Il redigendo Piano di Gestione del Parco Nazionale Isola di Pantelleria sta diventando passaggio cruciale per quello che vuole essere lo sviluppo economico e sociale della nostra isola e come capita molto spesso attorno a questi momenti importanti si intrecciano interessi di varia natura con schemi e obiettivi ben precisi.
Da un lato un gruppo di residenti, cittadini e villeggianti con case di proprietà a Pantelleria che mediante un’interrogazione presentata in Commissione Ambiente e Sicurezza Energetica della Camera dei Deputati, a firma dell’On.le Bonelli, chiedono di verificare i titoli autorizzativi di numerose attività edilizie poste in essere all’interno del Parco ed è lo stesso interrogante a chiedere la rimozione dell’attuale Commissario del Parco e della Direttrice. A dare massima risonanza a tale atto parlamentare interviene addirittura un articolo de “La Repubblica” dove si vuol far apparire Pantelleria come l’isola dell’illegalità, dove tutti possono costruire cosa vogliono e dove vogliono in barba alle norme edilizie. E’ chiaro che così non è!
A tal proposito appare utile e doveroso ricordare che attualmente in Zona 1 del Parco è possibile realizzare interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di recupero dell’edilizia esistente compreso l’ampliamento di fabbricati esistenti non superiore a cinque metri quadrati per l’adeguamento igienico sanitario o per locali pertinenti alla conduzione del fondo agricolo. In Zona 2 è possibile la nuova costruzione solo se funzionale alla conduzione del fondo agricolo e con un indice fondiario (0,02 mc/mq) di modesta entità e notevolmente inferiore ai limiti stabiliti per le zone agricole. In Zona 3è possibile l’attività edilizia di nuova costruzione ma pur sempre nel rispetto degli strumenti urbanistici e paesaggistici vigenti. In ultimo giova ricordare come all’interno del Parco per le nuove costruzioni occorre avere un lotto minimo di sei mila metri quadrati e che comunque viene sempre richiesta la valutazione di incidenza ambientale e che le autorizzazioni vengono rilasciate in conformità al decreto istitutivo del Parco Nazionale Isola di Pantelleria e nel rispetto della legislazione regionale di riferimento, con buona pace di “residenti, cittadini e villeggianti” che magari dal 2016 hanno realizzato le proprie abitazioni a Pantelleria in conformità a tali normative!
Dall’altro lato anche l’Ente Parco, attraverso la sua direttrice, ci tiene a precisare che le linee guida per la redazione del Piano di Gestione del Parco devono essere discusse all’interno della Comunità del Parco, dove per comunità non si intendono i cittadini ma bensì Regione Siciliana, Libero Consorzio di Trapani e Comune di Pantelleria e che il Sindaco potrà confrontarsi con il Consiglio Comunale. Ai cittadini rimane il “Forun” che altro non è che uno strumento che serve al Parco per presentare la proposta di Piano di Gestione in un’ottica solamente informativa e comunicativa, tutto qui!
Tali linee guida già in questa fase danno una chiara idea degli obiettivi che vuole perseguire il Parco una volta entrato nella pianezza della sua fase operativa, dove i poteri verrebbero accentrati in questo ente i cui vertici sono slegati da territorio in quanto figure non elettive ma nominate; dove il Parco vorrebbe assumere supremazia rispetto agli altri enti; dove si pensa più alla conservazione che allo sviluppo del territorio; dove il Piano del Parco entra in merito sulle norme urbanistiche non di propria competenza, ma bensì di competenza dell’Ente Comune con il suo Piano Regolatore Generale. Insomma linee guida per un futuro Piano di Gestione del Parco che mortifica il territorio isolano e i suoi abitanti!
In questo scacchiere si inserisce il Comitato Promotore del Referendum Consultivo sul Parco Nazionale Isola di Pantelleria, che si pone come obiettivo quello di rendere partecipe e coinvolgere la popolazione tutta a cui deve essere data la possibilità di esprimere il proprio parere sul Parco al fine di renderlo più vicino alle sue esigenze. Parere della cittadinanza che servirà ad indirizzare il Consiglio Direttivo del Parco ma soprattutto a dare un chiaro mandato popolare al Consiglio Comunale e all’Amministrazione comunale in merito al redigendo Piano di Gestione del Parco.
Sono sempre stato dell’idea che le norme che regolano il Parco non devono essere sovrapposte a quelle degli altri enti né debbano avere supremazia rispetto alle stesse, ma occorre portare avanti un lavoro corale di uniformità dei vari strumenti di programmazione e regolamentazione del nostro territorio, che mirino da un lato alla tutela ambientale e da un lato alla valorizzazione e allo sviluppo dell’isola.
Condividendo gli obiettivi che si pone il Comitato Promotore del Referendum Consultivo sul Parco Nazionale Isola di Pantelleria e la consapevolezza che si ha nel riconoscere che Pantelleria non è solo un ambiente da proteggere, ma anche da valorizzare e da sviluppare, ma soprattutto che è anche un popolo e che i divieti servono a ben poco se non a mummificare un territorio, sposo in maniera convinta tali obiettivi mettendo a disposizione del Comitato, qualora ritenuti utili, sia la mia esperienza sia professionale che amministrativa.
Giuseppe La Francesca
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