Dopo l’incontro con i cittadini al Circolo Trieste da parte della nuova Amministrazione Comunale e dell’Ufficio Tecnico per illustrare la situazione di Gadir, ieri apprendiamo che c’è stata un’improvvisa accelerazione sui lavori e il sito rimarrà chiuso per buona parte della stagione estiva.
C’era un’alternativa per lasciarlo fruibile in estate e poi fare i lavori in autunno?
di Angelo Parisi
Lo scorso martedì l’Amministrazione D’Ancona ha incontrato i cittadini presso il Circolo Trieste di Khamma per “condividere il progetto di recupero manutentivo dell’area di Cala Gadir parzialmente distrutta dalle mareggiate”.
Come documentato anche dalla nostra testata, lo scorso 9 febbraio Cala Gadir è stata interessata da una forte mareggiata che ha provocato diversi danni, tra cui il distacco di buona parte della pavimentazione in roccia lavica.
Con un intervento di somma urgenza, disposto giorno 11 febbraio, l’Ufficio Tecnico ha affidato i lavori di pulizia e messa in sicurezza dell’area.
Ecco l”intervento di urgenza disposto per Gadir l’11 febbraio.
Come si evince dalla perizia giustificativa finale, al fine di rimuovere lo stato di emergenza sono stati eseguiti i seguenti lavori:
- pulizia dei detriti presenti nel piazzale, selezione per categorie e trasporto a discarica;
- raccolta della pavimentazione divelta e posizionamento nelle pedane;
- ripristino tratti di pavimentazione;
- ripristino muri in pietra;
- ripristino pedana in acciaio a seguito ritrovamento della Capitaneria di Porto in data 12/02/2023.
L’ammontare complessivo degli interventi è stato pari a 27.500 euro, ridotti a 25.787,29 euro a seguito del ribasso offerto dall’impresa.
Al via un altro progetto…
In questi mesi, l’Ufficio Tecnico ha lavorato per elaborare un’idea progettuale che servisse a risolvere definitivamente il distacco della pavimentazione che periodicamente si verifica ad ogni mareggiata.
Il Sindaco Fabrizio D’Ancona, dopo aver salutato e ringraziato sia i presenti che il Presidente ed il Consiglio di Amministrazione del Circolo, ha dato la parola all’Ing. Salvatore Gambino che ha illustrato l’idea dal punto di vista tecnico.
La soluzione prospettata consiste nell’asporto di tutta la pavimentazione in roccia lavica collocata nel 2009, nella scarificazione della superficie sottostante in calcestruzzo e nella realizzazione di un massetto in calcestruzzo rinforzato con fibra rifinito con resina.
Così facendo, a detta del Responsabile dell’Ufficio Tecnico, si creerebbe una superficie uniforme che resisterebbe all’aggressione del mare.
Oltre a questi interventi, si prevede il posizionamento dei sottoservizi idrici, elettrici e fognari così da non dover rompere nuovamente in futuro.
Altri interventi previsti sono: la sistemazione di una scaletta in acciaio per consentire ai fruitori di poter facilmente accedere al mare, la scanalatura della passerella lignea che è stata posta sulla zona delle vasche al fine di evitare la formazione di alghe che la rendono scivolosa, la posa di una ulteriore passerella lignea nella zona che collega le vasche, il posizionamento di segnali di pericolo per la presenza di acqua ad alta temperatura, la sistemazione dell’illuminazione con la sostituzione dei corpi illuminanti esistenti, e non più in commercio, con manufatti in pietra lavica.
Quest’ultimo intervento è stato pensato poco prima dell’incontro con i cittadini e, quindi, non è stato ancora inserito nell’idea progettuale.
Il costo stimato dell’intervento, senza considerare la sostituzione dei corpi illuminanti, doveva essere pari a circa 180 mila euro.
Un progetto che però non sarebbe stato realizzato subito per salvare la stagione estiva?
Riguardo la data presunta di inizio lavori, non era stata data alcuna notizia certa, perché, è stato specificato, ancora si trattava di un’idea progettuale che doveva confluire in un progetto definitivo da sottoporre al parere degli Enti competenti, quali la Soprintendenza, il Parco e il Demanio regionale, prima di essere approvato in via amministrativa e tecnica.
A tutto ciò sarebbero seguite le fasi per per l’individuazione dell’impresa che avrebbe dovuto realizzare le opere e il successivo affidamento.
Quindi, da quanto è stato detto ai cittadini presenti, i tempi non sembravano essere brevi e sicuramente tali interventi non dovevano essere messi in atto nel breve periodo, come chiesto anche da alcuni cittadini presenti che hanno fatto appello a ‘salvare la stagione estiva’.
I cittadini hanno anche evidenziato alcune problematiche che non erano note né all’Amministrazione né al personale dell’Ufficio Tecnico, quale il distacco di un grosso masso da un muro che è finito in mare. Sia l’Ing. Gambino che il Sindaco hanno detto che il Comune non ha competenza sul mare e che la Capitaneria non ha mai segnalato tale questione.
Altre osservazioni hanno riguardato la presenza di anguille nella zona di Gadir con la richiesta di fare attenzione nell’esecuzione dei lavori, per salvaguardare la fauna acquatica unica.
L’Ing. Gambino ha detto che saranno acquisiti i pareri necessari e sicuramente saranno date delle prescrizioni anche riguardo la presenza delle anguille.
Il Sindaco ha invece provato a minimizzare la questione dicendo che gli interventi che saranno eseguiti nelle vasche prevederanno la rimozione manuale delle lastre e pietre che sono finite dentro e, ironizzando, ha detto che allora anche la presenza dei bagnanti ha una ripercussione sulle anguille e, pertanto, bisognerebbe dare delle prescrizioni anche per loro.
E invece no! Dopo due giorni il progetto parte. Gadir resterà chiusa fino a metà luglio
Diversamente da quanto prospettato nel corso dell’incontro, però, ieri è stata diramata un’ordinanza della Capitaneria di Porto nella quale Cala Gadir viene interdetta, dal giorno 8 giugno al 15 luglio, ai veicoli e ai pedoni l’area compresa tra lo scalo di alaggio e le vasche a causa dell’esecuzione dei lavori di rimozione della pavimentazione.
Ciò significa che nessuno potrà accedere alle vasche di Gadir presumibilmente fino a dopo il 15 luglio.
Non è certo una bella notizia per i panteschi e i turisti.
Forse non era il caso di aspettare la fine della stagione estiva e, nel frattempo, rattoppare i tratti di pavimentazione rimasti vuoti, anche con la posa di uno strato di cemento colorato al fine di rimuovere le situazioni di pericolo?
Anche perché a cosa è servito ordinare a febbraio il ripristino di parte della pavimentazione divelta, come è evidenziato nella perizia finale dei lavori di somma urgenza, per poi disporne la rimozione a giugno?
Oltretutto, non è chiaro come saranno raccordati i tombini che già adesso sporgono nella zona in cui manca la pavimentazione e che costituiranno un pericolo per i pedoni.
Anche in questo caso si penserà di abbassarli per poi rialzarli a seguito dell’intervento di recupero che è stato illustrato ai cittadini?
Insomma sembra che la nuova Amministrazione non abbia le idee tanto chiare e navighi al buio.
In ogni caso è stato evidente a tutti che i toni entusiastici e perentori usati fino al 28 maggio hanno ceduto il posto a quelli più calmi e concilianti della realtà amministrativa quotidiana. Più volte il Sindaco ha ricordato che bisogna fare le cose seguendo le regole e con i tempi necessari.
Oltretutto, rispondendo ad alcune segnalazioni e critiche dei cittadini presenti, ha detto “mi sono insediato da appena 6 giorni”, per cui non si potrà pretendere che siano risolte tutte le questioni in così poco tempo.
Certo che no, ma almeno avere un’idea chiara ed univoca di quali sono le priorità, sarebbe opportuno.
Mi chiamo Angelo Parisi, sono nato a Leonforte (EN) e faccio l’ingegnere di professione. Fino al 30 maggio 2023 ho rivestito il ruolo di assessore comunale a Pantelleria.
La mia specializzazione sono le tematiche ambientali, soprattutto le energie rinnovabili. Sono sicuro che nel futuro prossimo, tutta l’energia di cui avremo bisogno sarà prodotta grazie al sole, al vento, al mare e al calore della terra e che l’uomo potrà solo rallentare questo traguardo.
Nella mia attività professionale cerco di coniugare lo sviluppo tecnologico con la sostenibilità cercando di dimostrare ai committenti che un euro speso oggi si trasformerà in cento euro risparmiati nel corso della vita dell’opera.
Ritengo che Pantelleria sia il luogo ideale dove mettere in pratica le mie idee e con questa collaborazione cercherò di raccontare i semini che ogni giorno pianterò per rendere l’isola energeticamente autosufficiente.