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Grandi emozioni per LA CASA DEI SILENZI di Gianni Bernardo

Ieri la prima de ‘LA CASA DEI SILENZI’ di Gianni Bernardo al dammuso La Cevusa Bianca di Nuccia Farina

Sensazioni, impressioni, emozioni di una narrazione pregnante in una location onirica

di Lucia Boldi

A “La Cevu­sa Bian­ca” di Nuc­cia Fari­na a San Vito, due drap­pi ros­si scen­do­no dal tet­to bian­co a cupo­la, apren­do­si a mo’ di sipa­rio sul­le pie­tre nere. È un dam­mu­so che ha una sto­ria anti­ca, un albe­ro di gel­so, “la cevu­sa”, è sta­to pian­ta­to in quel giar­di­no esat­ta­men­te 80 anni fa, pro­prio nel gran­de buco sca­va­to da una bomba.

È la vita che scon­fig­ge la morte.

Una pal­ma ondeg­gia dol­ce­men­te per la brez­za, le can­de­le rega­la­no una luce tre­mo­lan­te e un’atmosfera sur­rea­le: que­sto il tea­tro di Gian­ni Ber­nar­do, non pol­tro­ne ros­se di vel­lu­to, stuc­chi, ori, orche­stre, gob­bi, luci, applau­si. Soprat­tut­to non applau­si: pare pro­prio che Gian­ni non ne voglia, for­se lo imba­raz­za­no. Sem­bra qua­si che lui reci­ti per un’esigenza inte­rio­re, un inti­mo biso­gno di rac­con­ta­re, ed esce di sce­na, come ha fat­to ieri sera, pri­ma che scop­pias­se una lun­ga, entu­sia­sta, libe­ra­to­ria ova­zio­ne, uno scro­scio di applau­si che sem­bra­va non fini­re mai.

Ieri è sta­ta la pri­ma del­le die­ci rap­pre­sen­ta­zio­ni de “La Casa Dei Silen­zi” e noi era­va­mo in tren­ta, su pan­che e sedie improv­vi­sa­te, ses­san­ta occhi e tren­ta cuo­ri che bat­te­va­no all’unisono con quel­lo di Gian­ni, per­si die­tro al suo nar­ra­re, le sue pau­se ad arte, i suoi gesti, i suoi ricordi.

Abbia­mo vola­to insie­me a lui fra le sue memo­rie e quel­le di una Pan­tel­le­ria anti­ca, sto­rie vere o sol­tan­to imma­gi­na­te, sug­ge­stio­ni, sen­ti­men­ti, malin­co­nie, silen­zi e incan­ti. Spe­cial­men­te incan­ti. Ma anche silen­zi, di quel­li che par­la­no, che dico­no mol­to più del­le parole. 

Sta­se­ra cre­do pro­prio che tor­ne­rò ancora.

…C’era una vol­ta un Re, befè, biscot­to e minè, che ave­va una figlia, befi­glia, biscot­to e miniglia…

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