Pantelleria, disabilità: il seminario nelle parole di Giacomo Policardo

Pantelleria, disabilità: il seminario nelle parole di Giacomo Policardo

09/04/2024 0 Di Giacomo Policardo

Un report davvero commovente del Seminario su Donne e Disabilità fatto dal nostro Giacomo. Una testimonianza che vale più di mille seminari

di Gia­co­mo Policardo

Gen­ti­li ascol­ta­to­ri di Pan­tel­le­ria Noti­zie, un cor­dia­le salu­to da Gia­co­mo Policardo.

Si è tenu­to ieri al Cir­co­lo Ogi­gia un impor­tan­tis­si­mo semi­na­rio per la serie sul­le don­ne, DONNA NON È DANNO, un impor­tan­tis­si­mo semi­na­rio come dice­vo che par­la­va di don­na e disabilità.

Sono sta­te pro­iet­ta­te alcu­ne imma­gi­ni con alcu­ni dati di come le don­ne disa­bi­li ven­go­no poco inse­ri­te nel cam­po lavo­ra­ti­vo, nel cam­po sco­la­sti­co e poi in tut­ti i settori.

Cer­to mol­to si sta facen­do nel cor­so di que­sti anni, dicia­mo che ieri si è ini­zia­to con un escur­sus sto­ri­co di come le don­ne veni­va­no poco con­si­de­ra­te anche nei tem­pi pre­i­sto­ri­ci.  

Mol­to rifiu­to ver­so i disa­bi­li c’è sta­to nel cor­so degli anni, però anco­ra ci sono mol­te bar­rie­re da supe­ra­re, bar­rie­re archi­tet­to­ni­che per quan­to riguar­da la disa­bi­li­tà di gen­te in car­roz­zi­na, ma bar­rie­re anche men­ta­li del­le per­so­ne stes­se ad approc­ciar­si con le don­ne disa­bi­li, per­ché già è un pro­ble­ma per alcu­ne per­so­ne trat­ta­re con le don­ne e poi quan­do ci si met­te la disa­bi­li­tà è vera­men­te una situa­zio­ne un po’ particolare.

Si è cer­ca­to di evi­den­zia­re come le don­ne spes­so subi­sco­no del­le cose incon­sa­pe­vol­men­te, per quan­to riguar­da anche vio­len­ze ses­sua­li, spes­so alcu­ne don­ne fan­no fati­ca a denun­cia­re anche per­ché non sono con­sa­pe­vo­li di quel­lo che han­no subi­to ed è sta­to vera­men­te mol­to emozionante.

Mol­ti dati sono sta­ti pas­sa­ti in que­ste sli­de pro­iet­ta­te, scu­sa­te ma nel par­la­re di que­sto sen­ti­te un po’ di bal­bu­zie da par­te mia, biso­gna ave­re corag­gio per par­la­re di que­sto argo­men­to, però se non ne par­la nessuno… 

Ieri è sta­to un pri­mo pas­so e rin­gra­zio Fran­ce­sca Mar­ruc­ci per l’U­ni­pant che ne ha par­la­to vera­men­te in manie­ra mol­to det­ta­glia­ta, anche in manie­ra mol­to sem­pli­ce, mol­to anche natu­ra­le, maga­ri tra vir­go­let­te scher­zan­do­ci su.

Dicia­mo che è sta­ta un’ar­go­men­ta­zio­ne leg­ge­ra, ma nel­lo stes­so tem­po pro­fon­da, per­ché a vol­te esse­re leg­ge­ri non signi­fi­ca non esse­re pro­fon­di, per­ché nel rac­con­ta­re cer­te cose ci vuo­le una leg­ge­rez­za d’a­ni­mo e ieri cre­do che è pas­sa­to questo.

Ci vuo­le corag­gio, l’ha avu­to tan­tis­si­mo Fran­ce­sca ad affron­ta­re que­sta tema­ti­ca. È sta­ta vera­men­te una bel­la discus­sio­ne.

Cer­to ades­so non mi met­to a par­la­re di dati, per­ché è dif­fi­ci­le ricor­darli, però quel­lo che voglio evi­den­zia­re è che vera­men­te la don­na disa­bi­le ha avu­to mol­ti, mol­ti pro­ble­mi nel cor­so degli anni.

Pri­ma i disa­bi­li sono sta­ti chia­ma­ti, anzi dico ‘sia­mo’ sta­ti chia­ma­ti con mol­ti nomi, anche un po’ vez­zeg­gia­ti­vi,  pri­ma ci chia­ma­va­no han­di­cap­pa­ti, poi diver­sa­men­te abi­li, ades­so disa­bi­li, per­ché vera­men­te mano a mano con la cul­tu­ra face­va capi­re che ci sono varie cate­go­rie, quin­di si è cer­ca­to anche di dare un nome un po’ più appro­pria­to, meno offen­si­vo, per­ché sin­ce­ra­men­te è sta­to brut­to in pas­sa­to esse­re sta­ti chia­ma­ti handicappati.

È sta­ta una bel­la emo­zio­ne, una buo­na emozione.

Ades­so vi dico una cosa mia per­so­na­le, nel sen­so che ogni tan­to mi asciu­ga­vo gli occhi, per­ché sì, si dice che gli uomi­ni non devo­no pian­ge­re mai, ma io sono sen­si­bi­le a que­ste tematiche. 

Pur­trop­po non ho un cuo­re di pie­tra o un cuo­re di bur­ro maga­ri, non sono una mac­chi­na, non sono un com­pu­ter, quan­do ven­go­no trat­ta­te que­ste par­ti­co­la­ri­tà, spe­cial­men­te quan­do si par­la­va di ses­sua­li­tà, di come que­ste don­ne, que­ste ragaz­ze, come qual­cu­no si appro­fit­ta­va di loro, anche al pro­prio inter­no fami­lia­re, è vera­men­te una cosa che  ti lascia sgomento.

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Sono cose che ti toc­ca­no e lo sen­ti­te anche nel modo in cui ne sto par­lan­do. Io oggi sì, sto facen­do que­sto arti­co­lo, ma cre­de­te­mi, sto tro­van­do par­ti­co­la­ri dif­fi­col­tà. Come sicu­ra­men­te ave­te sen­ti­to anche in altri arti­co­li che ho fat­to, non sono così sciol­to, ma non per­ché non sen­to que­sto argo­men­to, anzi per­ché lo sen­to mag­gior­men­te e non rie­sco a tro­va­re le giu­ste paro­le, quin­di non so che cosa ne usci­rà fuo­ri, però un appel­lo lo voglio fare: con­ti­nuia­mo a par­la­re di que­sti pro­ble­mi, per­ché meno se ne par­la, meno gen­te vie­ne, for­se ieri era­va­mo in pochi, rispet­to ad altri incon­tri che si sono fat­ti, ma non per que­sto non dob­bia­mo get­ta­re la spu­gna, non dob­bia­mo arren­der­ci, per­ché più se ne par­la, più maga­ri la gen­te poi vie­ne e capi­sce l’im­por­tan­za del­la situazione.

Quin­di, Fran­ce­sca fac­cio un appel­lo a te, con­ti­nua a par­lar­ne, con­ti­nua ad ave­re que­sto corag­gio, io ci sono, se pos­so aiu­tar­ti lo fac­cio ben volen­tie­ri, anche se non le scip­po una paro­la sta­mat­ti­na, scu­sa­te, ma ripe­to, sono mol­to sen­si­bi­le a que­ste tema­ti­che e un po’ di mago­ne in gola mi viene. 

Sicu­ra­men­te non sta venen­do un bel­l’ar­ti­co­lo, ma cer­co di par­la­re col cuo­re e spe­ro di arri­va­re, quin­di con­ti­nuia­mo a par­lar­ne, ora sem­pre, anche que­st’e­sta­te. Maga­ri ci sarà anche più gen­te da fuo­ri che verrà. 

La disa­bi­li­tà non è un tabù, non dob­bia­mo ver­go­gnar­ci di ave­re gen­te disa­bi­le a casa, non dob­bia­mo ver­go­gnar­ci di approc­ciar­ci a una per­so­na disa­bi­le, a mag­gior ragio­ne se è una don­na, quin­di sem­pre esse­re gen­ti­li con loro e capi­re le pro­ble­ma­ti­che che han­no e vedre­te che si impa­re­rà qual­co­sa anche da loro, anche dal­le don­ne disabili.

Soprat­tut­to dal­le don­ne disabili. 

Da Gia­co­mo Poli­car­do è tut­to, scu­sa­te la mia emo­zio­ne, la mia sen­si­bi­li­tà in que­sto, ma come dice­vo pri­ma, non ho un cuo­re di pie­tra, ma ho un cuo­re di burro.