­ria o il suo man­da­to, ma per nel­la maxi inda­gi­ne di Gir­gen­ti Acque.

L’allettante ‘pacchetto di 100 milioni di euro di fondi’ in arrivo a Pantelleria

Insom­ma, con in pro­gram­ma l’ar­ri­vo sul­l’i­so­la, degli oltre 100 milio­ni di finan­zia­men­ti di fon­di pub­bli­ci, com­pre­si quel­li del PNRR, gra­zie al lavo­ro svol­to dal­l’at­tua­le Giun­ta, non sono pochi quel­li che temo­no che altre ‘con­ta­mi­na­zio­ni’ e i for­ti inte­res­si di alcu­ni pos­sa­no far di nuo­vo piom­ba­re l’i­so­la in un perio­do buio di cor­ru­zio­ne che la tra­sfor­me­reb­be in una diste­sa di can­tie­ri fer­mi e lavo­ri mai finiti.

Que­sto per­ché i fon­di pub­bli­ci, anche euro­pei, non pos­so­no esse­re ‘rein­di­riz­za­ti’ o ‘pilo­ta­ti’ a favo­re di que­sta o quel­la impre­sa, come sug­ge­ri­sco­no alcu­ni che nes­su­no esclu­de potran­no esse­re can­di­da­ti alle pros­si­me elezioni.

Se i sol­di non ven­go­no impie­ga­ti nel­l’i­ter di lavo­ri già in cor­so, l’U­nio­ne Euro­pea e lo Sta­to smet­to­no sem­pli­ce­men­te di ero­gar­li e chie­do­no indie­tro quel­li even­tual­men­te già ver­sa­ti, con le con­se­guen­ze che tut­ti pos­so­no imma­gi­na­re per le cas­se comunali.

Alla luce di que­sto peri­co­lo e dei pre­ce­den­ti del­l’i­so­la, le dichia­ra­zio­ni man­da­te in onda dal­la tra­smis­sio­ne del gior­na­li­sta Mario Gior­da­no sugli inte­res­si di Mes­si­na Dena­ro sugli appal­ti a Pan­tel­le­ria risul­ta­no allar­man­ti e pre­oc­cu­pan­ti, eppu­re nes­su­no ne parla.

Tut­to tace anche nei media loca­li e in mol­ti con­ti­nua­no a dire: “Mafia a Pan­tel­le­ria? Quan­do mai!” e que­sto fa anche più paura.