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Ponte sullo stretto in Cdm. Legambiente: trasporti Sicilia vera emergenza

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Ponte sullo stretto: il decreto va in Cdm  

Legambiente: “La vera urgenza da affrontare in un decreto-legge è la partenza di quei cantieri per la transizione ecologica necessari per permettere ai cittadini e alle merci di muoversi in Calabria e Sicilia come in un paese civile” 

“La vera urgen­za da affron­ta­re in un decre­to-leg­ge è la par­ten­za di quei can­tie­ri per la tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca neces­sa­ri per per­met­te­re ai cit­ta­di­ni e alle mer­ci di muo­ver­si in Cala­bria e Sici­lia come in un pae­se civi­le e indu­stria­liz­za­to e per con­tri­bui­re alla lot­ta alla cri­si cli­ma­ti­ca. Que­sto oggi non è garan­ti­to né agli uni, né agli altri e non sarà cer­to il Pon­te sul­lo Stret­to a per­met­ter­lo. Ser­ve una dra­sti­ca cura del fer­ro, un poten­zia­men­to del­le infra­strut­tu­re per la mobi­li­tà soste­ni­bi­le, con linee fer­ro­via­rie elet­tri­fi­ca­te e a dop­pio bina­rio, per­cor­se da tre­ni moder­ni, fre­quen­ti e pun­tua­li, e non una cat­te­dra­le nell’evidente ‘deser­to del­la mobi­li­tà’ come il Pon­te sul­lo stret­to di Mes­si­na”, con que­ste paro­le Ste­fa­no Cia­fa­ni, pre­si­den­te nazio­na­le di Legam­bien­te, in una nota con­giun­ta con Anna Par­ret­ta e Giu­sep­pe Alfie­ri, rispet­ti­va­men­te pre­si­den­te di Legam­bien­te Cala­bria e Sici­lia, com­men­ta­no la boz­za di decre­to-leg­ge sul­la rea­liz­za­zio­ne del pon­te sul­lo Stret­to di Mes­si­na che oggi ver­rà discus­sa nel cor­so del Con­si­glio dei Mini­stri e la scel­ta da par­te del Gover­no di pro­ce­de­re con una decre­ta­zio­ne d’urgenza.  

Per il pre­si­den­te nazio­na­le di Legam­bien­te: “Chie­dia­mo al mini­stro del­le infra­strut­tu­re e dei tra­spor­ti Mat­teo Sal­vi­ni di fare un eser­ci­zio mol­to più uti­le ai cit­ta­di­ni meri­dio­na­li e a chi si spo­sta in que­ste due regio­ni per lavo­ro o turi­smo. Il Pon­te sul­lo Stret­to di Mes­si­na è, infat­ti, un’inutile ope­ra farao­ni­ca che in tut­ti que­sti anni è costa­ta al Pae­se tra stu­di, con­su­len­ze e sti­pen­di del­la socie­tà stret­to di Mes­si­na cir­ca un miliar­do di euro. Uno sper­pe­ro di sol­di pub­bli­ci che ora rischia di esse­re ulte­rior­men­te aumen­ta­to, sen­za con­ta­re che quel­le risor­se si sareb­be­ro potu­te inve­sti­re per la cura del fer­ro e per il poten­zia­men­to del­le infra­strut­tu­re per la mobi­li­tà soste­ni­bi­le e del tra­spor­to via nave. Su que­sti tre inter­ven­ti, l’Italia è in net­to ritar­do rispet­to agli altri Pae­si euro­pei e agli obiet­ti­vi che ci sta chie­den­do l’Europa in ter­mi­ni di lot­ta alla cri­si cli­ma­ti­ca, decar­bo­niz­za­zio­ne dei tra­spor­ti e acce­le­ra­zio­ne del­la tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca del Pae­se. Le rispo­ste che sono arri­va­te dal gover­no Melo­ni inve­ce – con­ti­nua Cia­fa­ni – sono sta­te la riat­ti­va­zio­ne del­lo Stret­to di Mes­si­na Spa, pre­vi­sta nell’ultima leg­ge di bilan­cio, e un decre­to-leg­ge che oggi appro­de­rà in Cdm attra­ver­so lo stru­men­to del­la decre­ta­zio­ne d’urgenza e in cui si dice che i lavo­ri ini­zie­ran­no del Pon­te ini­zie­ran­no entro il 2024. Il Mini­stro dovreb­be spie­ga­re ai cit­ta­di­ni cala­bre­si e sici­lia­ni qua­li sono que­sti moti­vi “straor­di­na­ri e urgen­ti” per cui si ricor­re alla decre­ta­zio­ne d’urgenza e per­ché l’Italia, dall’altra par­te, con­ti­nua ad esse­re in ritar­do nel rea­liz­za­re e miglio­ra­re quel­le infra­strut­tu­re di mobi­li­tà soste­ni­bi­le di cui il Pae­se, e soprat­tut­to il Meri­dio­ne, ha bisogno”. 

Legam­bien­te, come ha sot­to­li­nea­to nell’ultimo report Pen­do­la­ria 2023, ricor­da che sul fron­te tra­spor­ti nel Mez­zo­gior­no cir­co­la­no meno tre­ni, i con­vo­gli sono più vec­chi – con un’età media di 18,5 anni, in calo rispet­to a 19,2 del 2020 ma mol­to più ele­va­ta degli 11,9 anni di quel­li del nord – e viag­gia­no su linee in lar­ga par­te a bina­rio uni­co e non elet­tri­fi­ca­te. Le cor­se dei tre­ni regio­na­li in Sici­lia e in Cala­bria, ad esem­pio, sono ogni gior­no rispet­ti­va­men­te 506 e 333 con­tro le 2.173 del­la Lom­bar­dia, quan­do la popo­la­zio­ne in Lom­bar­dia è pari al dop­pio dei sici­lia­ni (rispet­ti­va­men­te 10 e 5 milio­ni) con un’estensione infe­rio­re a quel­la dell’isola.  

Per l’associazione ambien­ta­li­sta la cura per il sud si tra­du­ce con più tre­ni per il Meri­dio­ne, elet­tri­fi­ca­zio­ne e col­le­ga­men­ti più velo­ci e fre­quen­ti tra la Sici­lia, la Cala­bria e il resto del­la Peni­so­la, por­tan­do le Frec­ce nei col­le­ga­men­ti tra Paler­mo, Cata­nia e Roma, poten­zian­do il tra­spor­to via nave lun­go lo Stret­to e raf­for­zan­do i col­le­ga­men­ti in tre­no da Reg­gio Cala­bria a Taran­to e Bari, ripri­sti­nan­do la pos­si­bi­li­tà di imbar­car­si sul­le navi di qua­lun­que vet­to­re con un uni­co biglietto. 

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