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Musica, parole e emozioni al concerto di Seminara e Devecchi

seminara e devecchi

Cronaca semiseria di una quasi Vip al Concerto per chitarra di Salvatore Seminara e Paolo Devecchi, con monologo di Clara Greco

Una serata di musica, parole e maestrale, con tanti volti noti e tanta emozione

VIDEO

di Lucia Boldi

Non capi­ta tut­ti i gior­ni che mi riser­vi­no un posto Vip ad un con­cer­to per chi­tar­ra di due bra­vis­si­mi musi­ci­sti e com­po­si­to­ri come Sal­va­to­re Semi­na­ra e Pao­lo Devec­chi, appun­ta­men­to del SUONI PANTESCHI Cham­ber Music Festi­val di ASTARTE, e per giun­ta in uno dei luo­ghi più bel­li dell’isola: al Faro di Pun­ta Spadillo.

Sie­do sul­la pol­tro­na riser­va­ta a Fran­ce­sca Mar­ruc­ci, Diret­to­re di que­sto gior­na­le: lei ha avvi­sa­to che non potrà veni­re a cau­sa del males­se­re del­le tre C.
Non chie­de­te­mi cosa sia­no le tre C, c’è la privacy.
Ma tant’è, la sedia Vip in pri­ma fila è mia e mi acco­mo­do guar­dan­do­mi attorno.

Il pal­co è anco­ra vuo­to e il faro è illu­mi­na­to da una luce blu, pol­ve­ro­sa e sug­ge­sti­va. In lon­ta­nan­za, nono­stan­te il bru­sio, si per­ce­pi­sce il rumo­re del mare agi­ta­to dal mae­stra­le che sof­fia pre­po­ten­te. Il pro­fu­mo dei mir­ti sel­va­ti­ci, la magia del faro, la musi­ca baroc­ca e col­ta che mi appre­sto ad ascol­ta­re, tut­to con­cor­re a pre­di­spor­re il mio ani­mo in moda­li­tà zen.
Le sedie sono tut­te occu­pa­te, qual­cu­no for­se reste­rà in piedi.
Il Con­si­glie­re Comu­na­le Rober­to Gre­co e la bel­lis­si­ma moglie sie­do­no in pri­ma fila: sta­se­ra si esi­bi­rà anche la figlia Cla­ra in un mono­lo­go scrit­to da lei. Accan­to a loro l’elegante e sem­pre chic vice sin­da­co Ade­le Pine­da. Ket­ty D’ancona arri­va un po’ in ritar­do, ha avu­to una degu­sta­zio­ne in can­ti­na che si è pro­trat­ta più a lun­go del pre­vi­sto. Anna Rita Gabrie­le, pre­si­den­te del Cen­tro Cul­tu­ra­le Giam­por­ca­ro è lì con un’amica con la qua­le ha gio­ca­to a bur­ra­co fino a die­ci minu­ti prima.
Non può man­ca­re Sal­va­to­re Bel­vi­si, che piaz­za il suo cel­lu­la­re per le ripre­se, di cui però è gelo­sis­si­mo e non farà vede­re a nessuno.
Sal­va­to­re e Pao­lo sal­go­no final­men­te sul pal­co. Si acco­mo­da­no, scher­za­no affer­man­do che il loro, sta­se­ra, non sarà un duo di chi­tar­re come sta­bi­li­to, ma un trio, per­ché Eolo suo­ne­rà con loro. Il pub­bli­co ride e applaude.
La musi­ca baroc­ca di Scar­lat­ti e di Vival­di, quel­la oni­ri­ca e appe­na eso­ti­ca di Debus­sy e i vir­tuo­si­smi di Ravel si libra­no leg­ge­ri nell’aria, espan­den­do­si in ogni anfrat­to, entran­do den­tro le men­ti e arri­van­do drit­ti ai cuori.

In que­sto luo­go magi­co di quest’isola magi­ca, sot­to le stel­le, alla luce blu del faro.
Tut­to è per­fet­to, qua­si un’ espe­rien­za mistica.
Nem­me­no il mae­stra­le rie­sce a mor­ti­fi­ca­re la per­for­man­ce, sem­mai ren­de sim­pa­ti­co l’affaccendarsi ner­vo­so di Pao­lo nel cer­ca­re di bloc­ca­re con pin­ze improv­vi­sa­te i fogli del­la musi­ca nel leg­gìo, men­tre i capel­li lega­ti a mo’ di coda sfug­go­no al con­trol­lo dell’elastico. Alla fine, fogli e capel­li e note svo­laz­za­no armo­nio­sa­men­te tut­ti insieme.
Sal­va­to­re, nel frat­tem­po, man­tie­ne sem­pre il suo aplomb, impas­si­bi­le e con­cen­tra­to: schie­na drit­ta, occhi sul­la musi­ca scrit­ta, dita velo­ci e com­pe­ten­ti. Al con­tra­rio Pao­lo ha una mimi­ca fac­cia­le che già di per sé è uno spet­ta­co­lo: sem­bra che ogni nota ven­ga dal pro­fon­do di sé stes­so, ed esca ora con affli­zio­ne, ora con pia­ce­re. Smor­fie di godu­ria, di sof­fe­ren­za, di com­mo­zio­ne, di sod­di­sfa­zio­ne, di dolo­re, di angu­stia. Un tra­va­glio emo­ti­vo non da poco che neces­si­ta di una pausa.

semi­na­ra e devecchi

Ed ecco che la bel­la Cla­ra Gre­co sale sul pal­co per uno stu­pe­fa­cen­te inter­mez­zo, inter­pre­tan­do un mono­lo­go che ha lascia­to di stuc­co la pla­tea, sia per le paro­le che per la recitazione.
L’ha scrit­to lei e meri­ta tut­ti gli applau­si e gli abbrac­ci che le han­no rega­la­to. Pro­prio brava.

La sera­ta pro­se­gue con alcu­ni bra­ni com­po­sti dai due musi­ci­sti: Hap­py e Memo­ry di Sal­va­to­re e Inven­zio­ne qua­si un tan­go e Teji­do di Paolo.
In Teji­do ho intra­vi­sto con emo­zio­ne la malin­co­nia del fado e il rit­mo appe­na accen­na­to del fla­men­co e per­fi­no il rumo­re dei pas­si sopra il tablao.
Un lun­go applau­so meri­ta­to salu­ta i due musi­ci­sti. Sal­va­to­re con­fes­sa di subi­re il fasci­no di que­sta cor­ni­ce spet­ta­co­la­re e dell’isola. Lui vie­ne da Domo­dos­so­la e ha attra­ver­sa­to tut­ta l’Italia per arri­va­re fin qui.
Anco­ra applausi.

La musi­ca è fini­ta, gli ami­ci se ne van­no e anch’io devo abban­do­na­re la mia sedia Vip. Gra­zie Diret­to­re, spe­ro tu stia meglio.

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PILLOLE VIDEO DELLA SERATA:

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