Dopo il blackout di ieri sera che ha interessato tutta l’isola, è bene tornare sulla questione energia a Pantelleria e capire a che punto siamo con le fonti di energia alternative…
di Angelo Parisi
Alle 21.15 di ieri sera un blackout generale ha interessato l’intera isola di Pantelleria.
Da quanto si è appreso dall’App Pantelleria Experience, il problema sarebbe stato causato da un guasto ad un trasformatore della centrale elettrica in località Arenella.
Stamattina abbiamo contattato il Direttore della Centrale Smede, Gaetano Bonomo, il quale ci ha confermato che ieri sera si è verificato un guasto in centrale.
Subito sono intervenuti prontamente tutti gli operatori reperibili per isolare il guasto e ripristinare il prima possibile l’energia elettrica e ancora stamattina, ci ha assicurato, sono al lavoro per indagare riguardo alle cause che lo hanno prodotto.
L’isola, infatti, non è interconnessa con il resto del Paese e, quindi, l’energia elettrica è prodotta in loco attraverso una centrale elettrica alimentata a gasolio.
Sui social, per sdrammatizzare, in tanti hanno ironizzato dicendo che il gasolio fosse finito e bisognava fare rifornimento, ma chiaramente non era questa la causa del problema.
L’importanza dell’energia a Pantelleria
Comunque è impensabile che nel 2023 un intero territorio possa rimanere al buio per un guasto alla centrale elettrica.
Stavolta il problema è stato risolto in poco più di un’ora, ma nel caso in cui ciò non fosse stato possibile, per quanto tempo l’isola e i suoi abitanti sarebbero rimasti senza energia?
E l’energia elettrica è importante per l’isola. Basti pensare alle autoclavi presenti in ogni abitazione che senza energia elettrica non possono funzionare lasciando tutti senza acqua.
Senza parlare ai cibi nei frigoriferi e nei congelatori o a tutti i servizi essenziali che, anche se serviti da gruppi elettrogeni, non possono essere garantiti per lungo tempo.
Ecco perché questo episodio ci ricorda come sia necessario risolvere il problema alla radice, diversificando la produzione di energia elettrica, discussione sempre attuale e importante da tenere viva.
L’isola abbonda di fonti energetiche
Sole, mare e vento non mancano a Pantelleria. Tanto da individuarla come laboratorio su cui sperimentare i modelli energetici.
Eppure, anche se sono stati fatti dei passi avanti sul fronte delle fonti rinnovabili, ancora oggi la principale fonte di produzione di energia elettrica è il gasolio. E la sera è l’unica fonte.
A volte anche la burocrazia e la politica ci mette la sua…
Basti pensare che sull’isola, così come in tutte le isole minori siciliane, non è possibile installare impianti eolici di nessuna taglia: dal più piccolo generatore di pochi watt alla grande pala da migliaia di chilowatt.
A conti fatti non servirebbero tantissime pale eoliche.
Nell’Agenda per la Transizione Energetica dell’Isola di Pantelleria il fabbisogno eolico per raggiungere l’autosufficienza è stimato in 6.000 chilowatt.
Con le tecnologie attuali significherebbe installare una pala eolica offshore o due/tre pale a terra, magari nella zona industriale in prossimità della centrale a gasolio.
Ma come si può arginare il problema blackout prodotto da un guasto alla centrale elettrica?
Con l’autoproduzione diffusa!
Basterebbe che ogni abitazione, ogni dammuso dell’isola avessero un impianto fotovoltaico, magari abbinato ad una turbina minieolica, e un sistema di accumulo per non dipendere, se non in caso di emergenza, dalla centrale elettrica.
Ma anche in questo caso ci sono dei problemi
Giustamente non è pensabile installare i pannelli sulle cupole dei dammusi, ma sui cannizzati o sulle pensiline sì.
Ma, per un’assurda concezione riguardo la presenza dei pannelli fotovoltaici, la Soprintendenza sembra non autorizzare l’installazione dei pannelli sui cannizzati o sulle tettoie, preferendo addirittura l’istallazione a terra.
Eppure le nuove norme paesaggistiche, compresa la Legge Tusa votata dal Parlamento siciliano, consentono l’istallazione dei pannelli sulle strutture e sugli edifici, senza alcun bisogno di richiedere l’autorizzazione alla Soprintendenza.
In caso di mancanza di spazi, la soluzione sarebbe quella di installare i pannelli su terreni marginali, creando delle comunità energetiche rinnovabili.
Il caso Pantelleria
Recentemente il Clean Energy for EU Island Secretariat, l’ufficio di Bruxelles per la transizione energetica delle isole minori europee, ha pubblicato uno studio che riguarda proprio Pantelleria.
In tale studio si è analizzata la possibilità di installare i pannelli fotovoltaici nelle aree inutilizzate del sedime aeroportuale.
Una possibilità consentita da una recente norma votata dal Parlamento italiano che inserisce i sedimi aeroportuali tra le aree idonee per l’istallazione di impianti fotovoltaici.
Non a caso, qualche mese fa è stata diffusa la notizia che Fiumicino sarà un aeroporto autosufficiente grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici sulle aree libere intorno alle piste.
Lo studio del Segretariato afferma che presso l’aeroporto di Pantelleria potrebbero essere installati pannelli fotovoltaici fino a 8.000 chilowatt.
Questo significherebbe poter creare almeno 8 comunità energetiche rinnovabili.
Ma anche in questo caso c’è un ostacolo!
Bisogna convincere l’Enac che al momento non sembra propensa a concedere tali aree per l’autosufficienza energetica della nostra isola e dei panteschi.
Oltre agli impianti di produzione, servono anche i sistemi di accumulo per far sì che l’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici o dalle turbine eoliche fosse disponibile in qualunque ora del giorno.
E in questo caso ci sono addirittura dei progetti finanziati!
Uno è proprio della Smede che nel 2022 ha ricevuto un finanziamento di circa 1,8 milioni di euro dall’allora Ministero della Transizione Ecologica per un progetto dell’importo di 3 milioni di euro denominato Smart Island Pantelleria.
L’altro è relativo al Programma Isole Verdi, con il quale il Comune nel 2022 ha destinato quasi 5 milioni di euro, dei 23,5 milioni ricevuti, al capitolo interventi sulla rete elettrica e infrastrutture connesse per garantire la continuità e la sicurezza della rete e favorire l’integrazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Come si vede, ci sono le soluzioni, ci sono le tecnologie e ci sono i soldi
Adesso serve solo la volontà dei burocrati e degli amministratori, locali e non, per far sì che tutto sia realizzato nel minor tempo possibile e per far sì che i panteschi possano avere la possibilità di avere energia pulita sulla loro isola.
Ce lo permetteranno?
Mi chiamo Angelo Parisi, sono nato a Leonforte (EN) e faccio l’ingegnere di professione. Fino al 30 maggio 2023 ho rivestito il ruolo di assessore comunale a Pantelleria.
La mia specializzazione sono le tematiche ambientali, soprattutto le energie rinnovabili. Sono sicuro che nel futuro prossimo, tutta l’energia di cui avremo bisogno sarà prodotta grazie al sole, al vento, al mare e al calore della terra e che l’uomo potrà solo rallentare questo traguardo.
Nella mia attività professionale cerco di coniugare lo sviluppo tecnologico con la sostenibilità cercando di dimostrare ai committenti che un euro speso oggi si trasformerà in cento euro risparmiati nel corso della vita dell’opera.
Ritengo che Pantelleria sia il luogo ideale dove mettere in pratica le mie idee e con questa collaborazione cercherò di raccontare i semini che ogni giorno pianterò per rendere l’isola energeticamente autosufficiente.