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Pantelleria, Pineda: noi come comunità dobbiamo dire basta alla violenza sulle donne

Adele Pineda

Adele Pineda

L’Assessore alle Politiche Sociali e Vicesindaco Adele Pineda ci ha inviato un suo pensiero sulla vicenda di Annalisa Fontana e sul preoccupante fenomeno della violenza sulle donne che condividiamo appieno: “Dobbiamo essere noi, come comunità, a dire “Basta alla violenza sulle donne””

 
Egre­gio Direttore, 
quan­to acca­du­to ad Anna­li­sa ci impo­ne una pro­fon­da rifles­sio­ne su un argo­men­to che ormai trop­po spes­so occu­pa le pri­me pagine.
La vio­len­za sul­le don­ne con­ti­nua a col­pi­re, fisi­ca­men­te e psi­co­lo­gi­ca­men­te, ovun­que; tal­vol­ta arri­va ina­spet­ta­ta, altre vol­te si ripe­te nel tem­po, anche con una cer­ta fre­quen­za; è sub­do­la, si nascon­de die­tro fio­ri, sor­ri­si, paro­le dol­ci, per mani­fe­star­si, infi­ne, con la stes­sa incon­trol­la­ta brutalità.
Le don­ne subi­sco­no, restan­do trop­po spes­so in silen­zio, non rea­gi­sco­no, non denun­cia­no, pro­ba­bil­men­te con­ti­nua­no ad ama­re e cre­de­re di poter cam­bia­re l’uo­mo che ama­no, pen­sa­no di non ave­re alter­na­ti­va, han­no pau­ra del­le con­se­guen­ze, non han­no fidu­cia nel­la giustizia.
Tan­te pos­so­no esse­re le cau­se che le indu­co­no a non con­fi­dar­si, a tener­si den­tro dolo­re e sof­fe­ren­za, a non dire defi­ni­ti­va­men­te “Basta”.
Allo­ra, per Anna­li­sa e per tut­te le don­ne che, come lei, han­no subi­to vio­len­za e per­so la vita, dob­bia­mo esse­re noi, come comu­ni­tà, a dire “Basta alla vio­len­za sul­le don­ne”, a denun­cia­re situa­zio­ni di cui sia­mo a cono­scen­za, a sup­por­ta­re, in ogni modo, ami­che, paren­ti, vici­ne di casa, a con­vin­cer­le a rivol­ger­si ai ser­vi­zi socia­li, alle for­ze del­l’or­di­ne: que­sto potreb­be aiu­tar­le a sal­var­si pri­ma che sia trop­po tar­di, potreb­be far capi­re loro che non sono sole, che pos­so­no con­ta­re su altre per­so­ne, che pos­so­no per­fi­no spe­ra­re di smet­te­re di soffrire.
L’a­mo­re per l’al­tro ha tan­te diver­se sfac­cet­ta­tu­re, può por­ta­re alla mor­te, ma può esse­re un’ef­fi­ca­ce anco­ra di sal­vez­za a cui aggrap­par­si con tena­cia, con deter­mi­na­zio­ne, con for­za, per vive­re appie­no quel dono pre­zio­so che si chia­ma vita e che nes­su­no ha il dirit­to di toglierci.
Con que­sta rifles­sio­ne voglio solo mani­fe­sta­re, sep­pur da lon­ta­no, la mia vici­nan­za alla fami­glia di Anna­li­sa, che cono­sco da mol­to tem­po e invi­ta­re tut­te le don­ne che nascon­do­no die­tro un sor­ri­so la pro­pria dispe­ra­zio­ne ad aprir­si, a rac­con­ta­re, a urla­re “Basta, non suc­ce­de­rà di nuo­vo”.
 
Il vice­sin­da­co
Prof.ssa Ade­le Pineda
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