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Mariangela Silvia: Pantelleria ferita non deve lasciare sole le donne

Mariangela Silvia

Mariangela Silvia

Il discorso fatto dalla Consigliera Comunale Mariangela Silvia al termine della Marcia Silenziosa per Annalisa Fontana

Par­la­re di fem­mi­ni­ci­dio signi­fi­ca par­la­re non solo del­la mor­te di una di noi, ma signi­fi­ca par­la­re del­la mor­ti­fi­ca­zio­ne del nostro esse­re donna.

L’uomo col­pe­vo­le del delit­to si ritie­ne supe­rio­re per­ché, sen­ten­do­si più for­te, vuo­le impor­re la pro­pria volon­tà con la for­za, con la pre­va­ri­ca­zio­ne e non è capa­ce di riflet­te­re, di discu­te­re e di uti­liz­za­re la ragio­ne. Ritie­ne così giu­sto puni­re la don­na, che con­si­de­ra infe­rio­re o sfre­gian­do­la per sem­pre o ucci­den­do­la. Le cau­se del fem­mi­ni­ci­dio pos­so­no esse­re diver­se, ma la più fre­quen­te è la gelo­sia dell’uomo. L’uomo comin­cia a sospet­ta­re del­la fedel­tà del­la pro­pria don­na e la minac­cia, la pic­chia, le toglie la vita.

Il deli­rio si tra­sfor­ma in fol­lia omicida.

I tan­ti casi di fem­mi­ni­ci­dio, che si ripro­pon­go­no come una tri­ste litur­gia, ci costrin­go­no a doman­de dav­ve­ro inquie­tan­ti sul nostro pre­sen­te e sul­la nostra liber­tà: noi don­ne sia­mo real­men­te libe­re? Abbia­mo con­qui­sta­to effet­ti­va­men­te la liber­tà che cre­dia­mo aver ottenuto?

Il nostro mon­do ha subi­to inat­te­si, velo­ci e tra­vol­gen­ti cam­bia­men­ti e, for­se, sono sta­te dichia­ra­te come acqui­si­te novi­tà che inve­ce non han­no avu­to modo di agi­re nel pro­fon­do. Trop­pi uomi­ni infat­ti appa­io­no inca­pa­ci di modi­fi­ca­re la tra­ma pro­fon­da dei pro­pri sen­ti­men­ti e, anche quan­do sem­bra­no aver accet­ta­to gli even­ti di que­sta che vor­reb­be esse­re una nuo­va socie­tà, fan­no rie­mer­ge­re anti­che ten­ta­zio­ni di domi­nio che si tra­du­co­no poi in atti di vio­len­za effe­ra­ti e sen­za giustificazione.

Ci sono don­ne che gua­da­gna­no più dei loro com­pa­gni; ci sono don­ne che coman­da­no più dei loro com­pa­gni; ci sono don­ne che deci­do­no di chie­de­re alla vita e all’amore una feli­ci­tà vera e non fit­ti­zia ed è pro­prio allo­ra che i cosid­det­ti maschi, per­den­do il loro domi­nio van­no in tilt e non ammet­to­no di poter esse­re mes­si da par­te, tro­van­do­si così in una con­di­zio­ne net­ta­men­te in con­tra­sto tra i vec­chi model­li edu­ca­ti­vi e fami­lia­ri e le nuo­ve dina­mi­che del­le relazioni.

Quan­do vie­ne meno il con­trol­lo sul­la don­na, pre­va­le la vio­len­za. Spes­so noi don­ne sia­no pri­ma di tut­to vit­ti­me di una vio­len­za silen­zio­sa ed invi­si­bi­le, la vio­len­za psi­co­lo­gi­ca, che fa anco­ra più dan­ni. Pri­ma di ave­re livi­di in fac­cia o feri­te nel cor­po, abbia­mo livi­di inde­le­bi­li nell’anima.

Que­sto tipo di vio­len­za inte­res­sa cen­ti­na­ia di miglia­ia di don­ne sole, pri­gio­nie­re nel­la loro casa, invisibili.

Pri­gio­nie­re di un mostro che dovreb­be amar­ci ed inve­ce ci vio­len­ta psi­co­lo­gi­ca­men­te, ci distrug­ge nell’anima. Quel­la vio­len­za quo­ti­dia­na che fa feri­te per­ma­nen­ti nell’anima.

Quel­la vio­len­za che annien­ta la digni­tà, che ci fa mori­re den­tro; che ci fa per­de­re ogni auto­sti­ma; che alla fine qua­si arri­va a con­vin­cer­ci che non valia­mo nul­la e che in fon­do ci meri­tia­mo la vio­len­za subita.

Don­ne sole, impau­ri­te che non tro­va­no la for­za di dire: BASTA! Di usci­re dal­la pri­gio­ne in cui si trovano.

Ecco, a que­ste don­ne biso­gne­reb­be dire: non sie­te sole, sia­mo con voi, se ci ribel­lia­mo pos­sia­mo otte­ne­re l’aiuto neces­sa­rio per rico­struir­ci una nuo­va vita, lon­ta­no dal mostro che non cam­bie­rà mai!

Solo noi pos­sia­mo cam­bia­re le cose: ribel­lan­do­ci, abban­do­nan­do­lo e denunciandolo!

L’amore deve riscal­da­re il nostro cuo­re non arde­re il nostro corpo!

Voglio fare un appel­lo a tut­te le vit­ti­me di vio­len­za subi­ta o assi­sti­ta nei con­fron­ti del­la don­na: anche a Pan­tel­le­ria esi­ste un ser­vi­zio comu­na­le deno­mi­na­to PRINS (pron­to inter­ven­to socia­le) che si occu­pa anche di que­ste deli­ca­te situa­zio­ni: vio­len­za dome­sti­ca e fami­lia­re con la pos­si­bi­li­tà di un allog­gio pro­tet­to ove le vit­ti­me ven­go­no assi­sti­te da ope­ra­to­ri pro­fes­sio­na­li già dal pri­mo col­lo­quio. Esi­ste un nume­ro ver­de a cui poter­si rivol­ge­re per poter otte­ne­re un pri­mo con­tat­to con del­le figu­re pro­fes­sio­na­li che pos­so­no soste­ne­re e sup­por­ta­re le vit­ti­me di violenza.

Que­sta sera la nostra comu­ni­tà si mostra uni­ta e si strin­ge al for­te dolo­re del­la fami­glia Fon­ta­na e Di Malta.

Pan­tel­le­ria feri­ta, pian­ge e si uni­sce in un sen­ti­to, acco­ra­to dolore.

Marian­ge­la Silvia

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