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Mariangela Silvia: Pantelleria ferita non deve lasciare sole le donne
29/09/2023 0 Di RedazioneIl discorso fatto dalla Consigliera Comunale Mariangela Silvia al termine della Marcia Silenziosa per Annalisa Fontana
Parlare di femminicidio significa parlare non solo della morte di una di noi, ma significa parlare della mortificazione del nostro essere donna.
L’uomo colpevole del delitto si ritiene superiore perché, sentendosi più forte, vuole imporre la propria volontà con la forza, con la prevaricazione e non è capace di riflettere, di discutere e di utilizzare la ragione. Ritiene così giusto punire la donna, che considera inferiore o sfregiandola per sempre o uccidendola. Le cause del femminicidio possono essere diverse, ma la più frequente è la gelosia dell’uomo. L’uomo comincia a sospettare della fedeltà della propria donna e la minaccia, la picchia, le toglie la vita.
Il delirio si trasforma in follia omicida.
I tanti casi di femminicidio, che si ripropongono come una triste liturgia, ci costringono a domande davvero inquietanti sul nostro presente e sulla nostra libertà: noi donne siamo realmente libere? Abbiamo conquistato effettivamente la libertà che crediamo aver ottenuto?
Il nostro mondo ha subito inattesi, veloci e travolgenti cambiamenti e, forse, sono state dichiarate come acquisite novità che invece non hanno avuto modo di agire nel profondo. Troppi uomini infatti appaiono incapaci di modificare la trama profonda dei propri sentimenti e, anche quando sembrano aver accettato gli eventi di questa che vorrebbe essere una nuova società, fanno riemergere antiche tentazioni di dominio che si traducono poi in atti di violenza efferati e senza giustificazione.
Ci sono donne che guadagnano più dei loro compagni; ci sono donne che comandano più dei loro compagni; ci sono donne che decidono di chiedere alla vita e all’amore una felicità vera e non fittizia ed è proprio allora che i cosiddetti maschi, perdendo il loro dominio vanno in tilt e non ammettono di poter essere messi da parte, trovandosi così in una condizione nettamente in contrasto tra i vecchi modelli educativi e familiari e le nuove dinamiche delle relazioni.
Quando viene meno il controllo sulla donna, prevale la violenza. Spesso noi donne siano prima di tutto vittime di una violenza silenziosa ed invisibile, la violenza psicologica, che fa ancora più danni. Prima di avere lividi in faccia o ferite nel corpo, abbiamo lividi indelebili nell’anima.
Questo tipo di violenza interessa centinaia di migliaia di donne sole, prigioniere nella loro casa, invisibili.
Prigioniere di un mostro che dovrebbe amarci ed invece ci violenta psicologicamente, ci distrugge nell’anima. Quella violenza quotidiana che fa ferite permanenti nell’anima.
Quella violenza che annienta la dignità, che ci fa morire dentro; che ci fa perdere ogni autostima; che alla fine quasi arriva a convincerci che non valiamo nulla e che in fondo ci meritiamo la violenza subita.
Donne sole, impaurite che non trovano la forza di dire: BASTA! Di uscire dalla prigione in cui si trovano.
Ecco, a queste donne bisognerebbe dire: non siete sole, siamo con voi, se ci ribelliamo possiamo ottenere l’aiuto necessario per ricostruirci una nuova vita, lontano dal mostro che non cambierà mai!
Solo noi possiamo cambiare le cose: ribellandoci, abbandonandolo e denunciandolo!
L’amore deve riscaldare il nostro cuore non ardere il nostro corpo!
Voglio fare un appello a tutte le vittime di violenza subita o assistita nei confronti della donna: anche a Pantelleria esiste un servizio comunale denominato PRINS (pronto intervento sociale) che si occupa anche di queste delicate situazioni: violenza domestica e familiare con la possibilità di un alloggio protetto ove le vittime vengono assistite da operatori professionali già dal primo colloquio. Esiste un numero verde a cui potersi rivolgere per poter ottenere un primo contatto con delle figure professionali che possono sostenere e supportare le vittime di violenza.
Questa sera la nostra comunità si mostra unita e si stringe al forte dolore della famiglia Fontana e Di Malta.
Pantelleria ferita, piange e si unisce in un sentito, accorato dolore.
Mariangela Silvia
Punto a Capo Onlus è l’editrice di PUNTO A CAPO ONLINE, PUNTO A CAPO SPORT e PANTELLERIA NOTIZIE. La Redazione è nella sede operativa, a Marino (Roma). La Redazione Pantesca si ritrova periodicamente a Pantelleria. La Redazione è aperta anche se non sempre ‘fisicamente’. Infatti, essendo i collaboratori tutti volontari, lavorano quasi sempre da casa.
Il giornale è un progetto condiviso ed un patrimonio comune completamente non profit, senza alcuno scopo di lucro, tenuto da volontari e chiunque può partecipare. I cittadini che vogliono scriverci possono farlo all’indirizzo email info@pantellerianotizie.it o tramite Whatsapp al numero 333 3876 830 Le lettere devono essere accompagnate sempre da foto.
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