Un’ultima intervista al Comandante della Capitaneria di Porto Antonio Terrone che lascia, dopo 3 anni, l’isola di Pantelleria per trasferirsi a Roma
di Flavio Silvia
Sono i suoi ultimi giorni a capo dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Pantelleria, faccia un bilancio della sua esperienza sull’Isola?
Non sono abituato a parlare di numeri e a soffermarmi su ciò che, in questi tre anni, abbiamo fatto o non abbiamo fatto, anche perché conoscendomi, mi concentrerei senza dubbio su queste ultime. Sono stati tre anni meravigliosi all’insegna del sacrificio, dell’abnegazione e del senso del dovere che tutti i miei uomini e donne hanno saputo perfettamente impersonificare, trasfondendolo nel nostro operato quotidiano. Ognuno dei giorni trascorsi qui mi ha arricchito personalmente e professionalmente e per questo voglio rivolgere un sentito ringraziamento ai miei superiori che mi hanno accordato la possibilità di assumere il comando in questa terra meravigliosa.
Qual è l’esperienza o l’evento che più ha segnato il suo comando?
Non sono legato ad un’esperienza o a un evento in particolare in quanto il nostro impegno è sempre stato costante, ma se proprio dovessi far riferimento a qualcosa, mi soffermerei a ricordare lo sguardo intenso e pieno di gioia delle migliaia di uomini, donne e bambini che ‘insieme al mio equipaggio’ siamo riusciti a trarre in salvo strappandoli ad un destino difficile.
Proprio ai nostri microfoni, all’inizio della sua esperienza a Pantelleria, ha detto che avrebbe basato la sua azione sul “dialogo” e sulla “collaborazione”, ci sono stati momenti difficili nel corso del comando? Oppure le sue aspettative sono state sempre rispettate? I panteschi hanno “fatto squadra” come si aspettava?
Sapete tutti che ho voluto fortemente l’incarico di Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Pantelleria convinto di trovare in questo magico posto le motivazioni e le aspettative per fare, insieme al mio personale, un ottimo lavoro a favore della comunità marittima isolana. Lanciandomi in un parallelismo calcistico, posso dire di aver ‘giocato’ nella Champion’s League del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, operando al fianco dei veri professionisti del mare. Tutte le mie aspettative sono state ampiamente rispettate, facendomi sentire oggi, anche grazie alle innumerevoli esperienze amministrative ed operative, un Ufficiale della Giardia Costiera maturo e dalle spalle più larghe.
Che emozioni sta provando in questi ultimi giorni sull’Isola?
È un turbinio di emozioni quello che oggi mi avvolge, determinato dalla consapevolezza di aver fatto tanto, ma allo stesso tempo condizionato dal dispiacere di dover lasciare questa terra fantastica e la sua comunità che ci hanno amorevolmente accolti sin dal primo giorno e alla quale resteremo legati per sempre. Per questo voglio rivolgere un sentito ringraziamento al mio personale, all’amministrazione comunale, alla collettività isolana e alla mia famiglia per esserci stati sempre e per aver sempre supportato le nostre azioni.
Sono il corrispondente di Punto a Capo per la Regione Sicilia, in particolare, per l‘isola di Pantelleria. Affronto le maggiori tematiche riguardanti il mio territorio, portando le notizie siciliane anche fuori dall’isola.
Cerco di trasmettere tramite i miei articoli la mia passione per la scrittura che sempre mi ha distinto e che oggi è arrivata anche a diventare metodo per la diffusione di notizie. Sono molto legato al mio territorio, questo è quello che mi porta a scrivere; oltre anche, sicuramente, alla passione che provo nei confronti delle tematiche che tratto.
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